Polonia

TERRA PROVA.jpg (13813 byte)

un paese eccezionale

Opole la mia città natale

polonia
territorio
idrografia
popolazione
economia
ordinamento dello'stato
storia
letteratura polacca
lingua polacca

wpe4.jpg (3600 byte)
klikate se volete ascoltare l'inno

 

Polonia

(Polacco, Polska Rzeczpospolita, Repubblica di Polonia) stato dell'Europa centrale, delimitata a nord dal mar Baltico e dalla Russia; a est dalla Lituania, dalla Bielorussia e dall'Ucraina; a sud dalla Repubblica Ceca e dalla Slovacchia; e a ovest dalla Germania. Ha una superficie di 312,677 km2 e la capitale è Varsavia.

Il nome Polska (Polonia), utilizzato per la prima volta all'inizio dell'XI secolo, deriva da quello dell'antica popolazione slava dei polani (abitatori dei campi o delle pianure), che si stabilì nei bassopiani compresi tra i fiumi Oder e Vistola nel primo Medioevo.

torna su

Territorio

Il territorio della Polonia è in prevalenza pianeggiante: l'altitudine media è di soli 175 m ca. sul livello del mare, ma ci sono picchi di 2499 m, come il monte Rysy nella catena degli Alti Tatra nel sud, e depressioni che raggiungono gli 1,8 m sotto del livello del mare nel delta della Vistola, a nord.

La sezione settentrionale del paese è una vasta regione pianeggiante o dolcemente collinare, caratterizzata da formazioni moreniche, fitti boschi e numerosi laghi e paludi. La costa, il cui sviluppo è di circa 694 km, è bassa e uniforme, a eccezione del golfo di Pomerania a ovest e del golfo di Danzica a est, e comprende il porto naturale di Stettino, alla foce dell'Oder.

La sezione centrale presenta invece vastissime e fertili pianure coltivate di origine glaciale, che a sud si elevano nelle regioni pedemontane corrispondenti ai bassi versanti dei rilievi che caratterizzano la sezione meridionale del paese. Qui si innalzano a sud-est i rilievi dei Carpazi occidentali, con i Beschidi e i Tatra, e il massiccio Boemo a sud-ovest, dove i Sudeti raggiungono la massima elevazione nei 1602 m del monte dei Giganti.

torna su

Idrografia

Quasi tutto il territorio Polacco è drenato dai fiumi Oder e Vistola che scorrono verso nord per sfociare nel mar Baltico. Innumerevoli sono i laghi, residui delle antiche glaciazioni e distribuiti soprattutto nella regione settentrionale del paese. I fiumi Vistola, Warta, Bóbr, Bug e Nysa, che segna il confine con la Germania, formano un'importante rete idrografica navigabile per lunghissimi tratti.

Clima

Il clima della Polonia possiede caratteristiche sia dei climi moderati dell'Europa occidentale, sia dei climi continentali più rigidi dell'Europa orientale. Le condizioni meteorologiche subiscono marcate variazioni, specialmente nella stagione invernale, dovute all'influenza mitigatrice dei venti che soffiano da nord. In gennaio le temperature medie variano dai -1 °C delle aree occidentali ai -5 °C delle regioni montuose. In estate, le medie diminuiscono in direzione nordoccidentale, dai 20 °C circa del sud-est ai 17 °C circa nelle regioni costiere del Baltico. Durante l'anno, le temperature più elevate possono superare i 40 °C e le più basse possono scendere fino ai -42 °C.

La media annua delle precipitazioni, che si verificano soprattutto nei mesi estivi, è di soli 610 mm, con una variazione che va dai circa 2000 mm dei rilievi ai 450 mm delle pianure.

Flora e fauna

Le foreste coprono circa il 28% della superficie del paese e sono composte in prevalenza da conifere; in alcune aree del nord-est crescono specie antiche e rare, come la betulla nana e il salice lappone, unici in Europa. Molta parte dell'estensione forestale del paese ha subito opere di disboscamento per lasciare posto a terreni agricoli o è stata gravemente danneggiata dall'inquinamento.

