Liberazione
G8, Siulp e legal forum denunciano i lacrimogeni
Genova la guerra chimica al dissenso

di Checchino Antonini

Ottobre 2001. Pochi giorni dopo l'11 settembre, il ministero della Salute italiano emana una circolare "ad alta priorità" per segnalare il pericolo concreto che i terroristi di Al Qaeda utilizzino armi chimiche "come ad esempio il Cs" esposti al quale, secondo il dicastero Sirchia, si rischia l'edema polmonare ossia il soffocamento. Ma il Cs è lo stesso gas lacrimogeno sparato, poche settimane prima, a Genova, dalle forze di polizia dello stesso governo, di cui Sirchia ha l'onore di far parte, sulla folla inerme che legittimamente contestava la kermesse degli otto più potenti capi di stato del pianeta.
Ieri mattina, al nono piano del Palazzo di Giustizia genovese, quello dove si lavora alle inchieste sull'omicidio di Carlo Giuliani e sulle torture a Bolzaneto, uno degli avvocati del Genoa legal forum, Nicola Canestrini, ha presentato un dossier al pm Francesco Albini Cardona. Oltre al paradosso di un gas - temuto se nelle mani di terroristi ma usato contro cittadini inermi - sono state depositate le prime denunce da parte di persone - manifestanti e agenti - che hanno riportato danni (ai polmoni, alla pelle, e c'è anche un tumore alle vie urinarie) a causa dei 6200 candelotti lanciati spesso ad altezza d'uomo, piovuti da balconi e dall'elicottero e mescolato all'acqua spruzzata dagli idranti.
I testimoni hanno ancora in mente il fiato corto, i polmoni e cuore che sembravano arrivare in gola, le lacrime che bruciavano col sudore intorno agli occhi e quella voglia di vomitare, e il ventre sconquassato. Sono i cosiddetti effetti primari della "Sindrome di Genova", come titola il dossier quel gas, prodotto da un'impenetrabile azienda abruzzese, si scoprirà poco dopo grazie alle denunce di un senatore verde - Francesco Martone - e del settimanale Carta (sul suo sito c'è anche un questionario sulle condizioni dei reduci del luglio 2001), ha degli effetti genotossici. In altre parole è cancerogeno. La prima parte delle centocinquanta pagine del dossier fa il punto sugli studi medici disponibili sugli effetti del gas in questione a partire dal primo rapporto del 1989 pubblicato dall'American journal of medical association fino ai più recenti studi delle università italiane. Ricercatori pisani e genovesi (Loprieno, Abbondandolo, Viaggi) hanno dimostrato con esperimenti in vitro, gli effetti genotossici e mutageni sui geni; l'allergologo romano Baldassini, con una "Fisiopatologia del Cs", ha indagato sui "danni cromosomiali con rischio oncogeno" e sulle anemie dovute al contatto ripetuto ("l'esposizione cronica") con la sostanza. E, ancora, un chimico dell'ateneo genovese, Edoardo Magnone ha lavorato sul "sinergismo tossicologico" delle sostanze prodotte dal "mix", dalla decomposizione del Cs e di altri lacrimogeni come il Cn dispersi nell'aria.
Ma quel gas è legale, in apparenza, per via del Dpr 359 del '91 che però, all'articolo 12, stabilisce anche che le sostanze utilizzate abbiano "effetti reversibili". In ambito internazionale - è scritto nella seconda parte del dossier - il Cs è messo al bando, come arma da guerra, dalla Convenzione di Ginevra del '25 ma ammesso per le operazioni di ordine pubblico. Tuttavia, una nuova Convenzione (Parigi '93, ratificata dall'Italia nel '95 ed entrata in vigore due anni dopo) proibisce uso, produzione e stoccaggio di armi chimiche tra cui uno dei metaboliti del Cs: l'acido cianidrico, più noto come cianuro. Nessuno sa ancora che cosa ci sia esattamente in un candelotto per via del segreto militare e neppure che cosa produca a lungo termine sugli esseri umani ma un rapporto di Amnesty Intemational documenta la morte di quattro persone in Bolivia nel '98.
Dunque, il Cs ha effetti irreversibili e contiene cianuro. Per questo il Glf ne denuncia l'illegittimità sia per il diritto internazionale che per quello italiano. "I reati ipotizzati, sottoposti ora al rigoroso accertamento da parte della magistratura inquirente, sono quelli di lesioni personali gravi e gravissime, lancio di oggetti pericolosi e abuso di ufficio", spiega a Liberazione, l'avvocato Canestrini che chiede al pm il sequestro preventivo immediato come potenziali corpi di reato di tutti i depositi di Cs e Cn e una perizia sulla composizione dei candelotti. I responsabili del "più grave atto di guerra di guerra chimica avvenuto in tempo di pace nel nostro paese" (ha detto Martone denunciando il finanziamento di alcune banche italiane all'esportazione del gas Cs) sono da ricercare nella catena gerarchica che va dal ministro degli Interni all'ultimo degli agenti, peraltro di difficile identificazione come dimostrano le altre inchieste sugli "abusi in divisa". Ma poliziotti, baschi verdi e carabinieri non sapevano nulla degli effetti del Cs e lo hanno respirato anche loro. Per i loro sindacati è una violazione della legge 626, quella della sicurezza sul lavoro. E a Genova, ieri, è arrivato anche Luigi Notari, vicesegretario nazionale del Siulp, a testimoniare di un suo collega del reparto mobile operato al colon dopo essere stato costretto a inalare Cs. Ma sarebbe solo la punta di un iceberg: molti di coloro che hanno accusato i sintomi e che sono ricorsi a cure mediche sarebbero marginalizzati dai loro stessi reparti. Il governo, intanto, tace. L'interrogazione urgente "a risposta scritta" di Martone è inevasa da febbraio. Ora, con i documenti medici, con i testi del Siulp, di Amnesty e dei collettivi di controinformazione giace sul tavolo del pm genovese.
Sulla questione del gas Cs, il Glf è in corrispondenza con legali di Usa, Spagna, Svizzera e Belgio per iniziative analoghe da intraprendere in quei paesi.

