Primari a delinquere?
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Il Nuovo
Leggere per capire l'attualità
di Ernesto Capasso

La Nazione
Sotto il camice anche... imbrogli
di Simona Caroti

Il Giornale di Vicenza
Sanità e malasanità in due libri-denuncia

Il Mattino di Padova
Carriere, corruzione e tangenti
raccontate dal medico-scrittore

di Matteo Bosco Bortolasso

Il Cittadino di Lodi
Malasanità e mazzette, via il velo
di Gabriele Di Totto

La Voce del Sassello
Primari a delinquere?
di Salvatore Serrano

Salute
Difendere la sanità
di Guglielmo Pepe

Il Secolo XIX
Cornaglia Ferraris e i "Primari a delinquere"
di Lucia Compagnino

Il Lavoro - Repubblica
Corrotti, sponsorizzati o vittime di chi governa?
di Paolo Cornaglia Ferraris

Salute
Primari a delinquere
di Paolo Cornaglia Ferraris
 


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Da Il Nuovo - 23 luglio 2003

Leggere per capire l'attualità
 

di Ernesto Capasso

All'ambulatorio Camici e pigiami che sorge nei pressi dei carruggi genovesi dove l'autore de La canzone di Marinella ha ambientato molte delle sue ballate, vanno i diritti d'autore di un altro libro d'inchiesta: Primari a delinquere (Frilli, pp. 140, euro 10). Paolo Cornaglia Ferraris, medico pediatra, autore di numerosi saggi sulla malasanità, racconta i due aspetti della questione ossia, da un lato quella maggioranza silenziosa di medici e infermieri che lavora con onestà negli ospedali, dall'altro quelli che non esitano a venire a patti con mazzette e facili guadagni.
Dedicato a Miosoti e Iliana, bambine clandestine dell'Ecuador, curate gratis nell'ambulatorio ligure, il volume racconta i problemi economici della sanità italiana alle prese con grosse spese, sprechi e ruberie.


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Da La Nazione - 22 luglio 2003

Sotto il camice
anche... imbrogli
 

di Simona Caroti

PONTEDERA. È stato presentato ieri pomeriggio, nella biblioteca comunale di Pontedera, il libro “Primari a delinquere? La corruzione investe i medici tra dazione ambientale e crescente amoralità”, scritto dall'emato-oncologo Paolo Cornaglia Ferraris.
Intervistato da Piero Cappelli, del Tribunale dei diritti del malato di Pontedera, l'autore ha descritto la sua opera come una sorta di breviario dedicato ai pazienti e un'apologia di quei medici e infermieri, la stragrande maggioranza, ha assicurato Cornaglia Ferraris, che svolgono la loro professione in scienza e coscienza, con assoluta onestà e serietà, aggiornando continuamente le proprie conoscenze. “Primari a delinquere?”, edito dalla ”Fratelli Frilli Editori” nelle vesti grafiche di un instant book, compie un coraggioso viaggio nella malasanità, riportando ed enfatizzando le notizie di corruzione e tradimenti al giuramento di Ippocrate riportate dai media in questi ultimi tempi.
Una per tutte quella riguardante lo scandalo del policlinico “Le Molinette” di Torino. L'analisi è lucida, spietatamente sincera e veloce, il messaggio è chiaro ed esposto con compartecipazione emotiva. Il medico Cornaglia Ferraris denuncia i casi di corruzione proprio per “salvare” la classe a cui appartiene da accuse ingiustamente generalizzate e, soprattutto, per tutelare i pazienti e la loro serenità, condicio sine qua non per stabilire un ottimo rapporto con coloro che dovranno curarli. La presentazione pontederese del libro è stata organizzata, oltre che dalla locale sezione del Tribunale dei diritti del malato, dall'Arci Nuova Associazione e da Camici e Pigiami.
E proprio a quest'ultima associazione andranno i diritti d'autore dell'opera, dedicata a due bambine clandestine dell'Ecuador, Miosoti e Iliana, curate gratuitamente nell'ambulatorio genovese di Camici e Pigiami. Il volume costa 10 euro, è in libreria dal marzo di quest'anno ed è stato pubblicato nella collana “In movimento”.


