Da Seattle a Genova
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Tempi di fraternità
Da Seattle a Genova
di Gino Tartarelli

pickwick.it
Da Seattle a Genova
di Dario Di Dato

L' Espresso
Il G8 in due pamphlet
di Giuseppe Berta

Mentelocale.it
Chi sono gli anti G8 ? Che cosa vogliono ?
di Daniela Carucci

 

 

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Da Tempi di fraternità - ottobre 2001

 

Da Seattle a Genova

 

di Gino Tartarelli

"Da Seattle a Genova. Gli 8 non valgono una moltitudine" spiega il perché i vari gruppi del Genoa Social Forum hanno voluto manifestare a Genova nel luglio scorso, ed anche sulle modalità della collaborazione comune per dire no alla globalizzazione selvaggia. Libretto di facile lettura, ci fà ritornare a rivivere le quattro tragiche giornate genovesi. Uno sforzo notevole sia economico (prezzo al pubblico 2000 Lire), sia di contenuto che premia chi ha il coraggio delle proprie idee, che non travisa e nasconde ciò che realmente è accaduto affinché non succeda come citato in una e-mail a pagina 5 di "Le quattro giornate di Genova" (anche questo edito da Frilli): "Riflettete su questo: prima che venissero fuori le immagini della sparatoria in cui è morto il manifestante, la versione della polizia era che il ragazzo era stato ucciso da un sasso tirato da un altro manifestante. Dato che molta della documentazione raccolta dal GSF è stata distrutta o requisita dalla polizia, rimangono le versioni di governo e forze dell’ordine... È importante che il maggior numero di persone sappia la verità".

 

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Da pickwick.it

 

Da Seattle a Genova

Una mappa di quello che è stato l'affollato Genoa Social Forum



di Dario Di Dato

Claudio Marradi, giornalista free-lance, e Enrico Ratto, studente di sociologia, si sono impegnati a raccogliere diverse interviste ai rappresentanti di alcune associazioni del Genoa Social Forum, alla vigilia del vertice G8 tenutosi nel capoluogo ligure lo scorso luglio. Organizzazioni dalle tendenze politiche più differenti si riuniscono in un solo coordinamento, allo scopo di rendere le manifestazioni le più imponenti possibili, e per dimostrare come forte sia la volontà di metter fine a riunioni ritenute del tutto illegittime, in quanto esterne ad organismi democraticamente eletti. Si vuol far crescere nell'opinione pubblica la consapevolezza che, per risolvere i problemi globali, non bastano le scelte di solo otto capi di governo, tanto meno se rappresentano solo una piccola minoranza fortemente privilegiata.

Da Seattle a Genova è una breve raccolta di interviste interessante per capire le motivazioni che hanno spinto migliaia di giovani a manifestare. Inoltre presenta una bibliografia essenziale di testi utili per capire la globalizzazione e le sue tendenze, nonché i vari links delle maggiori associazioni contrarie al G8.

Solo una visione superficiale può portare a dire che la contestazione antiG8 sia soltanto un movimento di contrapposizione ideologica alle forze moderate che governano attualmente le democrazie occidentali. Non si capirebbe per quale motivo i cattolici di Pax Christi sfilerebbero insieme ai ragazzi dei centri sociali. Dalle interviste si capisce ciò che accomuna idee così distanti: non si ritiene più ammissibile che la maggioranza della popolazione mondiale viva in condizioni misere, e che la globalizzazione si risolva in una moltiplicazione delle opportunità di sfruttamento di chi meno ha. Erroneamente si parla di antiglobal: la fine delle barriere, la possibilità di spostarsi per cercare di migliorare le condizioni della propria esistenza, sono una conquista importante e per nulla osteggiata. Non si può però imporre che l'assenza di barriere valga per i soli capitali e non per le migliaia di persone che bussano alle porte del mondo ricco. Il messaggio di cui si fanno portatori le diverse associazioni del Genoa Social Forum ci dice che la vita umana vale più del profitto, e che l'uomo dovrebbe essere al centro del mondo che si costruisce, non a margine di esso.

Istanze utopiche e scontro con la dura realtà sono ugualmente presenti nelle parole dei rappresentanti delle diverse associazioni, sia che si occupino d'ambiente, sia che si occupino di diritti umani o che siano di carattere politico. Un'utopia, sottolinea Fabio Giunti di Pax Christi, alla quale dovremmo imparare a credere non solo come valore religioso ma anche come impegno concreto, quale ad esempio il rispetto per la natura.

