Tempi di fraternità Da Seattle a Genova di Gino Tartarelli pickwick.it L' Espresso Mentelocale.it Da Tempi di fraternità - ottobre 2001
Da Seattle a Genova
di Gino Tartarelli "Da Seattle a Genova. Gli 8 non valgono una moltitudine" spiega il perché i vari gruppi del Genoa Social Forum hanno voluto manifestare a Genova nel luglio scorso, ed anche sulle modalità della collaborazione comune per dire no alla globalizzazione selvaggia. Libretto di facile lettura, ci fà ritornare a rivivere le quattro tragiche giornate genovesi. Uno sforzo notevole sia economico (prezzo al pubblico 2000 Lire), sia di contenuto che premia chi ha il coraggio delle proprie idee, che non travisa e nasconde ciò che realmente è accaduto affinché non succeda come citato in una e-mail a pagina 5 di "Le quattro giornate di Genova" (anche questo edito da Frilli): "Riflettete su questo: prima che venissero fuori le immagini della sparatoria in cui è morto il manifestante, la versione della polizia era che il ragazzo era stato ucciso da un sasso tirato da un altro manifestante. Dato che molta della documentazione raccolta dal GSF è stata distrutta o requisita dalla polizia, rimangono le versioni di governo e forze dell’ordine... È importante che il maggior numero di persone sappia la verità".
Da pickwick.it
Da Seattle a Genova Una mappa di quello che è stato l'affollato Genoa Social Forum
Claudio Marradi, giornalista free-lance, e Enrico Ratto, studente di sociologia, si sono impegnati a
raccogliere diverse interviste ai rappresentanti di alcune associazioni del Genoa Social Forum, alla
vigilia del vertice G8 tenutosi nel capoluogo ligure lo scorso luglio. Organizzazioni dalle tendenze
politiche più differenti si riuniscono in un solo coordinamento, allo scopo di rendere le
manifestazioni le più imponenti possibili, e per dimostrare come forte sia la volontà
di metter fine a riunioni ritenute del tutto illegittime, in quanto esterne ad organismi democraticamente
eletti. Si vuol far crescere nell'opinione pubblica la consapevolezza che, per risolvere i problemi
globali, non bastano le scelte di solo otto capi di governo, tanto meno se rappresentano solo una piccola
minoranza fortemente privilegiata.
Da L' Espresso del 18 ottobre 2001
Il G8 in due pamphlet
Da Seattle a Genova, a cura di Claudio Marradi e Enrico Ratto, pp. 60, lire 2 mila di Giuseppe Berta Il movimento antiglobal da Seattle a Genova in due pamphlet, il primo dedicato ai gruppi cresciuti sull'onda della contestazione degli organismi di concertazione internazionale e il secondo a una cronaca degli avvenimenti genovesi. Scritti a breve distanza di tempo, sono tuttavia segnati da una radicale difformità di toni e di accenti. L'uno, redatto in preparazione del G8, appare intriso di ottimismo, quasi a voler smentire a priori i timori di chi presagiva che a Genova sarebbe stato peggio che a Nizza e a Göteborg. Ne esce una mappa dei movimenti che avevano deciso di confluire nel Genoa Social Forum, dall'ala dei centri sociali, delle Tute Bianche, di Ya Basta, sul fronte delle frange più dure, ai nuclei cattolici come la Rete Lilliput e Pax Christi, fino agli ambientalisti del Wwf, della Lega Anti Vivisezione e Legambiente. Di tutti vengono declinate posizioni e dichiarazioni d'intenti. La matrice comune sembra costituita da una visione arcaica delle forze di mercato, accreditate contro ogni evidenza di un potere illimitato. Nessuno scorge la precarietà e la fragilità implicite nelle mille interdipendenze su cui si fonda l'economia internazionale. Tutt'altra l'intonazione del secondo pamphlet. Dinanzi alla guerriglia di Genova prevale una stupefazione dolorosa, si tratti dei comportamenti dei Black Bloc come della reazione della polizia, seguiti con uno sguardo attonito. Rifiutando di accettare la realtà che il G8 e le agitazioni che gli hanno fatto da contorno abbiano il significato della fine di un'epoca, i curatori rinviano a un indeterminato «orizzonte politico», alle viste in autunno. Ma, a quel punto, l'agenda politica sarà già ostaggio del terrorismo.
Chi sono gli anti G8 ? Cosa vogliono ? di Daniela Carucci
"Si sono dette tante parole sul popolo di Seattle, forse
troppe, masticate dai media in cerca di sensazioni forti", spiega Raffaello
Bisso di MobiliTebio, "Ho collaborato alla redazione di questo libro
perché mi sembra importante far conoscere le motivazioni, le aspettative e le
proposte dei gruppi che si oppongono al G8".
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