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Da Il Giornale di Vicenza - 27 maggio 2003

Sanità e malasanità
in due libri-denuncia
 

La sanità italiana, ma soprattutto la malasanità, sono i temi al centro del Galla Forum di oggi, il tradizionale ciclo di incontri con gli autori promosso dalla Libreria Galla di corso Palladio. Con inizio alle ore 18, il pubblico vicentino avrà modo di incontrare Paolo Cornaglia Ferraris e Andrea Tramarin, autori rispettivamente di Primari a delinquere? (Fratelli Frilli Editori) e L’ospedale ammalato (Marsilio), due volumi di recente uscita che affrontano temi fra i più scottanti del pianeta sanità (la corruzione, i tagli ai finanziamenti, gli episodi di malcostume). Moderatore dell’incontro è il prof. Enrico Dini, primario emerito di Ematologia dell’Ospedale "San Bortolo" di Vicenza. La corruzione investe i medici tra "dazione ambientale" e crescente amoralità, recita il sottotitolo del libro di Cornaglia Ferraris, che prende spunto dalle recenti vicende di malasanità in cui sono stati coinvolti alcuni chirurghi italiani. L’autore, medico pediatra emato-oncologo, ha già pubblicato diversi saggi di denuncia, tra cui si ricordano Camici e pigiami, le colpe dei medici nel disastro della sanità italiana (1999) e Il buon medico, chi, come e dove trovarlo (2002), entrambi pubblicati per i tipi di Laterza.
L’ultimo lavoro di Cornaglia Ferraris è stato divulgato dalla Frilli Editori come "instant book" per riflettere, ma soprattutto per difendere chi crede a una sanità equa nella quale lavorano medici e infermieri onesti: la maggioranza silenziosa che si prende cura dei malati con dedizione e competenza.
Le recenti riforme del Servizio Sanitario Nazionale hanno profondamente mutato l’organizzazione degli ospedali, ma anche il ruolo dei medici e forse il concetto stesso di malattia. L’analisi del libro di Tramarin, infettivologo del "San Bortolo", prende invece forma dai principi espressi dalle riforme per poi focalizzarsi sulla prospettiva del medico e sul quotidiano contatto con il malato. Le difficoltà del personale medico di fronte ai continui tagli apportati al settore della sanità è causa di un disagio oramai diffuso. L’Economia sanitaria (Economia e clinica nella gestione degli ospedali è il sottotitolo de L’ospedale ammalato) può allora essere considerata uno strumento culturale utile ed efficace per affrontare e risolvere il controverso rapporto che lega e divide il concetto di denaro da quello di salute e, soprattutto, per ricomporre la frattura ideologica che separa oggi la classe medica dal mondo della burocrazia e della politica.


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Da Il Mattino di Padova - 26 maggio 2003

Carriere, corruzione e tangenti
raccontate dal medico-scrittore
 

di Matteo Bosco Bortolasso

Lo scandalo padovano per le presunte tangenti legate alle valvole difettose utilizzate in ospedale? È riconducibile al desolante quadro generale della sanità italiana. La tesi è di Paolo Cornaglia Ferraris, pediatra oncologo licenziato due anni fa dall'Istituto "Gaslini" di Genova per «insubordinazione», che ha presentato ieri alla libreria Feltrinelli il suo ultimo libro "Primari a delinquere?" (Fratelli Frilli Editori). «Nel Veneto - afferma Ferraris - ogni dieci euro spesi otto sono dedicati alla sanità: lì si demolisce e si costruisce la politica, lì gli elettori premiano e puniscono. Le radici dei problemi legati alla sanità vanno cercati nel legame tra questa e la politica. Un tempo si pagava la spesa a piè di lista, mentre adesso le spese sono contate: il risultato è che si tolgono servizi, ma rimangono invece episodi come quelli delle valvole difettose».

