Vademecum della bugia
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Il Quotidiano di Bari
Presentato a Bari il "Vademecum della bugia"
di Felice Laudadio

Il Lavoro
Il manuale della bugia da Stalin al Cavaliere
di Stefano Bigazzi

Paese Nuovo
Il potere è nelle bugie ben raccontate
di Teodorico Carbone

Il Messaggero
Il leader dei Bo.Bi. Diventa scrittore

librerie.it
Vademecum della bugia. Da Stalin a Berlusconi
di Pasquale Bottone


  

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Da Il Quotidiano di Bari - 20 febbraio 2003

 

Dall'autore, Gianfranco Mascia
alla Libreria Feltrinelli

Presentato a Bari il
"vademecum della bugia"

di Felice Laudadio

BARI – Gianfranco Mascia, che lo ha firmato, è venuto a presentarlo di persona a Bari, in un pomeriggio “alternativo” alla libreria Feltrinelli. Il libro è piccolo ma denso, con un bel titolo icastico: “Vademecum della bugia da Stalin a Berlusconi”. È pubblicato dai Fratelli Frilli Editori di Genova (130 pag., 6,50 euro), con la prefazione di Nando Dalla Chiesa, e sta girando da sei mesi nelle librerie, senza che nessuno si sia sognato questa volta di acquistare l’intera tiratura, come accaduto tempo fa per altri testi avvelenati. Allora, però, si era pressoché in campagna elettorale per le politiche. Instant book al vetriolo, mette il naso – in tema di bugie non guasta – tra le grandi menzogne della storia e dei personaggi storici, compresi i contemporanei. Con tono per lo più scanzonato, attacca sorridendo usi, costumi e malcostumi del potere. È del resto nella cultura dell’autore, il grafico pubblicitario quarantenne che nel 1993 ha fondato i comitati BO.BI. (Boicotta il BIscione) “che si propongono di contrastare con la nonviolenza e la goliardia l’avvento della telecrazia. Attualmente è coordinatore dei comitati dell’OS.TE. (Oscuriamo la Televisione)”. Per arrivare, innanzitutto, alla definizione della bugia si parte da quella del bugiardo, che per Sant’Agostino era chiunque dichiarasse con la parola o con altro atteggiamento qualcosa di diverso di quanto avesse realmente “in animo”. Si passa ad alcuni esempi storici. Riguardano i rapporti tra Hitler e il governo inglese alla vigilia della seconda guerra mondiale e il doppio gioco incrociato tra il dittatore tedesco e il “collega” sovietico Stalin, che spianò la strada la conflitto. Spazio poi alle falsità propinate da Mussolini agli italiani e la mondo, con i farneticanti “otto milioni di baionette”: non solo mancavano materialmente che le avrebbero impugnate ma non c’erano nemmeno quelle, tantomeno i fucili in canna (i quali nella migliore delle ipotesi non sarebbero mai stati più di due milioni, compresi i vecchi fucili mod. ’91 della Grande Guerra e quelli tolti agli austriaci). Oggi, Dalla Chiesa fa notare che ci risiamo con le “balle”. Siamo ad uno di quei tornanti della storia, nei quali il rischio che la bugia si trasformi in “metodo ordinario e quotidiano - scrive – si strafacendo tremendamente concreto”.

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Da Il Lavoro - 31 agosto 2002

 

Festa dell'Unità

Il manuale della bugia
da Stalin al Cavaliere

Viene presentato oggi (ore 18, spazio Incontri) alla Festa dell’Unità di Piazzale Kennedy “Vademecum della bugia da Stalin a Berlusconi” (Fratelli Frilli Editori, 144 pagine, 6,50 Euro) di Gianfranco Mascia, con prefazione di Nando Dalla Chiesa: L’autore, che sarà presente e risponderà alle domande dei presenti, spiega come il filo sottile della menzogna attraversi la filosofia e la storia, fino ad arrivare al suo habitat più naturale, la politica. “E così – aggiunge l’editore – partendo da Platone e S. Agostino  e passando da Stalin a Hitler, arriviamo fino a Craxi che lascia il testimone al suo testimone Silvio Berlusconi”.

