I Corsivi
Pagare per diventare
uomini sandwich
Confesso invece di
provare solo sentimenti negativi per quanti, uomini e donne, ragazze e
ragazzi, girano portando in giro gratis, e addirittura ostentandola, la griffe
di una marca o addirittura il nome per esteso di una ditta ben stampato sulla
camicetta o sui bermuda o su scarpe ( in genere maleodoranti). E quando si
tratta di bambini o ragazzetti i miei sentimenti negativi si trasferiscono
ovviamente sui genitori. Perfino le mutande portano il logo ben in vista in
modo che cambiandosi in piscina il vicino di armadietto sappia che gli slip non
sono italiani ma francesi ( il che vuol dire di solito fabbricati in Corea o in
una povera casa dove si fa lavoro a domicilio).
E’ vero che il cattivo
esempio viene da coloro ai quali i giovani guardano come “ campioni”: corridori
di Formula uno, ricoperti ovunque di scritte pubblicitarie o giocatori di
calcio che fingono di avere il vezzo, dopo il gol, di alzare la maglia con il logo dello sponsor ufficiale o di
levarsi i calzoncini per far vedere, sotto, la pubblicità di una marca che li
paga. Ma questi “campioni”, appunto, si fanno pagare milioni e miliardi ( così
come hanno un tariffario i “divi” per intervenire ad un party o ad pranzo) per fare lo stesso lavoro dei poveri che passeggiano su e giù per Park Avenue. Al
più li si può accusare di non porre limiti a guadagni già miliardari. Gli altri, invece, gli adepti del dio consumo,
non solo non sono pagati ma addirittura, come tanti stupidi, pagano o
fanno pagare loro genitori per fare
réclame alla ditta di zainetti o di giubbini o di calzoni extra large. Con il
risultato di portare il costo del “corredo” per andare a scuola a oltre un
milione e a cifre anche più alte il costo di quello per giocare a calcetto.
Non voglio prendermela
tuttavia con i giovani, vittime delle
ore di bombardamento televisivo
L’offesa ben più grave
al buon gusto viene da adulti che vorrebbero essere considerati membri dell’alta società o, almeno, di
quella medio alta e che giornalisti formati alla stessa scuola designano come
“vip” segnalandone i nomi alle prime o
in Tribuna d’onore allo stadio. Uomini che ostentano come un tratto di eleganza
la réclame che portano in giro, il logo ben visibile sulla borsa in pelle, il
Bulgari stampato in grossi caratteri sulla tonda cornice dell’orologio, il
marchio della maglietta Cacharel che si legge attraverso il biancore della camicia di seta: donne che
proclamano al mondo di avere una borsetta di Prada o di Gucci. Per non parlare della gara che sui verdi campi del
golf si gioca non tra golfisti ma tra le loro mazze e le loro scarpe griffate.
Non so se Berlusconi
pensasse a tutto questo quando ha parlato della superiorità della nostra
civiltà. Certo questa civiltà dei soldi ( perché in realtà ogni logo è un
cartellino del prezzo che si è pagato)
è ben triste e rozza. Viene da invidiare la semplice bellezza degli
abiti degli uomini del Sahara o le tuniche del Dubai.
Non propongo comunque
di fare contro certe volgari ostentazioni
la rivoluzione; ma semplicemente di cedere alla santa tentazione di rifiutare cortesemente
ma fermamente nei negozi – siamo già in
molti che abbiamo fatto tale scelta e vorremmo diffonderla – ogni capo di
abbigliamento che ostenti un logo
visibile all’esterno.
Altrimenti ci paghino.
Federico Volen
Sono nazionalista ?
Sono tra quanti non condividono
il tipo di risposta che Bush e Blair danno al terrorismo. La considero esiziale
per il futuro della sicurezza nostra e dei nostri figli. Eppure.. Eppure debbo
confessare che come italiano ho sofferto nel sapere che Bush si è preoccupato
di preavvertire
Ma quand’è che gli
stessi alleati di Berlusconi si renderanno conto che di questo passo avremo
tutti i danni della guerra infinita senza alcun vantaggio ( ammesso sia morale
parlare di vantaggi a fronte alla morte
degli americani vittime del terrorismo e dei nomadi afghani vittime delle bombe
americane)?
Per spiegare le molte
gaffes del nostro Presidente pro tempore, che tra l’altro ha il torto di trovarsi
sempre nel posto sbagliato (Arcore) nel momento sbagliato, è stata fatta circolare a Montecitorio
Ma purtroppo la
questione non è così semplice dato che in realtà il suo amico Bush, che dopo
lunga anticamera e lungo lavoro diplomatico di Ruggero ( e di Ciampi) l’ha
ammesso alla Casa Bianca pensa
esattamente le cose che Berlusconi ha l’ingenuità di dire in sedi
internazionali. I guai e l’irritazione profonda verso l’Italia nascono – assicura fonte seria- perché la
parte più responsabile della Amministrazione americana, a differenza del
guerriero Blair, della City e delle multinazionali del petrolio e della droga, punta molto sulle inchieste
finanziarie aperte sia sul crollo di borsa che ha preceduto l'1’ settembre sia
sui legami bancari di Bin Laden e non solo di Bin Laden. E non nasconde che da tali inchieste potrebbero
scaturire grosse sorprese. Mentre Berlusconi ha fatto prevalere sugli interessi
americani e della giustizia internazionale gli interessi privati suoi e di
Previti rendendo di fatto inutili- con Ciampi passivo notaio - le indagini sui falsi in bilancio, pressoché
impossibili le rogatorie, e indebolendo la magistratura. Per di più avendo soci
arabi in Mediaset. Si può avere un presidente del Consiglio più sbagliato in un momento così cruciale ?
E’ indubbio che serie
indagini finanziarie su tutti i movimenti dalle e verso le zone franche e tra
gruppi petroliferi e sauditi avvenuti
negli ultimi anni sarebbero certamente
più dannose al terrorismo internazionale ( cui non partecipano solo
islamici ma europei, cristiani ed
ebrei ) delle bombe gettate sugli afgani e periodicamente, come contorno, sull’Irak.
T.Ag.