Nello specifico di Padova, ci sono per lo scrittore due problemi aggiuntivi da affrontare: l'università e l'invecchiamento della popolazione. «Il sistema universitario genera costi aggiuntivi, perché bisogna fare non solo didattica ma anche ricerca. E i costi della ricerca vengono spesso scaricati su sponsor come le case farmaceutiche, un rapporto rischioso. Questo porta anche a compiere sul paziente più esami del necessario. L'invecchiamento della popolazione, invece, comporta un maggior ricorso a farmaci ed esami».

«Ci sono delle vere e proprie associazioni a delinquere che mirano a spolpare tutto il possibile - dice Ferraris - E poi ci sono delle bande in collusione con il potere pubblico che sviluppano un sistema tangentizio. È accaduto alle Molinette di Torino: Di Summa e Poletti hanno confessato. A Padova ha confessato il corruttore ma non il corrotto: o il primo pensava davvero di dare le tangenti al secondo ma queste arrivavano in altre mani, oppure il secondo mente». Come si risolve il problema? Il medico-scrittore non pare riporre molta fiducia nei dottori: «C'è una maggioranza di onesti che rimane silenziosa. Deve salire il livello di controllo da parte dei cittadini».


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Da Il Cittadino di Lodi del 22 maggio 2003

La denuncia di Cornaglia Ferraris: dagli appalti
truccati alle valvole cardiache difettose

Malasanità e mazzette, via il velo

Il viaggio di un medico coraggioso negli scandali delle corsie
 

di Gabriele Di Totto

Il Ministro della Salute Girolamo Sirchia ha ritirato la settimana scorsa il decreto anti-truffa approvato dal Governo a fine febbraio in seguito all’inchiesta partita dalla procura di Verona sullo scandalo dei regali ai medici in cambio di prescrizioni di farmaci dell’industria Glaxo. Inchiesta che vede indagate circa tremila persone tra medici, farmacisti e responsabili commerciali.
Il decreto prevedeva multe pesanti: da 50 mila euro a venti volte il danno subito dal Servizio Sanitario nazionale. Sembra che il decreto sia stato ritirato sotto pressione di alcuni potenti gruppi di categoria. Chissà cosa avrà pensato di questa marcia indietro il dottor Paolo Cornaglia Ferraris, autore di Primari a Delinquere?. Il suo ultimo libro, pubblicato dalla casa editrice genovese Fratelli Frilli (pp. 140, 10,00 Euro), ripercorre infatti gli ultimi avvenimenti di mala-sanità in Italia. È quello che in gergo viene chiamato un istant book, scritto e stampato in breve tempo. Il libro è un valido strumento per riflettere su come questi scandali siano stati trattati sulle prime pagine dei giornali tra gennaio e febbraio. Dall’indagine sulle valvole cardiache brasiliane difettose, che vede indagato il primario di cardiochirurgia dell’ospedale Le Molinette di Torino, con l’accusa di tangenti e di aver provocato 13 morti sospette, all’operazione che vede coinvolta la Glaxo, una delle più grandi aziende farmaceutiche internazionali.
L’autore non può non indignarsi (e con lui i lettori) per questi nuovi casi di corruzione, come è giusto che sia. Però l’analisi di Cornaglia Ferraris va oltre l’indignazione e cerca di rivalutare una categoria verso la quale, da molto tempo, si è persa la fiducia. La corruzione è ormai una routine anche per i dirigenti medici? Perché un primario o un medico che già guadagnano centinaia di migliaia di euro l'anno accettano tangenti? La mazzetta diventa prassi anche per il modesto medico della mutua? L’autore difende la maggioranza silenziosa di medici e infermieri che lavorano con onestà, sacrificio e dedizione. Quelli che non fanno carriera, che non vincono i concorsi, che non vanno in cattedra, ma che sono presenti vicino al letto dei malati e per i quali la principale gratificazione non è la bustarella ma curare e guarire i pazienti.
Non sappiamo ancora se questo libro piacerà oppure no all’Ordine dei Medici. Sappiamo però che in passato il dottor Cornaglia Ferraris, dopo il suo famoso e coraggioso libro Camici e pigiami. Le colpe dei medici nel disastro della sanità italiana non ha ricevuto una promozione ma il licenziamento dall’ospedale Gaslini di Genova. Per capire la vastità del fenomeno del comparaggio, cioè dell’accettare soldi e premi a fronte di prescrizioni di farmaci di una specifica casa produttrice si può leggere, sempre dei Fratelli Frilli Editori, anche La Mala-Ricetta, un libro stampato nel 2000 ma di forte attualità. L’autore, che vuole rimanere anonimo e si autodefinisce frustrato, arrabbiato e vendicativo, è un informatore scientifico del farmaco che, giunto a fine carriera, ha deciso di pentirsi delle sue malefatte e conseguentemente di denunciare i tanti, troppi, costosi vizi del marketing farmaceutico.


