La palla nel cesto
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La Stampa web
La palla nel cesto
di Andrea Parodi
 

L'isola del tesoro
La palla nel cesto
di Riccardo Lattanzi

 

 

 


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Da La Stampa web del 22 settembre 2003

La palla nel cesto

di Andrea Parodi

Un libro sul basket. Un romanzo per giunta. O meglio un lungo racconto.
Non è facile trovarne in giro. Tolto qualche decina di manuali di tecnica e di allenamento, i romanzi sul basket in circolazione si possono davvero contare sulle dita di una mano.

La sfida l’ha lanciata un commerciante genovese di 34 anni, a lungo giocatore di pallacanestro nei campionati B e C. Angelo Dellarovere, questo il suo nome, è anche un disegnatore di fumetti e di caricature.
Da una collaborazione con il «Corriere Adriatico», dove pubblica ogni settimana una vignetta e un articolo demenziale sull’incontro della squadra locale, è nato «La palla nel cesto», edito dalla Fratelli Frilli Editori di Genova.

Tutto il libro è incentrato su una continua ironia, su un costante sarcasmo: leggero, pungente e preciso. Grazie al prezioso ed efficace aiuto di una punteggiatura e al carattere tipici del fumetto, Angelo Dellarovere racconta in diciannove capitoli tutto l’universo di un ipotetico club sportivo di provincia.

Nell’entroterra abruzzese nasce così Borgovinaccia, un paese di tremila anime, con tutti i suoi problemi e le sue storie. Un borgo che, improvvisamente, con la fine del secolo, scopre il basket e se ne innamora spasmodicamente. Viene creato così il «Borgovinaccia Basket Club», con tanto di fondatore e un presidente Cavaliere che porta l’orologio sul polsino e parla con la «evve».

Troviamo anche lo sponsor e la segretaria della società di origini meridionali (decisamente frustrata) che in realtà voleva fare l’attrice o la presentatrice. Un mondo irreale e demenziale, insomma, che scava sui difetti e sulle peculiarità dei personaggi delle nostre realtà.

Ma non finisce qui. Vi sono i giocatori, che sembrano usciti davvero da un fumetto della Walt Disney, dove sono tutti goffi, buffi e imbranati. E i loro nomi sono tutti un programma. Da Antonio Iellati (il playmaker) a Vincenzo Velluto (l’ala), fino a Giorgio Lepri (il pivot), che a dispetto del nome era lento come una lumaca.

C’è poi il coach Nicola Tina (detto Nicotina, perché fumava come un turco), poi esonerato dalla società e sostituito dal vicecoach; il parroco del paese originario di Genova che rischia la scomunica per alcune sponsorizzazioni sul campanile della chiesa; il massaggiatore, il preparatore atletico e il barista del paese. Quindi il bar, classico luogo d’incontro per il commento fuori dal campo di gioco sull’incontro domenicale.

Un mondo irreale, si è detto prima. Ma è anche, soprattutto, un mondo autentico, originale, dove Angelo Dellarovere spulcia pregi, ma soprattutto difetti, di coloro che gravitano intorno al mondo del basket. Ma in generale, intorno al mondo agonistico. Così come nelle realtà provinciali del calcio, della pallavolo, della pallanuoto.

La lettura di «La palla nel cesto» deve essere necessariamente filtrata attraverso due chiavi di lettura. È l’intento di Angelo Dellarovere. In una superficiale lettura del libro si leggono tante frasi ironiche a formare un testo (molto simili a quelle di un fumetto demenziale, giusto per intenderci). In realtà con una chiave di lettura più approfondita si legge un contenuto e si scopre un messaggio ben più profondo.

Il libro di Dellarovere ci fa riflettere, e parecchio, su come la nostra sia una società che può impazzire intorno ad una palla. Ma al centro c’è proprio solo una palla.
 

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Da L'isola del tesoro del 26 ottobre 2002

La palla nel cesto

di Riccardo Lattanzi

L’opera prima di Angelo Della Rovere, un ragazzotto genovese alto più di due metri, è davvero un libro divertente. Pubblicato nella collana “La ragnatela – inediti catturati al volo (Fratelli Frilli Editori)”, La palla nel cesto racconta in modo buffo ed originale le vicende di un club sportivo di provincia.

Borgovinaccia è un paesino di tremila anime, nel quale un giorno, dopo la costruzione di un palasport multifunzionale, scoppia la passione per la pallacanestro e viene fondata la società del Borgovinaccia Basket. La storia ruota attorno ai vari personaggi che ne fanno parte, ognuno descritto e caricaturizzato come in una striscia di quelle delle ultime pagine dei quotidiani, con l’unica differenza che l’autore usa le parole, invece delle figure.

In un paesetto di provincia, non possono di certo mancare i “membri simbolo” della cittadinanza e infatti anche Borgovinaccia ha i suoi! Il lettore conoscerà le storie di Gino Armella, il vecchietto sparaballe, la Gioconda, l’ubriacone, Franco, il barista, con un nome tanto tramandato da identificarne la professione,ecc…

Le caratterizzazioni dei protagonisti sono ben inserite nel racconto principale (il campionato di pallacanestro), attorno al quale si intrecciano tutte le altre storie…del resto le vicende della “loro squadra” sono motivo di discussione, più o meno animata, durante tutta la settimana per tutti i vinaccini.

Chi ha praticato sport a qualsiasi livello si ritroverà sicuramente in uno dei personaggi e di certo sorriderà riconoscendo qualcuna delle situazioni vissute con i compagni di squadra, o con gli avversari.

Degna di nota è la descrizione dello spogliatoio, “fulcro nevralgico, luogo mistico, zona di strane usanze tribali, di festeggiamenti isterici o deprimenti riunioni, area di purificazione della mente e (per i più zozzi) del corpo, spazio necessario alla conoscenza, all’esaltazione dell’ IO, …..”

Da tanto tempo giocatore di basket, l’autore è anche un attento osservatore del mondo che gira attorno alle società sportive e sotto la sua sottile ironia, si scorgono gli obiettivi più reconditi, gli ingranaggi e le forze che lo governano.

Nelle conclusioni Della rovere afferma che non scriverà più un libro… “Salvo non superi le diecimila copie vendute…Ovviamente”. Non possiamo che augurarcelo, perché di sgombrarsi la mente, con qualche risata intelligente non ci si stufa di sicuro.


 

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