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Le quattro giornate di Genova
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Tempi di fraternità
Le 4 giornate di genova
di Gino Tartarelli
pickwick.it
Le 4 giornate di genova
di Dario Di Dato
L' Espresso
Il G8 in due pamphlet
di Giuseppe Berta
Il Lavoro
I giorni del G8 sono già storia. In libreria il primo instant book
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Da Tempi di fraternità di
ottobre 2001
Le 4 giornate di Genova
di Gino Tartarelli
L’instant book "Le quattro giornate di Genova. 19-22 luglio
2001" della piccola e giovane casa editrice dei genovesi Fratelli
Frilli, diciamo così, ha già avuto una sua pubblicità nazionale. Gliel’ha fatta, purtroppo con una sorta di dispregio e sarcasmo degna del personaggio della peggior destra liberale,
l’editoriale di Vittorio Feltri su "Libero". Così, tanto per gettare fango e discreditare ancora una volta il popolo
No-global.
Gli autori delle "Quattro giornate di Genova" e la Casa Editrice - ha giustamente tenuto a precisare l’editore - smentiscono che nel libro sia contenuta qualsiasi apologia di reato, contestando integralmente quanto scritto da Feltri e, pur rispettando libertà di cronaca e libertà d'opinione, manifestano il loro dissenso per
chi evidentemente, sente nostalgia della "libertà di manganello"". Chi ha letto attentamente questo volumetto (che fa il paio con l’altro
"Da Seattle a Genova. Gli 8 non valgono una moltitudine") come abbiamo fatto noi rimane veramente esterrefatto su come i media e l’ufficialità abbia a tratti travisato ciò che realmente è accaduto. Ed è questo il vero pregio del volumetto, scritto a caldo durante le terribili giornate genovesi: proprio la puntualità della descrizione e precisione dei fatti, ma anche l’espressione della libertà di opinione che tanto fastidio da alla destra in Italia. È chiaro che è un libretto scomodo, ma forse l’ho è diventato inaspettatamente: in origine, è dichiarato nel redazionale, "con i nostri autori, inviati in piazza, ci eravamo preparati a pubblicare una raccolta di testimonianze gioiose, che raccontassero della fantastica moltitudine festosa variopinta e colorata, arrivata a Genova per manifestare pacificamente la propria solidarietà agli ultimi della terra ed il proprio dissenso ai G8. Purtroppo tutti sappiamo che non è andata così". Un librettino preciso e puntuale, dicevamo, che da un’altra versione dei fatti, che mette con le spalle al muro le Forze dell’Ordine e il Governo nelle proprie responsabilità di aver trasformato in guerriglia urbana e di aver gettato scredito verso il cosìdetto Popolo di Seattle. Un documento di cui c’era bisogno che si accompagna alle migliaia di siti internet dei media alternativi ed alla relazione precisa e puntuale fatta dal GSF alla Commissione parlamentare.
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Da pickwick.it
Le 4 giornate di Genova
In questo libro le testimonianze di persone coinvolte nei fatti,
troppo arrabbiate per permettere che tutto venga dimenticato
rapidamente, sepolto dall'impressionante flusso di notizie
che ogni giorno inonda la nostra vita
di Dario Di Dato
Dopo la pubblicazione di "Da Seattle a Genova", in cui vengono passate in rassegna alcune tra
le associazioni più rappresentative presenti alle manifestazioni anti-G8 di Genova, viene presentato,
con "Le quattro giornate di Genova", il resoconto di quei giorni che hanno dato avvio ad una nuova
stagione politica. In seguito a questi e ai successivi avvenimenti, quali gli attacchi terroristici di New
York e le operazioni di guerra di questi ultimissimi giorni, nel giro di pochi mesi è radicalmente
mutato il clima della nostra esistenza. Scontri pesanti, come quelli di Genova nel luglio scorso, attacchi
terroristici e risposte militari hanno definitivamente dimostrato – qualora ce ne fosse ancora bisogno - lo
squilibrio caotico dell'attuale ordinamento mondiale.
In questo contesto, il breve resoconto di Bisso e Marradi diventa un utile documento storico dei fatti di
Genova, destinati altrimenti a rapido oblio, se lasciati soltanto alle testimonianze di quotidiani e
televisione.
