Qualcosa di sinistra
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Alto Adige
Fare il girotondo con Moretti
di Maurizio Di Giangiacomo

mentelocale.it
Girotondi e dintorni
di Simone Ortolani

Cafè Letterario di alice.it
Qualcosa di sinistra
di Grazia Casagrande

Il Nuovo
Nanni Moretti, tra cinema e politica
di Ernesto Capasso

Il Secolo XIX
Moretti racconta la nascita dei girotondi
di Renzo Raffaelli

Salute!
Le Parole di Moretti
di Paolo Cornaglia Ferraris

Il tempo di leggere
Qualcosa di sinistra
di Pasquale Bottone

Quotidiano ligure
Nasce la collana "In Movimento"
di Enrico Ratto


 

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Da Alto Adige del 30 dicembre 2002

Libri e idee

Fare girotondo con Moretti
 

di Maurizio Di Giangiacomo

Per la prima volta, dopo Piazza Navona, Nanni Moretti ha rilasciato a Gianfranco Mascia una lunga intervista destinata ai tanti che nel paese guardano con crescente interesse ai cosiddetti "girotondi".
"Qualcosa di sinistra", attraverso le parole di Nanni Moretti, ripercorre le tappe della nascita della protesta della società civile che passa appunto sotto il nome di "girotondi". Dall'urlo di Piazza Navona del 2 febbraio fino alla manifestazione del 14 settembre, passando per i girotondi sulla giustizia, sulla Rai e sulla scuola. Ma le parole di Moretti affrontano anche i grandi temi del dibattito politico di questi mesi: la crisi del centrosinistra, l'arroganza del centrodestra ed il conflitto d'interessi del capo del governo. Al centro di tutto la grande passione politica del regista e la sua capacità di dare voce al malcontento dell'elettorato nei confronti della classe politica attuale. Ma il pregio maggiore del volume è quello di fissare la memoria storica di questo periodo: perché nessuno possa cambiarla, in futuro, o peggio cancellarla.
Il libro, oltre all'intervista a Moretti, contiene anche gli interventi di Paolo Flores D'Arcais, Daria Colombo, Rita Borsellino, Pancho Pardi, Vittorio Foa, Giuliana Quattromini, Federico Orlando e dello stesso Moretti pronunciati durante la festa di protesta del 14 settembre a Roma. E alcuni "suggerimenti" di Dario Fo sul futuro del movimento.

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Da mentelocale del 13 dicembre 2002

Girotondi e dintorni

È uscito, edito da Fratelli Frilli, "Qualcosa di sinistra", reportage
sul movimento dei girotondi abbinato a una lunga intervista a
Nanni Moretti. Autore del libro è Gianfranco Mascia, attualmente
responsabile del sito www.igirotondi.it.

di Simone Ortolani

Lo spunto di partenza è la manifestazione di Roma del 14 Settembre, dove circa un milione di persone si ritrovarono, autoconvocandosi in piazza San Giovanni, per manifestare pacificamente contro la legge Cirami sul legittimo sospetto. Qualcosa di sinistra si apre, infatti, con gli interventi più significativi fatti dal palco durante quella giornata. La presenza degli interventi crea una premessa armonica e una completezza d'insieme che preparano il lettore alla lunga intervista, dove Moretti riassume, da protagonista, il movimento dei girotondi con sue parole. Il discorso del regista sulla genesi del movimento, sulle riforme, sulla sua passione politica, sulla televisione, ha un che di pacato, come a voler analizzare le cose dall’alto.

