Più mi tradisci più ti amo
Blugenoa
Da Blugenoa del 5 luglio2003
Più mi tradisci più ti amo di Mons
"Più mi tradisci più ti amo" parla del Genoa nei tempi
dell'appassionata memoria di un tifoso. Il genoano è un Montague: un libro umano
alla Ray Bradbury che vive dei nomi rossoblu trasfigurati dalla memoria ed ha
una fisiologica e tormentosa necessità di lasciare testimonianze della propria
storia. È un libro che interpreta il Genoa nei modi più giusti, un testo
cromatico: dalle parole più che dalle belle immagini sorgono il rosso ed il blu
autentici. L'introduzione di un sorprendente Dario Bianchi scrittore poi, ci fa
notare da subito l'equilibrio accattivante che sosterrà tutto: quello che un
romantico ricondurrebbe al rapporto confidenziale ed elettivo tra l'arte di chi
sa intessere la bandiera più bella e affascinante della nord e la sua capacità
di narrare con le parole scritte più calde il significato dell'essere "figgi du
Zena". Dario Bianchi è uomo della cultura rossoblu più di un De Andrè, come
Callaghan del resto, la cui voce potente riecheggia nei racconti delle infinite
trasferte, meravigliose e sofferte. Questo l'incipit del libro che l'autore
Alberto Isola ha disteso lungo un tragitto fatto di 92 pagine di vicende,
aneddoti e personaggi noti e segreti del Genoa "contemporaneo", dagli anni 70
fino ai tormentati giorni d'oggi. Nella semplice architettura narrativa
riconosciamo, rivediamo e risentiamo le mille figure del nostro passato recente:
la maglietta di Martina (quella verde con le bande rossoblu sulle spalle) e
Leguia, uno dei primi stranieri contattati prima di Peters e Vandereiycken. Il
"gallinaccio", (versione punk stile Johnny Rotten del Grifone) e i fratelli
Tacchi. Sterling Saint Jacques, il ballerino nero con gli occhi azzurri che
canta e salta come una gazzella sul prato del Ferraris e Tiziano Manfrin, il
primo "Principe" (privo di collo) del calcio italiano. "Un Cuore Grande Così"
poi, che svetta per la prima volta nel 1987 sulla vecchia Nord stracolma di
gente e la notte di Liverpool, trionfale, nel match per antonomasia, e tante
tantissime altre storie descritte vividamente e con ironia, senza scadere mai
nella gelida aneddotica. Un libro che si legge in un lampo di gioia anche grazie
ai riconoscibilissimi (per chi lo conosce ndr.) innesti dell'amico Matteo Perani,
che, come dice l'autore, sta a quest'opera come la Nord sta al Genoa.
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