Mascia, quarantenne, grafico pubblicitario, nel 1993 ha fondato i comitati Bo.Bi. (Boicotta il Biscione).

Il libro – comodamente tascabile – è articolato in due parti. Si parte con una piccola analisi della bugia, quindi la bugia nella storia, successivamente si va dalla fenomenologia alla diffusione della menzogna. La seconda parte è dedicata a Berlusconi, ovvero tutto quello che è stato omesso, stravolto, promesso e non mantenuto, dal milione di posti di lavoro al “meno tasse per tutti”.

 

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Da Paese Nuovo - 1 agosto 2002

 

"Vademecum della bugia da Stalin a Berlusconi" di Gianfranco Mascia
 svela la strategia piduista del Cavaliere

Il potere è nelle bugie ben raccontate
 

di Teodorico Carbone

Sono solo tre binari, tre strade tutte in discesa che, tra non molto, ci porteranno, a noi italiani, a riconoscere quello che ormai molti intellettuali (e non solo di sinistra) definiscono il nuovo Regime. Riconoscerlo come già in atto? Essere ormai sicuri che ci siamo, che non è un abbaglio, che non ci stiamo per caso sbagliando? E poi, perché un "regime" nasce legalmente, da incontrastabili elezioni, in un paese così democratico, alla fine, così "spaventato" dall'altro regime che soltanto 60 anni fa si è chiuso nel sangue, nella disillusione e nel rancore di non averci pensato prima, non aver visto prima, non aver tentato prima ogni svolta che non era fascismo o guerra? È possibile parlarne, oppure anche ora, come pochi decenni fa, è tardi, si sta facendo tardi, è tempo di "subire" il già realizzato, come molti lo fecero quando in giro si videro le prime avvisaglie che tutto era cambiato, irrimediabilmente, definitivamente? Domande, si sa. Come quelle che tanti cittadini, nelle nostre tante città, quotidianamente si pongono. Risposte? Tentativi, più o meno deboli, di attività o movimenti, prese di posizione o girotondi intorno ai Palazzi del Potere; ma una compatta opposizione, dove cercarla? Dissertazioni, ancora e sempre, per far sì che la sorpresa sia meno portentosa, più attutita, che tutto questo che sta succedendo sia causa di parole, discorsi e poco agire. Eppure non tutti sono disposti a questo: c’è gente che "risponde", magari senza acclamazioni, ma lo fa e lo sa fare. Un piccolo libro traccia, dicevamo, le tre strade. Le analizza, le spiega e ci pone in stato di attenzione. È di Gianfranco Mascia, questo testo, nuovo, e di volta in volta, presentato, con grande pubblico, nelle varie città d'Italia. Il titolo è emblematico e ci dice ogni cosa su quello che gli eventi, giorno dopo giorno, ci stanno raccontando: Vademecum della bugia, da Stalin a Berlusconi (Fratelli Frilli editori, 6,50 euro). Così l'autore segue le tre vie, volute e indicate nel segreto programma della P2: attacco alla magistratura, dissoluzione della Rai e scissione dell’unità sindacale. "Ci siamo", conferma Mascia. "Se i primi 100 giorni di potere sono serviti a risolvere i problemi e soddisfare gli interessi personali del cavaliere e del suo gruppo, il tempo che è seguito sta servendo a spianare le tre vie, così come è scritto nel mio libro. Egli, Silvio Berlusconi, era nella P2 e quindi i programmi, ormai da tempo resi pubblici, li conosceva benissimo. Li sta attuando con acume insuperabile, facilitato da questa sinistra che si deve necessariamente rifondare. Lo so che non sto scoprendo l'America, ma la mia attività - iniziata nel '93 con la fondazione dei comitati BoBi (Boicotta il