LOURDES AGOSTO '99 "UN'ESPERIENZA DI SERVIZIO"

Quando abbiamo deciso di affrontare l'esperienza del servizio a Lourdes non sapevamo bene che cosa ci aspettasse. Nonostante le videocassette e i vari racconti, continuavamo ad avere dei dubbi riguardo al servizio da svolgere, al comportamento da tenere con i malati, al luogo stesso. E' per questo che salire su quel treno è stato come giocare una scommessa; mettevamo in gioco noi stessi, "scommettevamo" di riuscire nel servizio e speravamo di scendere da quel treno un po' cambiati. E' stato come cogliere uno degli 'istanti magici' che la vita ci offre per provare a cambiare quello che in qualche modo ci rende infelici. Dopo il lungo viaggio in treno ,che già dà l'idea di quanto ci si allontani dalle nostre azioni ordinarie e dal nostro normale modo di vita, l'impatto con la cittadina ai piedi dei Pirenei è un po' deludente, sarà forse per la confusione o per i negozi ma la sensazione cambia appena ci si confronta direttamente con il servizio. Allora ci si accorge che le realtà più esteriori non ci danno alcun disturbo e che tutti i problemi sul come trattare con i malati non hanno alcun senso. Infatti non ci avviciniamo soltanto a dei malati, ma a persone che sono pronte a ridere e scherzare nonostante la loro sofferenza. Così tutte le domande e tutti i problemi del 'prima' non vengono neppure alla mente e anche la malattia e la sofferenza, che di solito sono ben nascoste dentro case o istituti, vengono mostrate con semplicità, senza aggiungere didascalie di spiegazione. Questo stupisce un po', ma stupisce ancora di più il fatto che non ci sia alcun bisogno di spiegazioni, stupisce vedere come le persone accettino la propria sofferenza. E tu0tto assume un altro significato. Avevi sempre creduto che per essere felici occorresse in primo luogo la salute, invece, proprio fra tanti malati scopri che è possibile essere felice e che, anche essendo malati, si può essere felici. Personalmente mi stupisce aver capito questo non discutendo o facendo complicati ragionamenti, ma in modo così naturale portando dei piatti a tavola, sparecchiando, spingendo delle carrozzine, parlando con le persone. Sono proprio le persone che ti stupiscono e che ti ricordi in modo preciso, con i loro nomi e i loro volti. Ma forse è il Signore che ti stupisce e ti fa provare una felicità diversa da quella che proviamo di tanto in tanto nelle nostre case, una felicità che è quello che chiamano la 'pace di Lourdes' , 'la magia di Lourdes'. Sono felice di aver vissuto questa esperienza insieme al mio gruppo Scout, penso che in definitiva ognuno di noi abbia guadagnato molto di più di quanto aveva posto in gioco. Spero anche che, tornando da quel posto così lontano non soltanto nello spazio, ognuno di noi sia riuscito a portare almeno una briciola di quella pace.

ELISA DAINI