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Dalla parte del torto
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Gazzetta Wwb
Avvocati di strada a Genova, nei
giorni del G8
di Rita Rutigliano
Puglia
Avvocato pugliese a Genova: l'esperienza tra i
no-global
Il segnalibro
Dalla parte del torto
mentelocale.it
Ancora voglia di G8?
di Giacomo Revelli
Il Lavoro
Gli avvocati del GSF raccontano
di Marco Preve
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Da La
Gazzetta Web del 14 gennaio 2003
Avvocati di strada a Genova
nei giorni del G8
di Rita Rutigliano
Il “Genoa Legal Forum” è un gruppo di avvocati
costituitosi nel capoluogo ligure durante i giorni del vertice del G8 del luglio
2001, divenuti tristemente famosi, a seguito di un appello dei Giuristi
Democratici per la tutela dei manifestanti. Nelle settimane precedenti la
riunione dei “grandi del mondo” nel capoluogo ligure, il Forum incaricœ un suo
responsabile sia di assicurare l’assistenza legale sia di proporre che
parlamentari, giornalisti ed esponenti del mondo dello spettacolo e della
cultura si facessero “garanti” nei confronti di possibili abusi commessi contro
il diritto alla manifestazione.
«Quanto questo timore fosse giustificato, è ormai cosa nota. A Genova si è
assistito ad un progressivo intensificarsi delle attività di prevenzione, di
ispezione e di repressione consistenti perlopiù in perquisizioni domiciliari e
locali formalmente motivate dall’esigenza di ricercare armi ed esplosivi senza
un previo provvedimento di autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria».
Gli avvocati del GLF allora, hanno indossato una maglietta simbolo e sono scesi
in strada. Non a cercare clienti, ma a rappresentare la legalità. Non era mai
successo. Ed è stata un’esperienza, questa del luglio 2001, tutt’altro che priva
di valore: le magliette-toga, con una scritta bilingue e un paio di numeri di
telefono (AVVOCATO LAWYER, 010 36 27 101 010 36 27 162), «hanno disorientato la
categoria forense, fatto discutere, attirato botte, fermato violenze. E hanno
rilanciato una passione forte per il diritto. Vissuto da testimoni».
Scopo delle testimonianze raccolte in questo piccolo, importante volume (a cura
di Stefano Bigliazzi ed Emilio Robotti, entrambi genovesi, l’uno penalista e
l’altro civilista) è appunto di «raccontare, nella maggior parte dei casi, la
sorpresa e la rabbia nel realizzare che i diritti non sono poi così reali, ma
molto virtuali».
Leggendole, fra l’altro emerge con chiarezza «l’incredulità dei più giovani e di
qualche anziano di fronte alle violenze di ogni tipo, di fronte alla
strafottenza subita quando è stato mostrato il tesserino da avvocato per
rivendicare il “diritto a far valere il diritto”. La sorpresa nel vedere come un
dato scontato (l’avvocato, il diritto alla difesa, la garanzia del diritto) non
lo fosse più o, forse, non lo fosse più da tempo».
Scrive ancora, in apertura, Marcello Zinola (segretario dell’Associazione
ligure dei giornalisti, circa trent’anni di professione alle spalle): «Diversi
da chi e da cosa? Potrebbe essere questa la domanda che accompagna e
accompagnerà per molto tempo ancora le discussioni e i confronti sul prima,
durante e dopo G8. Il luglio 2001 […] credo potrà essere ricordato come uno
spartiacque per la democrazia e le professioni. Professioni, come quella
dell’avvocato, che si sono riscoperte “diverse”.
Come quella dei giornalisti che hanno visto “in strada” rinascere la voglia
dell’informazione militante. Non nel senso della “appartenenza” ad una parte
politica, ma della passione per il racconto onesto dei fatti, salvo poi avere
libertà infinita nel dividersi con le diverse interpretazioni. Come quella dei
magistrati che hanno oggi una responsabilità enorme nella ricerca della verità
sulle responsabilità di ogni fronte, ma che nei giorni caldi sono forse scattati
— su ogni fronte — con un ritardo che oggi si riflette sul buon esito di tutte
le indagini in campo».