Si parte dalla lontana manifestazione di piazza Navona in cui, con l'ormai famoso j'accuse lanciato davanti alla dirigenza dei Ds, Moretti manifestò tutta la sua cocente delusione per gli uomini del centrosinistra e per la loro, a suo dire, blanda reazione alla vittoria della Casa delle libertà alle ultime elezioni. Racconta di come si arrivò a quel momento: "Ascoltavo gli ultimi interventi di quella sera, prima Fassino, poi Rutelli. Erano interventi preconfezionati. [...] Arrivato sotto al palco, quelli intorno a me hanno cominciato a dire: "Moretti vuol parlare!" Mi sono ritrovato su quel palco, e ho fatto il mio breve intervento."
Domande e risposte si dipanano poi nel ricordo e nel racconto di tutti i girotondi che si sono susseguiti fino alla giornata di Roma del 14 settembre. Dall’intervista viene fuori una certa diffidenza per il trattamento riservato all’evento da parte di alcune testate giornalistiche che, per il regista romano, hanno avuto la colpa di non aver descritto quella che fu l'autentica atmosfera di della giornata. "Il giorno dopo ho letto un po’ di quei giornali che di solito non leggo, e la cosa triste è stato verificare che gli articoli parlavano di una manifestazione in astratto, non della nostra, non di quella manifestazione lì, che c’era stata a piazza San Giovanni. Quegli articoli, invece che il giorno prima, avrebbero potuto scriverli due giorni prima o anche sei mesi prima. [...] Al di là delle opinioni, uno può dire non condivido i discorsi di Moretti, o di Flores, o di Pardi. Benissimo, ci mancherebbe altro. Però, per favore, fate i giornalisti..."

Ribadisce che non ha intenzione di entrare in politica perché, come dice: "Il mio è un mestiere che mi piace. [...] Perché dovrei lasciare un mestiere che mi piace per uno che non mi piace?". Cristallino.
Una nota divertente per citare anche il Moretti regista: nel marzo del '94, in occasione della vittoria di Berlusconi alle politiche, Emilio Fede diede vita ad uno dei suoi più commossi editoriali al Tg4 per dare la notizia dell'evento. "Quattro anni più tardi - dice Moretti - esce il mio film Aprile, che si apre con quel discorso di Fede. Ecco: tantissimi spettatori che avevano visto quattro anni prima quel discorso in televisione, rivedendolo sul grande schermo, [...] mi hanno detto: "Beh, è stato spiritoso Fede a recitare per te i dialoghi che gli hai scritto per il film".

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Dal Cafè Letterario del 20 dicembre 2002

Qualcosa di sinistra

di Grazia Casagrande

"Quindi se è vero che con le manifestazioni o con le emozioni non si vincono le elezioni, è ancora più vero per la sinistra, che le elezioni non si vinceranno con l'aridità.
C'è chi ha fatto notare che quel giorno non eravamo una folla ma tante individualità: tante persone che sapevano di essere diverse tra loro ma che avevano in comune emozioni, tranquillità, fermezza.
"

Il volume si apre con alcuni degli interventi di alcuni importanti intellettuali italiani fatti a piazza San Giovanni il 14 settembre durante la grande manifestazione organizzata dai "Girotondi" e prosegue con un'ampia intervista a Nanni Moretti. Come titolo per questo libro Mascia ha deciso di utilizzare la famosa frase (diventata davvero di uso comune) che Nanni dice nel film Aprile quando, seduto nervosamente davanti a un televisore, invita accoratamente D'Alema a dire appunto "qualcosa di sinistra" al suo interlocutore ed avversario.
La passione politica del regista era infatti già emersa in tutto il suo itinerario cinematografico ma proprio dopo che nel suo ultimo splendido film La stanza del figlio era passato a trattare tematiche esistenziali e non civili, Moretti, per la prima volta, da uomo schivo e insofferente dell'aspetto più clamoroso della professione, diventa leader, uomo pubblico e migliaia e migliaia di persone si sentono rappresentate da lui quando scuote, con un intervento accorato a Piazza Navona, i partiti politici del centrosinistra dal loro torpore.
Così il raffinato regista, considerato da alcuni un po' elitario, ma amato da un'intera generazione di più o meno splendidi quarantenni, diventa la voce di tanti, di studenti, di lavoratori, di donne e di uomini che scendono a manifestare il loro dissenso nelle piazza, trascinati da una sua sollecitazione.
Sappiamo bene che Moretti non aspira, né lui né gli altri leader dei nuovi movimenti civili, a trasformarsi in politico di professione, ma è la dimostrazione e l'esempio che qualsiasi lavoro si faccia, si possa (o meglio si debba) sentirsi sempre cittadini.


