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La sindrome di Genova
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Onda Rossa
Genova, 2001: guerra chimica contro i manifestanti
Puglia
Avvocato pugliese a Genova: l'esperienza tra i
no-global
Il Lavoro - Repubblica
Il G8 dei lacrimogeni: troppi
silenzi e omertà
di Mauro Pastorino
Quotidiano Ligure
G8 Genova: i lacrimogeni al
centro di un libro
di Enrico Ratto
La Nuova Sardegna
A Genova guerra chimica
di Emanuele Giordana
Il Nuovo
Social Forum, l'incubo dei
lacrimogeni
di Melissa Bertolotti
consumietici.it
Un libro sulle giornate di Genova
Quotidiano Ligure
G8 - Un libro sulla repressione chimica
di Andrea Carotenuto
Il Lavoro - Repubblica
"Quei lacrimogeni tossici" La denuncia diventa libro
di Marco Preve
Il Corriere Mercantile
Un libro-inchiesta sui gas usati al G8
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Da
Onda Rossa - febbraio 2003
Genova, 2001: guerra chimica
contro i manifestanti
Quiliano (Savona), 19 dicembre. Alla presenza di un folto pubblico, di esponenti
dei movimenti no-global e delle organizzazioni sindacali, e del sindaco di
Quiliano, Nicola Isetta, si è tenuta ieri sera la prima iniziativa della
Federconsumatori CGIL del savonese dal titolo “Dalla sindrome di Genova ai venti
di guerra”.
La ricerca della verità sui fatti di Genova del luglio 2001, ed in particolare
sulla “guerra chimica” che ha trovato espressione nel lancio di oltre 6000
candelotti lacrimogeni contro i manifestanti, è stata collegata alla necessità
di esprimere una forte opposizione alla guerra che si avvicina contro l’Iraq.
Edoardo Magnone, studioso di chimica presso l’Università di Genova, ha
presentato il suo libro “La sindrome di Genova. Lacrimogeni e repressione
chimica” edito dai Fratelli Frilli di Genova (www.frillieditori.com).
Magnone è uno dei fondatori del “Comitato verità e giustizia per Genova", che si
batte per documentare gli effetti del gas CS utilizzato nel luglio 2001. Questo
gas è una vera e propria arma chimica, la cui nocività è nota da decenni, e il
cui uso è proibito in condizioni di guerra, ma non nei confronti dei cittadini!
La “sindrome di Genova” è un'insieme di effetti collaterali dovuti alla
sovraesposizione al Cs su cui è necessario fare chiarezza. Oltre infatti ai
disturbi immediati - bruciore agli occhi, dermatiti, eritemi, senso di
soffocamento, difficoltà respiratorie - si sa poco delle conseguenze a lungo
termine provocate dal Cs sulle persone.
Nel dibattito hanno portato la propria testimonianza alcuni partecipanti alle
manifestazioni di Genova del luglio 2001, esponenti dei Social forum e
rappresentanti sindacali.
Il collegamento fra “sindrome di Genova” e “venti di guerra” è tutto negli
elementi di militarizzazione dello scontro sociale, e dello scontro di piazza in
particolare, dal controllo permanente esercitato con strumenti degni del Grande
Fratello di Orwell, fino all’impiego di armi da guerra (il gas CS, appunto). Del
resto le guerre vere e proprie, condotte per scopi economici (petrolio) e
geostrategici, vengono presentate come operazioni di polizia internazionale
aventi finalità umanitarie.
All’iniziativa di Quiliano faranno seguito altri dibattiti e manifestazioni nel
savonese, perché la ricerca della verità su Genova 2001 continua. Per la
Federconsumatori è essenziale che i cittadini dispongano di un’informazione
chiara ed accurata: occorre sapere come si pone fine ad una spirale di guerra.
