Costruiamo un mondo diverso
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Tempi di fraternità
Costruiamo un mondo diverso
di Minny Cavallone

 

Adista
Costruiamo un mondo diverso
 

 

 


 

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Da Tempi di fraternità di aprile 2002

 

Costruiamo un mondo diverso

 

di Minny Cavallone

Allora io vidi un nuovo cielo e una nuova terra
(Apocalisse 21,1)

Dei Fratelli Frilli Editori avevamo molto apprezzato Le Quattro giornate di Genova e Obbligo di referto, che documentano la violenza della repressione in quelle memorabili giornate. Sul tema segnaliamo anche il recente libro di Lorenzo Guadagnucci, Noi della Diaz, edito da AltrEconomia, Berti Editore, Milano, pp. 79, € 8,00.
L'opposizione al vertice dei G8 però non significava e non significa solo protesta, ma anche proposta; non solo rifiuto, ma anche ricerca di alternative possibili all'attuale assetto economico e politico-sociale del mondo. Da qui l'utile idea di raccogliere in un libro gli interventi dei relatori che hanno animato un ciclo di incontri organizzato dalla Rete ControG8 dall'ottobre 2001 fino all'ottobre 2001. I relatori sono persone competenti ed impegnate sul pinao etico e civile; ci pare però opportuno citarli tutti, affiancando al loro nome il tema trattato.
Padre Zanotelli, La globalizzazione vista dalle periferie del mondo; i sindacalisti Italia e Patrignani, Effetti sul lavoro e sul sindacato delle dinamiche della globalizzazione; Casatgnola e Carla Ravaioli, Responsabilità delle organizzazioni economiche mondiali nella povertà del sud del mondo. Esclusione e rischio ambientale; Giulio Girardi, Globalizzazione neoliberista, resistenza e alternative; Molinari, La politica dell'acqua nel gorgo del business, mercificazione di questa risorsa da parte delle multinazionali; Tamino e Ricoveri, Biodiversità e biopirateria: la corsa al profitto distrugge la complessità del vivente; Don Ciotti e Caselli, Mafie internazionali, globalizzazione della criminalità; Rocca (segretario dell'Unione scienziati per il disarmo), Nato: strumento di sicurezza o di potere globale?
Come si vede, il quadro è ampio ed articolato, i materiali da costruzione offerti sono molti, occorre divulgarli ed utilizzarli non solo a livello individuale e di gruppi, ma in vasti movimenti collegati tra loro, come si è cominciato a fare a Porto Alegre e come si spera si continuerà a fare nei Social Forum locali, nazionali ed internazionali.
La ricchezza degli intervanti non può essere riassunta nel breve spazio di una recensione, in cui è necessario scegliere alcuni spunti, che appaiono più significativi. Della relazione di Carla Ravaioli ci sembra preziosa la capacità di sintesi. Nell'intervento di Castagnola sono rilevanti la chiara spiegazione dei meccanismi perversi della finalizzazione dell'economia ed il richiamo all'urgenza del cambiamento. Nel Fondo Monetario Internazionale, quando i tassi di cambio erano fissi e i governatori li stabilivano ogni tre mesi, gli scambi godevano di una certa stabilità; con l'eliminazione dei tassi fissi è nata l'economia finanziaria, "fatta di compravendita di titoli non per acquistare materie prime, ma per guadagnare o perdere sul valore che avrà quella materia prima sei mesi dopo... Tutte le operazioni sono delle scommesse..." da cui dipendono la vita di migliaia di persone in interi stati! "ATTAC in Francia ha prodotto un libretto di trenta pagine con una lista di obiettivi praticabili, tratti da documenti condivisi da gruppi francesi e del terzo mondo, ma quale movimento lo perseguirà? Costruirlo è un lavoro da fare in tempi stretti, non abbiamo tempo di autoeducarci con calma a diventare consumatori critici perché la gente sta morendo su queste cose. Noi per primi, perché a forza di bistecche ci stanno ammazzando". Parole forti ma, a mio parere, condivisibili.
Anche Giraldi affronta il tema delle alternative possibili e dei soggetti del cambiamento, descrivendo l'atteggiamento mentale fatalista e le sue motivazioni e la solitudine delle minoranze consapevoli. Tuttavia egli ritiene possibile rifondare la speranza superando la crisi dell'ottimismo storico, se si sarà capaci di guardare le cose dal punto di vista degli oppressi e di farsi promotori di un processo di ricerca popolare partecipativa del tipo di ciò che avviene nel movimento zapatista.
Spiacenti di non poter illustrare i numerosi spunti di riflessione contenuti nelle altre relazioni, lasciamo ai lettori il piacere di scoprirli.

 

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Da Adista - numero 16 - 25 febbraio 2002

 

Costruiamo un mondo diverso

 

RETE CONTRO G8 (a cura di), Costruiamo un mondo diverso. Materiali per alternative alla globalizzazione neoliberista, Fratelli Frilli Editori, Genova 2002, € 12,50.

 
Il numero delle voci che lavorano per costruire un mondo diverso sta crescendo e con esse la qualità dei progetti. La genovese Rete Contro G8 per la globalizzazione dei diritti ha raccolto in questo volume voci e proposte significative che permettono di allargare e approfondire il lavoro collettivo. Si tratta di contributi che spaziano dall’ottobre 2000 all’ottobre 2001 e dimostrano la vitalità di chi propone iniziative alternative. Apre Alex Zanotelli (La globalizzazione vista dalle periferie del mondo) che, dalla constatazione che per i poveri non sembra esserci possibilità di progresso, approda a una visione che disegna e chiede un cambiamento di stile di vita, che contesti i grandi poteri e sostenga le iniziative alternative. Chiude Mario Rocca, segretario genovese dell’Unione scienziati per il disarmo, che in un intervento sulla NATO traccia un quadro preciso quanto allarmante degli sviluppi del rapporto tra Paesi e organismi militari, soprattutto dopo gli attentati alle torri gemelle di New York. Gli altri interventi sono di sindacalisti CISL (Gianni Italia e Franco Patrignani) sugli effetti della globalizzazione sul lavoro e sul sindacato, vista la difficoltà di una risposta sindacale transnazionale che riveda le relazioni tra Stato, mercato e società civile; di economisti (Alberto Castagnola) e ambientalisti (Carla Ravaioli) sulla ricerca delle responsabilità della povertà del Sud del mondo da trovare nei rapporti tra organismi non democraticamente eletti, come Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale e Onu, per giungere all’elaborazione di modelli di sviluppo alternativi. Sul piano filosofico e teologico Giulio Girardi in "Globalizzazione neoliberista, resistenza e alternative" mette a fuoco il tema centrale: il punto di vista degli oppressi e delle oppresse può diventare la bussola della ricerca? La risposta è articolata, ma ottimista, essa "libera" tante domande nuove, che possono orientare la prassi politica contro i tentativi di soffocamento del pensiero neoliberista. Altri temi sono quelli della strategia nell’uso dell’acqua, trattato da Emilio Molinari, che denuncia il tentativo di privatizzazione di questo bene essenziale; quello della biodiversità e della biopirateria trattato da Gianni Tamino e Giovanna Ricoveri; e quello delle mafie internazionali e della globalizzazione della criminalità trattato da Don Ciotti e da Giancarlo Caselli. 

 

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