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IL COMPLESSO NURAGICO DI ANTIGORI (Sarroch, Cagliari)

 

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Il complesso nuragico di Antigori è costituito da una fortificazione nella quale cortine rettilinee, torri circolari e roccia si alternano a recingere completamente la sommità di un colle che si erge a dominio dei 20 km di spiaggia che dalla città di Cagliari giungono fino a Punta Zavorra, là dove le colline, a ridosso delle quali si trova il moderno abitato, degradano verso il mare (taw. LIX, LX,1).     L'ingresso (i) al complesso è aperto nel versante Sud del colle, in prossimità dell'angolo formato da una lunga cortina rettilinea e la torre h, ed è reso inagibile da una imponente massa di crollo che ha provocato lo slittamento parziale della spalla muraria destra dell'andito. Il corridoio che si trova immediatamente dietro l'ingresso ha andamento curvilineo e doveva condurre sulla sommità del rilievo guadagnando la forte pendenza del terreno con rampe di scale e anditi      Tutta la parte alta del colle è interessata dal crollo che sembrerebbe celare delle strutture murarie, alcune non di età nuragica; ad occidente infatti vi sono delle costruzioni romane di impianto quadrangolare e di non chiara attribuzione: un vano rettangolare con robusti muri in opus caementicium con ricorsi in mattoni ed un secondo ambiente, anch'esso quadrangolare costruito con muri a secco.     Di tutto il complesso nuragico sono oggi agibili solo due vani:  la camera della torre e, chiusa a tholos e con scala di camera ed il vano a, a ridosso della cortina rettilinea settentrionale, l'unico ad essere stato interessato da scavi sistematici.     Il vano a ha pianta quadrangolare (m. 3,20 X 2,20) con le pareti Est ed Ovest costituite dalla viva roccia, mentre quelle Nord e Sud sono invece in opera poliedrica di massi di medie dimensioni: rettilinea la Nord, ad andamento leggermente sinuoso la Sud. L'accesso al vano avveniva dalla parte di Est, dove la roccia ha un andamento a gradinata che dal pianoro scende verso il pavimento della camera. La posizione stessa dell'ambiente e la scarsa altezza residua del muro Sud rendono difficile ipotizzare il tipo di copertura del vano stesso e, di contro, appare difficile che esso potesse essere a cielo scoperto. A tempi più tardi rispetto a quelli del primo impianto del vano è da attribuire un muro edificato su uno strato culturale con focolari databile tra l'VIII ed il VII sec. a.C.      Un rovinoso intervento di scavatori abusivi ha completamente distrutto le sequenze stratigrafiche che colmavano la parte centrale del  vano, consentendo lo scavo stratigrafico dei depositi che residuavano lungo le pareti orientale ed occidentale (taw. LX, 2, LXI,     Solo nello strato più superficiale, di crollo, fu possibile attestare una frequentazione punico-romana dell'ambiente: in età storica, con molta probabilità essa ha interessato solamente la parte più occidentale della collina, ove residuano anche le opere murarie di cui si è detto. 

Maria Luisa FERRARESE CERUTI

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