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Quelli che il Baciccia
Quelli che il Grifone
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Carta
Piccoli manuali del buonumore
di Rudi Ghedini
La Gazzetta dello Sport
Scritti per sport
La Rivisteria
Quelli che... il calcio
grifoni.org
Quelli che il Grifone
di Gim
mentelocale.it
Al derby in libreria
di Giacomo Revelli
Il Guerin Sportivo
Quelli che il Baciccia
Tuttosport
Dalla
libreria tante proposte su Genoa e Samp
Quotidiano ligure
Due nuovi libri sulle
tifoserie di Genoa e Samp
di Enrico Ratto
Il Secolo XIX
Libri sotto l'albero: Genoa e
Sampdoria calano il poker
di Giorgio Cimbrico
Il Corriere Mercantile
Tra "ciclisti" e "bibini"
quante stille di veleno
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da
Carta del
23 maggio 2003
Piccoli manuali del buonumore
di Rudi Ghedini
Fratelli Frilli, editore genovese, propone una collana
di libretti sul calcio, «Ultimo stadio», pensati per incuriosire le varie
fazioni in cui si divide la tribù dei tifosi. Tascabili di 100 pagine, a 6 Euro
e 50, anonimi sulla copertina, ma tutti curati da Fabrizio Calzia. La collana ha
preso il via con «Quelli che il Grifone», a cui sono seguiti i «Quelli
che» dedicati a Sampdoria, Fiorentina, Inter, Milan, Torino e Juventus. Il più
emozionante è il libretto sul Genoa, il più divertente quello sull’Inter
(sappiamo di offrire infiniti motivi di sarcasmo), mentre traspare lo sforzo
dell’autore nell’impersonare il tifoso milanista o juventino.
Ogni racconto gioca sul filo dello stereotipo. Di qui la scelta della variazione
sul tema, riproponendo i medesimi ingredienti (il figlio tifoso della squadra
nemica, la moglie agnostica, le peggiori partite e le peggiori sciagure di
calciomercato) per ognuna delle tifoserie. L’autore mostra di avere chiaro che
il tifoso si specchia nella propria squadra, ne assume pregi e difetti, e se già
non l’ha scelta per similitudine caratteriale, finisce, invariabilmente, per
somigliarle.
LA BENEAMATA
Essere interista, dopo 37 anni di scarse vittorie e cocenti delusioni, dovrebbe
imporre un atteggiamento autoironico. A parziale consolazione, ce la si può
prendere con i «poveri diavoli», e l’autore ricapitola le pagine nere della
storia del Milan, a cominciare dall’indimenticabile «notte dei lampioni»
(Marsiglia, 20 marzo 1991), prima di passare in rassegna i bidoni in rossonero,
e i Presidenti dei peggiori fallimenti (Felice Colombo, quello delle scommesse,
e Giussi Farina, quello della seconda caduta in B, così definita da Prisco: «il
Milan è retrocesso due volte, la prima pagando, la seconda gratis)».
IL DIAVOLO
24 marzo 1986: Berlusconi diventa presidente, e comincia l’Era più
vittoriosa della storia milanista. Anni dopo, il Cavaliere dirà al Papa: «Mi
lasci dire che lei assomiglia al mio Milan».
Ma anche se sembra impossibile, i rossoneri non sono nati con Berlusconi, e il
libretto dedica pagine all’attaccamento ai colori sociali, nella buona e nella
cattiva sorte: erano quasi sessantamila, nel novembre 1983, a vedere
Milan-Cavese 1-2, in Serie B. Fra le citazioni raccolte, ce n’è una di Galliani:
«Il Milan del futuro dovrà ricordare l’organizzazione di società come Warner
Bros e Walt Disney».
