Nato a Quemchi (Cile) nel 1910, interrompe
giovanissimo gli studi per iniziare una
vita avventurosa e girovaga nelle più
remote regioni meridionali del continente
americano: sarà pastore e caposquadra
nelle haciendas della Terra del Fuoco,
parteciperà alle ricerche petrolifere
nello Stretto di Magellano, vivrà insieme
ai cacciatori di foche e navigherà per
anni a bordo di una baleniera, prima di
iniziare (nel 1940) l'attività di
scrittore. Il suo debutto letterario è
nel 1941, con la partecipazione vittoriosa
a un concorso indetto dalla casa editrice
Zig Zag, l'opera si intitolava L'ultimo
mozzo della Baquenado e fu subito un
successo. Nel 1944 si unisce in matrimonio
con Eliana Rojas, sua compagna di vita
sino a oggi. E' nota la sua amicizia con Pablo Neruda.
E' anche un autore molto amato da Luis
Sepulveda, il quale lo ha sempre
considerato l' unico autore cileno che
valga la pena di leggere, e che ha curato
la traduzione delle sue opere in
Italia. I suoi libri narrano storie
del "mondo alla fine del mondo"
tanto caro a Sepulveda, che racconta nel
fortunato Patagonia Express
dell'incontro con il suo maestro. Da
subito le storie dell'oggi novantenne chiloese
hanno saputo risvegliare l'interesse di
molti lettori amanti della narrativa che
ha come scenario le estreme terre del Sud
del mondo e parla di uomini che
hanno scelto di vivere nelle terre
magellaniche.
"Sono diventato scrittore per
nostalgia, per la mancanza del mare e
delle mie isole e terre australi"
dice Francisco Coloane per spiegare una
strana e potente vocazione, quella che ha
fatto di lui l'originalissimo e sofferto
cantore del mondo alla fine del mondo. Ne
è consapevole, e lo ribadisce con forza
nel corso di questo suo libro: è stata
prorpio la natura tragica e titanica di
quelle regioni a spingerlo verso la
letteratura prima e a mantenerlo
poeticamente in vita con la sua linfa
silenziosa poi.
La letteratura risponde a una spinta
intima, alla chiamata nostalgica e
viscerale di quel mondo amatissimo che nel
corso della vita lo scrittore cileno
perderà e ritroverà diverse volte. In
giro per mare e per terra sarà mandriano,
falegname, venditore di carbone, cronista
di nera e di sport, attore di teatro, uomo
di mare, attivista politico ed esiliato
vivendo in modo partecipe e doloroso il
suo tempo e le tragedie del suo paese.
Opere
Una vita alla fine
del mondo
La raccolta di memorie dello
scrittore
Pastore, cacciatore di foche,
baleniere, giornalista e scrittore. La
vita di Francisco Coloane è un romanzo
d'avventura, ricco di gusto del viaggio e
passione politica e letteraria.
Un'esistenza impressa in questa
autobiografia che rivela l'infanzia
passata sotto i venti di Chiloé, la vita
da cow-boy fra i montoni, le avventure sui
mari, la spedizione in Antartide; che
svela la passione civile, gli amori,
l'amicizia fraterna con Pablo Neruda. E
così, ora per la necessità di sbarcare
il lunario, ora per le tante vicissitudini
della storia suo paese, Coloane racconta
in modo partecipe e doloroso il suo tempo
e le tragedia del suo paese, dall'immane
sterminio degli indios al colpo di stato
di Pinochet.
Una vita alla fine del mondo
dove si muovono i compagni di lavoro con i
quali ha trascorso le giornate di fatica
nelle aziende d'allevamento patagoniche,
le esperienze vissute facendo lavori così
diversi dal falegname al cronista di nera,
dall'attore di teatro all'uomo di mare, la
natura durissima di quelle terre spazzate
da un vento ininterrotto, la violenza del
mare. Sono pagine che raccontano la sua
biografia, ma anche la storia cilena, la
dittatura, la persecuzione politica e
l'esperienza di molti come esuli.
Racconta del suo primo viaggio nella Terra
del Fuoco nel 1929, dove apprende le
vicende dei primi colonizzatori bianchi,
tra cui il romeno Julio Popper ingegnere e
geografo che dal 1880 organizza una forza
armata mercenaria e stermina le
popolazioni indigene, con la
giustificazione di difendere la proprietà
privata e la civiltà occidentale.
Durante uno dei suoi viaggi, nel 1947,
partecipa ad una spedizione
scientifico-militare in Antartide dove
conosce l'inquietante bellezza degli
iceberg, le presenze animali ma anche
curiose vicende umane. E ancora, la visita
alla regione australe del Cile in
compagnia del poeta russo Evgenij Etvušenko;
i due anni trascorsi in Cina e
Mongolia così diversa dalle distese
patagoniche ma così simile nella
solitudine dei luoghi, il viaggio
nell'arcipelago delle Galapagos, pieno
d'ammirazione per un patrimonio naturale
da difendere ; ed infine l'India.
Un libro prezioso che consente di capire
come sia il mare a nutrire la letteratura
di Coloane, un legame profondo quello con
le acque che bagnano le terre alla fine
del mondo che risale all'infanzia,
dall'essere cresciuto seguendo il ritmo
delle maree che arrivavano fin sotto la
camera dove dormiva nella casa sulla costa
orientale dell'isola Grande di Chiloé.
(Los pasos del hombre,
traduzione di Pino Cacucci, Guanda Editore
Parma, 2001)
Capo Horn e Terra del
Fuoco
Guanda Editore
Due libri dello stesso autore, il cileno
Francisco Coloane, che possono
considerarsi un unico volume. Sono infatti
una serie di racconti, quattordici in
"Capo Horn" e nove in
"Terra del Fuoco", spaccati di
vita nella Terra del Fuoco, avventure di
marinai, di pastori, di cacciatori di
foche.
Il titolo del primo libro in realtà
inganna il velista alla ricerca di testi
ricchi di sensazioni forti, e salate. Ma
non è proprio un tradimento, poiché
Coloane è l'autore di grande calibro
proposto ai lettori italiani da un altro
cileno, Luis Sepúlveda, anch'egli grande
narratore di viaggi e di vita nell'estrema
terra del- l'America. Nei due libri c'è
abbondanza di sentimenti autentici, odio e
amore, vita e morte. Storie ambientate in
quella terra considerata tra le più
feroci del pianeta, dove il mare, il vento
e il freddo raggiungono solo picchi
estremi.
Altre opere dell'autore
I
balenieri di Quintay 2000 |
L'ultimo
mozzo della Baquedano, 2000 |
La
scia della balena, 1999 |
Terra
d'oblìo, 1987 |
http://www.touringclub.it/qui/2000/nov/patagonia.shtml |