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Da Puglia dell'11 dicembre 2002
Il brindisino Stefano Palmisano alle
manifestazioni
Avvocato pugliese "desaparecido" a
Genova: l'esperienza tra i no-global
Zone rosse e gialle, vetrine rotte, lacrimogeni e molotov, cellulari arrosto,
slogan no-global e anche un avvocato pugliese desaparecido. E' quello che è
successo s Genova, il 21 luglio 2001, al brindisino Stefano Palmisano, legale
noto per il suo impegno "alternativo": è difensore di parte civile nel processo
per il naufragio della motovedetta albanese e si distingue a Brindisi in
numerose battaglie giudiziarie in materia di violazioni ambientali. Del
professionista brindisino, vittima degli incidenti genovesi, si erano perse le
tracce, in seguito a un equivoco protrattosi per parecchie ore. L'avvocato
Palmisano era entrato in contatto con le forze dell'ordine mentre era impegnato
nel "servizio legale" del Genoa Social Forum. Quale fosse il ruolo di questo
gruppo di "avvocati di strada" nelle manifestazioni contro le riunioni del G8 è
spiegato in un libro pubblicato dai liguri Fratelli Frilli Editori, "Dalla parte
del torto" (200 pagine, 7 Euro), a cura di due giuristi democratici, Stefano
Bigliazzi ed Emilio Robotti. Indossando una maglietta perfettamente
riconoscibile, i rappresentanti del Genoa Legal Forum - viene spiegato - erano
sparpagliati lungo i cortei per "assicurare assistenza ai manifestanti e per
farsi garanti nei confronti di possibili abusi commessi contro il diritto alla
manifestazione".
Integrato da testimonianze sui momenti chiave delle drammatiche giornate, il
libro offre una ricostruzione delle vicende genovesi viste dalla parte dei
dimostranti e fa il paio con il titolo successivo della stessa collana "Contromercato",
che affronta un aspetto generalmente sfuggito nell'immediatezza dei fatti. "La
sindrome di Genova" (144 pagine, 7 Euro) si preoccupa degli effetti tossici
delle sostanze respirate da poliziotti, manifestanti e anche cittadini a causa
degli oltre 6200 lacrimogeni che hanno diffuso un gas particolarmente insidioso.
Il Cs ha inoltre la tendenza ad agire anche a distanza di tempo su chi lo abbia
inalato. Oltre a fornire una scheda scientifica del repellente e a ricostruire
il suo discusso impiego in altre azioni, il volume del giornalista Enzo Mangini
e del chimico Edoardo Magnone ospita un contributo del sindacato italiano
lavoratori di polizia.
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Da Il
Lavoro - Repubblica del
21 novembre 2002
Il G8 dei lacrimogeni
troppi silenzi e omertà
di Mauro Pastorino
Per la prima volta, per uno dei tanti casi scottanti nati
dagli eventi del G8 di Genova, soggetti diversi e in altre circostanze
antagonisti tra loro, hanno collaborato per cercare di squarciare un velo di
omertà e silenzi. Quello che circonda, proprio come una nube, la composizione e
l'utilizzo dei gas Cs, ovvero i lacrimogeni che a Genova vennero largamente
utilizzati (ne furono sparati 6200) durante gli scontri.
E' successo per la realizzazione del libro "La sindrome di Genova.
Lacrimogeni e repressione chimica" scritto dal ricercatore chimico
Edoardo Magnone e dal giornalista Enzo Mangini per la Fratelli
Frilli Editori, che ieri è stato presentato ufficialmente nella libreria
Assolibro di Via San Luca.
Con Magnone hanno discusso alcuni degli autori dei capitoli del libro come
Alessandro Pilotto, del sindacato di polizia Silp-Cgil, e con lui Anna Giacobbe
e Mauro Passalacqua, segretari regionale e provinciale della Cgil. Ha moderato
il dibattito Aldo Tarascio, segretario regionale del Silp-Cgil. Sulla
pericolosità dei gas ha avviato da tempo una battaglia politica il senatore dei
Verdi Francesco Martone
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Da
Quotidiano Ligure del
19 novembre 2002
G8 Genova: i lacrimogeni
al centro di un libro
di Enrico Ratto
Gas CS. L’arma chimica, componente principale dei 6200
candelotti lacrimogeni sparati a Genova durante il G8, diventa un utile libro.
