Comunicato stampa da parte della Fratelli Frilli Editori
La Fratelli Frilli Editori strumentalizzata perchè pubblica
"Vademecum della Bugia. Da Stalin a Berlusconi"
di Gianfranco Mascia


Ancora una volta il quotidiano "Libero" ci sbatte in prima pagina (era già successo l'anno scorso a luglio, e il suo direttore all'epoca non ci concesse il diritto di replica da noi richiesto). Sabato 22 giugno, un articolo a firma di Roberto Paradisi, deride pesantemente il libro da noi edito " Vademecum della bugia. Da Stalin a Berlusconi" a firma di Gianfranco Mascia con prefazione di Nando dalla Chiesa.
Pur convinti che questo sia un sacrosanto ed inviolabile diritto del giornalista, obiettiamo decisamente su come egli intraveda nella nostra pubblicazione "una nuova strategia del centrosinistra contro il cavaliere nero". Soddisfatti di avere evidentemente colpito nel segno, confutiamo la tesi proposta da Paradisi ed affermiamo ancora una volta l'indipendenza della nostra casa editrice. E chiediamo che Gianfranco Mascia, chiamato pesantemente in causa dal recensore con precise allusioni a "città incendiate" e altro, possa replicare utilizzando a tal fine i giornali che vorranno rendersi disponibili.






Comunicato stampa di Gianfranco Mascia a nome dell'associazione BOBI
La criminalizzazione di "Libero":
SBATTI IL BOBI IN PRIMA PAGINA


Sabato 22 giugno abbiamo avuto "l'onore" di trovarci sbattuti sulla prima pagina di "Libero". Con una brillante operazione di marketing editoriale, il pezzo che parlava del Bobi e del nuovo libro Vademecum della bugia, era proprio sotto il titolone a tutta pagina "Una pallottola per Casini", dove veniva raccontato del proiettile fatto pervenire al presidente della Camera in una busta. L'articolo che ci riguardava veniva condito da un commento che nulla aveva che fare con la lotta nonviolenta che da anni ci contraddistingue. Frasi come "dopo le...città incendiate" o "il sole infuocato dell'odio progressista" o ancora "movimenti spacca vetrine, eroici ragazzi che pestano gli sbirri" venivano mescolate con citazioni del libro. Tutto questo con un preciso obiettivo: tentare di criminalizzare le nostre iniziative, magari creando ad arte un bersaglio facile da colpire.

Ad ognuno di noi la possibilità di verificare la cosa.






L'articolo apparso su "Libero" di Vittorio Feltri Sabato 22 giugno 2002


La strategia di sinistra e intellettuale
La Sinistra ha deciso:
contro il Berlusca
guerra degli spaghetti

Il nuovo piano dei progressisti: boicottare
i prodotti sponsorizzati sulle reti del Biscione