IL GRIFONE
Chi sceglie il Genoa, forse soffre di un complesso di superiorità: «il vero
genoano va fiero, soprattutto, di aver partecipato ai momenti più bui della
storia rossoblu». Genoani si nasce, perché se un bambino arriva all’età della
ragione, finirà per scegliere diversamente. A motivare tanta, incrollabile
dedizione, è la fantomatica attesa della «stella», il decimo scudetto,
antichissima, vagheggiata Terra Promessa. I grandi eventi sono vividi quanto
remoti (il gol di Pruzzo che mandò in B la Sampdoria, quella volta all’Anfield
Road di Liverpool). Destino del genoano è restare fedele a un grande amore «così
poco ricambiato».
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Da La Gazzetta
dello Sport del 10 aprile 2003
Scritti per sport
C’è sempre un colpevole, un infetto, un contagiato, un portatore sano di tifo. E
da quel momento la vita non è più la stessa. Sotto sotto, in fondo in fondo, un
neurone della nostra anima è occupato, invaso, in balia di una squadra di
calcio: oggi vincere o perdere, al massimo pareggiare, è forse la cosa che conta
di meno, perché c’è di peggio, tipo la sopravvivenza della società, il trasloco
dello stadio, il cambio della maglia, il mercato (leggi: cessioni) sempre
aperto. Poi finisce che di solito gli juventini si beccano scudetti e critiche,
gli altri si leccano le ferite e le figurine Panini. Tutto questo per introdurre
la collana “Ultimo stadio”, che ha già dato vita a “Quelli che il
Grifone” ( il Genoa non poteva che essere il primo della lista), “Quelli
che il Baciccia” (la Sampdoria non poteva che venirgli dietro) e “Quelli
che il Giglio” (sulla Fiorentina). Ora tocca agli interisti con “Quelli
che la Beneamata” e ai milanisti con “Quelli che il Diavolo”. Storia,
personaggi, partite, curiosità, aneddoti, citazioni. Non ci resta che ridere.
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da
La Rivisteria
- marzo 2003
Quelli che... il calcio
Indubbiamente la passione per il calcio è particolarmente
sentita a Genova, città che oltre a conoscere uno storico e acerrimo antagonismo
fra le due squadre di casa, ospita i Fratelli Frilli Editori. Così, mania
da tifosi e strategia editoriale si sono unite per il lancio della collana “Ultimo
stadio”, incentrata sullo sport e sul calcio, ma in chiave ironica,
umoristica.
Ai primi due volumi, ovviamente dedicati e Genoa e Sampdoria, ne seguono altri
quattro, per fiorentini, milanisti e interisti. I titoli, che richiamano una
nota trasmissione televisiva interamente dedicata al calcio, hanno sempre la
stessa formula: Quelli che il Grifone, Quelli che il Baciccia, e
via di seguito. Tutti i volumi sono di 96 pagine al prezzo di 6,50 euro.
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da
www.grifoni.org - 23 gennaio 2003
Quelli che il Grifone
La recensione al libro di Fabrizio Calzia
di Gim
Quelli che arrivano fino alla seconda elementare senza
sospettare dell’esistenza di un’altra squadra (“Non l’ho mai sentita.
Sicuramente se te ne hanno parlato esisterà. Ma deve trattarsi sicuramente di
una squadra minore” risponde il padre con fare sicuro, alla domanda del
ragazzino sbalordito”).
Quelli che, a distanza di trent’anni, sciorinano senza battere ciglio Lonardi,
Rossetti, Ferrari, con la stessa sicurezza di un Sarti, Burgnich, Facchetti.
Anche se questi avevano vinto la Coppa Campioni e quelli si giocavano la
promozione in B.
E ancora quelli che il produttore di maglie deve indire un referendum per capire
come vogliono quella maledetta casacca rossa e blu.
Quelli che il Grifone (Fratelli Frilli Editori, 94 pagine, 6,50
euro) è una entusiasmante carrellata nella genoanità più dura e più pura, una
analisi comica e dannatamente seria purtroppo di quel delicato equilibrio di
Masochismo e Passionalità, Sfiga Maxima e distaccato disprezzo verso i ciclisti
dalle magliette arlecchino che sono nel Dna di ogni genoano.