Sarà infatti presentato mercoledì 20 novembre alle 17.30, presso la Libreria
Assolibro di via San Luca, il volume che raccoglie una serie di saggi firmati
dai più autorevoli esperti italiani in materia di candelotti lacrimogeni
caricati al CS. Dopo una serie di inchieste televisive (Primo Piano di Rai Tre e
Terra di Canale 5), una lunga lista di articoli e inchieste pubblicate su
quotidiani e settimanali, questo libro raccoglie in maniera analitica e
approfondita gli studi effettuati sui gas e sulla loro, ormai non più solo
presunta, tossicità. Edoardo Magnone, chimico genovese e membro del
gruppo di lavoro “scienziati e scienziate contro la guerra” (www.iac.rm.cnr.it/-spweb/home.html),
é l’autore di un saggio che approfondisce l'aspetto chimico del CS di una
dettagliata ricerca storica che ne approfondisce gli utilizzi del CS nella
storia militare e di “law enforcement”, con risultati spesso tragici benché
taciuti: a Waco, in Texas, 81 Davidiani vennero uccisi in un incendio scoppiato
nel ranch in cui erano assediati da 51 giorni dall’FBI. La causa? Il giorno in
cui l’assedio raggiunse il suo apice, le forze federali con la consulenza
dell'esercito prepararono il blitz sparando all'interno del ranch candelotti
caricati al CS, e oggi non si esclude che siano stati proprio questi candelotti
incandescenti a provocare l’incendio. Lo scorso luglio, per i fatti di Genova
del 2001, sono state presentate più di 10 denuncie da parte di manifestanti
intossicati dal CS, e tutti i casi sono oggi seguiti dai legali del Genoa Legal
Forum. Tra questi, l'avvocato Nicola Canestrini, membro del Centro Studi per la
Pace(www.studiperlapace.it) e autore di un saggio storico-legale sull’utilizzo
del gas. Il testo, ripreso da un discorso tenuto durante la Conferenza
Internazionale sui Diritti e Globalizzazione dello scorso aprile a Genova,
affronta la grande contraddizione legata all'utilizzo dei gas lacrimogeni: la
Convenzione di Ginevra considera il CS un’arma chimica e quindi ne bandisce
l'utilizzo in guerra, ma d’altra parte viene tranquillamente utilizzato (al più
“sconsigliato”, come é stato indicato in occasione del Forum Sociale di Firenze)
per il mantenimento dell'ordine pubblico. La prefazione al libro é firmata dal
senatore Verde Francesco Martone, protagonista di diverse interrogazioni
parlamentari per la messa al bando del gas CS e autore di una lunga inchiesta,
pubblicata sul settimanale Carta lo scorso anno, tra le prime ad aver in qualche
modo catturato l’interesse mediatico e l'attenzione dell’opinione pubblica verso
i danni che può provocare l'utilizzo del gas da parte delle forze dell'ordine.
Ultimo capitolo della discussione, almeno per il momento, é questo libro,
pubblicato dalla Fratelli Frilli Editori, ed intitolato proprio “La
sindrome di Genova”, come Enzo Mangini l'aveva battezzata per la
prima volta tra le pagine del settimanale
Carta.
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Da
La Nuova Sardegna del
9 novembre 2002
Un libro denuncia l'uso da parte della
polizia,
durante il Social Forum, del micidiale Cs, un gas tossico
A Genova guerra chimica
Una vera e propria arma, con effetti
mutageni
Il meticoloso lavoro di inchiesta di un cronista e
di un chimico svela un retroscena sconcertante
di Emanuele Giordana
Il nome chimico è
2-clorofenil-metilenepropandinitrile o anche b,b-diciano-o-clorostirene.
L'acronimo con cui è più conosciuto è invece semplicemente CS, dal nome dei due
ricercatori (Carson e Stoughton) che per primi lo sintetizzarono nel 1928. Da
allora questo composto chimico ha fatto una lunga strada ed è stato adottato
come ingrediente dei candelotti lacrimogeni da diverse forze di polizia: è stato
usato negli Stati Uniti, in Palestina, in Perù, in Malaysia... e in Italia: a
Genova dove furono sparati oltre 6mila candelotti nella due giorni di guerriglia
che infuriò nel capoluogo ligure durante il Social Forum nell'estate del 2001.