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Da La Voce del Sassello - maggio 2003

Primari a delinquere?
 

di Salvatore Serrano

Si tratta di saggio sulla malasanità scritto da uno specialista della materia, quel Dottor Paolo Cornaglia Ferraris, già medico del Gaslini, il quale nel 1999 aveva scritto un pamphlet dal titolo quanto mai preciso “Camici e pigiami, le colpe dei medici nel disastro della sanità italiana”, che gli costò il licenziamento in tronco e una serie di calunnie che furono poi sgonfiate dal tribunale. Il libro ebbe molto successo e ne seguirono altri, sempre sull’argomento intanto che Camici & Pigiami diventava un’Associazione culturale. Questo è l’ultimo in ordine di tempo e tratta di casi recenti consegnati ormai alla magistratura e che hanno fatto molto scalpore per i nomi interessanti, che da inquisiti hanno preferito ammettere la propria colpa: aver ricevuto, cioè, mazzette per impiantare valvole cardiache di un’azienda produttrice, che tra l’altro in molti casi si sono dimostrate non affidabili, per cui l’inchiesta si è macchiata di sangue, perché alcuni operati sono morti per la rottura della valvola. L’altro argomento che tratta con ricchezza di documentazione lo scandalo dei medici (oltre 1500) che sono risultati “comprati” da una casa farmaceutica, con viaggi, ricchi gadget e forse soldi liquidi, per “ricettare” indiscriminatamente i farmaci della multinazionale. Ed infine un cenno alla scandalo Poggi Longostrevi finito tragicamente con un suicidio. L’Autore, dopo una serrata requisitoria sui fatti, avvalorata da tutte le notizie inerenti, sottolinea però che la maggior parte dei medici ed infermieri italiani non rientrano in questa categoria fuori legge, perché sono professionisti che lavorano bene e all’oscuro da mazzette e facili riconoscimenti.


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Da Salute di Repubblica del 17 aprile 2003