Biscione) - è parimenti instancabile. Da ieri sera, per esempio, in seguito allo scandalo della legge sul legittimo sospetto, siamo qui a raccogliere e-mail da tutta Italia, della gente comune, che non ne può più. Fino ad oggi ne sono arrivate più di mille e contiamo di continuare, perché questa lotta si fa sempre più dura". "I nostri comitati", continua Mascia, "che si propongono di contrastare con la nonviolenza e la goliardia l'avvento della telecrazia, stanno raccogliendo sempre maggiore consenso, perché ci fondiamo sulla mobilitazione della società civile, che con le sue idee dà la traccia concreta, vera, del malcontento popolare. Berlusconi ha scambiato l'intera nazione per una sua azienda, la governa così, immaginandola tale: ma tutti possono ormai capire che così non è, né così
potrebbe essere". Le parole diventano strette, gli argomenti riscaldano i toni e Mascia non trascura niente e nessuno nella sua analisi di un Paese in crisi. Tutto viene ripassato con frettolosa cura, partendo dal fatidico conflitto d'interessi, "di cui la responsabilità principale è da imputare all'Ulivo, lì dove, come tutti gli altri partiti, continuava solo a litigare". Debolezze ancora denunciate, neppure tanto a denti stretti, ma apertamente, forse per rinforzarsi nelle proprie opinioni, che, in quest'ultimo anno, sono diventate opinioni di molti. Cosa va posto, allora, ai margini? C'è qualcosa di minore entità che è possibile tralasciare? Niente. Anche un’analisi storica, dunque, anche un esame degli ideali che tanto hanno impegnato il campo sociologico del Novecento. "Anche la tanto sbandierata crisi degli ideali", aggiunge Mascia, "è in via d’uscita. Se tutto quello che doveva crollare dopo la caduta del Muro di Berlino, di fatto è crollato, anche il capitalismo ha ormai mostrato la sua vera faccia: l'ultima sua risposta alla società mondiale è stata soltanto la guerra. Ecco perché esso si può ritenere finito. Ma non lo si vuole accettare, tutto questo; anzi. E ritornando all'Italia, perché non pensare che se un unico uomo raccoglie il 96 per cento del controllo dell'informazione nazionale anche questo va considerato vero attentato alla libertà? Cosa fare, allora? Semplicemente accettare le spinte della società civile: lo dovrebbe fare la sinistra, attentamente, perché da lì parte la difesa dello stato e dei suoi valori. Questo è l'unico ambito in cui si sviluppa una coscienza, un movimento di opinioni, che stanno già contrastando il governo Berlusconi e che dovrebbero far riflettere la sinistra. L'unico suo compito oggi è affettarsi a creare un’opposizione. E, detto tra di noi, io ho molta fiducia in Sergio Cofferati...". L'ottimismo recupera le troppe tensioni di un uomo che da ieri è davanti a un computer per raccogliere messaggi di sconforto o urla di ribellione. Eppure le conclusioni del suo libro, a riguardo, sono poco rassicuranti. "La storia esemplare che rappresenta una possibile via di svolta è quella di Lionel Jospin, capo del governo francese, che dopo la sonora bocciatura della sua candidatura alla presidenza del paese da parte degli elettori ha annunciato il suo ritiro dalla politica. Quello che avviene, viceversa, in Italia è a dir poco sconcertante: i segretari di partiti sconfitti restano ben saldi in sella. Una cultura più profonda della responsabilità personale riuscirebbe ad ottenere un rinnovamento del ceto politico nazionale?". Finalmente qualche domanda cambia. Una risposta diversa potrebbe mutare gli eventi?