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Il Giornale
G8, in Procura i danni del gas "Cs"
Genoa Legal Forum presenta un
esposto con tutti i rischi del lacrimogeno

di Paola Setti

II G8 di Genova? "Il più grave atto di guerra chimica in tempo di pace nel nostro Paese". Parola di senatore dei Verdi Francesco Martone e convinzione dell'universo no global, che mette sotto accusa i 6200 candelotti di gas sparati durante gli scontri di piazza a luglio 2001. Nel mirino il gas "Cs", che dopo essere stato usato nel mondo in Perù, Bolivia, Palestina, Irlanda del Nord ed Ecuador, è arrivato per la prima volta in Italia con il G8 e avrebbe effetti dannosi e permanenti sulla salute.
Ieri è stato il Genoa Legai Forum a depositare sul tavolo del magistrato Francesco Albini Cardona un dossier contenente una decina di denunce da parte di manifestanti con tanto di, cartelle cliniche allegate e materiale scientifico a supporto della tesi che i gas provocherebbero non solo disturbi immediati come lacrimazione, congiuntiviti e bruciori alla gola, ma anche danni a lungo termine e in alcuni casi irreversibili: malattie alle vie respiratorie, gastrointestinali, effetti genotossici e cancerogeni. Il documento presentato alla Procura si intitola "Sindrome di Genova" e raccoglie tutta la documentazione scientifica e giuridica in materia, dal Protocollo di Ginevra del 1925 che vieta l'uso del Cs in guerra ma lo autorizza nella gestione dell'ordine pubblico alla Convenzione di Parigi del '93, entrata in vigore in Italia nel '97, che definisce e vieta la produzione di armi chimiche. Perché di questo si tratta, secondo il Glf, la Commissione internazionale di inchiesta "Diritti fondamentali e globalizzazione", ma anche alcuni esponenti del sindacato di polizia Siulp. Armi chimiche usate contro i manifestanti ma rischiose per tutti, forze dell'ordine comprese. "Prima del G8 non conoscevamo le controindicazioni del Cs, ma solo le misure precauzionali, come l'uso di maschere antigas e la disinfezione della tuta - spiega Giuseppe Boccuzzi del Reparto Mobile di Bologna, membro del Siulp, che peraltro non era a Genova durante il G8 - Vogliamo conoscerne gli effetti e, nel caso siano così deleteri sapere se saranno vietati".
Alla presentazione del dossier, curato dall'avvocato Nicola Canestrini, è stata Laura Corradi, ricercatrice dell'Università di Venezia, a raccontare di aver riportato un'asma di media gravità, con la riduzione del 30 per cento della capacità respiratoria, dopo essere stata soggetta sette volte in due giorni al lancio di gas, nonostante la maschera. "In fase di decomposizione nei tessuti la molecola di Cs si converte in sostanze nocive come il cianuro - spiega il chimico Edoardo Magnone della Facoltà di Scienze di Genova che ha curato la parte scientifica del dossier - in passato si sono registrate anche morti a causa di questo gas". Adesso, il Glf chiede il sequestro di tutti i depositi di Cs delle forze dell'ordine, la chiusura delle fabbriche che lo producono, la perizia sui candelotti inesplosi. I reati ipotizzati sono getto di cose pericolose, lesioni personali dolose gravi e gravissime, abuso d'ufficio.