Difendere la sanità,
parola di presidente
 

di Guglielmo Pepe

Le medaglie d’oro per la sanità pubblica assegnate dal presidente della Repubblica su indicazione del ministro della Salute, hanno un significato che va al di là dell’avvenimento celebrativo della giornata mondiale della sanità. Soprattutto perché le parole spese da Ciampi nella cerimonia al Quirinale, prima di assegnare i riconoscimenti a medici, ricercatori, professori, manager e giornalisti (i nomi sono a pagina 30), fanno da muro e restano come un baluardo al quale riferirsi se si vuole salvaguardare il servizio pubblico. Il presidente della Repubblica, come per altre grandi questioni che coinvolgono la collettività nazionale (ad esempio il rifiuto della guerra e dei suoi massacri), ha semplicemente ricordato che la sanità pubblica è il perno del nostro benessere, del nostro modello di vita.
Naturalmente le parole di Ciampi hanno mandato in brodo di giuggiole sia il ministro che le opposizioni. Il primo perché il presidente ha messo al riparo Sirchia dagli attacchi del centrosinistra (la premiazione al Quirinale, con tutti i contrappesi e i bilancini necessari che si usano in questi casi, è un suo successo). Nel secondo invece, la sottolineatura della centralità del Servizio sanitario nazionale pone un freno agli assalti di chi, nella maggioranza, vorrebbe smantellare lo stato sociale con la Devoluzione.
Non sono mancati richiami e critiche. E anche se Ciampi ha elencato cose note, acquistano un valore e un peso diversi se sottolineate in un’assise così ufficiale: l’assistenza deve migliorare (abbattendo le liste d’attesa), bisogna investire di più e meglio in ricerca e prevenzione, è necessario spendere per la formazione di infermieri e medici, si può risparmiare razionalizzando le spese (quindi senza tagliare). Il riferimento è andato in particolare ai medici quando Ciampi ha parlato del sacrificio di Carlo Urbani. Un esempio, che però non è unico (come potete leggere nelle pagine successive).
Tuttavia andrebbe sempre ricordato ai camici bianchi che dimenticano responsabilità e doveri verso il cittadino.
Un "problema" che peraltro è di strettissima attualità, visti i recenti scaldali che hanno colpito al cuore l’universo sanità e la credibilità di chi vi lavora. Infatti fioccano i libri che aiutano a riflettere e a capire i mali che attraversano questo universo.
Uno, del nostro Paolo Cornaglia Ferraris, s’intitola "Primari a delinquere?" (Fratelli Frilli editori, 10 euro). È un viaggio attraverso le cronache e i commenti che hanno "incorniciato" le ultime vicende di tangenti e mazzette. La veloce cronistoria degli avvenimenti (138 pagine) è letta con gli occhi del malato, del cittadino che non si sente tutelato. Ed è una critica al sistema di selezione della classe medica e a chi la rappresenta (l’Ordine che andrebbe abolito o almeno modificato accogliendo al suo interno rappresentanze degli utenti). Però l’autore si schiera con quella grande maggioranza di camici bianchi che «lavorano per curare i malati. Non fanno carriera, non vincono i concorsi, non vanno in cattedra, ma sono presenti oltre l’orario di lavoro e senza speranza di vedersi retribuire le ore straordinarie…».
Parallela è la riflessione suggerita da Giorgio Cosmacini e Roberto Satolli, rispettivamente storico e giornalista, in "Lettera a un medico sulla cura degli uomini" (Laterza, 157 pagine, 15 euro), nel quale si avvertono i giovani laureati che quello che hanno studiato è ben diverso dall’ambulatorio, dalla sala operatoria, dalla corsia. Ma il vero nemico è un altro: è l’industria della salute, che rischia di approfondire il fossato di insoddisfazione e di incomprensione tra medici e assistiti. Di chi la colpa? Lo sappiamo e gli autori lo ribadiscono: di un mercato che vuole trasformare sempre di più la salute in merce. Conclusione? Solo il consiglio di leggere questi due libri: oltre
che per capire, possono essere usati da medici e utenti come strumenti. Di autodifesa.


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Da Il Secolo XIX del 19 marzo 2003

Cornaglia Ferraris
e i "Primari a delinquere"
 