Proprio nei giorni in cui prende forma il Social Forum europeo a Firenze, con la
sua inevitabile coda di polemiche preventive sulla possibilità di scontri e
violenze, danni ai monumenti, rischi per i cittadini, un libro è arrivato nelle
librerie a ricordarci la storia del CS. E non solo per scaramanzia nei confronti
della maxi riunione del "movimento dei movimenti", come qualcuno lo ha chiamato,
sperando che non si ripetano fatti come quelli di Genova. Il libro La
sindrome di Genova (Fratelli Frilli Editori, 141 pagine, 7,00 euro) ricorda
infatti come, da quella vicenda, nacque una vera e propria campagna, approdata
in Parlamento e nelle aule di giustizia, per evitare che il CS continui ad
essere un'arma di ordine di pubblico. Un'arma pericolosa come dimostra il libro,
una raccolta di saggi cofirmata da Enzo Mangini, giornalista del
settimanale "Carta", a da Edoardo Magnone, chimico genovese del comitato
"Scienziate e scienziati contro la guerra". Non è un caso, inoltre, che la
prefazione sia firmata da Francesco Martone.
Martone è un senatore dei Verdi eletto per la prima volta in un collegio ligure
alle ultime elezioni. E' un personaggio piuttosto singolare perché proviene dal
mondo delle organizzazioni non governative. E benché l'etichetta del Senato gli
imponga abito blu e cravatta, non ha perso la passione civile, che è del resto
alla base della sua elezione al Senato. Arrivata, tra lo stupore generale, senza
che avesse un appoggio evidente dai partiti del centrosinistra né quattrini da
investire nella campagna elettorale. La passione civile di Martone, tradotta in
curiosità, si era attardata sul lungomare di Genova in Piazza Rossetti. Martone
aveva raccolto un bossolo di lacrimogeno esploso e doveva avere nella testa le
immagini della gente intossicata, che piangeva durante gli scontri e che in
seguito - come racconta nell'ultima parte del libro Laura Corradi - si troverà a
combattere con una serie di effetti collaterali. L'analisi del contenuto del
bossolo e una ricerca su cos'è il CS, faranno scoprire a Martone il mondo oscuro
di questo particolare lacrimogeno, ma anche gli studi che ne sconsigliano l'uso,
gli esperimenti di laboratorio che fanno scrivere a un team di esperti che il CS
è una "sostanza mutagena/genotossica".... che "il rischio mutageno per l'uomo
derivante dall'esposizione al CS rimane da definire"... e che "l'esposizione
umana va considerata con preoccupazione". Dalle ricerche di Martone nasce poi
una denuncia, raccolta dal settimanale "Carta", e che ha spinto Mangini a
Magnone a lavorare sul libro in modo da farlo uscire proprio nei giorni di
Firenze.
La scoperta di Martone mette in imbarazzo il governo, già sotto pressione per la
morte di Giuliani e le polemiche sull'uso indiscriminato della forza in piazza
e, soprattutto, alla scuola Diaz. "Il CS - scrive l'avvocato Nicola Canestrini,
uno dei legali del Genoa Social Forum - entra a far parte dell'armamento
standard in dotazione alle forze di pubblica sicurezza nel 1991 con il DPR 5
ottobre 1991, n.359... regolamento che stabilisce i criteri per la
determinazione dell'armamento in dotazione all'Amministrazione della pubblica
sicurezza e al personale della Polizia di Stato che espleta funzioni di
polizia". In dieci anni però nessuno aveva fatto obiezione. Sino a Genova.
Nei giorni di luglio, dice Martone nella sua prefazione al libro, "si è
consumata, con tutta probabilità, la più grande operazione di guerra chimica in
tempo di pace che si sia mai verificata scientificamente in Europa". Secondo
Martone il CS è esplicitamente un'arma da guerra come dimostra il fatto che le
voci di export della ditta produttrice, la Simad Spa, rientrano nell'obbligo di
denuncia al Parlamento, regolato dalla legge 185/90 (attualmente oggetto di
discussione tra i parlamentari e che la maggioranza vorrebbe modificare).
