Parliamo un po' di Marostica

Vi dico però che il sito è ancora in
costruzione
quindi farà ancora più schifo!





Si sono tentate varie ipotesi etimologiche sul nome "Marostica":
"Fundus Marostus", nome comune in zona;
"Lam rostica" in cui rostica sta per terra da poco dissodata;
"Mari ostium", campo,stazione di Caio Mario;
"Mar hasticum", dal celtico "accampamento di sopra".
Comunque sia Marostica annovera certamente una presenza romana.

La piazza di Marostica
Il fulcro di marostica èla Piazza, dove impera, incontrastato, lo scaligero castello inferiore, che vanta un mastio alto più di trenta metri. È molto suggestiva una visita ai saloni del castello che, nel suo complesso, conserva molti dei suoi caratteri originali, ma presenta un assetto interno non tutto scaligero, frutto di adattamenti secolari e di restauri non sempre ortodossi: nel 1936, per esempio, data di un radicale restauro, è la trasformazione dei merli da guelfi a ghibellini e il rifacimento, in mattoni, di molte parti murarie. Al primo piano del castello vi è la mostra dei principali costumi della prtita a scacchi, suggestiva trasposizione delle vivaci mode delle corti cinquecentesche. Si trova, in contiguità, una mostra che ospita perennemente alcune opere grafiche di "Umoristi a marostica". L'ala est del primo piamo è distribuita in tre sale di diversa grandezza: la "Sala del Sindaco", dove alloggia un interessante affresco del XVI secolo, chiaro esempio di pietà popolare, realizzato dalla scuola del Montagna; alcune mappe storiche adornano le pareti di questa e della mediana "Saletta delle Armi" mentre la "Sala del Consiglio", dove ancora oggi si svolge il consiglio comunale, è per gran parte perimetrata da un settecentesco coro ligneo, recuperato da una chiesa in demolizione. Dal Castello Inferiore si accede alla Piazza detta "degli Scacchi", perchè qui si svolge la famosa rappresentazione biennale.

La partita a scacchi
La chiamano "Partita a Scacchi" ma non è un semplice incontro sulla schacchiera, è piuttosto una gigantesca rappresentazione della leggendaria giornata di sfida tra Vieri e Rinaldo, signorotti del luogo. Oggetto della contesa: l'amore e la mano della bella Lionora, figlia del Veneto Podest&agreva; dell'epoca (1454). Il nobile episodio che si perde nella nebbia dei tempi, forse destinato ad essere dimenticato, rivive invece intatto con sfoggio di costumi, di sfilate e di musiche ora cortesi ora militaresche: un'incredibile festa di colori per un messaggio d'amore all'antica. Destinata a divenire una delle poche manifestazioni del Veneto di terraferma e a continuare la secolare tradizione italiana dei giochi all'aria aperta, la "Partita a schacchi" con i suoi oltre 500 personaggi, in fedeli costumi del'400, ha già rappresentato il folclore storico italiano alle due Expo mondiali di Bruxelles (1958) e di Vancouver (1986) e continua a richiamare migliaia di turisti da tutto il mondo ogni due anni - negli anni pari - alla seconda domenica di settembre. La chiamano "Partita a Scacchi", si diceva più sopra, ma rimane un'affascinante fiaba d'amore dove gli incendi della scacchiera e del castello, tutti i suoni medievali con strumenti d'epoca e le festose bandiere dei borghi lanciate al vento a festeggire la vittoria del cuore della bella Lionora, si fondono come per un supremo incatesimo con i canti finali, che vanno a perdersi nelle dolci serate dell'incipiente autunno, giù per la silente campagna vicentina.

La partita a scacchi




I cenni su Marostica sono tratti dall'oppuscolo "Marostica È" a cura dell'associazione del commercio del turismo e dei servizi di Marostica, dell'associazione ProMarostica e del Comune di Marostica.

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