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Il Secolo XIX
Provocarono intossicazioni
Scontri al G8 dieci denunce per
i lacrimogeni usati dalla polizia

Genova. Annunciate, sono arrivate ieri mattina alla Procura di Genova dieci denunce per lesioni aggravate di altrettanti manifestanti che ritengono di esser stati intossicati dai "gas Cs" lanciati dalla polizia durante gli scontri del G8.
Il "gas Cs" è il principio attivo dei 6200 candelotti lacrimogeni che, secondo la magistratura, sarebbero stati sparati a Genova, nel giro di 48 ore, lo scorso luglio. "Sul gas Cs si conosce ancora molto poco - spiega il chimico Edoardo Magnone, ricercatore all'università di Genova - in particolare si conosce poco sui suoi effetti collaterali immediati e a lungo termine". Un organismo scientifico del parlamento Europeo, lo Stoa, qualche anno fa ha dedicato al CS un lungo studio valutando la pericolosità del suo utilizzo per la gestione dell'ordine pubblico e segnalandone l'alta tossicità se utilizzato in luoghi stretti, chiusi e privi di vie di fuga. Il gas, infatti, se respirato in queste condizioni ambientali provocherebbe ustioni, gastroenteriti, dermatiti e asma.
Laura Corradi, insegnante di Sociologia all'università di Venezia, è una delle dieci persone che ieri hanno presentato la denuncia contro il ministero degli Interni e alcuni agenti di cui non stata possibile l'identificazione. "Dopo aver respirato il gas sparato a Genova il 20 e 21 luglio scorso, ho passato tutto il mese di agosto in ospedale con febbre e crisi respiratorie - racconta - poi sono stata sottoposta a tutte le analisi e i medici, in assenza di virus e batteri, non hanno potuto fare altro che attribuire il mio quadro clinico all'inalazione del CS".
Sugli effetti tossici del CS, se utilizzato in particolari condizioni ambientali, sarebbe stata pubblicata un'ampia documentazione già molto prima del G8 di Genova, visto che gran parte delle polizie del mondo hanno sempre fatto largo uso di questa sostanza.
In una comunicazione del Ministero della Sanità del 17 luglio 2001, due giorni prima dell'inizio del vertice, si può leggere che "presso l'Ospedale San Martino sono state installate docce di decontaminazione per persone colpite dai gas lacrimogeni".
"Ma a Genova non sono state rese pubbliche altre comunicazioni di carattere sanitario - denuncia il senatore verde Francesco Martone, firmatario in Parlamento di una interrogazione parlamentare sull'utilizzo del CS a Genova - anni fa, dopo i vertici di Seattle e Quebec, i cittadini erano stati avvertiti di gettare via tutto il cibo contaminato dai gas irritanti, di far lavare le facciate delle case e di cambiare i filtri dell'aria condizionata. A Genova, questo non è successo".

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Il Corriere Mercantile
G8 - Esposto denuncia accompagnato da un dossier
per l'uso del gas cs durante gli incidenti di un anno fa

Crociata contro i lacrimogeni
"Dopo Genova casi di malattia tra manifestanti e agenti"