Le prime righe

Questo grande movimento

Umberto Eco, sulle pagine di "la Repubblica", il giorno dopo la manifestazione di piazza San Giovanni del 14 settembre, sosteneva che Nanni Moretti era diventato un punto di riferimento del movimento dei "Girotondi" per caso.
Se al posto suo - secondo il sociologo - in piazza Navona il 2 febbraio ci fosse stato Paolo Villaggio - che i giorni precedenti la "Festa di Protesta" aveva espresso la sua ammirazione per questi nuovi fermenti di società civile - sarebbe stato lui a catalizzare la dirompente carica di questa protesta. Questo è uno strano modo di vedere le cose. E come se io sostenessi che se al posto di Eco, a scrivere Il nome della rosa, ci fosse stato Antonio Tabucchi, quest'ultimo sarebbe stato coronato da un enorme successo. La qual cosa mi sembra di una ovvietà lapalissiana però assai ardua da giustificare. Ma tant'è bisogna rispettare il parere degli studiosi...
In realtà in piazza Navona c'era Nanni. E quell'urlo è diventato il protagonista di questa eccezionale stagione di rinascita politica e civile. Fino a piazza San Giovanni.
È giusto quanto sostiene Moretti nell'intervista pubblicata in questo libro: "...Chi non era in quella piazza, non può capire cosa è stato... . In primo luogo perché l'emozione e difficilmente raccontabile, e poi perché molti di coloro che dovevano narrarla - i giornalisti - sembrava fossero stati da un altra parte.


L'autore

Gianfranco Mascia, 41 anni, imprenditore, nel 1993 fonda i comitati BO.BI. (Boicotta il Biscione). Attualmente è responsabile del sito www.igirotondi.it ed uno degli animatori del movimento. Autore, con l'Avv. Filippo Lucarelli, di 100 bugie per 100 giorni - Manuale per difendersi da Berlusconi, ha pubblicato il volume Vademecum della bugia - Da Stalin a Berlusconi.

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Da Il Nuovo del 19 dicembre 2002

Nanni Moretti, tra cinema e politica

Nei negozi "Caro diario" e "Qualcosa di sinistra", libri
che raccontano le due anime del regista, da Ecce Bombo
alla manifestazione di Piazza San Giovanni.

di Ernesto Capasso

Caro diario, Qualcosa di sinistra . Potrebbe essere uno slogan, un'invocazione ma in realtà stiamo parlando dei titoli di due libri usciti in questi giorni e dedicati a Nanni Moretti, regista, attore, sceneggiatore e leader del movimento dei Girotondi. I due volumi raccontano, uno, il Moretti regista, l'altro il Moretti impegnato politicamente.

Caro diario (pp 192, euro 25 Edizioni del centro studi Lipari) è il libro che fotografa il cineasta, vincitore nel 2001 della Palma d'oro a Cannes per La stanza del figlio. Il testo che si apre con un'intervista di Piera Detassis, direttrice del mensile Ciak si avvale di interventi critici di Gianni Canova, Paola Malanga, Stefano Lusardi, Mario Sesti; tre sezioni fotografiche a colori sui tre capitoli in cui il film è diviso (In Vespa, Isole, Medici); il soggetto inedito del quarto capitolo, mai girato, Il critico e il regista, che Moretti aveva pensato per Silvio Orlando; una sezione di foto in bianco e nero. Il titolo del lavoro editoriale si ispira al film omonimo vincitore del premio per la miglior regia a Cannes. Caro diario ripercorre il cammino di Nanni Moretti, regista e attore, dai primi lavori, Ecce Bombo, Bianca, fino ai successi internazionali di Caro diario e La stanza del figlio, pellicole che hanno riscosso apprezzamenti non soltanto in Italia ma anche in Francia dove l'autore di Palombella rossa è particolarmente amato.

