Il Rinascimento: spazio armoniosamente diviso


Nel periodo storico che segui' il Medioevo, il mondo occidentale conobbe importanti mutamenti: si aprirono nuove vie di navigazione attraverso gli oceani, l'invenzione della stampa determino' una maggiore diffusione della cultura.
In Europa nacquero le grandi monarchie e in Italia i Comuni caddero prima in potere di un signore, poi di un principe.
In Italia rinasce l'arte classica.
Il Rinascimento e' gloria tutta italiana, nel 400 e nel 500 Firenze, Roma, Venezia, Genova, Mantova, Ferrara e Urbino furono le citta' piu' ricche del nostro continente e ospitarono corti principesche e famiglie mercantili colte e raffinate desiderose di circondarsi di opere d'arte che sottolineassero il loro prestigio.
Le citta' italiane, dilaniate da accese rivalita', percorse e saccheggiate da eserciti stranieri, si imposero all'Europa per lo splendore dell'arte.
L'architettura del Rinascimento riporta le vertiginose altezze del gotico a proporzioni piu' armoniose e riprende gli elementi classici, cupole e frontoni, archi a tutto sesto, colonne, interpretandoli con spirito nuovo.
Le foreste di pilastri sono sostituite da ampi spazi che l'osservatore puo' dominare con un solo colpo d'occhio.
Questo e' reso possibile dallo studio della prospettiva(insieme di regole che insegnano a rappresentare oggetti a tre dimensioni su una superficie piana), per cui l'osservatore e' idealmente collocato al centro della scena.
Le cupole rinascimentali uniscono spirito classico e slancio gotico verso l'alto, gli archi a tutto sesto si succedono ritmicamente e disegnano regolari suddivisioni dello spazio, le geometrie dei soffitti e delle pareti si ripetono sui pavimenti.
Se l'arte medievale e' stata espressione dello spirito religioso, nel Rinascimento alle costruzioni sacre si affiancano quelle civili, nelle citta' sorgono i palazzi e nelle campagne le ville dei signori.
Nel XV secolo studiosi detti umanisti ricercarono con ardore le opere degli antichi scrittori dimenticate nel Medioevo, per ospitarle degnamente si elevarono biblioteche come templi del sapere.
Se nel Medioevo la maggioranza delle creazione artistiche era stata frutto di un lavoro collettivo, nel Rinascimento trionfo' la personalita' individuale, grandi personaggi furono non soltanto gli artisti, ma anche i principi committenti.
Pittori e scultori dell'epoca sostituirono alla rigida solennita' dell'arte medievale una straordinaria liberta' di modi espressivi, le scene dipinte crearono l'illusione della profondita' dello spazio, grazie alla tecnica della prospettiva.
Negli edifici sacri le scene decorate, trasformarono intere pareti in splendidi racconti visivi e furono di soggetto religioso, mentre nei palazzi e nelle ville si illustrarono le storie di grandi personaggi del passato o contemporanei e i miti e le leggende dell'antichita'.
Frequenti in opere di pittura e di scultura sono i ritratti celebrativi che ci dimostrano il desiderio che i potenti avevano di tramandare ai posteri le loro immagini.
L'arte sacra muto', se non nei temi nel modo della rappresentazione. Le Madonne erano simili ad eleganti dame in abiti dell'epoca, con i loro paffuti bambini, le processioni dei Magi erano la riproduzione dei variopinti cortei che sfilavano per la citta' in occasione di nozze o di arrivi di ambascerie da paesi lontani.
Il colore divenne un elemento fondamentale della pittura: toni piu' accesi ebbero gli affreschi su parete e tinte brillanti acquistarono i dipinti su tavola di legno, eseguiti col la tecnica di pittura ad olio.
Ancora nel 400 la fama degli artisti e l'ammirazione da cui erano circondati non ne elevava di molto il grado sociale: come nel passato soltanto gli architetti erano considerati degli intellettuali, mentre i pittori e soprattutto gli scultori erano lavoratori manuali, molti di loro erano noti solo con il nome di battesimo o con un soprannome.
Nel 500 la situazione cambio' e ad esempio Leonardo e Tiziano ebbero alte ricompense e vissero nello splendore come principi.
E' interessante vedere da quali modeste posizioni sociali provenissero molti degli artisti che da ragazzi erano collocati a pestar colori, a preparare tele e pennelli, a ripulire le statue nelle botteghe di grandi maestri: Paolo Uccello era figlio di un barbiere, Piero della Francesca di un conciapelli, Andrea del Castagno di un contadino, Antonello da Messina di uno scalpellino, il Mantegna di un falegname, il Botticelli di un pellettaio, Filippo Lippi di un macellaio e il Palladio di un mugnaio.


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