Martone e i giornalisti che seguono la vicenda, scoprono addirittura che il CS
figura persino nella lista compilata dal ministero della sanità sugli
"aggressivi chimici che potrebbero essere utilizzati dia terroristi islamici
contro obiettivi occidentali".
Il libro è strutturato attraverso saggi che disegnano l'oscura vicenda del CS:
dal suo impiego dalle diverse forze di polizia sino agli esami e ai test di
laboratorio per provarne la tossicità. Conclude la raccolta, l'intervista con
cui Laura Corradi, docente di sociologia a Ca' Foscari, racconta la sua vicenda
personale a Genova che l'ha condotta a denunciare lo Stato italiano per i danni
riportati proprio per via dei lacrimogeni. Dopo Genova, Laura finì in ospedale a
varie riprese fino al suo ritorno a Venezia per l'inizio dell'anno accademico.
Ma Corradi, che non aveva mai avuto problemi respiratori, fu costretta a
portarsi appresso uno spray broncodilatatore e le sue peripezie mediche sono
continuate nel tempo, senza escludere terapie olistiche e diverse visite
specialistiche. Una testimonianza diretta che inchioda il CS.
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Da Il Nuovo del
5 novembre 2002
Social Forum, l'incubo
dei lacrimogeni
Un chimico genovese mette in guardia: gli
effetti
a lungo termine dei gas sono ancora sconosciuti.
E consiglia qualche strategia, in attesa che arrivi la perizia.
di Melissa Bertolotti
FIRENZE – Sputare, tanto. E poi soffiarsi il naso,
sciacquarsi la bocca, lavarsi gli occhi. Mai portare gli stessi abiti indossati
durante gli scontri senza averli prima lavati. Consigli spiccioli, ma da seguire
alla lettera, per chi si trovasse a respirare il fumo dei lacrimogeni. A
fornirli, a pochi giorni dal Social Forum di Firenze, è Edoardo Magnone,
ricercatore presso il Dipartimento di Chimica dell'Università degli Studi di
Genova.
Lui, che vive e lavora in quella che fu teatro delle contestazioni del G8, per
oltre un anno ha studiato i possibili effetti a lungo termine dei 5000
candelotti lanciati durante gli scontri del luglio 2001. Autore, insieme a
Enzo Mangini, del libro "La sindrome di Genova. Lacrimogeni e repressione
chimica" (Fratelli Frilli Editori, 7 euro), Magnone ha cercato con
difficoltà di sollevare la spessa cortina che le fonti scientifiche e quelle
militari hanno calato attorno a quei lacrimogeni. E la perizia, richiesta, non è
mai arrivata.
Tanto che oggi, mentre cresce la tensione per il Social Forum, non si è ancora
in grado di conoscere con esattezza gli effetti del Cs, il principio attivo dei
nuovi lacrimogeni. Un componente ben più potente, rispetto al Cn che componeva i
vecchi fumogeni. Nulla, comunque, fa pensare che la miscela chimica non venga
utilizzata anche nel corso dei prossimi scontri di piazza, sempre se ci saranno.
Un decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 1991, infatti, prevede che le
forze di pubblica sicurezza italiane siano dotate di questo strumento di
repressione. Ma solo, spiega Edoardo Magnone, "per la repressione dei civili,
per sedare disordini interni. La convenzione per la protezione dalle armi
chimiche, infatti, vieta che questi lacrimogeni, in uso nelle zone calde come
Israele, l'Irlanda del Nord o l'Iraq, siano utilizzati in conflitti militari
contro uomini in divisa".
Una contraddizione in termini, quindi, alla quale non si riesce a far chiarezza.
"Non c'è la volontà politica di farla" si sfoga Magnone. Che, dal suo
laboratorio, ha seguito esperimenti in vitro sul Cs, "una sostanza complicata
che nei tessuti animali produce acido cianidrico, lo stesso usato nelle camere a
gas e dalle SS per la repressione degli ebrei". Particolari agghiaccianti ai
quali corrispondono per ora solo esperimenti in vitro "che hanno provocato
effetti mutageni e genotogeni – spiega il chimico genovese – il che significa
che interagiscono con il corredo genetico e modificano il Dna". Difficile,
invece, la sperimentazione su cavie animali, "tutte morte per tumori di vario
genere". E sono ancora gli animali le prime vittime di quei gas durante il G8.