Per saperne di più. Oltre a questo, cui già avevamo
accennato nel novembre scorso nella rubrica “Segnalibri”, la stessa giovane casa
editrice genovese ha in catalogo altri volumi concernenti i giorni del G8 nel
luglio 2001: I Sanitari del Genoa Social Forum, Obbligo di referto
(40 testimonianze «per ricordare tutti quei referti che nei giorni del G8 non è
stato possibile stilare, e tutti quei giorni di prognosi di cui non rimarrà
traccia se non nella memoria di chi li ha subiti e di chi li ha curati»);
Mizio Ferraris, I silenzi della zona rossa. G8 e dintorni («Non
ricorderemo il G8 di Genova per quello che gli Otto capi di Stato hanno deciso
nei loro incontri al vertice di Palazzo Ducale, né per l’ingresso ufficiale
della Russia fra i Paesi più industrializzati. Lo ricorderemo per ciò che è
avvenuto fuori della zona rossa, l’area del centro genovese blindata e protetta
per la sicurezza del summit. In quei giorni di luglio 2001, io ero dentro
blindato in zona rossa. Dentro alla zona rossa, io potevo ascoltare solo il
silenzio»); Raffaello Bisso, Claudio Marradi — Le quattro
giornate di Genova, 19-22 luglio 2001 (giunto alla terza edizione costa 1,55
euro); Nichi Vendola, Lamento in morte di Carlo Giuliani (raccolta
di poesie di cui Fausto Bertinotti scrive che «[…] Sono le parole di un dolore
duro e di una sofferenza ma sono, anche, quelle di una lotta e di una speranza
universale»). Segnaliamo, infine, Zona Gialla. Le prospettive dei Forum
Sociali Italiani (in vendita a 6 euro).
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Da Puglia dell'11 dicembre 2002
Il brindisino Stefano Palmisano alle
manifestazioni
Avvocato pugliese "desaparecido" a
Genova: l'esperienza tra i no-global
Zone rosse e gialle, vetrine rotte, lacrimogeni e molotov, cellulari arrosto,
slogan no-global e anche un avvocato pugliese desaparecido. E' quello che è
successo s Genova, il 21 luglio 2001, al brindisino Stefano Palmisano, legale
noto per il suo impegno "alternativo": è difensore di parte civile nel processo
per il naufragio della motovedetta albanese e si distingue a Brindisi in
numerose battaglie giudiziarie in materia di violazioni ambientali. Del
professionista brindisino, vittima degli incidenti genovesi, si erano perse le
tracce, in seguito a un equivoco protrattosi per parecchie ore. L'avvocato
Palmisano era entrato in contatto con le forze dell'ordine mentre era impegnato
nel "servizio legale" del Genoa Social Forum. Quale fosse il ruolo di questo
gruppo di "avvocati di strada" nelle manifestazioni contro le riunioni del G8 è
spiegato in un libro pubblicato dai liguri Fratelli Frilli Editori, "Dalla parte
del torto" (200 pagine, 7 Euro), a cura di due giuristi democratici, Stefano
Bigliazzi ed Emilio Robotti. Indossando una maglietta perfettamente
riconoscibile, i rappresentanti del Genoa Legal Forum - viene spiegato - erano
sparpagliati lungo i cortei per "assicurare assistenza ai manifestanti e per
farsi garanti nei confronti di possibili abusi commessi contro il diritto alla
manifestazione".
Integrato da testimonianze sui momenti chiave delle drammatiche giornate, il
libro offre una ricostruzione delle vicende genovesi viste dalla parte dei
dimostranti e fa il paio con il titolo successivo della stessa collana "Contromercato",
che affronta un aspetto generalmente sfuggito nell'immediatezza dei fatti. "La
sindrome di Genova" (144 pagine, 7 Euro) si preoccupa degli effetti tossici
delle sostanze respirate da poliziotti, manifestanti e anche cittadini a causa
degli oltre 6200 lacrimogeni che hanno diffuso un gas particolarmente insidioso.
Il Cs ha inoltre la tendenza ad agire anche a distanza di tempo su chi lo abbia
inalato. Oltre a fornire una scheda scientifica del repellente e a ricostruire
il suo discusso impiego in altre azioni, il volume del giornalista Enzo Mangini
e del chimico Edoardo Magnone ospita un contributo del sindacato italiano
lavoratori di polizia.
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Da Il Segnalibro - dicembre 2002
Dalla parte del
torto
Per le strade di Genova, in quel week end, chi riusciva a
tenere gli occhi aperti (impresa difficile, pare sia stato sparato qualche
lacrimogeno), notava di certo un sacco di omini in divisa. Non (solo) quelle blu
scuro o grigie che brandivano manganelli; altre divise, meno “formali”, più
improvvisate. Solo una maglietta gialla, con una scritta bilingue:
avvocato-lawyer. Nessun altro segno distintivo, fatta eccezione per un tesserino
sventolato a destra e a sinistra, nella speranza che davanti all’esibizione di
quell’oggetto la violenza potesse almeno in parte placarsi. Anche se, nella
maggioranza dei casi, l’espediente si rivelava inutile. Quelle “magliette
gialle” erano avvocati, riuniti in una sigla: Genoa Legal Forum.