di Lucia Compagnino

Prosegue il viaggio di Paolo Cornaglia Ferraris nei meandri della malasanità italiana. Dopo "Camici e Pigiami" e "La salute non ha prezzo?" è ora la volta di "Primari a delinquere? La corruzione investe i medici tra dazione ambientale e crescente amoralità" (Fratelli Frilli Editori, 10 euro), un instant book presentato ieri pomeriggio alla Feltrinelli di via XX Settembre dall’autore insieme al giornalista Raffaele Niri e a Giorgio Scarinci di Federconsumatori. Il libro prende le mosse dallo scandalo dell’ospedale Molinette di Torino - dove i due primari cardiochirurghi Michele Di Summa e Giuseppe Poletti hanno confessato di aver intascato mazzette da una ditta brasiliana produttrice di valvole cardiache difettose che si pensa siano all’origine di almeno otto morti sospette - e dal recentissimo polverone sollevato intorno all’industria farmaceutica Glaxo.
Sono solo i due casi più recenti del malcostume che infetta la sanità italiana, responsabile secondo l’associazione degli anestesisti di circa quindicimila morti all’anno per errori medici; ma nel libro si parla anche di concorsi truccati e accanimento terapeutico, omertosi silenzi e complicità, il tutto col supporto dei media che si sono occupati a più riprese di queste vicende.
Esistono per fortuna anche molti medici che curano curano i propri pazienti secondo scienza e coscienza, come ad esempio i 6 pediatri, 5 odontoiatri e 2 oculisti che fanno volontariato nell’ambulatorio genovese "Camici & Pigiami", al quale andranno i diritti d’autore di questo libro.


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Da Il Lavoro - Repubblica dell'11 marzo 2003

Corrotti, sponsorizzati, o
vittime di chi governa?
 

di Paolo Cornaglia Ferraris

Al Senato audizioni sul comparaggio da parte della Commissione d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Ssn. Il 5 marzo è toccato alla Guardia di Finanza, che ha consegnato anche un documento "secretato", riguardante l’indagine Glaxo e altre sei aziende farmaceutiche di rilevanti dimensioni. "L'indagine della Guardia di Finanza sta portando alla luce una diffusa situazione di malaffare che coinvolge complessivamente il Ssn", ha dichiarato il presidente della Commissione, Francesco Carella (Verdi). Le persone segnalate alle autorità sono finora 3.721 ("di cui la maggior parte medici generici o specialisti"), 41 le ordinanze eseguite di custodia cautelare. Con oltre 206 milioni di € di danni erariali e altri 190 milioni di € di redditi evasi. Ci sono ottomila cittadini con due medici di famiglia, "dunque doppia quota pagata al Ssn". Il generale Vincenzo Suppa ha detto che la Guardia di Finanza ha agito su input del ministro Tremonti.
Risultato? “La malasanità non è scomparsa, ma pervade il delicatissimo sistema dell'assistenza sanitaria e farmaceutica pubblica, coinvolgendo trasversalmente alcuni attori della filiera, dalle aziende farmaceutiche agli informatori scientifici, ai medici, ai centri di distribuzione, alle farmacie e alle aziende sanitarie locali". Gli illeciti commessi generano oneri a carico dei Fondi sanitari regionali, “sotto forma di sprechi, inefficienze, abusi, distrazioni delle somme per interessi privati". I medici protestano, le industrie farmaceutiche chiedono una legge che chiarisca come e cosa possa essere pubblicizzato e chi e come possa essere sponsorizzato. Nel frattempo esce il libro “Primari a delinquere”, (18 marzo ore 18, per la Fratelli Frilli Editori, presentazione alla Libreria Feltrinelli). La stessa casa editrice ha esaurito il libro “La Mala-ricetta” di un Informatore anonimo del farmaco, licenziato e oramai noto al pubblico: il genovese Franco Bellé. I due libri raccontano una verità, ma quale?
I costi della salute crescono continuamente. Lo Stato non vuole più sopportarli senza verificarne l’appropriatezza. Tremonti scatena la Guardia di Finanza e spara contro Sirchia, che aveva rifiutato di tagliare il Fondo sanitario nazionale. Ma i tagli voluti dall’ex super tecnico Piero Micossi (licenziato), non sono digeriti dal governo del Presidente Biasotti, che preferisce i “vogliamoci tutti bene” dell’assessore Levaggi. Biasotti sbandiera vittoriose battaglie di Pirro contro riduzioni di quota, ritirate da Sirchia, ma sa che saran riproposte al peggio da Tremonti. L’ordine centrale resta, infatti, categorico: spendere molto meno. Facile far pagare i cittadini (ticket su tutto e tutti), meno facile far smettere politici, amministratori e, purtroppo, medici e farmacisti, di lucrare su clientele, scarsa appropriatezza e spreco. Ma chi sono i veri colpevoli?
Questa guerra contro medici e farmacisti (nessuno difenda tra loro chi andrebbe punito) nasconde l’esigenza di chi governa di trovare capri espiatori che paghino per la loro insensatezza. Vittime da prima pagina, che nascondano l’attività dei partiti che continuano a finanziarsi con forniture ospedaliere, appalti e gestione di clientele.
Non sappiamo se la magistratura ligure stia compiendo lo stesso percorso di quella lombarda, veneta o piemontese, ma sappiamo che per un medico onesto, scrupoloso ed attento alla salute dei propri assistiti, che non vada ai congressi tropicali né rubi una lira, chiedere un esame e proporre una terapia innovativa per i propri assistiti è diventato un percorso ad ostacoli contro la burocrazia. Come si fa ad essere un buon medico se la salute è solo di chi paga, mentre gli altri devono contentarsi della sanità pubblica ligure, la più meridionale delle sanità del nord Italia? Ricordate il mio libro della Laterza “La salute non ha prezzo?” A distanza di due anni, tutto diventa evidente anche per chi non voleva crederci, preferendo ammonire, censurare o sospendere i medici che osano lavare i panni sporchi in pubblico (il Presidente dell’Ordine dei medici Castellaneta così fece) oppure convivere, accomodando una denuncia in sordina con un compromesso sul campo, che tuteli la carriera degli iscritti, come fanno i sindacati di categoria e perfino i cosiddetti “compagni” della CGIL, eternamente rieletti. Qualcuno s’offende? Farebbe brutta figura. La verità nella sanità italiana è cangiante, proprio come l’acqua, ma quando supera un certo livello, non c’è argine che tenga!
Buon senso vuole che sia arrivato il tempo di rinunciare ai privilegi e cambiare davvero: la sanità pubblica non può sprecare, ma deve curare i malati. Non può finanziare la gestione di chi governa, ma ha i soldi solo per i bisogni reali di chi invecchia, pagando le tasse, chiedendo di vivere in una civile democrazia occidentale, sanitariamente evoluta.


