Quelli che il Diavolo
Quelli che la Beneamata

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Carta
Piccoli manuali del buonumore
di Rudi Ghedini
 

Liberazione
"Bauscia" contro "cacciaviti": non solo derby sotto il duomo

di Daniele Varì
 

La Gazzetta dello Sport
Scritti per sport

 


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da Carta del 23 maggio 2003

Piccoli manuali del buonumore

di Rudi Ghedini

Fratelli Frilli, editore genovese, propone una collana di libretti sul calcio, «Ultimo stadio», pensati per incuriosire le varie fazioni in cui si divide la tribù dei tifosi. Tascabili di 100 pagine, a 6 Euro e 50, anonimi sulla copertina, ma tutti curati da Fabrizio Calzia. La collana ha preso il via con «Quelli che il Grifone», a cui sono seguiti i «Quelli che» dedicati a Sampdoria, Fiorentina, Inter, Milan, Torino e Juventus. Il più emozionante è il libretto sul Genoa, il più divertente quello sull’Inter (sappiamo di offrire infiniti motivi di sarcasmo), mentre traspare lo sforzo dell’autore nell’impersonare il tifoso milanista o juventino.
Ogni racconto gioca sul filo dello stereotipo. Di qui la scelta della variazione sul tema, riproponendo i medesimi ingredienti (il figlio tifoso della squadra nemica, la moglie agnostica, le peggiori partite e le peggiori sciagure di calciomercato) per ognuna delle tifoserie. L’autore mostra di avere chiaro che il tifoso si specchia nella propria squadra, ne assume pregi e difetti, e se già non l’ha scelta per similitudine caratteriale, finisce, invariabilmente, per somigliarle.

LA BENEAMATA
Essere interista, dopo 37 anni di scarse vittorie e cocenti delusioni, dovrebbe imporre un atteggiamento autoironico. A parziale consolazione, ce la si può prendere con i «poveri diavoli», e l’autore ricapitola le pagine nere della storia del Milan, a cominciare dall’indimenticabile «notte dei lampioni» (Marsiglia, 20 marzo 1991), prima di passare in rassegna i bidoni in rossonero, e i Presidenti dei peggiori fallimenti (Felice Colombo, quello delle scommesse, e Giussi Farina, quello della seconda caduta in B, così definita da Prisco: «il Milan è retrocesso due volte, la prima pagando, la seconda gratis)».

IL DIAVOLO
24 marzo 1986: Berlusconi diventa presidente, e comincia l’Era più vittoriosa della storia milanista. Anni dopo, il Cavaliere dirà al Papa: «Mi lasci dire che lei assomiglia al mio Milan».
Ma anche se sembra impossibile, i rossoneri non sono nati con Berlusconi, e il libretto dedica pagine all’attaccamento ai colori sociali, nella buona e nella cattiva sorte: erano quasi sessantamila, nel novembre 1983, a vedere Milan-Cavese 1-2, in Serie B. Fra le citazioni raccolte, ce n’è una di Galliani: «Il Milan del futuro dovrà ricordare l’organizzazione di società come Warner Bros e Walt Disney».

IL GRIFONE
Chi sceglie il Genoa, forse soffre di un complesso di superiorità: «il vero genoano va fiero, soprattutto, di aver partecipato ai momenti più bui della storia rossoblu». Genoani si nasce, perché se un bambino arriva all’età della ragione, finirà per scegliere diversamente. A motivare tanta, incrollabile dedizione, è la fantomatica attesa della «stella», il decimo scudetto, antichissima, vagheggiata Terra Promessa. I grandi eventi sono vividi quanto remoti (il gol di Pruzzo che mandò in B la Sampdoria, quella volta all’Anfield Road di Liverpool). Destino del genoano è restare fedele a un grande amore «così poco ricambiato».