Perché, anche se le sofferenze che il Grifone ci regala fanno sembrare “la Via
Crucis una passeggiata fuori porta” noi tutti sappiamo che gli altri “potranno
vincere una partita, o venticinque o mille, ma che hanno perso il campionato più
importante: loro, il destino li ha condannati a vivere senza nemmeno immaginare
cosa vuol dire essere genoani”:
Genoani insomma si nasce, e non potrebbe essere diversamente: chi, con un minimo
di cervello, sceglierebbe un simile amore non ricambiato? Chi a mente sana, non
cancellerebbe, ma anzi farebbe un punto di orgoglio della sua vita l’ aver
partecipato alla decisiva trasferta di Montevarchi? Chi, senza passare dal
lettino dello psicanalista accetterebbe con la massima serenità che “essere
genoani è come partecipare al Camel Trophy. Non sai mai cosa può succedere alla
prossima curva”.
Una lettura che è un compendio, in altre parole, dei Vizi e delle Virtù del
nascere Grifone - o dello sceglierselo, come capita a chi scrive che vive a
Milano, Genova la conosceva solo come stazione di cambio per andare in Riviera e
a 14 anni è stato fulminato sulla via di Marassi - con una succosa appendice
delle partite Top Ten dei ciclisti (vabbè Berna e Wembley, ma come dimenticare
quel Bologna - Ciclisti 2-2, o quella zuccata del Carpa, anno Duemila, derby di
ritorno, che li lasciò a un miserevole punticino dalla A?) e dei cugini più
amati ( da Nielsen ad Ortega, da Lasissi a Catè) o più odiati (qui che ne stanno
solo dieci…).
Per concludere, una lettura da non perdere per il popolo genoano, “quel popolo
straordinario, che ogni tanto - recita un anonimo - avrebbe tanta voglia di
essere un popolo normale”
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da
mentelocale.it del 27 dicembre 2002
Al derby in libreria
Non so se l’avete mai notato, ma a Genova, in Corso Firenze,
all’altezza di via Sivori c’è un grande murales con i colori della Sampdoria.
Sotto qualcuno ci ha scritto, nella notte dei tempi e con un’ironia tutta
genovese, «Il muro del pianto». A quell’affronto altri hanno risposto con un
deciso «Si, ma per voi».
Ecco, se volete saperne di più sugli sfottò e su questo tipo di microcattiverie
calcistiche, oltre a farvi tutta Circonvallazione a Monte, fatevi un salto in
libreria e compratevi i due libri che i Fratelli Frilli Editori hanno
dedicato alle tifoserie di Genoa e Samp per la catena Ultimo Stadio.
Quelli che il grifone di Fabrizio Calzia, racconta di quanto sia
difficile, periglioso, ma anche terribilmente compiacente rivestire il proprio
cuore di rossoblu.
Un manuale di vizi e virtù dell’essere genoano, per diventarlo o esserlo sempre
di più. Per la maggior parte ciò avviene come una tappa della crescita. Trovarsi
allo stadio a vedere il Genoa è un po’ come mettere il primo dentino o non fare
più la pipì a letto. Mamma e papà - il più delle volte papà - sono orgogliosi di
te e ti coprono di complimenti. Il difficile viene dopo. Si, perché ci si
accorge di aver scelto di tifare per una squadra che non è proprio il Milan o la
Juve, o, perlomeno, non lo è più. Perché certe volte è davvero dura. Quando si
perde il derby, o si sente svolazzare i famigerato spettro della retrocessione,
o quando si vede Spinelli sorridere felice alla televisione perché il Livorno,
sua attuale squadra, ha appena battuto il Genoa. Insomma: volete imparare a
mugugnare come si deve? Tifate Genoa. E leggetevi, si fa in una sera, questo
libretto.
Quelli che il Baciccia è la dettagliata descrizione di una patologia
molto diffusa a Genova e dintorni. La Sampdoria. Ne vengono descritti i primi
sintomi, la diffusione del contagio e gli effetti. Purtroppo, anzi, menomale, i
Fratelli Frilli non ci dicono come guarire dalla Sampdoria, anzi col tempo essa
sembra cronicizzarsi e più sono le difficoltà, gli alti e bassi (di febbre e di
classifica) più ci si attacca e ci si rassegna ad essere samp-doriani.
