Nord e Sud uniti nella lotta
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Lettera
Graffiti operai
di David Frati

Gazzetta di Parma
L'operaio di Guerrazzi
di Lorella Castelliti

Alto Adige
Il gran ritorno di Guerrazzi
di Mauro Di Giangiacomo

Liberazione
Una nave di operai poco ortodossi
di Tonino Bucci

Il Secolo XIX
Guerrazzi, ristampato lo "scandaloso" Nord e Sud
di Lucia Compagnino

Il Lavoro
Quella lotta "scandalosa" unisce ancora

di Massimo Calandri

Il Lavoro
Guerrazzi, una voce fuori dal coro


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Da Lettera del 7 luglio 2003

Nord e Sud uniti nella lotta
Graffiti operai


di David Fati

Ottobre 1972. Mille metalmeccanici viaggiano in nave da Genova a Reggio Calabria per partecipare ad una grande manifestazione. Discussioni politiche, beghe sindacali, casi umani, solitudine, sesso, rabbia e ricordi fanno da sfondo al viaggio del protagonista Paolo, emigrato proprio dalla Calabria alla Liguria tanti anni prima per cercare lavoro.

"Ma tuo nonno quanti anni ha?"
"Ottantacinque, è stato antifascista. Ma che ti credi che solo Pajetta è stato antifascista?"

Sono passati quasi trent'anni dalla prima edizione di questo romanzo, che la Fratelli Frilli meritoriamente restituisce all'attenzione dei lettori italiani, e ancora non si è spenta l'eco dei cosiddetti "fatti di Reggio Calabria", che ne costituiscono la premessa storica.
Brevemente: in seguito alla decisione del governo italiano di scegliere altre città calabresi più "sponsorizzate" da influenti parlamentari locali come capoluogo e sede di Università e industrie, il 13 luglio 1970 la popolazione di Reggio Calabria, sotto la guida di democristiani e missini, al grido di "Boia chi molla!" insorge. Barricate, morti, comizi, cortei per mesi e mesi. Nell'ottobre del 1970 Lotta Continua ed altri gruppi di sinistra extraparlamentare, contro il parere del PCI, aderiscono alla rivolta, pur se da posizioni politiche opposte ("(...) Chi non sta sulle barricate non ha diritto di parlare nel Mezzogiorno", ebbe a dichiarare in merito Adriano Sofri, leader di LC). CGIL e UIL restano decisamente contrarie per tutta la durata della crisi. Reggio diventa il teatro di forti contrasti, un vero laboratorio di militanza politica estrema: la destra cavalca la tigre con demagogica determinazione e la sinistra di massa tenta di riappropriarsi simbolicamente della città con una grande manifestazione indetta dai sindacati che vede affluire in riva allo Stretto da tutta Italia e con qualsiasi mezzo (nonostante ripetuti attentati ed atti di boicottaggio) centinaia di migliaia di persone nell'ottobre del 1972.
Anche una nave carica di metalmeccanici e sindacalisti salpa da Genova e fa rotta verso Sud. Il romanzo di Guerrazzi è ambientato a bordo di questa nave, dove l'operaio di origini calabresi Paolo affronta cervellotiche discussioni politiche, scontri ideologici, è consumato come i suoi compagni da passioni sessuali quasi sempre frustrate e rivive in flashback una serie di esperienze traumatiche del suo passato. Come il Coro di una tragedia greca, a commentare e sintetizzare il tutto intervengono di tanto in tanto le scritte lasciate nei gabinetti della nave (rigorosamente vere, come precisato dall'autore), una vera summa poetica del popolo operaio, con tutte le sue contraddizioni, la sua debolezza e la sua
forza.


