MEDAL OF HONOR

Sulla scia del successo di Salvate il Soldato Ryan si preparano sempre più film ambientati negli anni del Secondo Conflitto Mondiale. Medal of Honor dunque si colloca proprio in questo periodo storico, sparatutto in soggettiva e conversione (riveduta e corretta) di una fortunata serie per PSX. E Allied Assault potrebbe tranquillamente chiamarsi Saving Private Ryan – The Game. Non a caso, la supervisione del gioco è stata affidata alla ex Dreamwoks Interactive, ora facente parte del gruppo Electronic Arts; e tutti sappiamo che Salvate il Soldato Ryan era un film della Dreamworks SKG di Spielberg; e il cerchio si chiude.

LA STORIA HA INIZIO...
Allied Assault è la storia del Sottotenente Mike Powell, Secondo Reggimento Ranger degli Stati Uniti che ‘seguirete’ dal primo impiego dei Ranger nella Seconda Guerra Mondiale, cioè l’Operation Torch che dava inizio all’invasione del Nord Africa da parte degli Stati Uniti, iniziando dalla conquista della città di Arzew, in Algeria. Solo successivamente Powell verrà contattato dall'OSS e dalla Resistance francese nella persona di Manon, la ragazza che conoscerà bene chi ha giocato ai Medal of Honor su PlayStation. Tutte le missioni che vi vengono assegnate (cinque macro-episodi suddivisi in episodi più piccoli) hanno un corrispettivo in quelle che sono state le operazioni americane a metà degli anni Quaranta nel teatro di guerra europeo, come il sabotaggio dei sommergibili nella base di Trondheim in Norvegia e la già citata Operation Overlord, ovvero lo sbarco in Normandia.

UNO SBARCO FAMOSO
Grazie a questo ricircolo di informazioni e materiale, Allied Assault ha potuto beneficiare di un database enorme tra scenografie, effetti speciali, sonori e addirittura intere sequenze mutuate direttamente dal film, oltre a una miriade di analogie da scoprire man mano che si prosegue nel gioco. Alcune missioni sono addirittura strutturate in maniera identica al film; citiamo solo Omaha Beach durante lo sbarco in Normandia (identica alla lunga, angosciante sequenza iniziale di Salvate il Soldato Ryan) e la difesa del ponte nella cittadina francese di Remagen che fa da teatro alle scene finali della pellicola.
Allied Assault - che sfrutta il motore grafico della id Software di Quake III Arena - arriva in un momento piuttosto particolare, perché esce quasi in contemporanea con Return to Castle Wolfenstein… caso vuole che entrambi i giochi usino il motore Quake III ed entrambi sono ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale; questo significa che armi, divise, scenografie e quant’altro fa Europa anni Quaranta, sono elementi comuni. Sussistono quindi le condizioni ideali per un perfetto scontro generazionale, situazione ottimale per chi predilige i confronti diretti tra giochi. Le differenze ci sono comunque, prima tra tutte la questione degli zombie e tutta l’iconografia mistica di Wolfenstein che si contrappone al rigore storico di Allied Assault, che conseguentemente risulta più bellico e meno fantasy.

ARMI REALISTICHE…
Tornando alle analogie, un elemento relativamente nuovo negli sparatutto è rappresentato dall’introduzione dell’elemento stealth (ovvero cercare di farsi notare il meno possibile, per avere meno nemici addosso!). Ecco quindi che Allied Assault alterna momenti di furiose sparatorie ad altri più d’atmosfera, carichi di tensione, prevalentemente ambientati di notte.
Le armi sono quelle di quegli anni; eliminato il coltello come arma primaria da usare quando non si hanno munizioni (ma il calcio della pistola ha lo stesso scopo e metodo di utilizzo), si parte dalla semplice Colt .45 1911 e si arriva fino al bazooka americano e al Panzerschreck tedesco, armi da utilizzare contro i mezzi corazzati. In mezzo ci sono due sub-machine guns (l’americano Thompson e il tedesco MP 40), il fucile di precisione americano Springfield 03 Sniper, la mitragliatrice BAR (Browning Automatic Rifle), le granate Mark II a frammentazione (gli ‘ananas’) e le Stiehlhandgranate tedesche, e il fucile semiautomatico standard dell’esercito americano nella Seconda Guerra Mondiale: il Garand M-1. Tanto per gradire i suoni sono assolutamente perfetti e aderenti a quelli veri.

CONTINUA ALLA GRANDE!
In Allied Assault, dunque, passerete dalla caotica missione a Omaha Beach a quella in incognito nella base dei sommergibili di Trondheim (nella quale sarete travestiti da ufficiale tedesco e quando premerete il tasto di fuoco, invece di sparare, esibirete un documento falso!), il tutto in ambientazioni ottimamente riprodotte e con un realismo eccellente (evidenziato dalla presenza del rinculo e della scarsa precisione delle armi). Insomma: ce n'è da fare in Allied Assault! Noi l’abbiamo trovato più intrigante di Return to Castle Wolfenstein, ma forse è solo perché pone il focus più sulla vicenda della Seconda Guerra Mondiale in generale invece che focalizzarsi su singole vicende che tendono al sovrannaturale. Fidatevi, è un gioco che vale la pena avere!

Casa:EA Games

Sviluppatore: 2015

Genere: Sparatutto

Voto: 8.5

Pro: Ottima scenografia, trama interessante e storicamente corretta. Ottima grafica e buon supporto multiplayer. Strepitosa riproduzione delle armi e dei loro 'effetti'. Lo sbarco a Omaha Beach è epico!

Contro: Forse troppo semplice per certi aspetti; Intelligenza Artificiale non ai massimi livelli; nulla di originale o di innovativo sul fronte occidentale.

 






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