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Da Salute di Repubblica del 13 marzo 2003

Primari a delinquere
 

di Paolo Cornaglia Ferraris

In un’intervista riportata da alcuni quotidiani a tiratura nazionale, il cardiochirurgo indagato, professor Di Summa, citava, a sua difesa, il passo del libro, Camici e Pigiami, nel quale era spiegato come la corruzione stesse al Servizio Sanitario Nazionale con la stessa naturale diffusione con cui la sporcizia ne caratterizza i corridoi.
Di Summa giustificava il suo comportamento sostenendo, in altri termini, che dal momento che tutti fanno i propri interessi, a cominciare dal direttore generale fino all’ultimo dei barellieri, il suo sarebbe un peccato veniale e non l’irresponsabile scelta di un chirurgo che mette a rischio la vita dei malati a lui affidati.
Muovendo da tali «logiche» considerazioni, è parso opportuno analizzare i comportamenti che hanno messo in prima pagina i chirurghi di Torino, Milano, Padova, Como, Firenze ecc. Giova sia ai Camici che ai Pigiami: ai medici perché non si sentano «obbligati» ad appartenere alla categoria dei «rubo anch’io perché rubano tutti» né a quella dei furbi dei congressi tropicali o dei furbissimi con ricette a percentuale.
Un’analisi che la Fratelli Frilli Editori pubblicherà come «istant book», con l’obiettivo di difendere i medici onesti. A giorni in libreria col titolo «Primari a delinquere?»


 

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