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Da La Gazzetta di Parma del 30 giugno 2003

EDITORIA - Presentato il romanzo
che continua a far discutere
 

L'operaio di Guerrazzi


di Lorella Castelliti

Sotto sequestro per due anni. Poi il successo. Centocinquantamila le copie vendute nel '77. A distanza di quasi venti anni dalla prima uscita del libro che ha provocato innumerevoli polemiche, ma anche grandi entusiasmi, la casa editrice Frilli è pronta a scommettere nuovamente su «Nord e sud uniti nella lotta», il libro scritto negli anni '70 da Vincenzo Guerrazzi all'epoca in cui vestiva i panni di operaio all'Ansaldo di Genova. «Trenta anni di storia raccontati in trenta ore di viaggio - spiega l'autore. - Centomila persone partono da Genova per partecipare ad una manifestazione organizzata a Reggio Calabria. La nave su cui si imbarcano viene suddivisa come un inferno dantesco». Schierato contro il sindacato che vedeva l'operaio «come un blocco monolitico», Guerrazzi lo dipinge, invece, come un uomo qualunque, un borghese o un piccolo borghese che a tutto pensa tranne che alla rivoluzione.
L'operaio di Guerrazzi «ama le donne, la buona musica, i libri, il cinema». Se da un lato Angelo Guglielmini tesse le lodi di «Nord e sud uniti nella lotta», definendolo «opera letteraria» a tutti gli effetti, forti critiche arrivano non solo dalle pagine de L'Osservatore Romano ma anche da Il Manifesto. Spinazzola su L'Unità fa una bellissima recensione dal punto di vista letterario, ma non da quello politico. Il libro non è stato amato da Bertinotti, né da Curzi. Con sommo dispiacere dell'autore che continua a dichiararsi «uomo di sinistra». Il romanzo è stato presentato, nei giorni scorsi, alla libreria Fiaccadori dal critico letterario Giuseppe Marchetti. «Il titolo, forse, non dà appieno il significato dell'opera che, piena di sarcasmo, ironia, pietà, scuote le coscienze e ridiventa la storia di tutta una categoria di lavoratori».«Il bis di Guerrazzi - prosegue Marchetti - dal titolo "Gli intelligenti", è ancora più straordinario». Un altro scandalo: oggi il libro viene pubblicato da Stampa Alternativa, ma nel '78 fu rifiutato da Einaudi e Rusconi. «Nord e Sud uniti nella lotta» e «Gli intelligenti»: Marchetti consiglia di leggere «un capitolo dell'uno e un capitolo dell'altro libro per capire la tragicomicità della vita».


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Da Alto Adige del 5 maggio 2003

L'impegno della Fratelli Frilli Editori
Il gran ritorno di Guerrazzi

di Mauro Di Giangiacomo

Nord e Sud uniti nella lotta di Vincenzo Guerrazzi, già nelle classifiche dei libri più venduti, è l'ultima"impresa" della Fratelli Frilli Editori, casa genovese che si sta ritagliando uno spazio sempre più importante nell'area dell'impegno politico e sociale, con libri di chiara colorazione politica, ma anche con istant books molto interessanti sui temi d'attualità.
Nord e Sud uniti nella lotta (pagine 140, euro 12,00) è un romanzo di Vincenzo Guerrazzi che negli anni '70 provocò una breccia nelle certezze massimaliste della sinistra di allora. E subì anche il sequestro. Esaurito da tempo, la Fratelli Frilli lo ripropone oggi, convinta che il dibattito che allora generò non si sia ancora sopito. Il romanzo ha come scenario il lungo viaggio per nave compiuto nell'ottobre del 1972 da un migliaio di operai genovesi per partecipare alla grande manifestazione organizzata dai sindacati a Reggio Calabria come risposta alle provocazioni dei fascisti e dei boia chi molla. Ma al centro della storia ci sono i contrasti tutti interni al movimento operaio, quelli fra i dirigenti dei sindacati ed i lavoratori.