Se Caro diario prende spunto dal nome di una delle sue pellicole più fortunate, il secondo testo si ispira a una sequenza del film Aprile in cui il protagonista guardando in televisione una puntata della trasmissione, Porta a porta invita Massimo D'Alema, allora segretario dei Ds, a dire qualcosa di sinistra. Qualcosa di sinistra (pp 115, euro 11,50, Fratelli Frilli Editori) è il libro di Gianfranco Mascia, grafico, responsabile del sito dei girotondini che racconta la manifestazione del 14 settembre in Piazza San Giovanni a Roma. Anche questo lavoro si apre con un'intervista al regista, a cui seguono le foto e gli interventi dei vari relatori, presenti alla manifestazione, tra cui: Gino Strada, fondatore di Emergency, l'Associazione dei medici senza frontiere, Paolo Flores d'Arcais, direttore della rivista Micromega, Vittorio Foa e tanti altri. Il libro ripercorre il cammino del movimento dei Girotondi, (termine adottato in questi giorni dall'Accademia della Crusca, quale sinonimo di manifestazione di protesta in cui i dimostranti si tengono per mano), nelle sue varie evoluzioni e cambiamenti dal grido di Piazza Navona rivolto ai leader del centrosinistra: "Così non vinceremo mai", fino al "Non perdiamoci di vista" di Piazza San Giovanni.

Il regista, di recente ha dato vita anche a un'esibizione teatrale al Festival di Alessandria dove insieme all'attore Silvio Orlando ha interpretato a modo suo retroscena e appendici di Aprile, film documentario che alternava scene della vita politica italiana dalla vittoria elettorale di Berlusconi del 1994 fino alla vittoria dell'Ulivo nel 1996 con scene di vita familiare come la nascita del figlio Pietro scandita dalle note della canzone Ragazzo fortunato di Lorenzo Jovanotti.

Nel film Caro diario, rivolgendosi al proprietario di una lussuosa auto ferma ad un semaforo, Moretti afferma: "Sa cosa stavo pensando? Io stavo pensando una cosa molto triste, cioè che io anche in una società più decente di questa, mi troverò sempre con una minoranza di persone. Ma non nel senso di quei film dove c'è un uomo e una donna che si odiano, si sbranano su un'isola deserta perché il regista non crede nelle persone. Io credo nelle persone. Mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d'accordo con una minoranza".

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Da Il Secolo XIX del 17 dicembre 2002

Moretti racconta la nascita
dei girotondi: "Eravamo
pochissimi, quasi tutte donne..."

Esce "Qualcosa di sinistra" libro-confessione del
regista che ha fondato il movimento popolare

di Renzo Raffaelli

Al primo girotondo, quello sulla giustizia, pensava ci si dovesse prendere per mano e restare immobili a presidiare, a rendere testimonianza. Come soldatini, dall'inizio alla fine. Viene quasi da sorridere, ma Nanni Moretti, il leader dei girotondisti, l'ha imparato in piazza come si fanno i girotondi e quale carica politicamente dirompente possono esprimere. Evidentemente non li aveva mai praticati nella sua infanzia e li ha scoperti solo in età adulta, contribuendo a farne un gioioso strumento di passione civile. E' lui stesso a raccontarlo in una intervista. La prima e forse unica intervista rilasciata sulla sua stagione politica, iniziata con quell' "urlo" lanciato agli esterrefatti dirigenti dell'Ulivo sul palco di Piazza Navona. Allergico alle interviste, ostinatamente negate, il regista si è concesso al bloc notes di Gianfranco Mascia, imprenditore e uno degli animatori del movimento. Gli ha confidato delusioni, angosce, rabbia a speranze germogliate in lui insieme alle pacifiche manifestazioni di piazza.
Nel libro dal titolo "Qualcosa di sinistra", edito dai Fratelli Frilli di Genova, il regista racconta le riunioni dei girotondi a Roma («Vi partecipavano pochissime persone, una decina al massimo, quasi tutte donne») e la paura di non riuscire a "chiudere" l'anello attorno al Palazzo di giustizia di Milano («Avevamo fatto i calcoli, ci volevano almeno 900 persone e temevamo di non metterle insieme, poi gli anelli furono diversi»). Dei girotondi capaci di calamitare invettive e irritazioni da destra a sinistra sottolinea la capacità di rimettere insieme percorsi di vita, esperienze e umanità («La nostra storia è fatta anche di emozioni di cui la politica deve tener conto»). Il regista non risparmia sarcasmo contro la miopia di certa sinistra che evita la piazza, dice, temendo "derive massimaliste". E rimprovera i politici di professione di scarsa professionalità. «Se nelle elezioni del 2000 - argomenta Moretti - ci fosse stata più professionalità, forse le cose sarebbero andare in maniera diversa. Per esempio, nel Lazio l'Ulivo ha dato per scontato che Badaloni potesse essere rieletto. Il ragionamento era: ci mancherebbe altro, Storace è impresentabile, è un fascista, figurati se lo votano... ».
E poi le antenne. Moretti invita la sinistra ad usarle, queste antenne: «per catturare le realtà, per capire i sentimenti e i desideri delle persone». E naturalmente celebra la piazza, non quella mediatica ma fisica, contro lo strapotere della televisione, che il regista considera uno strumento "familiare e prepotente". In grado di imporre personaggi. Che però, aggiunge, diventano irriconoscibili al di fuori del piccolo schermo. Il regista cita Emilio Fede, il direttore del Tg4, il cui editoriale trionfante alle elezioni del marzo 1994 vinte da Berlusconi lui aveva riproposto, senza apportarvi alcuna modifica, all'inizio del film "Aprile". Dice Moretti: «Gli spettatori che avevano visto e ascoltato quel discorso in televisione quattro anni prima non l'avevano riconosciuto al cinema. Tanto che molti amici mi avevano detto: "E' stato proprio spiritoso Fede a recitare per te i dialoghi che gli hai scritto per il film"».

