Guarda come corrono
i fiamminghi pedalatori

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La Voce di Mantova
Guarda come corrono i fiamminghi pedalatori
di Alberto Cappi

Il tempo di leggere
Guarda come corrono i fiamminghi pedalatori
di Pasquale Bottone

Il resto del carlino
Un'ironica avventura tra Italia e Belgio
di Carla Carotenuto

 


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Da La Voce di Mantova del 9 gennaio 2003

La biblioteca
Guarda come corrono
i fiamminghi pedalatori

 

di Alberto Cappi

Nei Tascabili dei Fratelli Frilli Editori si fa vivo un curioso titolo: Guarda come corrono i fiamminghi pedalatori di Massimo Fabrizi. Il genere è del romanzo amoroso che si dispiega da nuclei di crisi interiore e maturazione delle pulsioni. Il linguaggio è intriso d'ironia, e sembra mimare la babele linguistica della nuova Europa, proprio a partire dalla terra belga ove la vicenda è ambientata. Starà poi alle prospettive d'indagine e di riflessione sulla scrittura dare campo a forti sostanze culturali e sociali.

 

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Da Il tempo di leggere del 23 dicembre 2002

Guarda come corrono
i fiamminghi pedalatori

 

di Pasquale Bottone

Un bel libro, una piacevole sorpresa sicuramente. Massimo Fabrizi, marchigiano trentatreenne, professore alle scuole medie e dottorando in Lingue e Letterature Comparate presso l'Università degli studi di Macerata, aveva già pubblicato nel 2001 un volume di poesie dal titolo "Per fragile delirio" ( Grottammare - Stamperia dell'arancio). Ora dà alle stampe il suo primo romanzo, "Guarda come corrono i fiamminghi pedalatori" (Fratelli Frilli Editori), destinato a non passare inosservato. Narrata in terza persona la storia è incentrata sulla figura dello studente italiano in Belgio Fabio Clementi che si trova coinvolto in una storia d'amore con una "bionda nordica" , precedentemente legata ad un suo amico e poi coinvolta sentimentalmente da lui. La relazione sembrerà sulle prime molto seria e importante per entrambi, ma poi la "grande romantica innamorata" mostrerà il lato meno dolce e affidabile del suo carattere, distruggendo la psicologia dell'ormai coinvolto Fabio con un bel po' di gelida indifferenza e respingendo con implacabile cinismo i suoi tentativi di riavvicinamento. La love story italo-fiamminga è sicuramente anche un pretesto per affrontare tematiche giovanili ricorrenti, quali l'incontro fra culture diverse favorito dall' unione dell'Europa, una certa, difficile e priva di significativi punti di riferimento, quotidianità contemporanea, la stessa relatività ed incostanza di molti rapporti sentimentali propri dei nostri tempi. Molto efficace e vibrante il finale dedicato ad una lunga serie di invettive del disilluso Fabio indirizzato contro tutti i principali mali dell'epoca ( con un occhio di riguardo alle italiche incongruenze e ai misteri infiniti mai svelati e che tuttora rimangono tali nel Belpaese). La scrittura è moderna, brillante, piena anche di termini molto in voga di stampo anglosassone, il ritmo sostenuto, l'ironia mai grossolana. Si legge molto velocemente. Consigliato.

 

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Da Il resto del carlino del 4 dicembre 2002

Un'ironica avventura
tra Italia e Belgio

 

di Carla Carotenuto

Guarda come corrono i fiamminghi pedalatori (Frilli Editori, Genova 2002) è il romanzo d'esordio di Massimo Fabrizi, giovane e promettente scrittore marchigiano nuovo al genere narrativo ma già noto per la sua plaquette poetica Per fragile delirio pubblicata nel 2001 (Stamperia dell’Arancio, Grottammare). Protagonista del romanzo è Fabio Clementi, studente italiano in soggiorno all'estero, in terra belga. La descrizione di questa esperienza, che ha il suo fulcro nel rapporto amoroso di Fabio con Else, offre all'autore l'occasione per una sagace meditazione sulle problematiche esistenziali e socio-politiche dell'età contemporanea. Con un linguaggio marcatamente ironico, Fabrizi riflette sulla Comunità Europea, l'industria cinematografica, la programmazione televisiva, la settorializzazione del sapere, la mercificazione, il capitalismo, la guerra, la scienza, la società italiana, la superficialità e falsità delle relazioni umane, alla ricerca di quel quid che possa rendere più autentica l'esistenza. Particolarmente pungenti sono i riferimenti ai processi psicoanalitici, alla critica letteraria, alle teorie dell'interpretazione e della ricezione. La componente ironica è rafforzata dalla voce fuori campo del narratore. Il linguaggio presenta una mescolanza di termini stranieri, soprattutto inglesi e fiamminghi, amalgamati al contesto italiano, neologismi, vocaboli ed espressioni proprie della comunicazione orale con prestiti desunti da diversi settori, specialmente da quello sportivo e pubblicitario. Si tratta di una lingua che riflette le movenze del parlato giovanile, ma che allo stesso tempo non disdegna i riferimenti colti. Disseminati nel testo sono infatti numerosi rimandi a opere pittoriche, brani musicali, testi letterari e filosofici, nonché rinvii a miti classici e citazioni di luoghi e personaggi biblici. Lo stile è il risultato del fitto intreccio di lingue diverse, in primis italiana e fiamminga. Leuven, il luogo in cui è ambientata la vicenda narrata, è punto di incontro (e scontro) di culture, tradizioni, parlate differenti e meta privilegiata di studenti universitari, e come tale emblema dell’Unione Europea. La cittadina è descritta con brevi ma sapienti pennellate, attraverso i particolari di strade, locali, pub che ricreano l'atmosfera tipica del Belgio. Ed è proprio dal confronto tra Italians e Flemings che deriva il titolo del libro, che se da un lato denota la consuetudine dei fiamminghi a usare la bicicletta come mezzo di locomozione, dall'altro indica più sottilmente la fretta con cui l'uomo di oggi affronta la vita, bruciando le tappe intermedie.


 

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