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Da Liberazione del 4 aprile 2003

In libreria la nuova edizione di "Nord e Sud
uniti nella lotta" di Vincenzo Guerrazzi

Una nave di operai poco ortodossi
I ricordi dell’autore- protagonista. Il viaggio in nave di un migliaio
di metalmeccanici genovesi per partecipare alla manifestazione
indetta dai sindacati in risposta ai «Boia chi molla» della rivolta
di Reggio Calabria del 1972. Una lettura lontana dalla retorica
 

di Tonino Bucci

Ci sono epoche nelle quali - più di altre - il tempo biografico degli individui è inseparabile da quello degli eventi storici, e la dimensione politica è indistinguibile dalla formazione personale. Sullo sfondo della preparazione della grande giornata di lotta nell’ottobre del 1972 indetta dai sindacati a Reggio Calabria per rispondere alle rivolte sediziose dei «Boia chi molla», esce in questi giorni una nuova edizione di un romanzo di rottura dei primi anni ’70 che ripercorre, a diversi livelli, il viaggio in nave di un migliaio di operai metalmeccanici genovesi verso la città calabrese per partecipare alla manifestazione. Non è solo il fatto che il libro venne sequestrato - unico caso tra le opere letterarie - il motivo d’interesse di Nord e Sud uniti nella lotta (Fratelli Frilli Editori, pp. 128, euro 12,00), ma la tensione raccontata dal suo autore-protagonista Vincenzo Guerrazzi, la critica agli stereotipi idealizzati del proletariato e un ritratto delle condizioni esistenziali degli operai, a volte con tonalità decisamente cupe.

L’esperienza del viaggio in nave, le sensazioni ch’esso suscita, vengono filtrate - nella descrizione che ne fa l’autore - attraverso le situazioni note della vita in fabbrica, unica chiave naturale di lettura degli eventi, per così dire. «La luna nel cielo - così Guerrazzi raffigura il clima notturno della partenza - pareva un’omeletta come quelle che ci preparava il gestore della mensa nello stabilimento». La tappa finale, la grande manifestazione di Reggio Calabria, è però raccontata solo obliquamente. È invece il tema del viaggiare la dimensione principale nel romanzo, l’esperienza nella quale il protagonista e autore vede riflessa la propria condizione di emigrato calabrese passato attraverso il trauma culturale del distacco e l’alienazione in fabbrica, per approdare infine alla militanza politica nella sinistra extraparlamentare. Sulla nave, teatro della vicenda narrata, Guerrazzi compie un viaggio a ritroso, di ritorno verso la sua terra d’origine.

Ed è un viaggio non privo di conflitti, nei quali i motivi politici si riflettono nei motivi personali, e viceversa. Il primo elemento di dissonanza è rappresentato dalla sistemazione all’interno della nave dei sindacalisti e degli operai: i primi ai piani alti, nel ponte superiore, i secondi in basso, nelle stive anguste dove dormono, discutono e litigano. In più tratti affiora una diffidenza, un sospetto, verso i sindacati, espresso talora anche sul piano linguistico: se i dirigenti sono etichettati come «i ricchi», le loro signore sono oggetto di scherno, «nonne e bisnonne dalla pelle rattrappita come quella delle scimmie» e «bruttone senza età».
Ma, sempre sul piano delle notazioni linguistiche, c’è un altro elemento d’interesse: lo scavo in profondità nel modo di comunicare e parlare degli operai, mutuato non da una lingua artificiale e calata dall’alto, ma aderente agli atteggiamenti concreti e quotidiani. Il libro fece forse, a suo tempo, storcere la bocca a più d’un critico letterario per la poco ortodossa scelta di Guerrazzi di far parlare gli operai attraverso le scritte nei cessi - scelta ritenuta irriverente verso il dovere di una comunicazione composta solo di citazioni dai classici.