di Roberto Paradisi

La nuova frontiera della guerra a Berlusconi passa per gli spaghetti. L'allegra brigata progressista, dopo le marce, gli scioperi, i girotondi e le città incendiate, si arma di forchetta e addenta il centro-destra come si fa con un maccherone. Anzi, addenta direttamente il maccherone. In un libro di poco più di cento pagine, da qualche giorno in libreria ("Vademecum della bugia, da Stalin a Berlusconi"; Fratelli Frilli editori), Gianfranco Mascia, fondatore dei comitati Bo.Bi. (Boicotta il Biscione), delinea la nuova strategia contro il cavaliere nero. L'antipasto, cioè la prefazione, esce dalla penna avvelenata di Nando Dalla Chiesa. Si parte da un dato di fatto (per loro): Berlusconi come Stalin è un bugiardo. «Non entrerò mai in politica» sentenziò il Cavaliere qualche anno fa. E su quella bugia, stando a Nando Dalla Chiesa e a Gianfranco Mascia, cominciò a costruire un castello di menzogne. «La bugia - scrive Nando Dalla Chiesa - dà il via all'avventura del nuovo leader sulle macerie di Tangentopoli, tra arresti a Milano e stragi di mafia a Palermo e altrove...».
Nulla di nuovo sotto il sole infuocato dell'odio progressista Che alimenta la guerra santa contro il governo colpevole di avere instaurato un regime liberticida e inonda ogni mese le librerie di nuovi libri, imperversa sulla stampa nazionale, orienta tutta l'editoria italiana, si insinua come un virus nella stessa azienda che i compagni vorrebbero boicottare. Ed è questo il punto. Perché se l'analisi è la stessa di sempre, cambia la strategia di lotta. Si riparte dall'inizio: boicottare il cavaliere nero.
La sinistra che doveva rinnovarsi ripropone una battaglia fallita già nove anni fa. I nuovi guru avranno pensato: se a sinistra risorgono movimenti spacca-vetrine, eroici ragazzi che pestano gli sbirri, borghesi illuminati che si prendono per mano e girano in circolo, allora possiamo ripartire anche noi con la guerra dei rigatoni. La benedizione era arrivata qualche settimana fa da Umberto Eco che su "Repubblica" si era detto contrario a rinunciare a guardare i programmi Mediaset: «Se pure ci fosse una trasmissione sulla resistenza gestita solo da Feltri, Buontempo e Gasparri, ho diritto di sapere cosa pensano queste persone».
E se ancora il duo Feltri-Buontempo non si è esibito su Mediaset, poco importa. Per Eco Mediaset bisogna guardarla e prendere appunti. «Basta tenere un foglietto vicino al telecomando e annotare le merci pubblicizzate» spiega il decano degli intellettuali della falce e del martello all'amatriciana. «Le merci a disposizione sono tante e non costerebbe nessun sacrificio, solo un poco di attenzione, per acquistare il detersivo Meraviglioso e la pasta Redegonda (non pubblicizzata su Mediaset) invece del detersivo Stupefacente e la pasta Cunegonda».
E se una volta erano le idee rivoluzionarie a incendiare il mondo, oggi la mobilitazione arriva sull'onda dell'entusiasmo dei rigatoni. Nelle ultime settimane è così nato il "Movimento di Cunegonda" che si aggiunge ai Bo.Bi di Gianfranco Mascia e ai Co.Re. (Consumo Responsabile). Tutti insieme per stilare una lista delle aziende più presenti in Mediaset che dovranno essere boicottate. L'obiettivo è quello di colpire gli interessi economici di Berlusconi costringendo le aziende a ritirare le proprie inserzioni da Mediaset per offrirle alla Rai. Per sapere chi sono i primi firmatari dell'appello, basta pensare a chi ha ormai i crampi alle mani a forza di firmare appelli, manifesti, inviti alla mobilitazione... Ed ecco, ma guarda un po', i Dario Fo, le Franca Rame, i Michele Serra, i Nando Dalla Chiesa, gli Enzo Jannacci. Compaiono anche Beppe Grillo, Giuseppe Ajala e Katia Bellillo, l'ex ministro comunista famosa per i suoi guantoni da ring. E così il monito di Eco è raccolto: non si risponda più con le idee, ma puntando sul punto debole: i soldi del Cavaliere. Basta con lo scendere in piazza: «Bisogna impegnarsi a non mangiare più pasta Cunegonda». Parola della nuova sinistra che alza le barricate sui supermarket. Alla mobilitazione sono chiamati ristoratori, casalinghe, colf... . Le armi della battaglia sono particolarmente pericolose perché non convenzionali: telecomando, penna e carrello della spesa. L'esercito ulivista si prepara così alla guerra contro il "regime liberticida" del centro-destra. Che, finché avrà di fronte simili armate, potrà dormire sonni tranquilli e gustarsi serenamente un buon piatto di bucatini. Naturalmente Cunegonda.







Questa la richiesta di diritto di replica da parte di Gianfranco Mascia




Redazione di "Libero"

Oggetto: Richiesta diritto di replica per l’articolo pubblicato su Libero il giorno 22 giugno in prima ed in sesta pagina.


