Asp... Asper... Asperger?
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La Voce del Sassello
La sindrome di Asperger
di Salvatore Serrano

Il Secolo XIX
Un libro sulla sindrome di Asperger
di Lucia Compagnino

La Stampa
Asperger, il nome della solitudine
di Marco Belpoliti

Salute di Repubblica
Impariamo a riconoscere l'handicap invisibile
di Paolo Cornaglia Ferraris

 

 


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Da La Voce del Sassello  -  maggio 2003

La sindrome di Asperger
 

di Salvatore Serrano

Il libro è in verità un interessante e molto utile saggio clinico su una sindrome poco conosciuta e che può essere fonte di angoscia per alcuni genitori. La sindrome (A.S. in inglese) prende il nome del Dr. Hans Asperger, uno psichiatra austriaco che per primo la individuò. Si tratta di un disturbo mentale, relazionale che insorge in bambini piccoli (dopo i tre anni di età) ed è molto simile all’autismo con il quale può essere scambiato. Rispetto a quest’ultimo il linguaggio si sviluppa prima ed è quasi normale. Il disturbo principale del bambino colpito da questa sindrome è l’incapacità a capire come interagire socialmente. Il bambino è goffo, ha uno scarso coordinamento dei movimenti e tende ad essere ripetitivo, mentre parla bene e con chiarezza di vocaboli. In genere i bambini con A.S. tendono a vivere nel proprio mondo e a preoccuparsi solo delle proprie cose. Il libro, ripetiamo, è molto utile per quei pochi casi cui può interessare, perché questa sindrome, per fortuna, è molto rara. Rimane interessante per medici anche non specialisti, come argomento culturale.

 

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Da Il Secolo XIX del 22 aprile 2003

Novità in libreria
Un libro sulla sindrome di Asperger

 

di Lucia Compagnino

È distinta dagli altri disturbi pervasivi dello sviluppo come l’autismo, di cui costituisce una variante più lieve, solo dal 1994 ed è diagnosticabile a partire dal terzo anno di vita. Di origine genetica, ancora poco conosciuta e spesso mal diagnosticata, la Sindrome di Asperger, che prende il nome dal medico che l’ha descritta per primo, ha grandi possibilità di correzione se curata per tempo. Ora un libretto edito dai Fratelli Frilli la racconta dall’interno: “AspAsperAsperger? E che vuol dire?” a cura di Laura Imbimbo, Benedetta Costa e Paolo Cornaglia Ferraris (6 €) dà voce a un bambino che soffre di questo disturbo e ci descrive con parole semplici e grande sensibilità il suo mondo, le sue passioni e le sue ansie, le difficoltà ad interagire coi coetanei e confrontarsi con le convenzioni sociali. Per riconoscere il reale problema di tanti bambini a torto bollati come caratteriali, maleducati e viziati. E per sentirsi meno soli e sapere come bisogna comportarsi una volta che il male è stato diagnosticato. Anche perché i bambini Asperger sono spesso molto intelligenti e imparano tutto, a patto di essere inseriti in una classe adeguata.
 

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Da La Stampa del 22 febbraio 2003

Che cos'è un autistico e come possiamo
aiutarlo a entrare in relazione con il mondo

Asperger, il nome della solitudine

 

di Marco Belpoliti

POCHI sanno cosa sia la sindrome di Asperger. Prende il nome da un medico che l'ha descritta per primo e che è morto nel 1944. Nelle enciclopedie il suo nome non c'è neppure, per quanto si tratti di una malattia non rara, spesso associata all'autismo infantile, di cui, come si dice, è una forma «superiore». Si tratta infatti di un disturbo pervasivo dello sviluppo mentale che si manifesta nell'incapacità di interagire socialmente. Chi ne è afflitto è segnato da un comportamento goffo, da scarso coordinamento dei movimenti, ma soprattutto dall'incapacità di capire gli stati d'animo e i sentimenti delle persone che si relazionano con lui. La maggior parte di questi bambini viene etichettata come «difficile», «caratteriale», «maleducata», a causa dell'ignoranza del problema che li riguarda.
In un breve ma illuminante libretto, curato da Laura Imbimbo, Benedetta Costa e Paolo Cornaglia Ferraris (medico e autore del libro "Camici e pigiami", Laterza), un gruppo di genitori ha voluto raccontare cosa accade a un bambino affetto da questa sindrome ("Asp? Asper? Asperger? ...e che vuol dire?", Fratelli Frilli Editori, info@frillieditori.com). È un libro semplice, ma ricco di sensibilità, diretto ai genitori e agli insegnanti. Un bambino di Asperger racconta se stesso; narra la sua vita quotidiana con il papà e la mamma, i compagni di scuola, gli amici. Egli nutre uno spiccato interesse per gli animali; conosce tutti i loro nomi; ama andare allo zoo e leggere libri; tuttavia non riesce a capire come mai gli altri bambini non coltivino la medesima passione. Così il suo principale problema è che non afferra i sottintesi nei discorsi degli altri, anzi spesso non li capisce del tutto. La voce narrante cerca di descrivere le proprie ansie e paure di fronte alle cose nuove: una nuova pizzeria in cui mangiare, una diversa disposizione degli oggetti nella stanza, i piccoli riti che servono per rendere più sicura la sua vita quotidiana.
È il mondo - il nostro mondo - visto dal punto di vista di un ragazzino che possiede una grande ricchezza linguistica, ma che non afferra i codici extralinguistici, che è dotato di una grande memoria per i numeri, ma fa fatica a svolgere complesse operazioni matematiche; la musica lo attrae e vi riesce bene; ma i due sentimenti prevalenti della sua vita sono l'ansia e la rabbia. La sindrome di Asperger ha bisogno di essere conosciuta e compresa, non solo per individuare presto chi ne soffre (in genere intorno ai tre anni è riconoscibile), ma soprattutto per suscitare atteggiamenti positivi nei genitori, nei parenti, negli amici e in particolare negli insegnanti. Chi soffre di questa malattia tende a vivere in un proprio mondo e a occuparsi solo delle proprie cose, però questo non impedisce di frequentare la scuola e di riuscire ad avere, con il passare degli anni, una propria vita anche professionale, come dimostrano diversi casi recenti, come quello di Temple Grandin, diventata docente universitaria di scienze animali attraverso la sua passione per i bovini. Il libro segnala anche un sito, www.camiciepigiami.org, dove è possibile consultare una sezione specifica riguardo alla sindrome di Asperger: uno strumento prezioso, insieme al libro, per saperne di più.
 

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Da Salute di Repubblica del 16 gennaio 2003

Impariamo a riconoscere
l'handicap invisibile

 

di Paolo Cornaglia Ferraris

"Così come per l'autismo, la scienza ne ha ormai accertata l'origine genetica e ciò esclude in modo definitivo qualsiasi ipotesi psicogena. E' superata e inefficace la terapia psicodinamica (...estesa magari ai genitori che pagano lo psicanalista privato), anche se è utilissimo un supporto psicologico che aiuti genitori e figli a comprendere ed affrontare la difficile situazione...".
Questo e molto ancora sul sito www.asperger.it, disponibile per tutti i genitori ed insegnanti di bambini con tale disturbo del comportamento, analogo all'autismo, ma meno severo: l' "Handicap invisibile".
Per informarsi esiste anche un libro: "Asp... Asper... Asperger. E che vuol dire?" (Fratelli Frilli Editori, 2002).


 

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