Il racconto inizia con il primo giorno delle manifestazioni, quando tutto sembra preannunciare giornate
di cortei pacifici. Il clima purtroppo cambia in meno di 24 ore, con le prime distruzioni da parte dei
cosiddetti "blocchi neri" e le reazioni spesso mirate al mucchio delle forze dell'ordine. Non
è opportuno in questa sede entrare nel merito dell'evento più tragico di quei giorni, ovvero
la morte del ventitreenne Carlo Giuliani. Il lettore avrà modo di farsi la propria idea personale -
ammesso che nel frattempo non l'abbia già maturata - leggendo le testimonianze dell'accaduto
conservate nel libro e tramite qualsiasi altra fonte reputi utile.
Sono tuttavia accadute cose sulle quali è necessario e doveroso riflettere. Ci riferiamo alla
perquisizione della scuola Diaz ed ai successivi interrogatori nella caserma di Bolzaneto. Qualunque sia
la verità che verrà alla fine dimostrata, il libro in questione raccoglie testimonianze di
cittadini come altri, che esercitavano un diritto sancito da tutte le costituzioni occidentali liberali.
È successo che giovani (anche minorenni), siano stati malmenati senza aver commesso atti violenti.
Sarebbe gravissimo se le accuse di sevizie e torture durante gli interrogatori a Bolzaneto dovessero
corrispondere a verità (significherebbe che a Genova quel giorno sono state punite delle opinioni e
non dei reati).
In questo libro è possibile trovare tutta la rabbia di quei manifestanti che si sono visti e sentiti
ingiustamente malmenati o criminalizzati. Alcune testimonianze sono così appassionate e di persone
così giovani da risultare difficile (tentando per un momento di porsi nella maniera più
oggettiva possibile) ipotizzare versioni di comodo stabilite a tavolino.
Non pensi dunque il lettore di trovare alcunché di nuovo in questo libro, del resto non è
questa la motivazione per cui l'hanno scritto gli autori. Egli troverà piuttosto le testimonianze
di persone coinvolte nei fatti, troppo arrabbiate per permettere che tutto venga dimenticato rapidamente,
sepolto dall'impressionante flusso di notizie che ogni giorno inonda la nostra vita.
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Da L' Espresso
del 18 ottobre 2001
Il G8 in due pamphlet
Da Seattle a Genova, a cura di Claudio Marradi e Enrico Ratto, pp. 60, lire 2 mila
Le quattro giornate di Genova, a cura di R. Bisso e C. Marradi, pp. 59, lire 3 mila
di Giuseppe Berta
Il movimento antiglobal da Seattle a Genova in due pamphlet, il primo dedicato ai gruppi cresciuti
sull'onda della contestazione degli organismi di concertazione internazionale e il secondo a una cronaca
degli avvenimenti genovesi. Scritti a breve distanza di tempo, sono tuttavia segnati da una radicale
difformità di toni e di accenti. L'uno, redatto in preparazione del G8, appare intriso di ottimismo,
quasi a voler smentire a priori i timori di chi presagiva che a Genova sarebbe stato peggio che a Nizza e
a Göteborg. Ne esce una mappa dei movimenti che avevano deciso di confluire nel Genoa Social Forum,
dall'ala dei centri sociali, delle Tute Bianche, di Ya Basta, sul fronte delle frange più dure,
ai nuclei cattolici come la Rete Lilliput e Pax Christi, fino agli ambientalisti del Wwf, della Lega Anti
Vivisezione e Legambiente. Di tutti vengono declinate posizioni e dichiarazioni d'intenti. La matrice
comune sembra costituita da una visione arcaica delle forze di mercato, accreditate contro ogni evidenza
di un potere illimitato. Nessuno scorge la precarietà e la fragilità implicite nelle mille
interdipendenze su cui si fonda l'economia internazionale. Tutt'altra l'intonazione del secondo pamphlet.