Comincia magari da giovani, si rivela in maniera congenita, quando si chiede
alla maestra di indicarci sulla cartina la città della nostra squadra di calcio
preferita senza trovare in nessuna regione italiana una città chiamata con
quello strano nome di Samp-Doria. Poi piano piano vi accorgete che non siete i
soli e che, anzi, c’è qualcuno in giro per Genova che non la pensa affatto come
voi e, anche se il pallone è rotondo, vorrebbe sempre vederlo finire nella
vostra porta. Ecco, questo libro vi fornisce gli strumenti giusti per difendervi
da tutti loro, una volta appurato che siete doriani al punto giusto e che non si
può più tornare indietro.
E se siete nostalgici, che di nostalgia a Genova ce n’è molta (calcisticamente
parlando, per fortuna), ecco per voi le hornbiane top ten degli insuccessi dei
rispettivi cugini. Dalla famosa bomba di Koemann a Wembley che trafisse i sogni
europei della Samp a quella bruciante sconfitta casalinga con l’Ajax subita dal
Genoa in coppa UEFA.
Entrambi i volumi sono disponibili in libreria con lo stesso prezzo, ciascuno
6.50€.
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da Il Guerin Sportivo del 24 dicembre 2002
Quelli che il Baciccia
Un manualetto per riderci su e, perché no, per sorridersi un
po' addosso, per vivere il calcio come quel gioco che dovrebbe essere ma non è.
Anche questo è lo "stile Samp", lo stesso di Fabio Fazio, blucerchiato doc e uno
dei primi a sdrammatizzare il mondo della pedata con il suo "Quelli che il
calcio...", fortunata trasmissione tv che nei momenti migliori ha saputo
regalare un sorriso anche ai perdenti. Che per i doriani altri non sono che i
"cugini" rossoblù: proprio alle disavventure dei "bibini" è dedicato un ampio
capitolo, con la top ten delle partite da ricordare (dalla rasoiata di
Sabbatella al rigore di Kreek) e quella dei loro personaggi più illustri (Dalla
Costa, Miura, Perdomo...). Il tutto amabilmente condito da un goccio di ironia e
un briciolo di buon senso.
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da Tuttosport del 20 dicembre 2002
Dalla libreria tante proposte
Quattro libri su Genoa e Samp
GENOVA - Malgrado da qualche anno siano lontane dai
palcoscenici più prestigiosi, Genoa e Sampdoria continuanoo a essere al centro
dell'attenzione. Sono in libreria quattro nuovi volumi dedicati alle formazioni
genovesi. I primi due "Sotto la Nord" e "Sotto la Sud", editi dalla torinese
Bradipolibri e scritti da Fabrizio Calzia - raccontano la storia delle due
società attraverso i ritratti dei loro campioni più celebri, da James R.
Spensley, pioniere del football in Italia e tra i fondatori del Genoa, a
Riccardo Garrone, il petroliere che sta cercando di riportare ai livelli più
alti la Samp.
Gli altri due libretti - della genovese Frilli Editori - fanno parte di
una collana composta da piccoli manuali del buonumore, con lo scopo di
dissacrare e divertire nel contempo. S'intitolano "Quelli che il Grifone"
e "Quelli che il Baciccia" e contengono ciascuno una curiosa "top ten"
con le dieci partite da ricordare dei "cugini": facile immaginare con quale
spirito...
