La pittrice del
vapore "Sirio"

 

un romazo di Eligio Imarisio


premessa
 

L’anno 1906 è un periodo temporale denso di accadimenti, in Italia e nel resto d’Europa. Alcuni di essi vanno rammentati: si apre la galleria ferroviaria del Sempione; si chiude il clamoroso “processo Murri”; avvengono il disastro cagionato dalla eruzione vulcanica del Vesuvio e la sciagura causata dall’affondamento del piroscafo “Sirio”. A Parigi si riabilita Alfred Dreyfus, consegnandogli la “Legion d’Onore” innanzi alle truppe schierate con bandiera. Ad Algeciras si firma il trattato che risolve la questione internazionale del Marocco, nell’ambito di una politica occidentale “delle cannoniere” estesa ai quattro angoli della terra: l’intervento militare in Cina, attuato dalle grandi potenze pochi anni prima, rimane emblematico.
L’ubicazione geografica di Genova consente alla città d’essere un osservatorio sui generis per interpretare le vicende economiche, sociali e i parecchi fatti del vasto mondo. Il capoluogo ligure è un caposaldo portuario di rilevanti commerci transoceanici; è la sede principale di grosse industrie metalmeccaniche, come la “Gio. Ansaldo Armstrong e C.”; è la sede compartimentale di grandi compagnie marittime, come la “Navigazione Generale Italiana”. Nei suoi vicoli (i caroggi) ferve la vita millenaria, irrobustita nell’età della fiera repubblica medievale, che si esprime attraverso il lavoro.
Un aspetto particolare di detto fervore è costituito dalle botteghe artigiane, singolarmente operose nell’ambito del restauro artistico. Una di quelle botteghe, fondata nel tardo Settecento (ancora attiva nell’anno 2003), è condotta di padre in figlio. Lì tornano ai primitivi splendori molti fasti incorniciati del “secolo d’oro dei Genovesi”; da lì si vedono le banchine su cui i piroscafi sbarcano tonnellate di merci, per poi imbarcare moltitudini di emigranti.
Genova dunque, come porta dell’Italia, dell’Europa.
In siffatto contesto ho recepito alcuni dei tanti e palesi contrasti specie italiani, propri delle forti mutazioni e delle ardite ideologie fin de siècle, che ho esposti assieme a scene di vita quotidiana dentro un racconto. Il giornaliero lavoro d’alta specializzazione in patria contrapposto alla ricerca di lavoro all’estero stroncata dalla tragedia (l’affondamento del “Sirio”), motivano una commistione saggio-romanzo, forse opinabile. La quale è voluta mediante una forma letteraria che dapprima verifica scrupolosamente il dato storico-artistico e dopo lo rende comprensibile con una trama a un pubblico attento alle molte manifestazioni della cultura, ma privo di un bagaglio specialistico.
Lascio al lettore, ogni ulteriore valutazione de La pittrice del vapore “Sirio”.


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