La critica di   Gaetano Basirico'

               SALVATORE GIAMBANCO è uomo tipicamente del Sud: sanguigno di carattere, di "humus" umano intenso, ma non sempre trasparente. A chi lo conosce come me,  da l'impressione di essere flemmatico, controllato ed anche distaccato nei modi e nelle azioni. Questa impressione viene meno allorché egli entra nel merito di qualche querelle o sostiene un suo pensiero; è allora che si svela forse con nostra sorpresa, l'indole vera la natura di uomo legato a dei principi morali: manifesta il suo punto di vita con fermezza e perentorietà, segno però non di superiorità o intransigenza , ma di partecipazione intensa e viscerale alle questioni.

    Ed è con fermezza e perentorietà che Salvatore Giambanco ha costruito il suo essere pittore fatta di lavoro autonomo e costante, sorretta da volontà  e convinzione nei suoi mezzi, espressione di una urgenza che ha origini nel mondo delle priorità interiori.

       La sua pittura fatta d pennellate vigorose ricorrenti di una entità propria: perché , questo è Giambanco.  I temi della sua pittura sono indagini nella natura dell'uomo. Il tema della natura, del paesaggio esaltato dalla forza e dall'ingerenza dei colori e nella forza degli elementi che lo compongono , non è motivo esterno, visivo, da contemplare con il piacere dell'occhio, anche se come detto carico di tensione cromatica; è invece l'itinerario di una presenza esistente nell'artista dove l'elemento è carico d'impeto, urge e apre contrasti cromatici, aggressività di piani, tagli spaziali che si impongono quali forme costituenti il quadro, come presenze indispensabili in quanto costituiscono l'oggetto e il soggetto della pittura.

    Nell'ordine naturale Salvatore Giambanco trova il suo inserimento, la sua ragione umana e e artistica ed in essa agisce con l'elemento emotivo, pregnato di partecipazione autentica e morale: non vi è tensione morale , dramma esistenziale, passione violenta e inestricabile nella sua pittura, ma soltanto un bisogno fisico di adesione, dettato dall'urgenza affettiva, emotiva di essere a contatto con la natura incontaminata e di esprimere l'intima natura.  questo sentirsi appartenere intimamente alla natura non gli impedisce però, è non è cosa comune, di credere alla sua rappresentazione ( i suoi paesaggi non sono luoghi inventati; bensì, porzioni "sottratte" al paesaggio trapanese )ma egli la interpreta con cosciente determinazione, consapevole che l'immagine dipinta non à più la realtà  cui si riferisce, ma ciò che l'artista ha sottratto di essa.  E perciò la trasfigurazione del dato reale è una nuova realtà: larghe stesure di tinte dense, vigorose, grumi di colore puro: direi brillante costruiscono le forme per via di sintesi coloristica, anziché di ricerca disegnativa; spazi ben delineati mediante un gioco prospettico risolto non geometricamente ma affidato unicamente ai volumi decisi, alle scabre masse cromatiche. Il colore tortura la realtà visiva fino  ricondurla ad immagine della realtà profonda.

    Il  paesaggio di S. Giambanco è presenza reale , ma nello stesso tempo è evocazione di esperienze e di convincimenti, di rifiuto di una natura urbanistica. Penso che bastino questi accenni a far intendere le qualità umane e artistiche di S. Giambanco.

Gaetano Basiricò 

       

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