 

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Da L' Espresso del 18 ottobre 2001

 

Il G8 in due pamphlet

Da Seattle a Genova, a cura di Claudio Marradi e Enrico Ratto, pp. 60, lire 2 mila
Le quattro giornate di Genova, a cura di R. Bisso e C. Marradi, pp. 59, lire 3 mila



di Giuseppe Berta

Il movimento antiglobal da Seattle a Genova in due pamphlet, il primo dedicato ai gruppi cresciuti sull'onda della contestazione degli organismi di concertazione internazionale e il secondo a una cronaca degli avvenimenti genovesi. Scritti a breve distanza di tempo, sono tuttavia segnati da una radicale difformità di toni e di accenti. L'uno, redatto in preparazione del G8, appare intriso di ottimismo, quasi a voler smentire a priori i timori di chi presagiva che a Genova sarebbe stato peggio che a Nizza e a Göteborg. Ne esce una mappa dei movimenti che avevano deciso di confluire nel Genoa Social Forum, dall'ala dei centri sociali, delle Tute Bianche, di Ya Basta, sul fronte delle frange più dure, ai nuclei cattolici come la Rete Lilliput e Pax Christi, fino agli ambientalisti del Wwf, della Lega Anti Vivisezione e Legambiente. Di tutti vengono declinate posizioni e dichiarazioni d'intenti. La matrice comune sembra costituita da una visione arcaica delle forze di mercato, accreditate contro ogni evidenza di un potere illimitato. Nessuno scorge la precarietà e la fragilità implicite nelle mille interdipendenze su cui si fonda l'economia internazionale. Tutt'altra l'intonazione del secondo pamphlet. Dinanzi alla guerriglia di Genova prevale una stupefazione dolorosa, si tratti dei comportamenti dei Black Bloc come della reazione della polizia, seguiti con uno sguardo attonito. Rifiutando di accettare la realtà che il G8 e le agitazioni che gli hanno fatto da contorno abbiano il significato della fine di un'epoca, i curatori rinviano a un indeterminato «orizzonte politico», alle viste in autunno. Ma, a quel punto, l'agenda politica sarà già ostaggio del terrorismo.

 

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Da mentelocale.it

 

Chi sono gli anti G8 ? Cosa vogliono ?



di Daniela Carucci

"Si sono dette tante parole sul popolo di Seattle, forse troppe, masticate dai media in cerca di sensazioni forti", spiega Raffaello Bisso di MobiliTebio, "Ho collaborato alla redazione di questo libro perché mi sembra importante far conoscere le motivazioni, le aspettative e le proposte dei gruppi che si oppongono al G8".

Da Seattle a Genova, è un lavoro di documentazione accurato e attualissimo, se si pensa che è andato in stampa all'inizio di luglio. L'obiettivo è quello di fare chiarezza nel caotico mare dell'informazione, e di dare voce alle varie realtà che compongono il movimento anti-G8.
Quel "popolo" che, partito da Seattle, arrivato fino a Nizza e a Goteborg, scenderà in piazza a Genova tra pochi giorni.

Il libro, dopo un inquadramento di tipo storico del movimento, di cui si è occupato Claudio Marradi, passa alle interviste ai portavoce dei vari movimenti curati da Enrico Ratto, che dice: "il mio lavoro è stato quello di raccogliere testimonianze: non ho fatto altro. Ho cercato di aderire il più possibile alle parole che mi sono state dette, e che esprimono l'estrema trasversalità del movimento e la volontà di dialogo che circola al suo interno. Inoltre mi ha molto colpito la preparazione di queste persone e l'ingiustificato allarmismo che li circonda".

Il testo mette una accanto all'altra le testimonianze di Don Gallo e Tettamanzi, delle Tute Bianche e Forza Nuova e analizza le strategie, le aspettative, gli obiettivi della protesta e le forme di lotta comune.
In appendice si può trovare anche il manuale dell’antiglobalizzatore giudizioso, ovvero "dieci piccole cose da sapere per non farsi (fare) troppo male" e un'utile, se pur non chiarissima, cartina della zona rossa e di quella gialla, oltre a una bibliografia cartacea e virtuale, per orientarsi tra i meandri delle pubblicazioni possibili.

"Sta nascendo qualcosa di nuovo, un movimento non ideologizzato, concentrato sui problemi, pragmatico", racconta Sergio Tedeschi della Rete ControG8, "l’evolversi di questo movimento fa capire come i G8 abbiano ormai un potere solo militare. Il consenso dell’opinione pubblica sta da un’altra parte".

Il libretto, stampato in 20.000 copie, è distribuito capillarmente in tutto il territorio nazionale. Costa solo duemila lire, prezzo politico che permetterà a tutti di farsi un’idea su quello che sta accadendo, e su quello che tra pochi giorni accadrà a Genova e nel mondo.

Daniela Carucci




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