Professionisti della legge riuniti durante i giorni del vertice G8 di Genova, a
seguito di un appello dei Giuristi Democratici per la tutela dei diritti dei
manifestanti, trovatisi insieme con l’intento di assicurare la legalità in
giorni in cui si assisteva a un progressivo incremento delle attività di
prevenzione, ispezione e repressione da parte delle forze di polizia.
Un’esperienza nuova, al termine della quale una intera classe di professionisti
si è riscoperta “diversa”, di fronte alla constatazione, tragica, che i diritti
non sono poi così “reali”, bensì “virtuali”. Una classe di professionisti
presente in una fase in cui, normalmente, non entra ancora in funzione. “Dalla
parte del torto” raccoglie le testimonianze di quei giorni del Genoa Legal
Forum: dall’incredulità dei più giovani rappresentati della legge di fronte alle
scene di violenza ingiustificata, al realismo sconsolato dei più anziani.
Dall’irruzione alla scuola Diaz, a “quel pomeriggio a Bolzaneto”, fino alle
vicissitudini nei tribunali nei mesi successivi ai fatti. Senza dimenticare,
ovviamente, l’opera di prevenzione compiuta dagli avvocati nelle strade di
Genova in difesa dei manifestanti, prede di una indiscriminata “caccia
all’uomo”. Perché, e prendiamo in prestito le parole di Marcello Zinola
(segretario dell’Associazione ligure Giornalisti – FNSI), “chi non ha cultura
dei diritti non potrà mai capire i propri, né tutelare quelli degli altri”.
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Da Il Corriere
della Sera del
10 novembre 2002
Avvocati
dalla parte del torto
di Luca Orsenigo
Ci sono avvocati in giacca e cravatta,
perennemente abbronzati; ci sono quelli che tirano a campare, non sono mica
tutti miliardari (alcuni sì, però) e ci sono stati quelli che a luglio dello
scorso anno sono scesi per le strade di Genova (c'era il G8, ricordate?) e
invece che starsene rintanati tra uffici e tribunali, hanno cercato di
ottemperare ad una delle funzioni sociali che sono chiamati a svolgere in tutte
le democrazie: difendere i cittadini da ogni sopruso e da ogni iniquità,
compresi quelli dello stato di diritto e del diritto stesso.
Lo hanno fatto da testimoni e con un impegno in prima persona (indosso una
maglietta gialla che avvertiva della loro appartenenza all'ordine) che spesso si
è rivelato utile per difendere i diritti ( e doveri, perché no ) di tutti coloro
i quali hanno al contrario subito la legge del più forte, in spregio ad ogni
moralità e alla stessa Costituzione del paese che ospitava manifestanti
provenienti da ogni parte del mondo.
Adesso quell'esperienza forte, fatta di interventi rapidi sul campo, a volte
utili a volte del tutto inutili, sono raccolti in un testo che racconta di quei
momenti. Gli avvocati non sono giornalisti, ma quando il loro mestiere lo sanno
fare, sanno anche scrivere, conoscono l'uso della retorica, (alcuni fin troppo
bene) e con quella sanno convincere ed allettare, suasivi e melliflui, portano
l'acqua al loro mulino.
Che tutto questo non sia qui presente non sarà forse una certezza indefettibile
per il lettore malizioso, come niente è tale nella vita del resto, ma a leggere
con attenzione si sente una partecipazione vitale e profonda, armata di quella
semplicità e di quell'indignazione di cui molti si prendono gioco, come delle
parole dei bambini. Gli avvocati con i loro racconti, con la loro parzialissima
visione, ci danno di quei giorni brutali un resoconto, a tratti agghiacciante,
che sbigottisce il lettore quando vede ogni forma di legalità venir meno. In
gioco, per quegli avvocati, non era questa o quella marcia a tema, questa o
quella ideologia, questa o quella visibilità mediatica, per loro nel gioco al
massacro sono andati in frantumi i diritti di tutti, di chi c'era e manifestava
pacificamente come di chi non c'era, di quelli che erano preposti all'ordine
pubblico e dovevano proteggere la libera espressione del pensiero dei cittadini
di mezzo mondo, come di coloro che hanno rinunciato alla ragione della legalità
e al rispetto per imporre idee che forse neppure gli appartengono, "perché chi
non ha cultura dei diritti non potrà mai capire i propri, né tutelare quelli
degli altri".
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Da mentelocale.it del
7 ottobre 2002
Ancora voglia di G8?
di Giacomo
Revelli
Ancora voglia di G8?
Cioè, c'è qualcuno che ha ancora voglia di parlare del G8 di Genova?
Ormai che di acqua sporca ne è passata molta sotto i ponti del Bisagno, tutto
sembra fantascienza, ma alla rovescia, nel passato e non nel futuro.