di Enrico Ratto

Sequestro su tutto il territorio nazionale del gas CS adoperato per i candelotti lacrimogeni, perizia sui candelotti inesplosi e chiusura delle fabbriche che lo producono: sono le richieste contenute nell'esposto-denuncia presentato stamane in Procura dai legali del Genoa Legai Forum per l'uso "illegittimo" del gas durante il G8 a Genova. Nel dossier denominato "sindrome di Genova" sono contenute una decina di denunce di manifestanti raccolte dallo studio legale Canestrini di Rovereto. I reati ipotizzati sono getto di cose pericolose, lesioni personali gravi e gravissime e abuso d'ufficio. "Di fatto questa è una battaglia per i diritti civili, di giustizia", ha commentato il senatore Francesco Martone (Verdi), presente alla conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa. "Quello che è successo a Genova - ha aggiunto - è il più grave atto di guerra chimica avvenuto in tempo di pace nella storia del nostro Paese". Alla querela è stata allegata anche una documentazione scientifica sul gas CS, redatta da Edoardo Magnone, chimico dell'Università di Genova. All'incontro hanno anche partecipato i rappresentanti del sindacato di polizia Siulp Luigi Notari e Giuseppe Boccuzzi per testimoniare anche le preoccupazioni degli agenti per l'uso del gas CS durante le manifestazioni di piazza. Nel "dossier" contro i gas lacrimogeni contenenti le sostanze CN e CS i manifestanti hanno denunciato di aver riportato, dopo il G8 di Genova, lesioni polmonari, tonsilliti croniche, dermatiti e un caso di tumore. "So per certo - ha detto Luigi Notari, membro della segreteria nazionale del Siulp - che ci sono poliziotti che dopo il G8 hanno denunciato di aver riportato irritazioni alla pelle. Uno di questi è stato anche operato per togliere delle vesciche sul collo". Nella sala di Palazzo Ducale, dove si è tenuta la conferenza stampa, erano inoltre esposte diverse fotografie di manifestanti, con piaghe in tutto il corpo, causate dai gas lacrimogeni.
Sul gas CS in particolare, gli studi di vari ricercatori, tra cui il chimico Edoardo Magnone dell'Università di Genova, hanno concluso che "provoca effetti mutageni, clastogeni (a carico della struttura dei cromosomi), aneugici (a carico dei cromosomi) e genotossici (a carico delle sub-strutture cromosomiche). Le ricerche sul CS sono state condotte finora solo "in vitro" e su animali, per cui non si conoscono ancora i suoi effetti sulle persone. "E' stata inoltre dimostrata - ha denunciato Magnone - la conversione del CS, nei tessuti, in cianuro". Per conoscere gli effetti del gas sulle persone, è stato redatto un questionario, i cui dati potranno costituire la base per una ricerca epidemiologica. "I candelotti lacrimogeni con il gas CS li abbiamo avuti in dotazione per la prima volta in occasione del G8 a Genova" ha raccontato Giuseppe Boccuzzi, agente del reparto mobile di Bologna. "Dopo le denunce sui danni irreversibili alla salute che può provocare - ha aggiunto - ci risulta che alcuni reparti della polizia hanno riadottato il gas CN. Noi quindi vogliamo sapere dal ministero se il CS provoca o no danni irreversibili alla salute". Boccuzzi poi ha criticato il corso di addestramento fatto in occasione del G8. "Il corso, a cui hanno partecipato tutti gli operatori dei 13 reparti mobili italiani - ha raccontato - ci è sembrato improvvisato e troppo influenzato dalle notizie dei mass media di grande pericolo". "Le giornate del G8 a Genova - ha commentato l'avvocato Gilberto Pagani, rappresentante della commissione internazionale d'inchiesta per i diritti fondamentali e globalizzazione, formata da giuristi democratici - verranno ricordate, fra l'altro, anche per i 6200 candelotti di gas lacrimogeni sparati in 48 ore sui cittadini genovesi e sui manifestanti. In gran parte si trattava di candelotti al gas CS". Pagani ha quindi annunciato che "l'esposto di oggi vale per tutta l'Italia e sarà seguito da altri, in tutto il mondo, per combattere un'arma letale". I legali del Glf hanno sottolineato infatti che l'uso del gas CS è vietato dal protocollo di Ginevra del 1925 come mezzo di aggressione bellico. "L'uso dei gas CS a Genova - ha aggiunto il senatore
Martone - ha violato anche il "principio di precauzione", a cui l'Italia si era impegnata dieci anni fa, firmando alcune convenzioni a Rio de Janeiro".