"I negozianti di animali che hanno l'esercizio nelle zone limitrofe agli scontri
di Genova – dice Magnone – hanno denunciato che in due casi su tre sono morti i
criceti e i pappagalli rimasti nel negozio. Probabilmente il gas è passato
attraverso la saracinesca".
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Da consumietici.it -
27 ottobre 2002
Un libro sulle giornate di Genova
"La sindrome di Genova: lacrimogeni e repressione
chimica" In occasione del vertice G8 di Genova, durante gli scontri tra
manifestanti e forze dell'ordine, in due giorni sono stati sparati 6200
candelotti lacrimogeni caricati con la sostanza chimica chiamata comunemente con
la sigla "CS". A distanza di un anno, questo libro, curato da Edoardo Magnone e
Enzo Mangini ed edito presso Fratelli Frilli, cerca di fare chiarezza sul fumo
generato dai lacrimogeni e respirato non solo dai tanti dimostranti che
contestavano il vertice, ma anche dai membri delle forze dell'ordine e dai
comuni cittadini. Gli articoli apparsi sul settimanale "Carta" e
l'interrogazione parlamentare presentata dal senatore Francesco Martone (Verdi),
i timori delle stesse forze dell'ordine, le relazioni della Commissione
internazionale d'Inchiesta per la difesa dei diritti fondamentali nella
globalizzazione, il dossier depositato in Procura dal Genoa Legal Forum
contenente decine di denuncie, portano all'urgenza di spiegare, dal punto di
vista etico, legale e scientifico, i motivi di questa "repressione chimica" e
dell'utilizzo di sostanze organiche tossiche per il controllo dei dimostranti.
Si profila un inquietante orizzonte, in quanto il composto denominato "CS" è il
maggior indiziato di quella che è stata ribattezzata "sindrome di Genova",
ovvero l'insieme degli effetti sulla salute, a breve e lungo temine, accusati
non soltanto dai dimostranti ma anche da parte degli esponenti delle forze
dell'ordine e di semplici cittadini. Esiste differenza tra un lacrimogeno al CS
e un'arma chimica? E, fondamentalmente, se le differenze tra queste due armi
sono labili al punto da farne sinonimi dello stesso fine, perché sono stati
sparati a Genova contro i dimostranti? Il libro, composto da un intervento sulla
legalità dei gas, dal contributo del sindacato di polizia sull'argomento e dalle
testimonianze di persone cui sono stati diagnosticati danni irreversibili
derivanti dall'esposizione ai gas lacrimogeni, cura particolarmente l'aspetto
scientifico per commentare, nel modo più obiettivo e dettagliato possibile, i
risultati sperimentali ottenuti negli innumerevoli laboratori di ricerca che si
occupano di studiare gli effetti del gas da molti anni. I curatori: Edoardo
Magnone: chimico, vive e lavora a Genova, è membro del Comitato "Scienziate e
scienziati contro la guerra" e si occupa di ricerca presso il Dipartimento di
chimica e chimica industriale dell'Università degli Studi di Genova. Enzo
Mangini: giornalista, scrive per il settimanale "Carta" e collabora con altre
testate. Nato a Cosenza, laureato in scienze politiche, si occupa di inchieste
di carattere sociale e ambientale.