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da
Quotidiano ligure del 12 dicembre 2002
Due nuovi libri sulle tifoserie
di Genoa e Samp
di Enrico Ratto
Nei bar di Genova c’è chi cerca di disilludere i più giovani,
raccontando che la vera Sampdoria è quella che vediamo adesso (non si riferisce
agli ultimi tre mesi, certo, ma alla serie B). Poi, aggiungono che anche il Genoa, da parte sua, di solito più di una mezza classifica in B non riesce a
portare a casa. La Fratelli Frilli Editori, alle migliaia di parole spese nei
discorsi che si accendono il lunedì mattina per spegnersi solo il sabato sera
successivo, non ha potuto far altro che dedicare due nuove uscite. “Quelli del Baciccia” e “Quelli del Grifone”, una raccolta di aneddoti, di passaggi storici
che ogni tifoso genoano e sampdoriano andrà a ritrovare nel personale archivio
di “ricordi dalla curva”. La Sud e la Nord, le maglie e gli avversari, un po’ di
storia e tanti nomi da ricordare. Perché si sa, il vero tifoso vive per un buon
novanta per cento di rendita, raccontando dei bei tempi andati, e per il
restante dieci per cento spera in un futuro migliore. Perché a Genova, e non
solo la domenica, per un buon numero di anni si è vissuto anche in funzione
delle scelte di Paolo Mantovani (“l’uomo della provvidenza”, come scrivono gli
autori) o gli schemi del professor Scoglio. Perché a Genova il calcio è cultura,
una cultura che va ben oltre le scelte manageriali che a Milano o a Torino, con
i loro bilanci e i loro ingaggi, portano a casa uno scudetto dietro l’altro.
Fabrizio De André raccontava di essersi innamorato del Genoa a sette anni, un
pomeriggio del 1947 quando suo padre lo portò a Marassi a vedere il Grande
Torino. Forse perché “Fabrizio” - racconta Marco Peschiera nella prefazione al
libro - “restò per sempre dalla parte dei vinti. E lo stato d’animo del genoano
è
quello degli spiriti ribelli di De André”. Ma anche Maurizio Maggiani, da parte
sua, nella sua Regina Disadorna, per raccontare la Genova di quel triste giorno
in cui “la città ancora fumava e i tranvai non avevano ancora ripreso ad andare”
ci porta a Marassi. È il nove febbraio del quarantuno, il giorno del
bombardamento, quando padre Giacomo viene accompagnato a vedere il Genoa. Un
Genoa che, quella volta, batte la Juve 2-0. “Quelli che il Baciccia” e “Quelli
che il Grifone” saranno presentati a Genova Venerdì 13 dicembre alle 16 presso
la Libreria dello Sport di via Tolemaide.
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da Il Secolo
XIX del 6 dicembre 2002
Libri sotto l'albero:
Genoa e Sampdoria
calano il poker
di Giorgio Cimbrico
Piccola raffica di libri rossoblù e blucerchiati. Vantando
buone chances di finir sotto l'albero, è bene segnalarli con una piccola
premessa: se questi libri vengono alla luce, giusto merito va a Fabrizio
Calzia, genovese e genoano di Marassi.
Per dire chi è Calzia, è sufficiente la microbiografia che ha preparato per il
risguardo di copertina: "A 15 anni (ora ne ha 42) aveva quattro grandi sogni:
avere un figlio, scrivere un libro, vedere l'Italia vincere un Mondiale, vedere
la stella d'oro sulla maglia del Genoa. Uno di questi non si è ancora avverato".
Fabrizio di libri ne ha scritti diversi e Bearzot ha confezionato la gioia del
Bernabeu. Indovinate quale sia il sogno non trasformato in realtà visto che
nella foto scelta per presentarsi ai lettori, lui appare con un bel cucciolo tra
le braccia.
Via con ordine. Due libri li ha stampati la Bradipo di Torino che nella
pubblicistica sportiva sta facendo cose buone e eccellenti. "Sotto la Nord" e
"Sotto la Sud" sono di spessore analogo (140 pagine) e prezzo in tutto simile,
15 euro. Il sottotitolo - "Il Genoa (la Samp) nei racconti dei suoi campioni" -
è anche la migliore delle prefazioni. Il Genoa parte con Abbadie e finisce con
Zigoni e magari, considerando chi era lo Zigo - geniale come Mozart, matto come
un cavallo -, non sarebbe male cominciare proprio dalle ultime pagine; la Samp
si avvia con Arnuzzo e si chiude con uno dei tanti che non ci sono più e che è
giusto rimpiangere, Guidone Vincenzi. Tra l'alfa e l'omega, l'alfabeto va avanti
con gente che c'è ancora, che è volata via come Meroni, che è rimasta in questa
hall of fame de gniatri e di cui nessuno si sogna di discutere l'occupazione di
una nicchia.