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Il Giorno
Genoa Legal Forum all'attacco
"Gas lacrimogeni fuori legge"

GENOVA - Sequestro su tutto il territorio nazionale del gas CS adoperato per i candelotti lacrimogeni, perizia sui candelotti inesplosi e chiusura delle fabbriche che lo producono: sono le richieste contenute nell' esposto-denuncia presentato in Procura dai legali del Genoa Legal Forum per l' uso "illegittimo" del gas durante il G8 a Genova.
Nel dossier denominato "sindrome di Genova" sono contenute una decina di denunce di manifestanti raccolte dallo studio legale Canestrini di Rovereto. I reati ipotizzati sono getto di cose pericolose, lesioni personali gravi e gravissime e abuso d'ufficio. "Di fatto questa è una battaglia per i diritti civili, di giustizia", ha commentato il senatore dei Verdi Francesco Martone. "Quello che è successo a Genova - ha aggiunto - è il più grave atto di guerra chimica avvenuto in tempo di pace nella storia del nostro Paese".
I dati della ricerca
Alla querela è stata allegata anche una documentazione scientifica sul gas CS, redatta da Edoardo Magnone chimico dell'università di Genova. All'incontro hanno anche partecipato i rappresentanti del sindacato di polizia Siulp Luigi Notari e Giuseppe Boccuzzi per testimoniare anche le preoccupazioni degli agenti per l'uso del gas CS durante le manifestazioni di piazza.
Nel "dossier" contro i gas lacrimogeni contenenti le sostanze CN e CS, i manifestanti hanno denunciato di aver riportato, dopo il G8 di Genova, lesioni polmonari, tonsilliti croniche, dermatiti e un caso di tumore.
A testimoniare è intervenuta Laura Corradi, ricercatrice all'università di Venezia. "Sono stata esposta a Genova in cinque occasioni ai gas lacrimogeni - ha raccontato - e sono finita due volte in ospedale per una bronchite acuta e difficoltà respiratorie. Mi è stata diagnosticata un'asma di media entità, irreversibile".
"So per certo - ha aggiunto Luigi Notari, membro della segreteria nazionale del Siulp - che ci sono poliziotti che dopo il G8 hanno denunciato di aver riportato irritazioni alla pelle Uno di questi è stato anche operato per togliere delle vesciche sul collo".

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La Gazzetta del Mezzogiorno
Il Legal Forum
"A Genova usati lacrimogeni
con gas dannoso"

GENOVA Sequestro su tutto il territorio nazionale del gas CS adoperato per i candelotti lacrimogeni, perizia sui candelotti inesplosi e chiusura delle fabbriche che lo producono: sono le richieste contenute nell' esposto-denuncia presentato in Procura dai legali del Genoa Legal Forum per l'uso "illegittimo" del gas durante il G8 a Genova. Nel dossier denominato sono contenute una decina di denunce di manifestanti. I reati ipotizzati sono getto di cose pericolose, lesioni personali gravi e gravissime e abuso d'ufficio.

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La Repubblica - Il Lavoro
A un anno dal vertice il Genoa Legal Forum
chiede alla magistratura il sequestro di tutti i gas

No global e agenti: "Basta lacrimogeni"

