Vademecum della bugia
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Da Il Quotidiano di Bari - 20 febbraio 2003
Dall'autore, Gianfranco Mascia
Presentato a Bari il di Felice Laudadio BARI – Gianfranco Mascia, che lo ha firmato, è venuto a presentarlo di persona a Bari, in un pomeriggio “alternativo” alla libreria Feltrinelli. Il libro è piccolo ma denso, con un bel titolo icastico: “Vademecum della bugia da Stalin a Berlusconi”. È pubblicato dai Fratelli Frilli Editori di Genova (130 pag., 6,50 euro), con la prefazione di Nando Dalla Chiesa, e sta girando da sei mesi nelle librerie, senza che nessuno si sia sognato questa volta di acquistare l’intera tiratura, come accaduto tempo fa per altri testi avvelenati. Allora, però, si era pressoché in campagna elettorale per le politiche. Instant book al vetriolo, mette il naso – in tema di bugie non guasta – tra le grandi menzogne della storia e dei personaggi storici, compresi i contemporanei. Con tono per lo più scanzonato, attacca sorridendo usi, costumi e malcostumi del potere. È del resto nella cultura dell’autore, il grafico pubblicitario quarantenne che nel 1993 ha fondato i comitati BO.BI. (Boicotta il BIscione) “che si propongono di contrastare con la nonviolenza e la goliardia l’avvento della telecrazia. Attualmente è coordinatore dei comitati dell’OS.TE. (Oscuriamo la Televisione)”. Per arrivare, innanzitutto, alla definizione della bugia si parte da quella del bugiardo, che per Sant’Agostino era chiunque dichiarasse con la parola o con altro atteggiamento qualcosa di diverso di quanto avesse realmente “in animo”. Si passa ad alcuni esempi storici. Riguardano i rapporti tra Hitler e il governo inglese alla vigilia della seconda guerra mondiale e il doppio gioco incrociato tra il dittatore tedesco e il “collega” sovietico Stalin, che spianò la strada la conflitto. Spazio poi alle falsità propinate da Mussolini agli italiani e la mondo, con i farneticanti “otto milioni di baionette”: non solo mancavano materialmente che le avrebbero impugnate ma non c’erano nemmeno quelle, tantomeno i fucili in canna (i quali nella migliore delle ipotesi non sarebbero mai stati più di due milioni, compresi i vecchi fucili mod. ’91 della Grande Guerra e quelli tolti agli austriaci). Oggi, Dalla Chiesa fa notare che ci risiamo con le “balle”. Siamo ad uno di quei tornanti della storia, nei quali il rischio che la bugia si trasformi in “metodo ordinario e quotidiano - scrive – si strafacendo tremendamente concreto”.
Da Il Lavoro - 31 agosto 2002
Festa dell'Unità
Il manuale della bugia Viene presentato oggi (ore 18, spazio Incontri) alla Festa dell’Unità di Piazzale Kennedy “Vademecum della bugia da Stalin a Berlusconi” (Fratelli Frilli Editori, 144 pagine, 6,50 Euro) di Gianfranco Mascia, con prefazione di Nando Dalla Chiesa: L’autore, che sarà presente e risponderà alle domande dei presenti, spiega come il filo sottile della menzogna attraversi la filosofia e la storia, fino ad arrivare al suo habitat più naturale, la politica. “E così – aggiunge l’editore – partendo da Platone e S. Agostino e passando da Stalin a Hitler, arriviamo fino a Craxi che lascia il testimone al suo testimone Silvio Berlusconi”. Mascia, quarantenne, grafico pubblicitario, nel 1993 ha fondato i comitati Bo.Bi. (Boicotta il Biscione). Il libro – comodamente tascabile – è articolato in due parti. Si parte con una piccola analisi della bugia, quindi la bugia nella storia, successivamente si va dalla fenomenologia alla diffusione della menzogna. La seconda parte è dedicata a Berlusconi, ovvero tutto quello che è stato omesso, stravolto, promesso e non mantenuto, dal milione di posti di lavoro al “meno tasse per tutti”.
Da Paese Nuovo - 1 agosto 2002
"Vademecum della bugia da Stalin a
Berlusconi" di Gianfranco Mascia
Il potere è nelle bugie ben raccontate di Teodorico Carbone
Sono solo tre binari, tre strade tutte in discesa
che, tra non molto, ci porteranno, a noi italiani, a riconoscere quello che
ormai molti intellettuali (e non solo di sinistra) definiscono il nuovo Regime.
Riconoscerlo come già in atto? Essere ormai sicuri che ci siamo, che non è un
abbaglio, che non ci stiamo per caso sbagliando? E poi, perché un "regime" nasce
legalmente, da incontrastabili elezioni, in un paese così democratico, alla
fine, così "spaventato" dall'altro regime che soltanto 60 anni fa si è chiuso
nel sangue, nella disillusione e nel rancore di non averci pensato prima, non
aver visto prima, non aver tentato prima ogni svolta che non era fascismo o
guerra? È possibile parlarne, oppure anche ora, come pochi decenni fa, è tardi,
si sta facendo tardi, è tempo di "subire" il già realizzato, come molti lo
fecero quando in giro si videro le prime avvisaglie che tutto era cambiato,
irrimediabilmente, definitivamente? Domande, si sa. Come quelle che tanti
cittadini, nelle nostre tante città, quotidianamente si pongono. Risposte?