Ma la chiave politica non rimane relegata alla divisione spaziale della nave; s’infiltra, anzi, nei rapporti rapporti personali, in primo luogo in quello tra il protagonista e l’amato-odiato Paolo, impegnati in accesi dibattiti. Quanto questo rapporto sia controverso è cosa che emerge fin dal primo ritratto dell’amico. «A questo punto bisogna dire qualche parola su Paolo. Paolo è stato educato in un collegio di Salesiani da dove è uscito a sedici anni per entrare nella vita di fabbrica. Ora ha quarant’anni e un’esperienza di fabbrica di quasi un quarto di secolo. Non ricorda più il Tantum Ergum perché la vita, così dice lui, nella fabbrica e nella realtà quotidiana è ben diversa di quella dei collegi. A diciotto anni è entrato a far parte del Partito di classe rinnegando il suo passato di chierico. Attivista del sindacato di classe, come lo chiama lui, è sempre in prima linea. Nelle lotte degli anni ’50, quando tra i vari sindacati c’erano “incomprensioni e lotte frontali”, Paolo si è sempre distinto per la sua “attività e consapevolezza”».

Il romanzo ruota attorno a una contrapposizione centrale, quella tra i quadri del Pci - schiacciati dall’autore al ruolo di militanti che fanno sacrificio della propria individualità per aderire a un’etica del lavoro e della politica - e i «gruppettari» della sinistra extraparlamentare che rivendicano il diritto a un godimento immediato dell’esistenza fisica. Il ritratto che emerge di questi lavoratori è lontano da certe immagini retoriche del proletariato come classe di individui completamente risolti nella missione universale. Più che incline all’enfasi, il romanzo di Guerrazzi è invece più propenso a non mistificare gli aspetti umani dell’operaio, persino a tratteggiare una vena di disperazione esistenziale che entra in conflitto con la costruzione di massa di sindacato e partito. È un grido contro l’agiografia che vuole l’operaio sempre e comunque contento del proprio lavoro. «L’operaio è solo con la sua tristezza, con la sua miseria e sofferenza. Io so che tutti lo strumentalizzano e soggiogano. Lui fa la rivoluzione, ma alla fine si trova attaccato alla macchina, solo più che mai».


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Da Il Secolo XIX del 27 marzo 2003

Il libro
Guerrazzi: ristampato
lo “scandaloso” «Nord e Sud»
 

di Lucia Compagnino

È appena tornato in libreria un romanzo-scandalo di trent’anni fa: “Nord e Sud uniti nella lotta” di Vincenzo Guerrazzi, pubblicato nel 1974 da Marsilio e sequestrato un anno dopo per oscenità, anche se più che le “espressioni pornografiche a livello postribolare” presenti nel libro furono le motivazioni politiche a decretarne la messa al bando.
Il racconto del lungo viaggio in nave compiuto nell’ottobre 1972 da mille metalmeccanici genovesi per partecipare alla grande manifestazione antifascista di Reggio Calabria si apre infatti con la pesante invettiva ripetuta più volte dal corteo all’indirizzo di Ciccio Franco, il leader dei “boia chi molla” locali. E a denunciare Guerrazzi presso il procuratore generale della Repubblica di Catanzaro Donato Bartolomei (che passò alla storia per aver censurato ben 15 film in sei mesi) fu guarda caso il marchese Cola Nunziante, di Gioia Tauro, candidato MSI.
Ma superata la querelle censoria ormai datata, il libro (che, vale la pena ricordarlo, fu lodato da critici del calibro di Carlo Bo, Walter Pedullà e Geno Pampaloni) oggi come allora si segnala soprattutto per il ritratto realistico ed edulcorato che dà della classe operaia genovese degli anni Settanta del Novecento.
Lo ha sottolineato lunedì scorso Marta Vincenzi, durante l’affollata presentazione del romanzo alla libreria Feltrinelli di via XX Settembre, cui hanno partecipato l’autore, il suo nuovo editore Carlo Frilli della Fratelli Frilli e Giordano Bruschi di Rifondazione Comunista, che di quel viaggio per mare fu uno dei principali promotori.
Operaio dell’Ansaldo per 18 anni, scrittore, pittore e collaboratore del Decimonono, Vincenzo Guerrazzi descriveva una realtà poco frequentata dalla letteratura, il mondo di sfruttamento e di speranze dei suoi compagni di lavoro che non si nutrivano solo degli slogan della lotta di classe ma aspiravano “come ogni altro ad ascoltare buona musica, gustare i piaceri della tavola, amare belle donne”.


