EPOCA MODERNA

Dopo l'abolizione della Feudalità, Frasso è coinvolta nelle vicende che caratterizzano la vita delle Province Napoletane come la restaurazione borbonica, la rivoluzione de 1848 (durante la quale alcuni preti, tra i quali il canonico Pietro Fusco, vengono imprigionati nel e cere di Montesarchio), l'inserimento nel Regno d'Italia (1861), le guerre mondiali, la dittatura fascista, la fondazione della Repubblica Italiana.  Nel 1863, con Regio Decreto di S.M.Vittorio Emanuele II, Re d'Italia, all'antico nome "Frasso", viene aggiunto l'aggettivo "Telesino", ma il periodo post-unitario è caratterizzato da altri fatti importanti: una forte presenza di "briganti" sul Monte S. Angelo, che crea notevoli problemi alla cittadinanza, amministrata dal Sindaco Avv.  Cosimo Gisondi; la confisca dei beni delle Chiese Arcipretale e Collegiale in virtù dell'applicazione della Legge Siccardi all'ex Regno di Napoli; il tentativo del Demanio di confiscare l'Istituto Gambacorta e la conseguente causa intentata e vinta (1874) dal Comune di Frasso per conservarne il possesso; l'inizio del doloroso fenomeno dell'emigrazione.                                                                        L'attuale Municipio

Alla fine dell'Ottocento viene ripristinata la Parrocchia di S. Andrea Apostolo a Nansignano e costruita la Chiesa del Carmine (1881, divenuta Parrocchia nel 1916), mentre è avviata la fondazione di un ospedale (Ospedale S. Michele), ad opera della famiglia Iannucci.

Nei primi decenni del Novecento, vengono aperte tre nuove importanti strade che tolgono Frasso dall'isolamento: la strada per Solopaca, la Rotabile per Dugenta e quella per Melizzano, come pure viene fondata dall'Arciprete Onofrio Narducci una Banca Popolare, poi fallita con disastrose conseguenze per la popolazione. Dopo la Il guerra mondiale, si assiste a timide, ma coraggiose forme di industrializzazione (gli oleifici Amore e Spagnuolo e un pastificio della famiglia Mazzone) ed a notevoli, ma spesso infelici trasformazioni urbanistiche.  Infatti, accanto a nuove strade urbane ed extraurbane (Arbusti, Nansignano, Prata, Panoramica del Monte Cardito ... ), al miglioramento della viabilità, alla costruzione di nuovi edifici (Chiesa di S. Giuliana, Edifici scolastici, Municipio, Cinema, Oratorio S. Giuliana ... ) i Frassesi assistono indifferenti alla demolizione della Torre campanaria cittadina, di ben 5 antiche Chiese (S.  Giuliana, Collegiata del Corpo di Cristo, Addolorata - in Piazza- , S. Margherita in via Bocca, S. Croce in via Crocella) e di un'ala prestigiosa del Palazzo del Principe.           

  A cura di V. Di Cerbo sul Moifà N° 16.