Salto di specie
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Pulp
Salto di specie


Alto Adige
Se la fantascienza incontra il noir
di Gianfranco Benincasa

 

 


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Da Pulp - novembre 2003

Salto di specie
 

Che la fantascienza sia diventata anche in Italia un genere (abbastanza) adulto, lo si comprende più che dal profluvio di note critiche dei convertiti dell’ultima ora, dal fatto che anche case editrici non specialistiche, e, come in questo caso, con in catalogo testi militanti, comincino a pubblicare romanzi, uscendo finalmente dal famoso e famigerato ghetto. Il problema è che spesso gli autori sono avventizi dello stesso ghetto, e finiscono con il cedere all’idea di fare una fantascienza intelligente senza tener conto del fatto che esiste già. Andrea e Giovanni Cara hanno costruito questo romanzo con i modelli del romanzo moderno (la manipolazione genetica, la ricerca scientifica, il contagio) mescolandoli con modelli formali (il resoconto degli eventi “a futura memoria”) e tematici (l’impero alieno, lo sbarco nel passato remoto) che moderni non sono. Da qui un certo impasse che coglie il lettore di fronte a quest'ibrido, che una scrittura che vorrebbe esser “alta” veicola in tutt’altro genere tematico, mentre la scansione cronologica degli eventi toglie tutta la suspence al romanzo, quando sarebbe stata necessaria, ad un esempio una storia di ricostruzione dei perché e dei percome. Ed è un peccato poiché le idee di fondo eran tutt’altro che peregrine: la possibilità che un lontano incontro fra salgoniani e neandertaliani contagi questi ultimi, e che un fortuito ritrovamento dei resti di uno di essi finisca in futuro con lo scatenare un morbo di scala mondiale, mentre gli alieni stessi stanno tornando. Speriamo in quella che potrebbe esser la seconda puntata del ciclo, o meglio ancora, in un nuovo romanzo che scelga decisamente l’una o l’altra strada.
 


 

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Da Alto Adige del 26 ottobre 2003

Se la fantascienza
incontra il noir

 

di Gianfranco Benincasa

Se siete figli della modernità, amate il futuro e le fantasie tecnologiche non potete assolutamente perdervi «Salto di specie», una straordinaria storia tra viaggi stellari, vascelli spaziali, sistemi solari, tute pressurizzate, avventure nel mondo di domani ma anche nelle civiltà del nostro passato più remoto. La fantascienza è un genere che ha vissuto fortune alterne ma che non ha mai smesso di entusiasmare. Se poi l'interpretazione fantastica ed avveniristica delle conquiste scientifiche e tecniche si fonde con il noir allora il gioco è fatto: tensione, suspense, situazione estreme ed originalità si amalgamano dando vita a storie meravigliose. È il caso di «Salto di Specie», libro di recente pubblicazione scritto a quattro mani dai fratelli Andrea e Giovanni Cara. Il primo è un biologo dell'Istituto Superiore di Sanità che ha anche lavorato anche negli Stati Uniti con Robert Gallo occupandosi in particolare di HIV, il virus che causa l Aids; il secondo si occupa di cultura e riviste letterarie ed ha insegnato lingua e letteratura spagnola a Cagliari e Potenza. Insieme hanno dato vita ad un racconto che parte con il mondo del futuro (Madrid, gennaio 2085) ma nel quale si trovano anche molti elementi del passato. Mischiare i due aspetti è tipico di certa fantascienza che richiama alla mente, e il paragone è tutt'altro che riduttivo, Nathan Never: il detective dei fumetti bonelliani che vive e si muove in un mondo dominato dalla multimedialità e dalla tecnologia, ma che in fondo non risolve i veri problemi dell umanità. Never è al contempo un uomo moderno a suo agio nell'epoca in cui vive ma legato indissolubilmente al passato tanto da collezionare dischi in vinile e, soprattutto, rari libri di carta (Ray Bradbury docet). Futuro e passato, dunque, anche per «Salto di specie» dei fratelli Cara che in 234 pagine di grande contenuto simbolico fanno incontrare civiltà e popoli riflettendo sulle culture diverse e su come queste hanno cambiato nello spazio di pochi anni la storia di due mondi, «un mondo che aveva vagato per migliaia di anni come un piccolo sistema isolato fra le stelle e un mondo che, se non era errabondo, era anch'esso altrettanto isolato. Forse meno consapevole e meno unito, privo com'era di un ideale lontano nel tempo e nello spazio: quello di trovare una casa. Forse anche meno piccolo. Eppure altrettanto isolato». La trama: 2085 l'astronave salgoniana Random giunge nell'orbita della terra dove un'epidemia, causata con probabilità da un esemplare Neandertaliano perfettamente conservato e ritrovato in una grotta dei Pirenei dov'era morto 30mila anni prima, sta decimando la popolazione. È a questo punto che s'incontrano le storie di tre civiltà: i salgoniani, i terrestri dell'epoca neandertaliana ed i terrestri del futuro.
 


 

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