L'altra accoppiata di volumi - in questo caso, librini - è stata stampata a
Genova, dalla Fratelli Frilli Editori, e anche qui c'è più di una zampata e di
uno zampino del solito Calzia che ha scritto "Quelli che il Grifone"
trovando sull'altra sponda due come lui. Nel senso di lievi, il che non è poco
in un calcio greve. Sono giovani, si chiamano Raoul Gazza e Renzo Tebano e si
deve a loro la metà blucerchiata dell'accoppiata, "Quelli che il Baciccia".
Anche in questo caso, stesso numero di pagine (94: si leggono in una sera ) e
stesso prezzo, 6 euro e mezzo.
Manualetti nati per affermare la propria genoanità (sampdorianità) attraverso
memorabili beffe, clamorosi graffiti in una saga infinita che farebbe un baffo a
Rabelais. Il tutto all'insegna di uno spirito che riesce a volare alto in un
momento storico (?) in cui il calcio dei potenti striscia basso. O sottoterra.
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da Il Corriere Mercantile dell'8
dicembre 2002
Fratelli Frilli, scelta di humor
Tra "ciclisti" e "bibini"
quante stille di veleno
sfogliandoli sono - vivaddio - quanto più di politicamente
scorretto si possa immaginare. Si tratta dei due volumetti "gemelli" pubblicati
dai Fratelli Frilli Editori di Genova, intitolati rispettivamente "Quelli
che il Baciccia" e "Quelli che il Grifone" (98 pagine, messi in
vendita a 6,50 Euro), prefati rispettivamente dai giornalisti Giorgio Cimbrico e
Gessi Adamoli. In calce al testo rossoblù compare ancora la firma di Fabrizio
Calzia, mentre quello blucerchiato risulta omertosamente composto da "la
redazione".
Secondo la migliore tradizione cittadina, nei due volumi si parla
prevalentemente degli "altri": particolarmente spassose, infatti, sono in
entrambi i volumi le hornbiane "top ten" delle partite da ricordare, quelle dei
concittadini s'intende, e dei giocatori avversari più amati.
Non mancano poi divertenti consigli su come comportarsi nel caso che la
fidanzata, la moglie o i figli deviino dalla giusta strada. Talché sembra quasi
ovvio che i genoani finiranno per comprare il libro dedicato ai sampdoriani e
viceversa, per incazzarsi divertendosi e divertirsi incazzandosi.
Infine, un succosissimo capitolo dedicato alle citazioni d'autore. Qui di
seguito se ne riportano alcune: "Per riacquistare la forma - disse un giocatore
inglese anni fà in forza alla Sampdoria, ovviamente desideroso di un
comprensibie anonimato - sarei disposto a tutto, tranne che a fare giri di
campo, alzarmi presto alla mattina, arrivare in orario agli allenamenti e fare a
meno della birra". "E per carità di patria - sostiene il comico Roby Carletta -
facciamo in modo che non si festeggino più i centenari: abbiamo celebrato i
cinquecento anni della scoperta dell'America, i cento anni del Partito
Socialista, i cento anni della nascita del Genoa. I risultati sono sotti gli
occhi di tutti". "Presidente, finché Bersellini siede in panchina - disse
Roberto Mancini a Paolo Mantovani nell'autunno 1985 - per me non c'è futuro".
"Finalmente possiamo pensare al futuro - disse Aldo Spinelli dopo aver assunto
Pippo Marchioro - programmare un lungo ciclo di almeno dieci anni. Lo vedesse,
lo conoscesse questo Marchioro, che professionalità, che equilibrio, nemmeno
Bagnoli".
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