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Fedele per vocazione allassunto originario del dipingere, Cavalieri si pone sulla linea di un percorso iconografico che trova, nella cultura irlandese e nel mondo celtico in generale, il suo territorio di elezione, il luogo a lui più consono per raccontare limpalpabilità e la vitalità dello spirito. Il paesaggio assurge ad ambito di manifestazione di energie ed atmosfere, avulse alla prosaicità del quotidiano, ma palpitanti nel segreto di una natura, che sempre si accinge a rivelare lignoto; analogamente, le escursioni vedutistiche negli angoli di una Dublino assorta e dimenticata, divengono occasione per narrare le storie e le traversie di unumanità, spesso travolta e frastornata dai fumiganti clangori della metropoli, o dal glaciale isolamento che questa riesce ad indurre nellanima. Immagini pervase da un silenzio che tutto penetra e avvolge, chiedendo infine allo spettatore lultima parola, il completamento immaginativo senza il quale esse permarrebbero forse incompiute, appartate in una sorta di magica, suadente discrezionalità. Cavalieri, sa, dunque, immergersi nella contemporaneità senza timore di smarrirsi: persuaso, anzi, di ritrovare, nella spessa opacità della materia, il diamante nascosto, la pietra traslucida che splende sotto le spoglie talora drammatiche dellapparire sensibile.
Deirdre Nolan
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