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Da Salute! del 13 dicembre 2002

Le parole di Moretti

di Paolo Cornaglia Ferraris

Da un nuovo libro intitolato "Qualcosa di sinistra" (G. Mascia, Fratelli Frilli Editori, 2002) Mascia chiede: «Vuoi dire che non vuoi fare carriera politica?». «Ma certo che no - risponde Moretti - E non avevo bisogno di altra notorietà o pubblicità o interviste. E invece c’è sempre chi pensa che ci dev’essere qualcosa sotto. Passione, disinteresse, generosità sono purtroppo ormai rare anche a sinistra. Mi sono ritrovato in questa avventura per non dovermi vergognare, tra qualche anno, di non aver tentato di fare qualcosa. Tutto qui».

Parole che propongo a noi col camice bianco. Di fronte all’iniquità del Servizio sanitario nazionale ed alla constatazione che la salute non è un diritto, ma il privilegio dei ricchi, di fronte al dominio del burocrate di partito sul professionista medico, di fronte al cinismo di una medicina mercato, per non vergognarci di non aver fatto nulla, facciamo qualcosa. È vero, si rischiano mobbing e licenziamento, ma non la vergogna di un modo di fare il medico che non è tollerabile. Vogliamo "essere medici" e non tesserati di partito, lecchini di direttori generali, portaborse dei capi sindacali, "yesman" di primari trasformati in ragionieri, pronti a balzare da una tessera all’altra appena il vento cambia. Pronti ad andare perfino in galera, per non aver capito che , se Luigi Odasso e compagni di merenda fanno certe cose per finanziare i rispettivi capicorrente, ma anche i propri C.C. bancari, quella non è la strada adatta a noi medici. Passione, disinteresse, generosità sono ormai rare anche tra i camici?

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Da Il tempo di leggere del 2 dicembre 2002

