TROPPA KULTURA:

bevetevi un po' di storia della birra.

Indubbiamente molti popoli antichi conobbero la malteria, ma per produrre della birra bisogna disporre di cantine nelle quali regni costantemente una temperatura non superiore ai 10°C.Il carattere essenziale della birra consiste nel suo sapore particolare e nella spuma abbondante e persistente;la bevanda cessa di essere birra quando si arresta la fermentazione.Questa era anche l'opinione degli antichi infatti, quando Plinio ricorda i vini ottenuti con la "macerazione delle biade", non nomina la cervisia della quale discorre in un altro capito lo dove dice che le donne dei Galli, "per farsi belle", ne usavano la spuma come unguento.

I vari liquidi alcolici prodotti con i cereali assumevano nomi diversi: lo zytum era la bevanda di orzo, fermentata, che si fabbricava nell'Egitto; celia e ceria erano dette altre simili bevande che si producevano in Spagna ; il camum era il vino fatto col miglio.

L'uso delle bevande ricavate dai cereali indigeni è molto antico nel Nord e nel centro Europa: Strabone cita un passo idi Phytéas nel quale il celebre esploratore dei mari settentrionali dice che gli abitanti delle coste bevevano, oltre all'idromele, dei vini prodotti con le biade fermentate. Tacito dice che la bevenda preferita dai Germani era fatta col succo inacidito dell'orzo o del frumento e che questo liquore presentava una certa analogia col vino.Il termine corruptus, usato dal celebre storico, ha i significati di "corrotto,guasto,alterato" e rivela il disprezzo del Romano, abituato ai vini generosi d'Italia, per simili bevande dei Barbari. In Tacito si legge pure che gli abitanti presso il Reno compravano anche il vino e questa notizia rivela come nel primo secolo dell'era cristiana il vino e la birra fossero ancora in concorrenza. Nel poema nazionale finlandese il Kalevala vi è una lunga descrizione poetica della fabbricazione della birra nella quale intervengono, oltre all'orzo, il luppolo ed il miele.

 

UNA BIRRA E' MEGLIO DI UNA DONNA! (Sarà poi vero?A voi l'ardua sentenza!):

 

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