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Da Il Lavoro - Repubblica del 25 marzo 2003

Il libro
Quella lotta "scandalosa"
unisce ancora trent'anni dopo

di Massimo Calandri

Trent’anni dopo, ancora uniti nella lotta: Carlo Frilli, coraggioso e lungimirante editore genovese, ha scelto di riproporre un grande romanzo degli anni Settanta – “Nord e Sud uniti nella lotta”, di Vincenzo Guerrazzi – perché, come lui stesso ha spiegato ieri durante la presentazione presso la Libreria Feltrinelli, «Si tratta di una storia quanto mai attuale nell’odierno dibattito della sinistra, l’anticipazione di molti temi di oggi». Fu un libro-scandalo, la prima opera letteraria ad essere sequestrata per “oscenità” dopo la denuncia presentata da un nobile siciliano candidato del Msi-Dn: è, per Frilli, «un volume da riproporre a quel pubblico giovane che non ha potuto conoscerlo». Guerrazzi nel ’74 era un operaio dell’Ansaldo di Genova: raccontò il lungo viaggio per nave compiuto nell’ottobre del ’72 da un migliaio di operai genovesi per partecipare alla manifestazione organizzata a Reggio Calabria per rispondere alle sedizioni fasciste, al lugubre “boia chi molla” di Ciccio Franco. Una storia diversa, scomoda ed ingombrante, che provocò una breccia nelle certezze massimaliste della sinistra di allora. Di quei giorni hanno parlato ieri con emozione Marta Vincenzi e Giordano Bruschi. «Un libro che testimonia il bisogno di cambiamento e la condizione di sfruttati di allora, ma ancora attuale – ha spiegato la Vincenzi – Ed è importante domandarsi quali Nord e Sud ci sono oggi, quali metalmeccanici: e magari il viaggio non è più verso Reggio Caloria, ma Porto Alegre». Bruschi rilancia: «Genova capitale della cultura merita che sia data visibilità e riconoscimento al ruolo “culturale” della classe operaia».


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Da Il Lavoro - Repubblica del 23 marzo 2003

Il libro
La sinistra di Guerrazzi
una voce fuori dal coro


Domani alle 18 alla Libreria Feltrinelli Marta Vincenzi presenterà il volume “Nord e Sud uniti nella lotta” di Vincenzo Guerrazzi (Fratelli Frilli Editori). Interverrà con l’autore Giordano Bruschi.
Nuova edizione, a distanza di trent’anni, per un romanzo di rottura che all’epoca provocò una breccia nelle certezze massimaliste della sinistra di allora e che oggi si rivela quanto mai attuale. Il libro fu la prima opera di letteratura ad essere sequestrata dopo l’Unità d’Italia.
Nel romanzo si racconta del lungo viaggio per nave compiuto nell’ottobre del 1972 da un migliaio di operai genovesi per partecipare alla grande manifestazione organizzata dai sindacati a Reggio Calabria come risposta alle sedizioni dei fascisti e del “boia chi molla”.
Ma è la presenza di Marta Vincenzi con l’utore a destare ulteriore interesse: Guerrazzi, l’estate scorsa, pubblicò proprio sulle pagine genovesi di Repubblica una “Lettera d’amore a Marta Vincenti” come affettuosa provocazione al dibattito sui destini del ponente da un uomo di sinistra che negli anni ’70 fu (e così ancor oggi) originale ed autonoma voce fuori dal coro.


 

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