di Marco Preve

Francesco Martone, senatore verde, dice che a luglio, a Genova, "venne combattuta una guerra chimica". Gli avvocati del Genoa Legal Forum vanno in procura e chiedono che la magistratura sequestri tutti i lacrimogeni presenti nei depositi della polizia italiana. I rappresentanti di un sindacato dei poliziotti, il Siulp, dicono che la paura serpeggia ormai anche tra le fila della celere: "A Bologna, dopo i fatti di Genova, non lo abbiamo mai più utilizzato" spiega Giuseppe Boccuzzi, agente del reparto mobile emiliano; "purtroppo anche i nostri medici non vogliono o sanno darci una risposta e per questo noi abbiamo chiesto al Ministero informazioni sugli effetti dei gas" attacca Luigi Notari, segretario nazionale Siulp.
Ma le parole che fanno più paura le pronuncia un signore che da molti anni fa lo scienziato, i suoi lavori vengono pubblicati in tutto il mondo, e a questi argomenti ha dedicato ore e giorni di esperimenti e di discussioni. Si chiama Angelo Abbondandolo ed è titolare della cattedra di genetica dell'Università di Genova: "Il Cs? Può provocare mutazioni genetiche, può modificare il Dna delle persone lo abbiamo già riscontrato negli esperimenti in vitro".
Ecco, è lì che si capisce cosa unisca poliziotti e noglobal, cittadini e politici: il pericolo che tra 1020 anni ci si accorga che quelle nuvole di fumo che dovevano disperdere manifestanti violenti e pacifici, hanno modificato i nostri geni, i cromosomi, i nostri organi, i nostri figli. A qualcuno potrà sembrare fantascienza, ma c'è chi la questione l'ha presa molto seriamente, cercando di fornire prove concrete. Cercando, perché sul Cs, ovvero il gas (clorobenzilidenemalononitrile) lacrimogeno che alla vigilia del G8 è stato sostituito al meno "efficace" Cn, c'è poca documentazione "il fatto che si tratti di un gas usato solo dai militari, ha fatto sì che dei pochi studi realizzati in quell'ambito sia filtrato ancora meno. E sono anche pochi i laboratori e le Università che vi si dedicano perché è un settore che non attira finanziamenti, è poco appetibile per la scienza che deve pensare anche ai fondi" spiega Edoardo Magnone ricercatore di chimica della facoltà di Scienze di Genova che sta studiando il Cs per il Genoa Social Forum, e che a questo fine ha iniziato un'innovativa collaborazione con il SilpCgil, nella persona di Alessandro Pilotto segretario provinciale del sindacato di polizia.
Magnone ha fornito agli avvocati del Glf tutta la documentazione possibile sul Cs e nella denuncia consegnata in procura ieri mattina ci sono anche le querele di dieci manifestanti con i referti medici che attesterebbero danni irreversibili per la loro salute: lesioni polmonari, tonsilliti croniche, mentre c'è per ora solo il sospetto per un papilloma (un tumore benigno della pelle). E c'è spazio per un ultimo, inquietante dubbio. "In Canada, quando venne utilizzato il Cs contro i manifestanti seguì un lavaggio decontaminante di palazzi, strade e anche della frutta esposta nei negozi" spiega Laura Tartarini, avvocato del Glf e neo consigliere comunale di Rifondazione. Per questo "presenteremo un'interrogazione chiedendo al Comune di costituirsi parte civile per i danni subiti dai cittadini e perché nessuno informò il sindaco dei rischi del Cs e delle contromisure per ridurne gli effetti".

l'esperto
La denuncia del genetista Abbondandolo
"Il Cs può produrre mutazioni genetiche"

"Credo che sia addirittura assurdo dover organizzare conferenze stampa, portare una denuncia alla magistratura, produrre montagne di documentazione, quando basterebbero pochi studi già noti e alcune leggi e normative europee. Quelle che prendono atto della pericolosità del Cs, che sanno che si tratta di una sostanza mutagena in vitro". Il professor Angelo Abbondandolo ha partecipato come "spettatore interessato" alla conferenza stampa organizzata dal Glf a Palazzo Ducale.
Con lui c'era anche Silvia Viaggi ricercatrice nella stessa facoltà di Scienze al Dipartimento di Oncologia, Biologia e Genetica. La dottoressa, alcuni anni fa, partecipò a studi di laboratorio sul gas Cs durante uno stage in Germania.
"Ricordo che in Germania - dice - in quel periodo venne ritirato dal commercio, perché ritenuto pericoloso per la salute, un tipo di bomboletta spray antiaggressione contenente il Cs, e sostituito con una sostanza a base di peperoncino".

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Il Manifesto
Il carabiniere che parlava troppo
Radiato l'appuntato Mattioli:
denunciò i fascicoli segreti dei
Cc e l'ordine di sparare al G8

di A. Man.