 

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Da Il Messagero - 20 luglio 2002

 

Il leader dei Bo.Bi. diventa scrittore
A Viterbo spiega le bugie del biscione

"Vademecum della bugia - da Stalin a Berlusconi": è il titolo del libro di Gianfranco Mascia, edito da Fratelli Frilli, e presentato l’altro pomeriggio alla libreria dei Salici, in via Cairoli. Quarantenne, ravennate e grafico pubblicitario, è stato uno dei primi a intuire le potenzialità (dal suo punto di vista nefaste) della discesa in politica di Silvio Berlusconi, tanto da fondare a metà anni Novanta i Bo.Bi, i comitati la cui sigla significa Boicotta il Biscione e che si propongono, si legge nella quarta di copertina, «di contrastare con la non violenza e la goliardia l'avvento della telecrazia».
Mascia, oltre a impegnarsi nelle iniziative che puntano, per esempio, in linea con quanto proposto da Umberto Eco, all'astinenza dagli acquisti dei prodotti più pubblicizzati dai network il cui mero proprietario è il presidente del Consiglio, è anche diventato scrittore. La sua prima opera, fra l'altro, ha un legame forte con Viterbo, visto che il suo editore, Stampa alternativa, ha la sua sede sulla Tuscanese. «Il primo libro - racconta Mascia -, nella collana dei Mille lire si intitolava "100 bugie per cento giorni, manuale per difendersi da Berlusconi", e l'ho scritto insieme a Filippo Lucarelli. In pochi mesi ha venduto 25 mila copie».
Il nuovo libro è più articolato: parte da un'analisi filosofica e storica della bugia, per arrivare ad immergersi nell'attualità, al suo utilizzo in politica (non solo a destra). La parte più consistente del libro, la cui prefazione è stata scritta da Nando della Chiesa, è dedicata a Berlusconi. Mascia non si nasconde dietro a un dito. Si legge nella quarta di copertina: «Per contrastare questo regime non resta che la mobilitazione della società civile». «Con la nonviolenza e la goliardia».

 

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Da librerie.it - 17 luglio 2002

 

Gianfranco Mascia

Vademecum della Bugia

Da Stalin a Berlusconi

di Pasquale Bottone

All’interno di questa "nuova resistenza anti-telecratica" che da anni unicamente con i propri mezzi (nel disinteresse colpevole, purtroppo, anche di molti statisti di rango impegnati a tessere i fili di improbabili accordi "bicamerali"...) cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica su un problema ormai gigantesco della nostra democrazia (l'assodata inconciliabilità tra cariche politiche ed interessi imprenditoriali mediatici), Gianfranco Mascia occupa ormai da anni un ruolo non affatto secondario. Alle prime avvisaglie di costruzione di "regime televisivo" fu tra i primi a mettersi in movimento creando i Bo. Bi., comitati antibiscione che, fin quando non furono ridimensionati dalla violenza interessata di qualcuno, svolsero un ruolo importante, riuscirono ad arrivare bene alla gente e in molti casi a spingerla all’azione. Questo "Vademecum della bugia - da Stalin a Berlusconi" è un libro di quelli decisamente arguti, pensati in maniera raffinata e scritti con conseguente felicità espressiva. Mascia parte da molto lontano, filosofeggia sul significato della bugia, tra Sant’Agostino e Kant, mette in evidenza le menzogne di "grossi calibri" della politica passata, stigmatizza le "mancate verità" di Hitler e Stalin, di Andreotti e Cossiga e via dicendo... Poi nella seconda parte del libro si ferma ad analizzare il "percorso governativo" fin qui del Cavaliere, cui rivolge una serie di domande che non hanno mai avuto risposta in nessuna sede. In pratica, come giornalista analizza da par suo clamorose incongruenze, ripetute "promesse che non tornano", enigmatici lati oscuri che mai nessuno fa venire alla luce da anni ed anni, schierandosi chiaramente dalla parte dei fatti. Fa insomma, quello che dovrebbe fare un cronista ed uno scrittore senza padroni, con una propria coscienza professionale ed una propria indipendenza di pensiero. Atteggiamenti che paradossalmente oggi possono scaricarti addosso accuse di faziosità manifesta , cui non resta che contrapporre una sempre maggiore ed incisiva azione di informazione, ogni volta dal più vasto coinvolgimento popolare. Prefazione di Nando Dalla Chiesa. Da leggere con attenzione e preoccupata partecipazione.



 

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