Qualcosa di sinistra

di Pasquale Bottone

Chi ha vissuto dal vivo le emozioni del "grande raduno di Piazza San Giovanni" dello scorso 14 settembre rivedrà con estremo piacere le belle foto a colori, relative alla mega-manifestazione, presenti in questo libro e rileggerà sicuramente con emotiva partecipazione gli interventi degli illustri convenuti sul palco in quella circostanza. Chi invece quel giorno era in altre faccende affaccendato, ma col cuore era lì, magari con questa iniziativa editoriale avrà occasione di respirare un po' di quel festoso clima e di dolersi nuovamente probabilmente della sua mancata presenza. "Qualcosa di sinistra" è caratterizzato. comunque, da una lunga intervista dell'autore Gianfranco Mascia a Nanni Moretti che si legge d'un fiato, domande e risposte estremamente chiare e dirette, rese ancor più esplicite dall'uso di un linguaggio semplice ed efficace. Insomma, chi dalle iniziative dei cosiddetti "girotondini" teme sempre vengano fuori analisi elitarie, snobismi d'occasione e ben ordite trame di "rivoluzioni da salotto" rimarrà deluso e non poco. Dall'introduzione alla postfazione, passando per i consigli di Dario Fo e per il "pezzo forte" del "faccia a faccia" con il regista di "Aprile" tutto scorre veloce, interessante, ben alla larga da ogni possibile luogo comune in agguato. Dopo il divertente episodio del "Vademecum della bugia - da Stalin a Berlusconi", con questa sua nuova fatica letteraria Mascia mostra sempre più di essere un moderno comunicatore (è anche webmaster del sito de "I Girotondi ") che sa rappresentare le giuste istanze di un certo, non solo giovanile, sano, "moderato", "ribellismo" assolutamente terapeutico per chi in questo strano e sempre più inquietante periodo di post-pataracchi, "prese del Cavallo Rai" ed "involution pseudo federaliste" voglia continuare a non dover ricorrere a sostanze stupefacenti per convincersi che un'Italia migliore sia possibile...

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Da Quotidiano ligure del 9 dicembre 2002

Nasce la collana
"In Movimento"

di Enrico Ratto

Due libri, venti testimonianze, una nuova collana inaugurata. Così arriva nelle librerie il nuovo filone editoriale della Fratelli Frilli Editori, che da Genova, seguendo passo passo la vita politica e i movimenti sociali prima durante e dopo il G8 di un anno e mezzo fa, con una serie di utili pubblicazioni ha dato la parola a molti autori legati al movimento new global ma non solo. La nuova collana “In movimento”, in una veste grafica rinnovata rispetto agli instant book della collana “Contromercato” riconoscibile per il prezzo e formato contenuti, a guardar bene, con la politica dei partiti ha poco a che fare. Sono libri che raccontano la politica della gente, non tanto la politica dei leader, quanto la direzione tracciata da esponenti della cultura, dei movimenti (anche new global, certo), della magistratura, del giornalismo. Venti testimonianze in due libri. Il primo, “Euoropa in Movimento”, curato da Monica Di Sisto e Alberto Zoratti, é una raccolta di interviste ai volti celebri del movimento: Gino Strada, Don Ciotti, Sergio Cofferati, Gherardo Colombo e molti altri. Ognuno, con riferimento al suo campo e alla sua formazione, delinea una nuova direzione, individua i punti strategici di un’Europa che, se vuole collaborare ad un mondo in cui non si debba necessariamente creare un nemico per mandare avanti l’economia interna, deve crescere e rafforzare la propria politica così come il proprio sistema giuridico ed economico. “Qualcosa di sinistra, intervista a Nanni Moretti”, prosegue con l’esperienza degli interventi e nasce dalla festa di protesta tenuta a Roma il 14 settembre in Piazza San Giovanni. Guardando le foto di quel giorno, che si trovano anche nel libro, Gianfranco Mascia, già autore per Frilli di “Vademecun della Bugia, da Stalin a Berlusconi”, decide di mettere quelle immagini e quelle parole nero su bianco. Una lunga intervista a Nanni Moretti e una serie di interventi di Dario Fo, Daria Colombo, Pancho Pardi, Rita Borsellino e altri. Tutto questo per la stessa ragione che ha portato un milione di cittadini, “non politici di professione” come li chiama Nanni Moretti, in piazza San Giovanni il 14 settembre scorso: bisognava stabilire “un dialogo con tutto il centrosinistra e con la parte delusa dell’elettorato di centrodestra”, scrive Gianfranco Mascia nell’introduzione al libro. Il quale, tra le prime righe, scrive anche di essere d’accordo con Nanni Moretti quando, nell’intervista rilasciata per la stesura del libro, afferma che “chi non era in quella piazza, non può capire cosa é stato”. Probabilmente ha ragione anche se, con questo libro, un passo avanti é stato fatto.


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