ROMA - L'arma dei carabinieri non si smentisce. L'appuntato scelto Valerio Mattioli paga con la radiazione, con la cacciata dalla Benemerita, il suo impegno civile e le sue coraggiose denunce. Gli rimane solo il ricorso al Tar, nessuna solidarietà dal Cocer. E' il carabiniere che nel `99 denunciò le schedature illegali dell'arma. Nelle caserme - disse ai suoi superiori, poi alla magistratura e infine ai giornali - ci sono 75 milioni di fascicoli personali, intestati alla quasi totalità della popolazione (neonati e doppioni compresi), che registrano tutto in violazione della legge sulla privacy (entrata in vigore da poco), comprese le attività politiche e le preferenze sessuali. Il Garante appurò che le pratiche P (pratiche permanenti, ex fascicoli personali) erano almeno 90 milioni. L'arma venne invitata a mettersi in regola nel gennaio 2001, successive raccomandazioni del Garante non sono mai state rese pubbliche. Non si sa cosa sia successo salvo la distruzione dei fascicoli... sui carabinieri stessi: almeno quella è documentata.
Dopo il G8 di Genova Mattioli, attualmente in servizio alla Scuola marescialli e brigadieri di Firenze, si è rimesso in conflitto con il comando. Ad agosto, nel pieno delle polemiche sull'omicidio di Carlo Giuliani, scrisse una lettera a Liberazione in cui criticava il codice penale, troppo largo di maniche sull'uso delle armi da fuoco in ordine pubblico. Poi, rivolgendosi alla procura di Genova e alla procura militare di Roma, denunciò i manuali e le disposizioni interne che a loro volta giustificano l'uso delle pistole in misura ancor più ampia. Citò pubblicazioni della Benemerita in cui il ricorso alle armi da fuoco è considerato il quarto gradino di una scala di comportamenti da tenere in piazza. E sostenne che in vista del G8 i carabinieri si erano addestrati anche a quello.
Nessun pm, a quanto pare, l'ha preso sul serio, come era già accaduto con i fascicoli. E siccome questa volta non c'è un'authorityche possa intervenire, l'arma l'ha licenziato su due piedi: a 40 anni andrà a cercare lavoro. Ha già avuto in tutto 74 giorni di consegna di rigore (12 per il G8, ma l'hanno punito anche per il caffè al bar), molti dei quali per violazione della norma che impone ai militari di informare un superiore prima di rivolgersi a un magistrato: un bel problema per chi deve denunciare proprio i superiori... Gli ha dato contro anche il Quirinale respingendo un suo ricorso straordinario contro l'ennesima punizione.
Il decreto del ministero della difesa è persino infamante. Scrive il tenente generale Bruno Simeone su proposta dell'ex comandante generale Sergio Siracusa: "Considerato che dall'attività istruttoria è emerso che il carabiniere Mattioli negli ultimi anni ha rivelato qualità professionali e personali negative, venendo più volte e consecutivamente valutato `insufficiente' e incorrendo altresì in sanzioni disciplinari per complessivi giorni 74 di consegna di rigore; tenuto conto della insensibilità del militare ai ripetuti ammonimenti, si dispone la cessazione dal servizio". Lo licenziano, insomma, per scarso rendimento.

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Il Manifesto
Genova, quei veleni del G8

di Alessandro Mantovani

"Sequestrate quei lacrimogeni": le prove degli effetti devastanti del gas Cs in un dossier alla procura
E' arrivato al pm genovese Francesco Albini Cardona il dossier sui lacrimogeni al Cs impiegati al G8 di Genova. L'avvocato Nicola Canestrini del Genoa legal forum, che assiste nove persone alle prese con gravi patologie (dall'asma a dermatiti tuttora acute), chiede il sequestro di candelotti e bombolette spray in tutta Italia, ipotizzando per i responsabili delle polizie i reati di lesioni gravi e gravissime, abuso d'ufficio e getto pericoloso di cose. Una ventina di no global lamentano danni permanenti e le consulenze mediche allegate alle denunce accusano i gas. Decisivo il caso di Laura Corradi reso noto a marzo dal manifesto. Il dossier, presentato ieri dal Glf con una conferenza nel Palazzo Ducale di Genova, dove nel luglio 2001 si svolse il tragico G8 blindato, è il risultato di un lavoro collettivo che ha impegnato per mesi il senatore Martone dei Verdi e un pool di avvocati, medici, chimici e giornalisti. Un'ampia documentazione attesta la tossicità del Cs (ortoclorobenzilmalonitrile) che può provocare malattie varie dell'apparato respiratorio e riproduttivo, tumori e persino alterazioni del patrimonio genetico. Il Cs è un'arma chimica, vietata dalle convenzioni di guerra e indicata dal governo italiano come possibile strumento di Al Qaeda. Ma viene usato nelle piazze italiane. L'avvocato Canestrini chiede il sequestro e una perizia per dimostrare l'irreversibilità degli effetti del Cs sulla salute umana, primo passo verso la messa al bando.

"Sequestrate quei gas"
Lo chiedono alla procura nove persone alle prese con asma e dermatite post-G8
Atto d'accusa L'avvocato Canestrini deposita al pm un dossier sui lacrimogeni di Genova, chiedendo il sequestro di candelotti e spray al Cs. Le accuse: lesioni gravissime e abuso d'ufficio, venti no global hanno danni permanenti. Quel gas è un'arma chimica vietata in guerra, ma non in piazza
Le analisi Esperimenti in vitro su cellule di mammifero hanno dimostrato che il Cs può causare mutazioni genetiche

