Le famiglie nobili genovesi
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La Padania
Tutti gli uomini della Superba
di Alberto Lombardo
 

Il Secolo XIX
La Genova araldica
di Lucia Compagnino
 

 

 

 


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Da La Padania del 26 agosto 2003

Riproposto un saggio del 1924 sull'araldica genovese
Tutti gli uomini della Superba
 

di Alberto Lombardo

Grazie all’impulso e alla supervisione della professoressa Gabriella Airaldi, docente di Storia Medievale presso l’Università di Genova, le Edizioni Fratelli Frilli hanno avviato un interessante progetto di ricerca, rivalutazione e diffusione di antichi volumi sulla Liguria e le sue specificità tradizionali: testi autorevoli e di interesse, ma per lo più di difficile reperibilità, fatta eccezione per alcune grandi biblioteche o collezioni private. Così, tra le opere in cantiere vi sono l’edizione del 1863 della famosa Cuciniera genovese di G.B. e G. Ratto e il terzo volume degli Annali di Caffaro. Non mancheranno inoltre saggi di materia storica appositamente commissionati a studiosi e specialisti, che verteranno, tra l’altro, sulla Genova medievale al tempo delle Crociate, sulla vita dei genovesi e sulla genesi storica delle cittadine del Tigullio. Tutti temi che in realtà non si limitano a un interesse strettamente localistico, ma che aiutano a raffigurare un complesso storico più ampio, rivestendo un’importanza anche sotto il profilo del rinnovato interesse nei confronti delle radici e delle origini storiche dell’attuale Liguria.
Ad aprire questa significativa e lodevole iniziativa (la sezione Liguria della Collana Storica) è un volume dell’inizio del secolo appena trascorso, Le famiglie nobili genovesi di Angelo Scorza, di cui è stata da poco ristampata l’edizione del 1924. Si tratta di un libro che cataloga, in oltre duecento pagine di testo, le principali famiglie che hanno segnato la storia del capoluogo ligure, accennando sinteticamente alla loro origine, ai principali esponenti e alle specificità araldiche. Attraverso questo lungo elenco di nomi e personaggi ci si addentra in diversi secoli di storia della Liguria, imbattendosi e soffermandosi particolarmente sulle famiglie che esercitarono maggior influenza sulla politica della Repubblica di Genova (per esempio: Doria, Fieschi, Brignole, Grimaldi, Malaspina, Pallavicino, Spinola, Passano).
Nelle pagine introduttive la prof. Airaldi illustra il quadro dei rapporti familiari nella Genova tardomedievale, con particolare riferimento ai complessi equilibrî di potere di tipo clientelare che ne contraddistinsero la vita politica per diversi secoli. Emerge così l’immagine nitida di una società comunale nella quale i nuclei familiari rivestono un enorme potere, come dei veri e propri centri lobbystici ante litteram. Curiose e significative, in questo quadro, le vicende legate alla nascita e declino di molti cognomi, spesso connesse a fatti contingenti o, ancor più frequentemente, a calcoli di convenienza economica e/o politica.
Si legge nell’Introduzione: «È il cognome il vero “blasone” di una storia genovese che, pur avendo fatto precocemente del denaro una chiave di volta della sua storia, ha serbato fede costante a una fiera arcaicità di modelli, mantenendo saldamente legata alla famiglia l’organizzazione istituzionale in tutti i tempi». Quest’attitudine conservatrice, spiega poco oltre la Airaldi, si riverbera altresì nell’esistenza del blasone, che tradisce «il desiderio e la volontà di richiamarsi a quei valori cavallereschi e guerrieri, che sono fondamento dell’identità nobiliare europea». Fortemente mediterranea ma al tempo stesso legata al continente, l’antica Genova nobiliare non fu soltanto una città a vocazione mercantile, dunque, ma il crocevia di aspirazioni, ideali e vocazioni tipicamente e autenticamente europei.
 

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Da Il Secolo XIX del 10 agosto 2003

La ristampa integrale di un libro del ’24
che era diventato praticamente introvabile

La Genova araldica
Dinastie nobili: curiosità, storie e leggende
 

di Lucia Compagnino

Che Genova sia sempre stata nel corso della sua lunga storia una città di famiglie (e in parte lo sia ancora oggi con tutto ciò che ne consegue, anche in negativo) è un fatto che renderà particolarmente gradito il repechage che la Fratelli Frilli Editori ha appena mandato in libreria: il libro "Le famiglie nobili genovesi" di Angelo M. G. Scorza.
Il volume, pubblicato nel 1924 è oggi ristampato integralmente con la prefazione di Gabriella Airaldi (pag. 230, euro 16,50), una delle prime indagini sull’araldica cittadina da tempo praticamente introvabile.
Dall’età della prima Crociata - vinta grazie al prode genovese Guglielmo Embriaco, il conquistatore di Cesarea e Gerusalemme che porta segretamente in città il Santo Graal, cercato a lungo senza successo dai Cavalieri della Tavola Rotonda come dal moderno Indiana Jones - ha inizio la storia più gloriosa di Genova, che conoscerà il suo culmine nel Siglo de Oro, e ha inizio anche l’epopea dei cognomi nobiliari.
I quali si ispirano spesso al luogo di provenienza della famiglia in questione, come accade ai Portofino, i Serravalle, i Recco o i Torriglia, oppure vantano poetiche leggende come quella dei Grillo, discendenti del capitano Uberto che per primo salì sulle mura di Costantinopoli sotto assedio, tanto che l’Imperatore Niceforo disse "Vedete voi quel grillo, con quanta celerità sale sui muri?".
O quella dei Doria, una delle quattro famiglie più potenti della città insieme ai Fieschi, agli Spinola e ai Grimaldi, che rintracciano il loro capostipite in Arduino, Visconte di Narbona, che verso il 1050, passando da Genova per andare crociato a Gerusalemme, cadde malato e fu ospitato e curato dalla famiglia De Volta, dove si innamorò di una delle figlie, Oria, i cui discendenti furono quindi detti d’Oria e poi Doria.
«Una leggenda fiabesca ma storicamente attendibile -, commenta Gabriella Airaldi, docente di Storia Medievale all’Università di Genova, - per via degli stretti rapporti fra Genova e tutta la zona della Provenza e della Linguadoca, e anche per l’uso del matronimico, piuttosto frequente».
E un surplus di prestigio per una delle casate che meglio riescono a coniugare pubblico e privato, dando alla città condottieri e ammiragli, dogi e cardinali, principi e senatori. La cui importanza è testimoniata ancora oggi dal fastoso Palazzo del Principe, abitato dai discendenti della famiglia che vi si sono recentemente trasferiti da Roma restaurandolo e aprendolo al pubblico, come dalla suggestiva piazzetta medioevale di San Matteo, dove si affacciano la chiesa e i palazzi di famiglia, tutti a strisce bianche e nere di marmo di Carrara e pietra di Promontorio, privilegio concesso solo ai grandi della Superba.
Questo volume sulle famiglie nobili genovesi inaugura la nuova collana "Liguria Storica" dei Fratelli Frilli, «dedicata alla rivalutazione di antichi testi sulle tradizioni locali - aggiunge Gabriella Airaldi che è anche curatrice dell’intera serie - ma anche ad opere nuove. Una collana che aspira a rintracciare i fondamenti della nostra civiltà e del nostro modo di vivere. A partire dalla famiglia, che prima che luogo degli affetti era centro di potere, trasmissione di proprietà e di privilegi».
 


 

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