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Bologna la rotta
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Zero in condotta
Bologna la rotta
di Rudi Ghedini
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Da Zero in condotta
- 27 ottobre 2003
Bologna la rotta
di Rudi Ghedini
L’autore, poco più che trentenne, è stato uno dei
protagonisti bolognesi della Stagione dei Girotondi. In questo libretto, sceglie
il tono dell’ironia, chiama Guazzaloca “Mister G” e si dedica a ricapitolare gli
strappi alla storia e alle tradizioni della città, prodotti dall’attuale
amministrazione.
La prima categoria che emerge è quella del “torpore”: Bologna si sarebbe fatta
addormentare, consegnandosi distrattamente al nuovo imbonitore (il cui maestro,
ovviamente, è Mister B). A Bologna come a Roma, sostiene Zacchiroli, vincono gli
uomini che si sono fatti da sé. Che si specializzano nella critica ai politici
di professione, fingendo di essere diversi. Che è sempre colpa di chi li ha
preceduti. Che è meglio parlare direttamente con la “gente”, nella logica da Bar
Sport, piuttosto che frequentare le assemblee elettive. Che fanno promesse,
sapendo di non poterle mantenere. Eccetera.
Al senso comune dei bolognesi, che dopo quattro anni, sono in grado di percepire
la mediocrità dell’esperienza guazzalochiana, sintetizzabile nella frase “Non è
cambiato nulla”, Zacchiroli contrappone una serie di casi emblematici, a
segnalare la gravità dei cambiamenti avvenuti: dalla biblioteca della Sala
Borsa, riprogettata per fornire occasioni d’affari, alla destinazione dell’ex
convento di San Mattia, esempio di disprezzo per i valori storici e simbolici;
dall’ormai famoso infobox di via Rizzoli, per l’autopromozione della giunta e
dei suoi complici (Hera, Atc, Fiera, Aeroporto, Ferrovie, Fondazioni bancarie),
fino all’idea della metropolitana, simbolo di certe manie di grandezza.
È una lettura godibile. Tuttavia, sorprende l’insistenza con cui Zacchiroli
rimprovera a Guazzaloca di essersi appropriato di vari progetti della giunta
Vitali; la cosa, di per sé vera, può suscitare conclusioni paradossali.
Anche il parallelo fra Guazzaloca e Berlusconi, oltre una certa soglia, rischia
di confondere le idee. Sarebbe assurdo considerare il sindaco come un pericolo
per la democrazia, e certe affermazioni anticomuniste, Guazzaloca non si è mai
azzardato a farle. Nello stesso tempo, al sindaco non si può rimproverare un
conflitto di interessi, né una ricchezza vertiginosa, né la volontà di apparire
continuamente sui mezzi di informazione. In un certo senso, le abilità di
Guazzaloca sono meno grossolane di quelle esibite dal Cavaliere.
Fra i meriti di questo libretto, c’è il riprodurre l’introduzione dell’assessore
Monaco al “Piano strategico strutturale per Bologna”, presentato nel luglio
scorso, quello in cui l’attuale Giunta immagina e descrive la città nel 2018.
Pura fantascienza (c’è persino il Bologna in Champions League). Ma la spiccata
fantasia di Monaco e della Giunta non sa andare oltre questi “motori dello
sviluppo ... l’Università, il sistema sanitario, la Fiera, l’aeroporto”. Cioè
chi comanda già oggi.
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