Un dossier sui gas lacrimogeni al Cs (ortoclorobenzilmalonitrile) è da ieri sul tavolo del pm genovese Francesco Albini Cardona. L'ha depositato l'avvocato trentino Nicola Canestrini del Genoa Legal Forum a sostegno di nove denunce per lesioni gravi e gravissime, abuso d'ufficio e getto pericoloso di cose a carico dei responsabili delle forze dell'ordine al G8 dello scorso luglio. Sono le denunce di uomini e donne tra i 20 e i 40 anni che dopo Genova accusano varie patologie: in due casi asma bronchiale, cinque dermatiti tuttora in fase acuta, una congiuntivite, una tonsillite e perfino un tumore delle vie urinarie. Le prime denunce erano arrivate nei mesi scorsi, altre arriveranno: sono una ventina i manifestanti con problemi seri. Il pm Cardona, titolare del fascicolo sugli abusi commessi in piazza dalla polizia, deve decidere prima di tutto sull'istanza di sequestro di Canestrini. Ci sono almeno due ragioni per mettere i sigilli ai depositi di candelotti e bombolette spray, nei magazzini delle forze di polizia e in quelli dell'azienda Simad di Orticola (L'Aquila) che li produce: primo, disporre una perizia per definire l'esatta composizione della miscela di gas; secondo, evitare che siano commessi nuovi reati nell'ipotesi che Canestrini abbia ragione sull'illiceità dell'impiego del Cs. Uno studio dell'89, pubblicato dal Journal of the american medical association, ipotizza "conseguenze a lungo termine sulle salute, come formazioni tumorali, malattie dell'apparato riproduttivo e dell'apparato respiratorio" dovute all'esposizione al Cs. Altre ricerche parlano di effetti cancerogeni e alterazioni cromosomiche, queste ultime dimostrate da sperimentazioni in vitro su cellule di mammiferi (lo spiegano i professori Nicola Loprieno e Angelo Abbondangelo e la dottoressa Silvia Viaggi).
Il Cs rientra nella definizione di arma chimica di cui alla Convenzione internazionale firmata a Parigi il 13 gennaio 1993, è vietato dal Protocollo per la proibizione e l'uso in guerra di gas asfissianti o velenosi firmato a Ginevra il 17 giugno 1925. Amnesty international l'ha messo sotto accusa in Gran Bretagna, Bolivia, Corea del sud e Svizzera e il governo italiano, dopo l'11 settembre, lo ritiene possibile strumento di attacchi terroristici. E' quanto risulta da una circolare del ministero della sanità diffusa il 12 ottobre scorso, mentre non c'è traccia dell'autorizzazione che lo stesso ministero dovrebbe aver concesso per l'impiego di questo veleno in ordine pubblico. Non è strano? Un'arma vietata in guerra può essere impiegata in piazza? Per la legge italiana il Cs dovrà essere bandito se sarà dimostrato che provoca effetti permanenti (dpr 359/91), ma per questo ci vuole la perizia. La tossicità dipende infatti dalle quantità impiegate e nessuno, finora, ha potuto mettere il naso nei candelotti.
Il Glf ha presentato ieri il dossier con una conferenza stampa nel Palazzo Ducale di Genova, con tanto di maschere antigas nel luogo che ospitò gli otto "grandi" blindati. Con Canestrini c'erano Laura Tartarini (avvocato e neoeletta consigliera comunale Disobbediente nelle liste del Prc), i chimici Edorardo Magnone e Giampiero Ruani che hanno coordinato le ricerche sul Cs, il senatore verde Francesco Martone che a Genova raccolse un candelotto e da allora non ha smesso di occuparsene (sua l'inchiesta pubblicata da Carta n° 2 del 17-23 gennaio 2002) e la professoressa Laura Corradi, che insegna sociologia all'università di Venezia ed è stata la prima a lamentare un'asma da Cs (vedi il manifesto del 1° marzo scorso). C'era anche la sinistra del Siulp guidata da Gigi Notari.
Il pm dovrà partire da una consulenza che indica il Cs come probabile causa dell'asma della professoressa Corradi. "Risulta che l'esposizione al Cs è in grado di determinare una malattia multisistemica mediante un processo di ipersensibilità ed effetti irritativi immediati a carico delle mucose oculari e respiratorie - ha scritto il dottor Marino De Rosa, pneumologo del San Filippo Neri di Roma - La patologia della paziente è temporalmente, ed a mio personale giudizio, riconducibile all'esposizione a gas lacrimogeni, sebbene in letteratura non esistano casi analoghi e manchino studi esaustivi".


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