Cari amici, l'anno che è trascorso ci ha resi testimoni di avvenimenti spirituali di grande luminosità. I popoli di tutto il mondo hanno avuto la possibilità di attraverare la Porta Santa, e mi dispiace per quelli che non hanno voluto o potuto farlo. Abbiamo pregato insieme senza considerarci diversi l'uno dall'altro; ho ricevuto il Corpo di Cristo dalle mani di un prete africano; nella Metropolitana mi son seduta affianco ad un giovane volontario di colore e abbiamo cercato di comunicare a gesti: che ridere! Il canto dell'Emmanuel ci ha resi tutti fratelli. Come volontari, abbiamo dato il benvenuto ai giovani francesi allo Stadio del Tennis e a due milioni di giovani a Tor Vergata; abbiamo lavorato in gruppo e con più gruppi volendoci bene, come se ci conoscessimo da sempre, preoccupandoci anche dell'amico che stava male. Come al tempo di Gesù, in cui una folla condivise cinque pani e due pesci, così noi, folla di giovani, abbiamo condiviso gioie, momenti tristi, il caldo, i pasti della Sodexho. Non sono tutti miracoli, questi? Ricordo le strade di Roma affollate di giovani allegri, che cantavano, ballavano, animavano le piazze. E non dimentichiamoci del più grande villaggio di volontari di Roma, il "mitico" Palacavicchi. E poi la partenza, separarsi dai nuovi amici, chiederci se ci saremmo mai più rivisti, sentiti o scritti. Sono contenta di ricevere, di tanto in tanto, notizie da persone conosciute lì. Mi sono chiesta più volte il perchè di tanta presenza giovanile a Roma; Forse siamo consapevoli della nostra debolezza e solo se ci affidiamo al Signore possiamo combinare qualcosa di buono nella nostra vita. Ed in quei giorni, nelle parole del Papa, abbiamo riascoltato la voce del nostro Padre Celeste che dice di amarci e di lasciarci guidare da lui, e di non temere mai che ci lasci soli (perchè se avremo fiducia in Dio, non ci mancherà mai nulla). In quei giorni il caldo non ci ha impedito di riscoprire i valori della vita . Adesso però dobbiamo farli riscoprire anche a quelli che a Roma non c'erano. Ho visto tanti giovani confessarsi al Circo Massimo, felici di incontrare Dio e ricevere il suo perdono attraverso il sacerdote. Ho ascoltato le testimonianze di ragazzi che non avevano alcuna intenzione di recarsi a Roma, ma poi ci sono andati ed il volto raggiante del Papa li ha fatti innamorare di Dio. Ogni tanto riappare davanti ai miei occhi la dolce immagine del Santo Padre che si commuove di fronte a milioni di mani alzate, durante la grande veglia del 19 agosto. Alcuni dicevano di non saper pregare, altri di non aver mai pregato..., però ho visto, durante la veglia e la Messa, tanti giovani in ginocchio, in silenzio, convinti che Dio li stesse ascoltando. Non è facile dimenticare l'entusiasmo straordinario di tutti noi giovani! Ora però mi domando: l'Anno Santo è stato solo una bella parentesi? Diamo testimonianza del Signore ai nostri coetanei? E perchè allora non cresciamo nell'amore, non alimentiamo la fiamma della fede nel Signore nelle case, nelle chiese, nelle scuole, nel mondo? Con questi miei interrogativi racchiudo nel mio cuore tutti i ricordi più belli del Grande Giubileo.  

Maria Vincenza Sabatino,

volontaria della GMG 2000