Nero italiano
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Progetto Babele
Nero italiano
di Claudio Palmieri

Alto Adige
Le proposte noir targate Frilli
di Maurizio Di Giangiacomo

Puglia
Nero italiano
di Felice Laudadio

 

 


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Da Progetto Babele - numero 8, gennaio 2004

Nero italiano
 

di Claudio Palmieri

Un’ipotesi inquietante: cosa sarebbe successo se l’Italia non avesse combattuto la Seconda Guerra Mondiale e il fascismo fosse sopravvissuto fino agli anni ’70? Un paese fermo a trent’anni prima, ma pieno di fermenti politici aperti e sotterranei si confronta con un futuro incerto: radicalismo di destra o democrazia “addomesticata”? E la televisione di Stato non mancherà di svolgere il suo ruolo.
Pensate all'Italia fascista, però non cercate l'immagine nei ricordi delle vostre letture di storia, ma pensate ad un'Italia diversa, che non è entrata al fianco della Germania nazista nel Secondo Conflitto Mondiale, ma che, al pari della vicina Svizzera, ha evitato quella guerra giocando la carta della neutralità. Benito Mussolini non è stato ucciso a colpi di arma da fuoco, ma è morto per un'attacco cardiaco il 25 Aprile 1944 e il suo posto da condottiero del regime fascista è stato preso dal genero Galeazzo Ciano. Al momento in cui vi parlo, ci troviamo nel 1976 e la dittatura fascista, a 54 anni dal suo avvento, è affannata e agonizzante. L'Italia è un paese soggetto ad un austerity permanente a causa delle ristrettezze energetiche indotte dal ferreo isolamento politico-economico che lo schiaccia tra le potenze occidentali ed il blocco Sovietico. Neanche i possedimenti coloniali sono in grado di lenire questa condizione cronica, essendo essi, per il nostro Paese, fonte di problemi più che di risorse. Difatti, il liso impero coloniale italiano è scosso da sanguinose rivolte che costringono il governo centrale a dislocare annualmente decine di migliaia di militari italiani per garantire l'ordine nelle terre di confine.
Vi prego, non prendetemi per pazzo, non sono fuori di me; vi sto solo anticipando come Giampietro Stocco, nel suo romanzo "Nero Italiano" edito dalla Fratelli Frilli Editori (2003, prezzo 8,50 Euro), si immagina sarebbe andata la nostra storia se l'Italia non fosse entrata al fianco dei Nazisti nella Seconda Guerra Mondiale. Le vicende narrate nel romanzo di Stocco si svolgono a cavallo tra il 1976 ed il 1977 in un'Italia fascista guidata da un oramai vecchio e stanco Galeazzo Ciano a cui il ruolo e la carica di Duce pesano più che mai. E proprio una svolta politica che lo tiri fuori da questa oramai obsoleta e scomoda posizione di potere quella a cui sta pensando il vecchio Ciano quando appoggia la strategia proposta da un giovane politico deciso ed intraprendente, Maria De Carli.
La De Carli, una volta nominata ministro degli esteri, attua un avvicinamento strategico-economico all'Unione Sovietica guidata da Breznev e, sul fronte interno, spinge per ottenere un'apertura del regime al confronto con le altre forze politiche. Grazie alle importazioni dall'Unione Sovietica le ristrettezze energetiche terminano e, seguendo il programma proposto dalla De Carli, l'Italia sembra muoversi verso libere elezioni. Anche il sostegno del Re Umberto II di Savoia non si fa attendere, tanto che il Re d'Italia investe la De Carli della carica di Presidente del Consiglio dei Ministri di un Governo in cui, finalmente, rientrano alcuni dei partiti banditi dal regime fascista. Il meccanismo dell'uscita dal regime totalitario sembra oramai avviato, gli Italiani intravedono la fine di un regime durato troppo a lungo e guardano apparire all'orizzonte il ritorno delle libertà che 54 anni di dittatura avevano loro negato. Tutto sembra andare per il meglio, ma anche in questa Italia alternativa, in questo nostro Paese che in un'altra dimensione spazio-temporale ha avuto un'evoluzione storica diversa, la politica non e' limpida e i suoi giochi sono meno che mai lineari. Giampietro Stocco, attingendo dalla nostra storia, imbastisce una trama fanta-politica intrigante, piena di azione e suspance, degna dei thriller che ci arrivano da oltreoceano. Dopo una partenza lenta, che deve la sua pesantezza al carattere eccessivamente descrittivo della narrazione, il suo romanzo si sviluppa ed accelera conducendoci attraverso un travolgente dipanarsi di vicende ed avvenimenti, punteggiati da numerosi colpi di scena. Lo stile della scrittura ha un taglio giornalistico, coerente con il background dell'autore che è giornalista della Rai attualmente attivo nel TG regionale della Liguria. La prosa è diretta, senza fronzoli, adatta ad un romanzo di azione. La struttura della storia si avvale di una buona integrazione tra le vicende fantastiche create dalla mente dell'autore e alcune verità storiche. Così anche in questa Italia fantastica troviamo il movimento studentesco, i movimenti di estrema sinistra, le bande armate e poi personaggi quali Papa Paolo VI e altri ispirati a politici realmente esistiti. Tra l'altro, Giampietro Stocco ha ambientato il suo romanzo a Roma. Il lettore si troverà così a muoversi tra Città Universitaria, Stazione Termini e Piazza Venezia, seguendo i cortei studenteschi, o a nascondersi nelle stradine secondarie che si dipartono da via del Corso per sfuggire a pericolose situazioni di guerriglia urbana. Per alcuni episodi, la
narrazione, così strettamente legata ai luoghi della capitale, si rivela particolarmente efficace per chi ha dimestichezza con quella città. I personaggi, dal protagonista, il giornalista televisivo Marco Diletti, passando al politico Maria De Carli, fino ad arrivare a Galeazzo Ciano, sono delineati con tratto sicuro e caratterizzati con uno spessore psicologico adatto ad un romanzo d'azione. Alcune vicende sono al limite del credibile, ma risultano accettabili nel complesso della visione fanta-politica del romanzo. Il finale è aperto a diverse considerazioni e questa è una buona cosa.
Concludo con un appunto che va fatto alla casa editrice Fratelli Frilli: non ho infatti digerito la scelta tipografica che vede la mancanza dell' "a capo" quando, nel discorso diretto, la parola passa da un interlocutore ad un altro e quando, nella narrazione, si presenta un cambiamento di scena. Questa scelta, forse legata allo scopo di limitare il numero di pagine complessivo del libro, all'inizio induce il lettore in confusione e, nel seguito, una volta che egli abbia preso confidenza con questa scelta stilistica, lo affatica in maniera ingiustificata. Una pecca auspicabilmente eliminabile in una seconda edizione.
 

