Missione 221
di Emanuele Chiodi

E’ una bella giornata, il cielo è libero da nubi e l’aria ha il profumo del mare. Sono il Leader di una coppia di velivoli programmati per una missione d’interdizione contro un ponte ferroviario nel sud d’Italia. Il mio gregario è Luca, giunto al gruppo da qualche mese, grintoso, disciplinato ma ancora con poca esperienza. Decolliamo in perfetto orario e dirigiamo verso sud; come pianificato Luca si porta in formazione di "line abreast" (2 velivoli in posizione affiancata alla distanza di 800- 1000 metri circa). Saliamo inizialmente ad una quota di 9000 piedi (3000 metri circa) ed iniziamo i controlli dell’armamento. Salendo passiamo a fianco di grossi cumuli che ci appaiono come montagne di panna montata. Lasciamo la frequenza radio di "Romagna Avvicinamento" cambiando con "Bracco" il radar amico in questa prima parte della missione. Tra qualche minuto attraverseremo un’area di lavoro dove usualmente "giocano" i colleghi intercettori che mai disdegnano un confronto con noi bombardieri. Le direttive dell’Aeronautica vietano il combattimento aereo durante lo svolgimento di normali missioni a bassa quota, ma la rivalità che oppone da sempre i Cacciatori ai Bombardieri fa spesso dimenticare tale divieto. Chiedo perciò al mio gregario di curare particolarmente la posizione e di controllare attentamente il cielo intorno a noi per evitare spiacevoli incontri. Proseguiamo così in silenzio radio fino a quando Bracco ci avverte che una coppia di Intercettori si sta avvicinando minacciosamente a noi. Trascorre qualche secondo e avvisto alla nostra destra i due "nemici" in virata tentare un ingaggio in coda: in rapida successione ordino al gregario di virare e gettarsi in picchiata, quindi lo informo della posizione dei due "Sceriffi" (i piloti caccia in gergo). Raggiunti i 500 piedi, circa 150 metri di quota, manteniamo alta velocità fino a quando vediamo i due incursori allontanarsi. Navighiamo ora a bassa quota simulando la penetrazione in territorio ostile; chiamo al mio gregario un paio di "waves" (manovra nella quale le traiettorie dei 2 velivoli si incrociano per consentire di controllare reciprocamente le spalle e rilevare eventuali nemici in coda), proseguendo poi verso l’obiettivo. Volando tra valli e colline ci avviciniamo al punto dove ci separeremo per seguire rotte differenti verso lo stesso obiettivo sorvolando lo "split point" ordino al gregario di seguire la sua rotta pianificata. Sarò il primo ad attaccare il ponte e lui seguirà a 25": si avvicina la parte cruciale della missione di un Bombardiere. Mi avvicino al "pull" (punto d’inizio della manovra d’attacco), guardo alla mia destra e sinistra, i parametri di volo corretti, attendo il contasecondi e …. giunto il momento tiro la cloche alzando il muso verso il cielo vado alla ricerca del ponte sul fiume e …. eccolo! Manovro con rapidità e decisione, lo punto mantenendo il collimatore costantemente sul target e giunta la quota sgancio…. Sorvolando il target eseguo alcune manovre di disimpegno e attendo il sorvolo del gregario che giunge puntualmente dopo i 25" pianificati: bravo Luca. Dirigiamo ora entrambi verso il punto di ricongiungimento: qualche secondo e riesco ad acquisirlo. Non è trascorso nemmeno un minuto dal termine dell’attacco ed il mio gregario è già in formazione per la reciproca copertura. Siamo in rotta di rientro verso casa, sorvoliamo la costa e ci teniamo bassi sul mare. La foschia non facilita la navigazione ed un senso di vuoto tende a prevalere se non fosse per la costa che s’intravede alla nostra sinistra. Cielo e mare si fondono in un azzurro uniforme e solo qualche imbarcazione ci rende consapevoli della velocità dei nostri aeroplani. Abbiamo superato la parte cruciale della missione ma al rientro ci attende nuovamente il confronto con gli Sceriffi del cielo! "Questa volta vi frego". Decido quindi di rimanere basso sul mare per rendere più difficile il lavoro d’intercettazione al nemico. La missione volge al termine, la Base madre è a pochi minuti di volo. Comincio a sentirmi soddisfatto e tranquillo e la missione è riuscita bene soprattutto perché il mio gregario è stato preciso e concentrato in ogni fase di volo, ora è in formazione stretta a pochi centimetri dall’ala del mio 104. Il radar ci ricorda gli ultimi controlli e inizia il vettoramento per un atterraggio che avverrà in coppia. A terra parcheggiamo gli aeroplani uno accanto all’altro e velocemente ci dirigiamo nella saletta piloti per l’analisi della missione appena effettuata. I nostri pensieri si proiettano al domani e alle missioni che ci consentiranno di mantenere alto il livello addestrativo di noi bombardieri.