Vocabolario del dialetto di Campo Ligure
 
di
Massimo Calissano e Giovanni Ponte


Presentazione
 

di Antonino Oliveri
Sindaco di Campo Ligure

La redazione del vocabolario del dialetto di Campo Ligure porta a compimento un progetto in cantiere da molto tempo, se solo si pensa che i primi contributi risalgono addirittura all’inizio del secolo scorso. Solo negli ultimi anni, tuttavia, è stata avviata, su impulso dell’Amministrazione Comunale, un’attività sistematica di raccolta, di compilazione e di scrupolosa revisione, che ha consentito di arrivare alla conclusione del lavoro.
Ciò è stato possibile grazie all’opera, frutto di passione e competenza, del compianto prof. Giovanni Ponte (1929-2003) e del prof. Massimo Calissano, alla preziosa consulenza della prof.ssa Giulia Petracco Sicardi, alle pregevoli illustrazioni tratteggiate dalla prof.ssa Carla Macciò, alla collaborazione spontanea di molti campesi, al supporto informatico della Biblioteca Comunale. L’opera è divisa in due parti. Una prima parte comprende il vocabolario campese-italiano, corredato dalla terminologia corrente, arcaica e dagli italianismi, oltre che da una nutrita fraseologia e modi di dire. Una seconda parte, italiano-campese, consente anche a quelli che non conoscono il dialetto di potervi accedere.
Nel complesso, oltre 8.000 lemmi che ricomprendono non solo i vocaboli veri e propri, ma anche la terminologia necessaria a far assumere al materiale, così pazientemente raccolto e ordinato, la connotazione di un vero vocabolario. Un’opera indispensabile per non disperdere un patrimonio culturale fondamentale per la comprensione delle nostre origini e della nostra storia in un’epoca in cui la trasmissione orale del dialetto è fortemente compromessa e i campesi più anziani sono diventati gli unici custodi della nostra parlata tradizionale. Uno strumento certamente utile per gli studiosi di dialettologia, ma anche per difendere tratti importanti della nostra identità a fronte dei processi di globalizzazione che tendono ad appiattire tutto.
Le voci e le espressioni che animano le pagine di questo vocabolario riflettono, infatti, l’evoluzione storica e sociale di Campo, i suoi valori, le sue tradizioni. Fanno riscoprire, anche attraverso tavole illustrate, un mondo di usi, costumi, mestieri. Gettano luce sulle contaminazioni prodotte dal contatto con realtà linguistiche esterne. Ripropongono, insomma, tracce del nostro DNA culturale.
Il dialetto dunque come elemento identificativo della comunità campese che abbiamo il dovere di tutelare e valorizzare, non come baluardo per la difesa di anacronistici localismi in nome dell’appartenenza territoriale, ma affinché le generazioni future vi possano ritrovare le loro comuni radici e possano a loro volta trasmetterle a chi verrà dopo.


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