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Da Alto Adige del 20 luglio 2003

Libri e idee
Le proposte noir targate Frilli

 

di Maurizio Di Giangiacomo

Due proposte noir e un po' alternative, per l'estate, arrivano dalla sempre alternativa Fratelli Frilli.
Nel primo romanzo, ambientato in una Genova invernale eccezionalmente mite, il maresciallo dei Carabinieri Sebastiano Vitale cerca di cavare dai guai un amico di famiglia incredibilmente accusato di molestie sessuali nei confronti di una bambina. Si improvvisa solitario investigatore e con il suo eccezionale fiuto viene fra l'altro a scoprire ramificati traffici di stupefacenti che si nascondono dietro a personaggi ambigui che millantano altisonanti quanto fasulli titoli diplomatici. Aggirandosi fra i vicoli del centro storico che si estendono talvolta come labirinti, Vitale riesce inoltre a scoprire l'assassino di una ragazza «acqua e sapone» che è solita portare a passeggio i quadrupedi ospitati al canile municipale. Nella vicenda fanno capolino disincantati commissari di polizia e disinvolte presentatrici di televisioni private. Su trame e personaggi incombe una città in certi momenti sconcertante, ma allo stesso tempo capace di avvincere con il suo fascino un po' misterioso. La ragazza con il cane al guinzaglio è il sesto romanzo di Antonio Caron che vede protagonista il maresciallo Vitale e sua moglie: una donna più giovane di lui, con un caratterino che mal si presta all'immagine di paziente consorte che attende, facendo la calza, un marito che non sai mai quando rientra o se ne va.
 
Nero Italiano è invece un noir fantapolitico costruito attorno ad un'ipotesi inquietante: cosa sarebbe successo se l'Italia non avesse combattuto la Seconda Guerra Mondiale e il fascismo fosse sopravvissuto fino agli anni '70? Nel romanzo, Marco Diletti, trentenne giornalista televisivo, vive la propria scalata professionale insieme a quella di Maria De Carli, astro nascente del regime fascista, tenuto insieme con difficoltà dall'ormai settantenne successore di Mussolini, Galeazzo Ciano. L'Italia fascista del 1975 conduce una difficile esistenza in un mondo in cui le dittature di destra sono sempre più sparute e isolate. È necessaria una svolta politica, ma chi saprà imprimerla al Paese? I radicali del regime, nostalgici del pugno di ferro? I partiti politici borghesi, prima messi fuori legge e ora decisi a riprendersi il maltolto? I comunisti, forti del loro radicamento tra gli operai? Il re Umberto II di Savoia, diviso fra tradizione e riforme? Oppure il nascente Movimento Studentesco, incerto fra proposta politica e violenza? I protagonisti di un dramma imminente si rincorrono e si intrecciano, ascese e cadute si svolgono sotto l'occhio della telecamera, fino a una spettacolare conclusione.
Nero Italiano è il primo romanzo di Giampietro Stocco, giornalista della Tgr Rai per la Liguria.
 

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Da Puglia del 19 giugno 2003

Due nuove opere prime
"Nero italiano" e "Congiura azzurra"
due nuovi tascabili dai Fratelli Frilli

 

di Felice Laudadio

Due tascabili, due colori, due esordi. Sono le opere prime di un giornalista quarantenne e di un giovane sociologo ed hanno entrambe fantasia da vendere. Mettiamo, per partire dal romanzo fantapolitico, che l’Italia non abbia fatto la guerra e che il fascismo non sia caduto. Caliamo in un immaginario 1975, nel quale il Milite Ignoto è stato sfrattato dal Vittoriano, per far posto alla tomba del Duce. L’anziano Galeazzo Ciano regge un regime in estinzione, in un’Italia stancamente monarchica mentre l’Europa sta cancellando le dittature di destra. Combinando le vicende vere degli anni Settanta (movimento studentesco compreso) agli intrecci creati dal presupposto della continuità fascista viene fuori il quadro più fosco che drammatico di una storia italiana ’impossibile’, ma tutta da leggere. A sua volta, la congiura turchina del genovese Stasi è in realtà un romanzo noir, tanto per restare in tema di tinte. In azione un arrivista pentito, ben addentro ai meccanismi di un partito di potere. Resta fantapolitica, con tonalità che virano verso il grigio degli affari loschi e il rosso sangue degli omicidi, per il nodo scellerato stretto tra amministrazione ed affari. In pratica, tra cosa pubblica e Cosa Nostra, tanto per fare una battuta cattiva.
 


 

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