EPOCA MODERNA
Dopo
l'abolizione della Feudalità, Frasso è coinvolta nelle vicende che
caratterizzano la vita delle Province Napoletane come la restaurazione
borbonica, la rivoluzione de 1848 (durante la quale alcuni preti, tra i quali il
canonico Pietro Fusco, vengono imprigionati nel e cere di Montesarchio),
l'inserimento nel Regno d'Italia (1861), le guerre mondiali, la dittatura
fascista, la fondazione della Repubblica Italiana.
Nel 1863, con Regio Decreto di S.M.Vittorio Emanuele II, Re d'Italia,
all'antico nome "Frasso", viene
Alla
fine dell'Ottocento viene ripristinata la Parrocchia di S. Andrea Apostolo a
Nansignano e costruita la Chiesa del Carmine (1881, divenuta Parrocchia nel
1916), mentre è avviata la fondazione di un ospedale (Ospedale S. Michele), ad
opera della famiglia Iannucci.
Nei
primi decenni del Novecento, vengono aperte tre nuove importanti strade che
tolgono Frasso dall'isolamento: la strada per Solopaca, la Rotabile per Dugenta
e quella per Melizzano, come pure viene fondata dall'Arciprete Onofrio Narducci
una Banca Popolare, poi fallita con disastrose conseguenze per la popolazione.
Dopo la Il guerra mondiale, si assiste a timide, ma coraggiose forme di
industrializzazione (gli oleifici Amore e Spagnuolo e un pastificio della
famiglia Mazzone) ed a notevoli, ma spesso infelici trasformazioni urbanistiche.
Infatti, accanto a nuove strade urbane ed extraurbane (Arbusti,
Nansignano, Prata, Panoramica del Monte Cardito ... ), al miglioramento della
viabilità, alla costruzione di nuovi edifici (Chiesa di S. Giuliana, Edifici
scolastici, Municipio, Cinema, Oratorio S. Giuliana ... ) i Frassesi assistono indifferenti alla demolizione
della Torre campanaria cittadina, di ben 5 antiche Chiese (S.
Giuliana, Collegiata del Corpo di Cristo, Addolorata - in Piazza- , S.
Margherita in via Bocca, S. Croce in via Crocella) e di un'ala prestigiosa del
Palazzo del Principe.