Giovani danno una lezione al mondo!

Aspettavo con entusiasmo il mese d'agosto senza mai aver immaginato ciò che stava per accadere.
Sono peruviana e sono venuta a Roma due anni fa per finire i miei studi.
Per me è stata una vera benedizione stare a Roma nel tempo del Giubileo e partecipare vivamente a tutte le attività, specialmente alla GMG.
La prima cosa che mi ha colpito enormemente è il fatto di vedere Roma piena di giovani a migliaia. I mass-media esprimevano il loro sconcerto davanti a questo fenomeno di massa. Sembrerebbe che non capissero come mai una gioventù bombardata da messaggi che non precisamente incoraggiano la fede risponda con tale decisione ed entusiasmo alla convocazione del Santo Padre. 
E' stato bellissimo contemplare i giovani che arrivavano da tutte le parti del mondo. Roma è una città che per se stessa parla di fede al credente. Dovunque si percepisce l'impronta dei santi che lungo tutta la storia hanno percorso le strade di Roma e hanno annunziato la loro fede in Cristo. C'è stato un fatto inconfutabile e non è possibile negarlo: I giovani hanno risposto alla convocazione di Giovanni Paolo II e sono venuti a pellegrinare a Roma e vivere così una esperienza giubilare.
La testimonianza dei giovani è un grido forte e alto: abbiamo fame di Dio!  Tutti questi giovani hanno saputo dove saziare questa fame d'Infinito. Alcuni pensavano che i giovani venivano a Roma soltanto per divertirsi,
per cercare amicizie e non per vivere un'esperienza di fede. Che lezione all'agnosticismo!
Posso testimoniare in prima persona che non è stato così. Ho vissuto questi giorni con un gruppo di giovani romani come una vera esperienza di fede, ma non soltanto è stata una esperienza personale o di gruppo, bensì condivisa con tutti i giovani che erano a Roma.
I fatti lo dimostrano: la lunga fila nella via della Conciliazione piena di pellegrini cercando di attraversare la Porta Santa era impressionante. Tutti noi giovani volevamo varcare la Porta Santa con la consapevolezza che in quel
gesto Cristo stesso ci invitava alla conversione e alla riconciliazione. Abbiamo sperimentato il perdono di Dio. Le file per la confessione al Circo Massimo erano interminabili e noi giovani volevamo confessarci, desideravamo
il sacramento della Riconciliazione.
Era bello camminare per le strade di Roma e trovare giovani che pregavano nelle chiese, cantando, condividendo e pellegrinando per i posti santi della città. Non erano passeggiate turistiche bensì visite religiose.
Abbiamo voluto approfondire nella fede mostrando una ricerca di Dio intensa e coerente. Non cercavamo soltanto giorni intensi di sentimenti ed emozioni, ma una esperienza di fede che dopo si concretizzasse nella nostra vita quotidiana. Le catechesi pronunciate dai Pastori sono state un esempio che noi giovani aneliamo a capire meglio la nostra fede, ci riunivamo e ascoltavamo con attenzione con lo scopo di ricevere luce per la nostra vita cristiana.
Il culmine di questi giorni è stato l'incontro a Tor Vergata. Camminammo chilometri per arrivarci. Tutti tranquilli, non c'importava né il caldo, né la sete, né la stanchezza. Quel pellegrinaggio è stato un pellegrinaggio di fede! Tutti insieme camminando all' incontro del vicario di Cristo sulla terra, tutti testimoniando la nostra fede e il desiderio di
rispondere al Santo Padre: sebbene è difficile credere ed avere fede, noi giovani vogliamo seguire Gesù, c'impegniamo a vivere una vita cristiana più coerente essendo apostoli di Cristo nella nostra società, assumiamo
il compromesso di cambiare prima noi stessi per poter "accendere fuoco al mondo intero" come ci disse il Papa con le parole di Santa Caterina da Siena.

Rocìo
rfaroma@tin.it