Dinanzi alla guerriglia di Genova prevale una stupefazione dolorosa, si tratti dei comportamenti dei Black
Bloc come della reazione della polizia, seguiti con uno sguardo attonito. Rifiutando di accettare la
realtà che il G8 e le agitazioni che gli hanno fatto da contorno abbiano il significato della fine
di un'epoca, i curatori rinviano a un indeterminato «orizzonte politico», alle viste in autunno.
Ma, a quel punto, l'agenda politica sarà già ostaggio del terrorismo.
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Da Il Lavoro del 2 agosto 2001
L'iniziativa
I giorni del G8 sono già storia in libreria il primo instant book
Edito da Frilli il volume raccoglie
immagini e testi sugli scontri di piazza
Esce nei prossimi giorni il
primo instantbook sui fatti del G8. A mandarlo in stampa è la Fratelli Frilli
editori con il titolo «Le quattro giornate di Genova», a cura di Raffaello Bisso
e Claudio Marradi. I fratelli Frilli confessano subito di essere recidivi. «Non
contenti di aver pubblicato Da Seattle a Genova. Gli 8 non valgono una
moltitudine - spiegano nella presentazione - adesso è diventato per noi editori
genovesi assolutamente necessario, alla luce dei gravissimi fatti accaduti,
proporre anche in agosto - ad un povero lettore con tanta voglia delle agognate
ferie - un nuovo librino». L'iniziativa era partita con l'intenzione di
raccogliere testimonianze gioiose della moltitudine in arrivo a Genova, invece
la tragedia ha cambiato l'umore del libro, che presenta così «sensazioni ed
emozioni della moltitudine ferita».
Da tutte queste sensazioni ed emozioni
emerge sopra tutto forte una richiesta di verità, e i racconti contenuti nel
libro si propongono se non di arrivare alla verità almeno di fornire un quadro
di quello che hanno passato e provato alcuni fra i tanti che hanno partecipato a
quei fatidici quattro giorni. Il libro parte da lunedì 16 luglio, dalla stazione
dei carabinieri di via Manuzio, quando esplode la lettera bomba nelle mani di un
giovane carabiniere e subito si capisce che il G8 di Genova non sarà una
passeggiata. L'atmosfera di assedio crrsce nelle ore e nei giorni successivi con
l'innalzamento delle grate prima, con la costruzione del muro di container poi.
Si arriva a giovedì 19 luglio, quando il corteo dei migranti attraversa festoso
la città, con gli immigrati, le mutande, i canti e l'atmosfera di allegria. A
fare da contrappunto c'è il racconto di Andy Welcome, inglese, che descrive il
suo viaggio da Londra nel treno definito degli anarchici, durato trenta ore, con
tre fermate e tre perquisizioni.
Si arriva così a venerdì 20 luglio. «È il
palinsesto di una giornata che andrà a rotoli quasi da subito - racconta il
libro - perchè come dal nulla appaiono loro: tra i gruppi di manifestanti
cominciano a gironzolare alieni tutti vestiti di nero, hanno il viso coperto e
non danno confidenza a nessuno, parlano poco anche fra di loro ma sembrano
sapere molto bene cosa fare». È la descrizione dei Black Bloc, che metteranno a
ferro e fuoco la città. E subito appare la prima domanda, quella alla quale si
sta cercando di dare una risposta con le indagini incrociate in corso in questi
giorni: perché non sono stati fermati prima, quando erano riconoscibilissimi?
Piano piano il racconto di quelle ore si tinge di nero, partono gli scontri. E
le testimonianze raccolte nel libretto portano tutte verso la stessa
conclusione: nessuno ha ostacolato i Black Bloc, che sono stati lasciati liberi
di agire indisturbati. Si arriva alle 17,20, piazza Alimonda, quando muore un
ragazzo, Carlo Giuliani. Gli scontri proseguono sempre più feroci. Alle 23 un
giro agli ospedali genovesi fa registrare un bilancio della giornata di 100
accessi, di cui 26 ricoverati.
E infine sabato, la giornata del corteo, che
si tinge di lutto, per arrivare alla notte cilena. «Per non correre il rischio -
avvertono gli autori del libro - di dimenticare la qualità dell'orizzonte
politico che ci attende tutti al rientro, il prossimo autunno. E nell'inverno
che lo seguirà».
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