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Vocabolario del
dialetto di Campo Ligure
di
Massimo Calissano e Giovanni
Ponte
Introduzione
di Giovanni Ponte
L’aspirazione a un vocabolario del
dialetto di Campo Ligure non è recente. Raccolsero vocaboli locali già il
maestro Domenico Leoncini (1891-1963) e il comm. Matteo Oliveri (1899-1988),
sindaco per alcuni anni e poi attivissimo presidente dell’Associazione Pro Loco;
per il suo interessamento si poterono pubblicare nel 1979 i Proverbi di Campo da
me raccolti, tradotti e illustrati; e da lui ebbi la prima segnalazione
dell’opera letteraria del settecentesco abate Luciano Rossi, e alcune
filastrocche in dialetto dell’Ottocento e del primo Novecento.
Mentre raccoglievo e ordinavo i proverbi, negli anni Settanta del Novecento,
cominciai ad annotare alla rinfusa vocaboli locali, antichi o meno comuni, o di
carattere tecnico, offerti dalle conversazioni quotidiane. Mi giovava
l’esperienza di dialettofono attivo, ma soprattutto l’apporto di coloro con i
quali vivevo, e che intanto davano generosamente il loro contributo alla
raccolta dei proverbi, nella cui introduzione sono ricordati. La mia affettuosa
gratitudine va quindi ai miei genitori, nonni e nonne, zii e zie, cugini e
cugine, ai parenti della cascina Búna, e agli amici della Coutêra; e con loro ad
altri amici la cui conversazione arricchiva le mie annotazioni, in particolare
G.B. Piana (il “Trulín”) nelle nostre marce in campagna fra gli anni Settanta e
Ottanta, e Stefano Ferrari, della “Carpeneta”, che dagli anni Ottanta mi procura
con grande sollecitudine informazioni altrimenti non reperibili. Negli ultimi
anni Ottanta e nei primi Novanta un contributo particolarmente significativo fu
offerto dall’ex impresario edile Antonio Oliveri, il “Fraín”, (1911-2000) e dal
sig. Antonio Piana, “Larénna” (1909-1993), che nelle conversazioni alla cascina
Frànca - cui talvolta partecipavo in estate - raccolsero in gran numero vocaboli
arcaici e tecnici, che mi trasmettevano. La maggior parte di queste persone così
volenterose ha lavorato soltanto per il futuro, e perciò il loro merito è più
grande.
Con il passare degli anni i fogli su cui annotavo i vocaboli diventarono molto
numerosi. Segnalai intanto vocaboli locali a chi redigeva il Vocabolario delle
parlate liguri (1985-92) e i Lessici speciali sugli uccelli (1982) e sui pesci
(1995), per i quali ebbi l’indispensabile e preciso apporto di Renzo Oliveri.
Edito nel 1999 l’Atlante toponomastico delle valli Stura e Orba, Massimo
Calissano ed io fummo invitati dalla prof.ssa Giulia Petracco Sicardi a
compilare un organico vocabolario del dialetto di Campo, e l’appoggio del Comune
all’iniziativa fu assicurato dal sindaco dott. Antonino Oliveri.
Si passò pertanto a un primo ordinamento alfabetico, per mezzo d’un calcolatore,
dei vocaboli fino ad allora raccolti (primavera 2000). Seguì una fase di lavoro
che implicò la revisione e l’arricchimento del materiale (circa 7000 lemmi); le
aggiunte di nuovi termini risposero anche allo scopo di inserire i vocaboli di
uso comune (come articoli, pronomi, avverbi, preposizioni, congiunzioni,
esclamazioni) indispensabili perché la raccolta di parole assumesse il carattere
sistematico proprio di un vocabolario. Il materiale fu poi ricomposto e ordinato
nella Biblioteca civica di Campo Ligure dal marzo al giugno 2001.
A quel punto copie dell’opera furono trasmesse a consulenti, che a loro volta
nell’estate 2001 offrirono un contributo indispensabile sia per acquisire altri
vocaboli, sia per precisare significati, sia per segnalare varianti di pronuncia
e modi di dire. Un cospicuo apporto, già prima ed allora, venne dal dott.
Giovanni Leoncini, figlio del maestro Domenico, quanto mai pronto ad aiutarci
con la sua esperienza. Fondamentali furono le copiose indicazioni offerteci da
G.B. Rizzo, “Giannone”, il grande conoscitore d’ogni angolo della valle Stura,
l’autore della particolareggiata carta della zona, edita dalla Provincia di
Genova, senza la cui passione e la cui perseveranza non avremmo l’Atlante
toponomastico (che non reca il suo nome per la sua eccessiva modestia); la sua
sicura conoscenza della campagna e delle attività contadine ha particolarmente
arricchito questo volume. Numerosissime sono poi le segnalazioni il cui merito
va al prof. Paolo Bottero, impegnatosi a fondo in modo ammirevole per
contribuire a sua volta con altri vocaboli, delucidazioni, precisazioni, e con
un’estesa e versatile fraseologia che purtroppo per motivi di spazio si è potuta
inserire solo in parte. Il suo contributo è stato quindi non meno importante che
stimolante per approfondire l’esame di problemi specifici. Altri apporti sono
derivati ancora dalla conversazione con i miei parenti: da Piero Olivieri, della
Búna, a sua volta esperto della campagna e delle attività dei contadini, a Renzo
Oliveri, esperto in animali della campagna, a Giuseppe Piombo, con le sue
informazioni sull’arte della filigrana, a Maria Ponte Piombo e Giuseppina
Pastorino, che hanno segnalato altri vocaboli ancora. Alcuni relativi alla
botanica e all’architettura sono inoltre venuti dalla prof.ssa Carla Macciò
Bottaro.
Grazie ai nuovi apporti, il complesso dei lemmi saliva così oltre gli ottomila.
Le nuove segnalazioni e precisazioni furono inserite manualmente dal novembre
2001 al febbraio 2002, e a calcolatore nella primavera successiva. Nell’estate
dello stesso anno Massimo Calissano preparava la parte italo-campese, mentre io
procedevo all’ultima revisione.
A questo punto si può affermare che l’attuale vocabolario, come si presenta ai
lettori, è il frutto di una collaborazione spontanea e generosa di molte
persone, pronte a dare il loro fattivo apporto, con varietà di modi. A chi
scrive è toccata la responsabilità di sceverare, chiarire, disporre criticamente
in modo organizzato la copiosa messe di vocaboli.
In questo lavoro ci è stata guida con i suoi indispensabili insegnamenti e
consigli la prof.ssa Giulia Petracco Sicardi. È stato per noi un vantaggio
davvero grande il valerci della sua eccezionale competenza nel campo della
dialettologia ligure. A lei va quindi il nostro più vivo e cordiale
ringraziamento, come va a tutti coloro che con tanta buona volontà hanno
contribuito, attraverso il tempo, perché quest’opera si realizzasse.
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