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Sandino
Il generale degli uomini liberi
un libro di Maurizio Campisi
Prefazione
di Dante Liano
Forse la magia di Augusto César Sandino
sta nel fatto che non rappresenta l’eroe tipico, lontano e irraggiungibile. Nei
murales, il volto meticcio deve essere colorato di marrone, non di arancione
come si fa coi bianchi, e i suoi tratti regolari non denunciano nessuna bellezza
cinematografica. Ha il volto segnato di qualunque contadino centroamericano. Il
cappello, poi, bianco alato con una striscia alla base, è quello di tutti i
lavoratori che si recano al lavoro, sotto le stelle mattutine. Sandino è un
eroe, non un mito, e per questo lo troviamo molto più vicino a noi. Non una vita
stupenda né cinematografica, ma l’eterna esistenza degli umili.
La sua grandezza è la sua ribellione. Sandino imparò a dire di no agli americani
in Messico, coi rivoluzionari di quel paese, e vide che si poteva mantenere la
dignità e la vita contemporaneamente. Forse, il gesto più significativo della
sua vita fu dire di no al padre. Volano via in questo episodio terribile tutti i
trattati di psicoanalisi e di sociologia prodotti dai nostri scienziati. Il
padre, uomo semplice e tranquillo, che segue gli ordini del governo senza
riflettere, va dal figlio a dirgli: “Arrenditi”. La frase deve essere stata
ancora più comica, dato il nome di Sandino: “Augusto César, arrenditi!”. E
Sandino, che è sicuro dei suoi ideali, manda a quel paese suo padre e i generali
che gliel’hanno mandato.
Sandino è uomo libero, è “il generale degli uomini liberi”, e gli uomini liberi
sono un esercito di straccioni, donne e bambini, che lo seguono per le montagne
del Nicaragua.
“Qui non si arrende nessuno!” gridano con le bandiere sandiniste sporche del
fango e rotte dalle intemperie. Sopra di loro, il cielo stellato di Kant e del
Nicaragua. Sandino abbraccia gli uomini, non gli dà la mano. Fa parte delle sue
credenze spiritiste. Sandino porta con sé l’aura della dignità. A un certo
punto, per sempre, Sandino diventa la dignità dei centroamericani. Un uomo buono
e deciso, testardo e tutto d’un pezzo come può indovinare il tradimento di uno
dei più malvagi uomini politici dell’America Centrale, il servo Anastasio Somoza?
Avvolto nella sua dignità, Augusto César Sandino va incontro alla morte. Lo
uccidono di notte, sotto il cielo pieno di stelle, e la sua dignità resta
sospesa, come un’aura sopra la testa dei suoi uccisori.
Conoscere la storia di questo eroe semplice è imparare cosa è il Centroamerica e
dove scorrono le sue arterie più nascoste, le sue “vene profonde”, là dove la
gente ricorda e recupera il suo statuto di umanità. È per questo che il libro di
Maurizio Campisi riempie una necessità e, allo stesso tempo, racconta con garbo
e uno stile scorrevole, piacevole ed incantatorio, la storia di Augusto César
Sandino, la storia del nostro orgoglio e la nostra libertà.
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