La letteratura indiana
La letteratura indiana del periodo coloniale
si divide in due principali categorie: in primo
luogo, documenti della letteratura precolombiana
raccolti dopo la conquista, da Spagnoli e da
Indiani, allo scopo di conservare la
testimonianza di antiche credenze; in secondo
luogo, la letteratura prodotta dagli indiani
durante il periodo coloniale. Gran parte della
letteratura precolombiana sopravvissuta fin dopo
la conquista fu raccolta dai frati, tra i quali
la figura di maggior spicco fu il dotto
francescano Bernardino de Sahagun
(1500-1570).Sahagun arrivò in Messico soltanto
10 anni dopo lo sbarco di Cortes, eppure nel
1529, l'anno del suo arrivo, la cultura indiana
sembrava già condannata, data la distruzione su
vasta scala di documenti dei templi e degli
idoli.Quest'uomo incaricò una squadra di scribi
indiani di registrare, in caratteri latini e
nella lingua indigena, tutti i dati che si
riuscissero a raccogliere sulla religione e sui
riti indiani. Con il loro aiuto compilò una
raccolta di notizie in 12 volumi, e tra il 1570
e il 1580, su richiesta del "consejo de las
indias" scrisse in spagnolo un'Historia
general de las cosas de la nueva Espana.l
L'opera rimase inedita per 200 anni dopo la sua
morte.
La letteratura Maya e Inca
Parte della letteratura Maya è sopravvissuta
grazie all'opera dei preti. L'esempio più
lodevole è il Popol Vuh (chiamate la bibbia
maya), una raccolta di miti sulla creazione,
storie di dei e eroi e documenti storici, che
furono registrati dopo la conquista e scoperti
nel xviii secolo da un parroco in Guatemala. La
terza grande civiltà precolombiana dell'America
Latina, quella degli Inca non possedeva
letteratura scritta, ma come nel Messico
precolombiano, anche qui fioriva la
poesia.Infatti specialmente in Messico e in Perù
la poesia era veramente una delle arti più
nobili e, in un primo tempo era esercitata
esclusivamente dai principi.
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