Sergio Tapia Radic Sergio
Tapia Radic nasce a Puerto Natales Cile,
nel 1938. Entra nel 1959 alla Scuola di
Arti Applicate dell'Università del Cile
in Santiago ove studia sotto la guida
dell'italiano prof. Antonio Corsi Maldini.
Compiuti gli studi, viene nominato
assistente alla cattedra di scultura
presso la stessa Università, ove rimane
sino al 1967 e successivamente negli anni
1970 e 1971. Ha presentato opere in
Brasile, Svizzera, Italia e Germania. In
questo periodo esegue per i governi del
Cile, del Messico e degli Stati Uniti
numerose opere, tra cui: busto del
Presidente cileno Jorge Alesandri R. ;
busto della poetessa Gabriella Mistral
;busto del Presidente americano John
Kennedy.
Due delle sue opere
Ritratto d'Artista
"Dall'alto ci hanno dato un
diamante: ma quanti capiscono che una
petra preziosa va pulita con intelligenza,
non con la carta vvetrata?".
La vita è queto , per Sergio Tapia
Radic: un tesoro donato, nascosto nel
tempo, che come la barba fluente di un
vecchio, quando si taglia, rivela soprese
inaspettate a chi sa guardare. C'è il
dolore e c'è la gioia, la malattia - e lo
scultore ne ha esperienza recente - e la
salute: e dentro quest'avventura l'impulso
insopprimibile a liberare la forza di una
fantasia creatrice che lo ha portato a
realizza il suo sogno di fanciullo, alla
soglia dei 60 anni: un gigantesco Giudizio
Universale composto da centinaia di
formelle in terracotta, che si estendrà
su una superficie di 20 metri per 5 di
altezza. Un popolo di angeli, santi,
musicisti e scultori, peccatori e salvati
che si dipana lungo pareti di un grande
studio, ancor troppo piccolo a contenere
l'esuberanza del pensiero e
dell'immaginazione: che ad ogni episodio
dà consistenza e significato: e che
reinventa il poema di Dante e l'affresco
di Michelangelo ("perchè scolpire
non è mai copiare") con la
sesibilità di questo artista filosofo
dagli occhi spendentim che accarezza le
esse con la dolcezza dello spagnolo
materno. "Le grandi cose sono fatte
di piccole cose. L'esistenza fa quello che
vuloe, non quello che vogliamo noi. Così,
fai il Giudizio percè sei tu che devi
essere giudicato..." Nella policromia
della terracotta e del refrattario - un
rincorrersi di formelle che formano un
mosaico strano, parlante - si esprime il
percorso di tutta una vita: delle mani
incerte del bimbo che modellava il volto
di Cristo nel purè scodellato dalla madre
- e per punizione restava senza cena -
allo sgurado avido del ragazino che
"rubava il mesiere"
all'insegnatne d'Accademia, sbirciando
dalla porta socchiusa: dal paziente
intaglio giovanile di
microscopichesculture in fiammiferi e
gessetti, alle imponenti dolcissime
maternità che popolano l'atelier luinese:
dalla religiosità intensa delle 112 scene
della Bibbia , opera in compimento che ha
accompagnato Tapia Radici negli ultimi 10
anni, alla lucentezza delle delicate
figure femminili e alla vitatlià intensa
dei suoi cavalli, fino alla potenza a
stento trattenuta del grande Cristo dei
Miracoli nella chiesa luinese del Carmne:
un percorso che attraverso l'astrattismo e
il futurismo lo ha riportato alla figura,
interpretata nelle mille sfaccettature
dell'umanità ch "esiste perchè le
cose esistono", in un inno alla vita
che esprime una religiosità appassionata.
Sculotre e maestro, dai piccolissimi delle
scuole a giovani artisti promettenti -;
scenografo e disegnatore, Tapia Radic si
è cimentato anche nella scrittura: una
raccolta di "Racconti surreali di
ordinaria fantasia", con
illustrazioni autografe, dove c'è tutta
l'ironia e la sopresa con cui lo scultore
guarda le cose vita (testo di A.Motta)
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