Così può benissimo succedere che un libro sul G8 abbia tutte le premesse per
essere paragonato ad un buon romanzo di science fiction partorito da una mente
malata, di quelli più surreali, se qualcuno lo leggesse senza sapere che cos'è
successo qui un anno fa.
E le fatidiche tre giornate di Genova, quel giovedì gioioso e pacifico, quel
venerdì con la passione e morte di Carlo Giuliani, quel sabato di caccia alle
streghe, ce le hanno raccontate in tutte le salse. Quei momenti li abbiamo visti
da diversi punti di vista: dall'alto con gli elicotteri, dal grattacielo della
TV, da Internet, giornali e da una miriade di pubblicazioni, ma nessuno è stato
ancora in grado di mettere a fuoco che cosa è successo veramente.
Questo libro, Dalla parte del torto – Avvocati di strada a Genova
(Fratelli Frilli Editori, 7 €), non ha certo la pretesa di mettere in chiaro le
cose, ma quella di aggiungere un'altra prospettiva, quella legale, degli
avvocati.
Nelle settimane che precedettero il G8 di Genova il Genoa Social Forum contattò
un gruppo di avvocati con l'intenzione di garantire assistenza e informazione
legale alle migliaia di manifestanti che sarebbero di lì a poco arrivati. Il
numero delle adesioni cominciò ad aumentare e alla fine furono 150 i legali ad
aderire e ad indossare la maglietta gialla che li contraddistingueva tra i
manifestanti. Essi dovevano servire da garanti nei confronti dei possibili abusi
commessi contro il diritto di manifestare, ma divennero qualcosa di più:
testimoni e vittime di ciò che dovevano evitare.
Questo libro racconta le loro storie. Non aspettatevi di non trovare in queste
pagine rabbia, denuncia e profondo astio contro l'operato delle forze
dell'ordine e della polizia. Erano avvocati in strada, come la gente che
manifestava e proprio per strada, alla luce del sole, si è svolto tutto, mentre
qualcun'altro restava protetto al chiuso tra le mura di Palazzo Ducale. Strade
con nomi ormai famosi: Tolemaide, Rimassa, Manin, Alimonda.
Così nel libro ci sono i racconti di chi su quelle strade ha cercato di fare il
proprio lavoro, storie di diritti violati, di violenza, di carabinieri e
manganelli contro studenti e gente comune vestita da spaventapasseri.
Emilio Robotti descrive i sui tre giorni all'Ufficio Legale della Diaz,
Really are you a lawyer? è la domanda che i manifestanti disperati gli
rivolgevano più spesso.
Ezio Menzione rivede la morte di Giuliani dal punto di vista legale. Fu
eccesso di legittima difesa o un vero e proprio omicidio? E che conseguenze
avrà, si farà un processo?
Fabio Taddei parla delle perquise di quei giorni, come quella del 17 luglio al
Carlini.
Raffaele Caruso racconta la sua esperienza alla caserma di Bolzaneto. Poi
ci sono casi strani aberrazioni che potevano nascere solo in quei momenti, come
la legittimità costituzionale della Zona Rossa o come il caso dei presunti Black
Block trionfalmente arrestati dai Carabinieri e rivelatisi poi il Volx Theatre
Karavane, un gruppo tedesco di teatro in strada.
Qualcuno ha ormai scritto tutte queste cose in un vecchio capitolo del nostro
libro di storia, sicuro che i loro protagonisti fossero, comunque, dalla parte
del torto. I curatori: Stefano Bigliazzi, avvocato penalista ed Emilio
Robotti, civilista, entrambi genovesi, sono tra i fondatori della sezione
genovese dell'Associazione Giuristi Democratici, e tra i promotori del Genoa
Legal Forum, che a Genova si è occupato di coordinare l'assistenza legale ai
manifestanti durante e dopo i giorni del G8.
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Da
Il Lavoro - Repubblica del
9 settembre 2002
Il libro
Gli avvocati del GSF raccontano
di Marco Preve
Nei giorni di luglio, in mezzo alla folla dei
manifestanti per garantire il rispetto dei diritti, hanno pianto per i gas
lacrimogeni e buscato anche parecchie manganellate. Poi hanno fatto scarcerare
decine di arrestati, hanno cominciato a raccogliere prove e testimonianze, hanno
denunciato gli abusi delle forze dell'ordine e le negligenze della magistratura.
Oggi, a un anno di distanza, gli avvocati del Genoa Social Forum
raccontano la loro esperienza, alla luce anche delle clamorose svolte
giudiziarie che hanno confermato i loro sospetti iniziali. Il libro, delle
edizioni Frilli, si intitola "Dalla parte del torto", lo hanno
curato gli avvocati Stefano Bigliazzi ed Emilio Robotti ed è un
documento utile per approfondire le vicende del G8.
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