Tentativi, più o meno deboli, di attività o movimenti, prese di posizione o
girotondi intorno ai Palazzi del Potere; ma una compatta opposizione, dove
cercarla? Dissertazioni, ancora e sempre, per far sì che la sorpresa sia meno
portentosa, più attutita, che tutto questo che sta succedendo sia causa di
parole, discorsi e poco agire. Eppure non tutti sono disposti a questo: c’è
gente che "risponde", magari senza acclamazioni, ma lo fa e lo sa fare. Un
piccolo libro traccia, dicevamo, le tre strade. Le analizza, le spiega e ci pone
in stato di attenzione. È di Gianfranco Mascia, questo testo, nuovo, e di
volta in volta, presentato, con grande pubblico, nelle varie città d'Italia. Il
titolo è emblematico e ci dice ogni cosa su quello che gli eventi, giorno dopo
giorno, ci stanno raccontando: Vademecum della bugia, da Stalin a Berlusconi
(Fratelli Frilli editori, 6,50 euro). Così l'autore segue le tre vie, volute e
indicate nel segreto programma della P2: attacco alla magistratura, dissoluzione
della Rai e scissione dell’unità sindacale. "Ci siamo", conferma Mascia. "Se i
primi 100 giorni di potere sono serviti a risolvere i problemi e soddisfare gli
interessi personali del cavaliere e del suo gruppo, il tempo che è seguito sta
servendo a spianare le tre vie, così come è scritto nel mio libro. Egli, Silvio
Berlusconi, era nella P2 e quindi i programmi, ormai da tempo resi pubblici, li
conosceva benissimo. Li sta attuando con acume insuperabile, facilitato da
questa sinistra che si deve necessariamente rifondare. Lo so che non sto
scoprendo l'America, ma la mia attività - iniziata nel '93 con la fondazione dei
comitati BoBi (Boicotta il Biscione) - è
parimenti instancabile. Da ieri sera, per esempio, in seguito allo scandalo
della legge sul legittimo sospetto, siamo qui a raccogliere e-mail da tutta
Italia, della gente comune, che non ne può più. Fino ad oggi ne sono arrivate
più di mille e contiamo di continuare, perché questa lotta si fa sempre più
dura". "I nostri comitati", continua Mascia, "che si propongono di contrastare
con la nonviolenza e la goliardia l'avvento della telecrazia, stanno
raccogliendo sempre maggiore consenso, perché ci fondiamo sulla mobilitazione
della società civile, che con le sue idee dà la traccia concreta, vera, del
malcontento popolare. Berlusconi ha scambiato l'intera nazione per una sua
azienda, la governa così, immaginandola tale: ma tutti possono ormai capire che
così non è, né così
Da Il Messagero - 20 luglio 2002
Il leader dei Bo.Bi. diventa scrittore
"Vademecum della bugia - da Stalin a Berlusconi":
è il titolo del libro di Gianfranco Mascia, edito da Fratelli Frilli,
e presentato l’altro pomeriggio alla libreria dei Salici, in via Cairoli.
Quarantenne, ravennate e grafico pubblicitario, è stato uno dei primi a intuire
le potenzialità (dal suo punto di vista nefaste) della discesa in politica di
Silvio Berlusconi, tanto da fondare a metà anni Novanta i
Bo.Bi, i comitati la cui sigla significa
Boicotta il Biscione e che si propongono, si legge nella quarta di
copertina, «di contrastare con la non violenza e la goliardia l'avvento della
telecrazia».
Da librerie.it - 17 luglio 2002
Gianfranco Mascia Vademecum della Bugia
Da Stalin a Berlusconi di Pasquale Bottone
All’interno di questa "nuova resistenza
anti-telecratica" che da anni unicamente con i propri mezzi (nel disinteresse
colpevole, purtroppo, anche di molti statisti di rango impegnati a tessere i
fili di improbabili accordi "bicamerali"...) cerca di sensibilizzare l’opinione
pubblica su un problema ormai gigantesco della nostra democrazia (l'assodata
inconciliabilità tra cariche politiche ed interessi imprenditoriali mediatici),
Gianfranco Mascia occupa ormai da anni un ruolo non affatto secondario.
Alle prime avvisaglie di costruzione di "regime televisivo" fu tra i primi a
mettersi in movimento creando i
Bo. Bi.,
comitati antibiscione che, fin quando non furono ridimensionati dalla violenza
interessata di qualcuno, svolsero un ruolo importante, riuscirono ad arrivare
bene alla gente e in molti casi a spingerla all’azione. Questo "Vademecum
della bugia - da Stalin a Berlusconi" è un libro di quelli decisamente
arguti, pensati in maniera raffinata e scritti con conseguente felicità
espressiva. Mascia parte da molto lontano, filosofeggia sul significato della
bugia, tra Sant’Agostino e Kant, mette in evidenza le menzogne di "grossi
calibri" della politica passata, stigmatizza le "mancate verità" di Hitler e
Stalin, di Andreotti e Cossiga e via dicendo... Poi nella seconda parte del
libro si ferma ad analizzare il "percorso governativo" fin qui del Cavaliere,
cui rivolge una serie di domande che non hanno mai avuto risposta in nessuna
sede. In pratica, come giornalista analizza da par suo clamorose incongruenze,
ripetute "promesse che non tornano", enigmatici lati oscuri che mai nessuno fa
venire alla luce da anni ed anni, schierandosi chiaramente dalla parte dei
fatti. Fa insomma, quello che dovrebbe fare un cronista ed uno scrittore senza
padroni, con una propria coscienza professionale ed una propria indipendenza di
pensiero. Atteggiamenti che paradossalmente oggi possono scaricarti addosso
accuse di faziosità manifesta , cui non resta che contrapporre una sempre
maggiore ed incisiva azione di informazione, ogni volta dal più vasto
coinvolgimento popolare. Prefazione di Nando Dalla Chiesa. Da leggere con
attenzione e preoccupata partecipazione. |