Mauro Bulgarelli  |  Lorenzo Casadei
Lo scontro delle inciviltà
La guerra in Afghanistan e l'inizio della guerra globale permanente


 

prefazione

 

Non c'è dubbio che, ormai da troppo tempo, quello che Guy Debord chiamava Spettacolo integrato domina incontrastato sul mondo intero, costringendo l'intera umanità a tenere il passo nella grande marcia a tappe forzate, sempre più rapide, verso il peggio. Contro le previsioni "ottimistiche" di certi apologeti del presente, il trionfo delle ragioni della merce, che importa l'uniformizzazione, la falsificazione e la quantificazione d'ogni cosa, non si è tradotto nella pacifica fine della storia. Anche questo, come ogni Spettacolo, ha bisogno di una trama. Benché gli sceneggiatori se ne stiano quasi sempre nell'ombra, lasciando agire sotto i riflettori attori spesso inconsapevoli talvolta, forse, perfino in buona fede, e che essi tentino in ogni modo di non rovinarci la suspense preparandoci sempre nuove sorprese esplosive, e benché i nostri mezzi per conoscere ciò che avviene dietro le quinte siano limitatissimi, in fondo certe rappresentazioni sono, ahi noi, fin troppo prevedibili.
Sono passati circa tre mesi da quando abbiamo completato la stesura di questo libello e, con amara soddisfazione, constatiamo che, pur senza aver avuto accesso ad alcuna "informazione riservata", le ricostruzioni dei fatti, e le previsioni che avevamo tentato si sono rivelate fondate. Alcuni esempi: in Afghanistan gli scontri continuano (anche se tutti fingono che la guerra sia finita), in Kashmir la situazione rischia di precipitare, alla Casa Bianca iniziano ad ammettere che sapevano molte più cose di quanto era lecito sospettare, mentre i segnali di un allargamento della guerra al "terrorismo" si moltiplicano giorno dopo giorno. Intanto, mentre scriviamo queste righe, assistiamo alla farsa del disarmo nucleare che, così come gli accordi Russia-Usa di cui tanto il "nostro" presidente si è vantato, cela il fatto che Putin deve, come a suo tempo ebbe a dichiarare l'imperatore Hirohito, "accettare l'inaccettabile" massimizzando al tempo stesso i possibili benefici (in particolare per quanto concerne la politica energetica, la repressione del terrorismo in ciò che resta dell'impero ecc) e che questi accordi sono una solida base per aprire la fase due della nuova grande guerra.
Qualunque giocatore il quale abbia appreso i rudimenti delle regole della guerra sa che, se da un lato il cuore stesso della strategia sta nello stratagemma, cioè nell'inganno, il prerequisito generale dell'arte è saper vedere, avere cioè una visione globale della situazione, e questa visione non può essere il mero frutto di complessi calcoli e sommatorie ma è più simile ad un'intuizione, una visione appunto, inizialmente magari un po' sfuocata. A volte, come in questo caso, due individualità molto differenti, e che tengono molto alle loro differenze, possono avere una stessa visione. Del resto siamo convinti di non essere i soli ad aver compreso che enormi pericoli vanno profilandosi per l'umanità tutta e crediamo che, senza alcun pregiudizio ideologico, poiché la differenza può essere appunto una risorsa preziosa, sia utile dialogare a tutto tondo. La consapevolezza collettiva deve, almeno su questo tema, essere il più ampia possibile. Da queste considerazioni l'idea di condividere le nostre riflessioni sperando, almeno in certi casi, di aver avuto torto.
 
Lorenzo Casadei - Mauro Bulgarelli
Roma, 5 giugno 2002

 


 

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