 

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Da Liberazione dell'8 maggio 2003

Due divertenti manualetti dei Fratelli Frilli:
“Quelli che la beneamata” e “Quelli che il diavolo”

“Bauscia” contro “cacciaviti”:
non solo derby sotto il duomo

di Davide Varì

"Bauscia” contro “cacciaviti”, Mazzola contro Rivera, nerazzurri contro rossoneri; insomma, per chi di calcio sa poco o nulla, stiamo parlando di Milan e Internazionale. Sono due divertissement, “Quelli che la beneamata” e “Quelli che il diavolo” – Fratelli Frilli Editori, 2003, euro 6,50 pagg. 96 - due pamphlet, che in poche pagine riassumono glorie e sfortune di due club calcistici tra i più noti ed amati del calcio nostrano. Manualetti capaci di delineare e raffigurare con fedeltà l’universo del tifoso, per così dire, “simpatizzante”. Una categoria sociale quella del “simpatizzante”, troppo intellettuale per confondersi con l’ultrà, ma sotto sotto, altrettanto appassionato e partigiano. Il simpatizzante, infatti, non è il “militante”. Non va in trasferta, non prepara gli striscioni ed i cori per la domenica, non organizza le contestazioni; né scende in strada se la squadra vince lo scudetto. È un tifoso discreto, sa bene quali sono le priorità della vita e sa dare il giusto peso alle sconfitte ed alle delusioni che arrivano dalla propria squadra del cuore. Eppure, di tanto in tanto, la fede calcistica gli esplode in tutta la sua virulenza. Generalmente accade quando un proprio congiunto, magari il figlio, tradisce la fede paterna. «Sandrino era il tuo primo figlio. Desiderato. Fortissimamente voluto. Gli avevi fatto incorniciare l’autografo di Mazzola, la foto della squadra dell’ultimo scudetto, e la raccolta dei tuoi abbonamenti dal ’63 ad oggi. Tutto, gli avevi dato tutto…E poi: l’orrore». Insomma, per farla breve, il Sandrino, allevato secondo i buoni e sani princìpi interisti, diventa un milanista. Brutti colpi che la vita non risparmia.
La seconda parte dei due libri è dedicata all’altra metà di Milano, ai cugini avversari; alle loro bufale di mercato ed alle loro sconfitte memorabili. Solo un milanista può ricordare, con tanta dovizia di particolari, la celebre Lazio-Inter del 2002, la Caporetto nerazzurra; giornata memorabile per Milano: «Inter 69 punti, Juve 68, Roma 67. Simeone e Simone Inzaghi siglano il 4-2 per la Lazio». E solo un interista, d’altra parte, può ricordare la notte del 20 marzo 1991, quando il Milan perse la Coppa dei Campioni contro l’Olimpique Marsiglia o i 5 gol subìti, sempre dai rossoneri, contro il Verona nel lontano 1973.
Degustate le sconfitte famose, si passa ad assaporare le bufale di mercato. Per il Milan: Luther Blisset che «solo, davanti alla porta completamente spalancata, riusciva sistematicamente a colpire il palo». Per l’Inter: Darko Pancev «di cui, tra i ricordi più cari, conserviamo un colpo di testa “a botta sicura” con la porta completamente spalancata. Il pallone finì sopra la traversa». Degno di nota il capitolo dedicato ai due presidenti. Da un lato la discesa in campo del cavalier Silvio Berlusconi, più simile ad una rivelazione che ad una presidenza di club, e dall’altro i miliardi buttati da Massimo Moratti.
 

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Da La Gazzetta dello Sport del 10 aprile 2003

Scritti per sport


C’è sempre un colpevole, un infetto, un contagiato, un portatore sano di tifo. E da quel momento la vita non è più la stessa. Sotto sotto, in fondo in fondo, un neurone della nostra anima è occupato, invaso, in balia di una squadra di calcio: oggi vincere o perdere, al massimo pareggiare, è forse la cosa che conta di meno, perché c’è di peggio, tipo la sopravvivenza della società, il trasloco dello stadio, il cambio della maglia, il mercato (leggi: cessioni) sempre aperto. Poi finisce che di solito gli juventini si beccano scudetti e critiche, gli altri si leccano le ferite e le figurine Panini. Tutto questo per introdurre la collana “Ultimo stadio”, che ha già dato vita a “Quelli che il Grifone” ( il Genoa non poteva che essere il primo della lista), “Quelli che il Baciccia” (la Sampdoria non poteva che venirgli dietro) e “Quelli che il Giglio” (sulla Fiorentina). Ora tocca agli interisti con “Quelli che la Beneamata” e ai milanisti con “Quelli che il Diavolo”. Storia, personaggi, partite, curiosità, aneddoti, citazioni. Non ci resta che ridere.


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