Dopo aver letto l’articolo "La sinistra ha deciso: contro il Berlusca guerra degli spaghetti" vi chiedo, in nome del diritto di replica, di pubblicare queste mie osservazioni.


Egregio direttore, mi consenta una replica.

Proprio ad una sua specifica domanda, nell’aprile del 2001, durante una trasmissione televisiva di Vespa, a proposito delle garanzie sullo scenario televisivo, in caso di vittoria del centrodestra, Berlusconi replicava: «La mia vita è la garanzia che non ci saranno problemi, un passato di editore liberale a garanzia del futuro.»

Poi è arrivata la vittoria elettorale.

E si è ripresentato il problema di un conflitto di interessi che il nostro cavaliere si trascina dietro fin dalla sua "scesa in campo".

Questo problema fu quello che fece nascere i comitati BOBI nel 1993; noi sostenevamo e sosteniamo ancora che non sia possibile per un capo del Governo possedere il controllo diretto, seppure con la "mera proprietà", di 3 reti televisive e, indiretto, di altre 3 (quelle pubbliche).

Del resto la vicenda del licenziamento di Santoro e Biagi richiesto direttamente da Berlusconi ed immediatamente eseguito dai suoi dipendenti, è esemplare.

Ma un giornale come il suo che si definisce "Libero" (lo dice la parola stessa), dovrebbe tentare di spiegare esattamente le cose come stanno, in maniera completamente al di sopra delle parti. Argomentando le scelte, di destra, che vi portano a preferire questo governo ad un altro.

Con la serenità che questi argomenti richiederebbero.

Ora io capisco che il paragone, seppur argomentato, tra le bugie di Stalin e quelle di Berlusconi possa aver scosso il vostro DNA, ma, le assicuro, la cosa è venuta spontanea.

Come giudicare del resto il vostro comportamento, se non stalinista, nei confronti del sottoscritto (del resto mai stato comunista, prima d’ora)?

A proposito del mio libro appena uscito (Vademecum della Bugia. Da Stalin a Berlusconi), il vostro Roberto Paradisi scrive. «L’allegra brigata progressista, dopo le marce, i girotondi, gli scioperi e le città incendiate, si arma di forchetta e addenta il centro-destra».

Ecco come si crea un bel bersaglio facile da colpire (come purtroppo al sottoscritto in passato è già accaduto), inserendolo nel calderone della "protesta violenta".

La nostra idea di battaglia politica, invece, parte proprio dal concetto opposto: è la cultura non-violenta che ci spinge a pensare proteste civili ma efficaci, per tentare di trovare una soluzione ad un problema che né il centrosinistra, né il centrodestra ha avuto la capacità (o la voglia) di risolvere.

Ma il vostro giornalista insiste nell’esasperazione dei toni con un «Nulla di nuovo sotto il sole infuocato dell’odio progressista. Che alimenta la guerra santa contro il governo». È fantastica questa capacità di ribaltare completamente il tono ed il significato delle cose. Il tentativo di fare chiarezza sulle cose dette e mai mantenute dal capo del Governo (cercando, semmai, di sdrammatizzare con un poco di ironia) viene commentato con un «risorgono movimenti spacca-vetrine, eroici ragazzi che pestano gli sbirri».

A parte il fatto che, semmai, nel caso dei Social Forum è attualmente dimostrato esattamente il contrario (poliziotti che hanno picchiato i ragazzi che manifestavano), cosa centra questo con l’iniziativa che proponiamo del boicottaggio ai prodotti pubblicizzati su Mediaset?

Chiudo qui, per non approfittare dell’eventuale ospitalità che mi vorrete accordare. Fermo restando che stiamo valutando la possibilità di far valere i nostri diritti in sede civile. L’eventuale risarcimento che potrebbe arrivare, potrà servire a finanziare le nostre iniziative di monitoraggio e controllo nei confronti delle vostre reti e dei vostri periodici.


Gianfranco Mascia





 

Torna alla pagina dei libri

Torna alla pagina principale