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Da Quotidiano Ligure -
27 ottobre 2002
G8 - Un libro sulla repressione chimica
La Fratelli Frilli Editori
presenta una nuova
pubblicazione
sui tragici incidenti del luglio 2001
di Andrea Carotenuto
"Lacrimogeni e repressione chimica" di Edoardo
Magnone e Enzo Mangini presenta un'analisi di quei giorni sotto un aspetto
ancora poco conosciuto e dibattuto. In occasione del vertice G8 di Genova,
durante gli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine, in due giorni sono
stati sparati 6200 candelotti lacrimogeni caricati con la sostanza chimica
chiamata comunemente con la sigla "CS". A distanza di un anno, questo libro
cerca di fare chiarezza sul fumo generato dai lacrimogeni e respirato non solo
dai tanti dimostranti che contestavano il vertice, ma anche dai membri delle
forze dell'ordine e dai comuni cittadini. Il libro: Gli articoli apparsi sul
settimanale "Carta" e l'interrogazione parlamentare presentata dal Senatore
Francesco Martone (Verdi), i timori delle stesse forze dell'ordine, le relazioni
della Commissione internazionale d'Inchiesta per la difesa dei diritti
fondamentali nella globalizzazione, il dossier depositato in Procura dal Genoa
Legal Forum contenente decine di denuncie, portano all'urgenza di spiegare, dal
punto di vista etico, legale e scientifico, i motivi di questa "repressione
chimica" e dell'utilizzo di sostanze organiche tossiche per il controllo dei
dimostranti. Si profila un inquietante orizzonte, in quanto il composto
denominato "CS" è il maggior indiziato di quella che è stata ribattezzata
"sindrome di Genova", ovvero l'insieme degli effetti sulla salute, a breve e
lungo temine, accusati non soltanto dai dimostranti ma anche da parte degli
esponenti delle forze dell'ordine e di semplici cittadini. Esiste differenza tra
un lacrimogeno al CS e un'arma chimica? E, fondamentalmente, se le differenze
tra queste due armi sono labili al punto da farne sinonimi dello stesso fine,
perché sono stati sparati a Genova contro i dimostranti? Il libro, composto da
un intervento sulla legalità dei gas, dal contributo del sindacato di polizia
sull'argomento e dalle testimonianze di persone cui sono stati diagnosticati
danni irreversibili derivanti dall'esposizione ai gas lacrimogeni, cura
particolarmente l'aspetto scientifico per commentare, nel modo più obiettivo e
dettagliato possibile, i risultati sperimentali ottenuti negli innumerevoli
laboratori di ricerca che si occupano di studiare gli effetti del gas da molti
anni. I curatori: Edoardo Magnone: chimico, vive e lavora a Genova, è membro del
Comitato "Scienziate e scienziati contro la guerra" e si occupa di ricerca
presso il Dipartimento di chimica e chimica industriale dell'Università degli
Studi di Genova. Enzo Mangini: giornalista, scrive per il settimanale "Carta" e
collabora con altre testate. Nato a Cosenza, laureato in scienze politiche, si
occupa di inchieste di carattere sociale e ambientale.
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Da Il Lavoro - Repubblica del
23 ottobre 2002
Lo studio
"Quei lacrimogeni tossici"
La denuncia diventa libro
di Marco Preve
Durante gli scontri de G8 tra manifestanti e forze
dell'ordine, in due giorni sono stati sparati 6200 lacrimogeni caricati con una
sostanza chimica chiamata con la sigla "CS". A distanza di un anno un libro
cerca di fare chiarezza sul fumo generato dai lacrimogeni e respirato dai tanti
dimostranti che contestavano il vertice, ma anche da cittadini ed agenti. Il
volume, pubblicato dai Fratelli Frilli Editori, si intitola "La sindrome di
Genova. Lacrimogeni e repressione chimica". Gli autori sono il ricercatore
chimico Edoardo Magnone e il giornalista Enzo Mangini. Importante collaborazione
di Alessandro Pilotto, sindacalista di polizia del Silp-Cgil; prefazione del
senatore dei Verdi Francesco Martone.
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Da Il Corriere Mercantile del
24 ottobre 2002
Un libro-inchiesta sui
gas
usati al G8
Quali differenze esistono tra un lacrimogeno al CS
e un'arma chimica? È quanto si chiedono i curatori del libro "La sindrome di
Genova", Edoardo Magnone ed Enzo Mangini. Il testo, in uscita in questo mese di
ottobre, trae spunto proprio dai 6200 lacrimogeni utilizzati dalle forze
dell'ordine contro i manifestanti in occasione del G8. A distanza di un anno, il
libro cerca di fare chiarezza sul fumo generato dai lacrimogeni, denominati
appunto CS, respirati dai dimostranti. Con il contributo del sindacato di
polizia e delle testimonianze di persone alle quali sono stati diagnosticati
danni irreversibili derivanti dall'esposizione ai gas, il testo porta alla
conclusione che si può parlare di "sindrome di Genova".
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