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LE
RESISTENZE Le resistenze sono componenti indispensabili per la costruzione di qualsiasi
apparecchio elettronico, in quanto consentono di distribuire in modo
controllato la corrente e la tensione nei punti desiderati del circuito, II
loro funzionamento si basa sul fatto che in natura non esiste il conduttore
perfetto; vale a dire che tutti i corpi che sono conduttori oppongono comunque
delle difficoltà al passaggio della corrente; questo
fenomeno è sintetizzato nella legge di Ohm, una delle leggi fondamentali
dell'elettricità, la
quale lega, per mezzo di una chiara relazione, i valori di resistenza,
tensione e corrente, Tale legge (V = R x I) ci permette inoltre di ricavare
che in ogni conduttore attraversato da una corrente elettrica si produce una
differenza, o caduta di tensione, tra le sue estremità, dipendente
dalla resistenza propria del conduttore, A elevate resistenze corrispondono
cadute di tensione parimenti elevate, mentre a basse resistenze corrispondono
piccole cadute di tensione, a parità di corrente circolante, Nella
costruzione delle resistenze si impiegano materiali di alta resistività, in
modo da poter ottenere i valori di resistenza desiderati. L'unità
di misura della resistenza, cioè della difficoltà opposta da un corpo al
passaggio della corrente, è denominata ohm e il suo simbolo è la lettera
greca W
(omega), Un'altra
caratteristica importante delle resistenze è la tolleranza, diretta
conseguenza dell'impossibilità di ottenere, m sede di fabbricazione,
esattamente il valore ohmico prestabilito. È necessario, pertanto, stabilire
i valori minimo e massimo entro cui può oscillare il valore della resistenza;
questi valori vengono solitamente espressi come percentuali del valore teorico espresso
in ohm. Non basta, quindi, dire che una determinata
resistenza
ha un valore di 100 W,
ma bisogna specificarne anche la tolleranza, aggiungendola al valore; in
questo caso una tolleranza del 10% indica che il valore della resistenza è
compreso tra 90 e 110 W.
Esistono, logicamente, resistenze di alta precisione, cioè caratterizzate da
bassissime tolleranze, ma bisogna tener presente che il loro prezzo è molto
elevato e quindi il loro impiego resta limitato ad applicazioni speciali; in
linea di massima nelle applicazioni normali si impiegano componenti con
tolleranze standardizzate di ±5%, ±10% e ±20%, benché quest'ultimo tipo
stia scomparendo a causa della scarsa affidabilità e del miglioramento dei
processi di fabbricazione, che ha consentito di ottenere senza difficoltà
componenti con più basse tolleranze e a un costo identico. Le
resistenze, a seconda della tolleranza, sono state divise in quattro
categorie: E 12 (tolleranza 5% e 10%), E 24 (tolleranza 5% e 10%), E 48 ed E
96 (tolleranza 2%, 1% e 0,1%). Sono stati stabiliti, in base al valore ohmico
e alla tolleranza, una serie di valori standard che comprendono tutta la gamma
di resistenze da 1 W
ì
in su; questi valori sono riportati nella tabella in alto. La
serie totale dei valori di tutta la gamma si ottiene moltiplicando per 10,
100, 1.000, 10.000, 100,000, 1.000.000, le cifre della tavola schematica
precedente, Per
evitare l'impiego di cifre con molti zeri nella designazione del valore delle
resistenze, si usano due lettere, K e M, rispettivamente abbreviazioni di
kilo- e mega-, che fungono da moltiplicatori rispetti vamente
per 1,000 e per 1.000.000. Per fare un esempio, si prenda un valore qualsiasi
della tavola precedente: 2,7 W;
se a questo si aggiunge la K si ottiene 2,7 KW,
cioè 2.700 W,
e se si aggiunge una M si hanno 2,7 MW,
cioè 2.700.000 W,
Per esprimere il valore di una resistenza, si usa anche un sistema di segni
colorati che traduce tutti i valori della tavola, Questo sistema, denominato
codice colori, consiste nel dipingere sul corpo della resistenza quattro
anelli di determinati colori; i primi due corrispondono ai due numeri che
indicano il valore tratto dalla tavola dei valori, il terzo al numero di zeri
da aggiungere e il quarto alla tolleranza. Nella scelta di una resistenza
bisogna tener conto di un altro importante fattore: la capacità di dissipare
energia sotto forma di calore. Il fenomeno di produzione di calore è dovuto
al fatto che, attraversando il componente, la corrente perde una certa
quantità dell'energia impiegata per vincere la resistenza del componente
stesso. Questa energia si trasforma in calore e dipende, in modo
esponenziale dall'intensità della corrente circolante; di conseguenza, per
un valore fisso della resistenza, per esempio 100 W,
la quantità di calore dispersa nell'ambiente quando circola una corrente di due ampère è quattro volte superiore
a quella dispersa nel caso di una corrente di un ampère, La dissipazione di calore è un fattore che influisce
sulle dimensioni fìsiche della resistenza e costringe, in alcuni casi, a
impiegare modelli speciali che vengono denominati «ad alta potenza». Al fine di poter disporre del tipo di resistenza più
adatto per cia-scun impiego, si adottano differenti sistemi di fabbricazione e
diversi materiali che consentono la realizzazione di una vasta gamma di
componenti dalle diverse caratteristiche. Il tipo a bassa potenza più comune è quello a strato di carbone, che consiste in un piccolo cilindro di ceramica ricoperto, appunto, da uno strato di carbone e dotato di due cappucci metallici, posti alle estremità, a cui sono uniti i terminali; il valore ohmico di queste resistenze viene fissato asportando una quantità più o meno grande di carbone, così da formare una spirale lungo il cilindro. |
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