Il suo costante e
reciprocamente produttivo rapporto con i giovani
è documentato dalla presenza dei suoi dipinti in
gallerie quali Il Triglione a Venezia e
alla saletta "la buca"
dell'Unione Culturale di Bordighera insieme ad
allievi esordienti. La personale dell' 81 a Moncalieri
fu trasferita al liceo scientifico per
permettere un incontro con gli studenti
abitualmente lontani dalle avanguardie.
APPUNTI
DAL DIARIO “OCCHIO FOLLE OCCHIO LUCIDO”
Ma
quasi con stupore sentivo
che non avevo più desiderio di scrivere, poche folgorazioni
accontentavano
pienamente
il mio desiderio…..
Mi dirigevo
verso una nuova dimensione. Spostavo i
termini della mia realtà integrale verso un irrealismo, era come
tornare alle origini di un mio mondo.. la valle
delle meraviglie rinasceva in me dalle origini e che la mia psicosi di cui
ero ormai abbastanza consapevole si urtava
con questo mondo delle origini,
i segni ideografici
incisi su quel
le rocce tra l'incanto
del
silenzio e delle forme materiali mi si rivelarono come
non mai, la mia matita disegnava come se avessi sempre
disegnato.. Provavo
una felicità rara e una ricchezza
straordinaria per fantasia…
Provavo una felicità rara e
una ricchezza
straordinaria per fantasia.
Ero anche in grado
di riflettere più a fondo sul
mio presente, assimilavo le
più estreme situazioni con calma lucidità e questo mi
offriva sicurezza, capivo che mi
ritrovavo in una comunicazione
nuova.
Se la
«tempera»
non poteva essere un
colore e mezzo
valido per me, gli
«acrilici»
erano stati fabbricati per me,
erano
miei da sempre, il sole, la lastra gialla che
si distacca
nell'aria e trasforma gli oggetti reali in
forme fantastiche, era
la mia
assidua inclinazione,
cominciai
a dipingere come se
avessi
sempre dipinto.
Coglievo
meglio di prima l'alienazione psichica che
mi aveva tormentato per anni sino
a portarmi
fuori da me
stesso. E per
la prima volta vidi chiaro
non mi sarei
suicidato
Concentravo
la bellezza, tutto quanto avevo vissuto
e vivevo nel
quadro che trovavo.
Non perdevo un stante e
anche nelle poche ore di sonno non perdevo mai
completamente coscienza di me
la mia realtà
si estendeva nel sogno
l
sogno nella realtà
La pittura
fisicamente più viva della parola più difficile mi liberava
Il
mondo esterno non esisteva più. Ormai
tutta la realtà era
intrinseca, faceva
parte della tela stessa.
Dal
segno passavo al
disegno poi a forme specifiche
e ai colori.
La pittura di « realtà
ideografica » era nata.
Sentivo che la
mia mano senza sforzo ma come magicamente
traduceva in segno e colori quanto immaginavo in
una corrispondenza intensa e illuminante.
L'età per me
non esiste più, il Tempo una convenzione.
Vincere
l'anzianità è il compito più valido e difficile per un
uomo.
Nei miei pennelli ritrovo
pienamente
la mia integrità,
so che
ormai i
miei prossimi mesi
e anni dipenderanno
da loro.
Mi sono singolarmente arricchito. Prima
la macchina da
scrivere.
Ora pennelli
e macchina da
scrivere.