Per quanto riguarda la fauna, le specie più diffuse sono il camoscio, la lince, il gatto selvatico e l'alce. Il bisonte europeo è protetto nel parco nazionale di Bialowieza, situato al confine con la Bielorussia. Lupi e orsi bruni sopravvivono nelle regioni montuose più elevate, alci e cervi sono numerosi nelle zone lacustri. Il gallo cedrone, il fagiano di monte e la cicogna nera abitano le zone paludose e le foreste. I laghi e i fiumi interni ospitano numerose specie ittiche.

torna su

Popolazione

Negli anni tra le due guerre, il 30% circa della popolazione polacca era composto da minoranze etniche. A causa dello sterminio degli ebrei a opera del regime nazista tedesco e alla forte emigrazione verificatasi nel periodo bellico, la composizione etnica del paese è divenuta più omogenea. Oggi i polacchi costituiscono infatti il 98% della popolazione; minoranze etniche sono rappresentate soprattutto da tedeschi, ucraini e bielorussi, oltre che da esigue minoranze di slovacchi, cechi, lituani ed ebrei.

In base alla stima del 1995, la Polonia ha una popolazione di 38.736.000 abitanti, con una densità di 124 persone per km2. Gli insediamenti più popolati si trovano negli altipiani meridionali dove si trovano i principali distretti industriali mentre scarsamente abitate sono le regioni della Pomerania e della Masuria, poco adatte alle coltivazioni.

Oltre alla capitale, Varsavia (1.642.700 abitanti nel 1993), città importanti sono Cracovia (745.100 abitanti); Poznan (582.800 abitanti); Danzica (463.100 abitanti); Stettino (417.700 abitanti); Bydgoszcz (384.800 abitanti); Katowice (359.400 abitanti) e Lublino (351.600).

Lingua e religione

Il polacco è la lingua ufficiale, parlata dalla maggioranza della popolazione; sono inoltre diffusi nel paese dialetti di derivazione polacca, ucraina e tedesca. Il cattolicesimo è la religione praticata dal 95% della popolazione. Nel paese, che ha dato i natali al papa Giovanni Paolo II, sono professate numerose altre confessioni religiose; le minoranze più cospicue sono rappresentate da ortodossi ed ebrei.

Istruzione

Durante i periodi di dominazione straniera, l'istruzione nel paese rimase limitata a un'élite privilegiata. Dopo la prima guerra mondiale, quando fu ristabilita l'indipendenza della Polonia, fu introdotto un sistema di istruzione centralizzato e nel secondo dopoguerra il governo comunista impose un sistema scolastico modellato su quello sovietico. Oggi quasi tutta la popolazione di età superiore ai 15 anni è alfabetizzata.

L'istruzione è gratuita e obbligatoria dai 7 ai 14 anni. Il paese vanta una lunga tradizione di istruzione superiore; l'Università di Cracovia (fondata nel 1364) fu la seconda dell'Europa centrale. Altri importanti atenei si trovano a Varsavia (1818), Poznan (1919), Lublino (1916), Lódz (1945), Torun (1945) e Katowice (1968).

Cultura

La Polonia ha una prestigiosa tradizione in campo musicale che annovera nomi quali Chopin e Karol Szymanowski. Dopo la seconda guerra mondiale si affermò una scuola di composizione fortemente indirizzata verso la musica d'avanguardia; conosciuti internazionalmente sono la clavicembalista Wanda Landowska e il pianista Ignacy Jan Paderewski.

In ambito cinematografico, registi quali Andrzej Wajda, Roman Polanski e Krzysztof Kieslowski hanno ottenuto un considerevole riconoscimento internazionale.

Molti sono i musei di grande interesse presenti nel paese: tra questi, il Museo nazionale (1862), il Museo della tecnica (1875) e il Museo archeologico statale (1923), tutti a Varsavia; il Museo nazionale e la Collezione d'arte Wawel (1879) a Cracovia; il Museo archeologico ed etnografico (1956) di Lódz e il Museo dell'Alta Slesia (1927) di Katowice. Varsavia è inoltre sede di una Biblioteca nazionale (1928) e di una Biblioteca pubblica (1907).

torna su

Economia

Dopo la seconda guerra mondiale la Polonia adottò un'economia socialista di tipo sovietico, nazionalizzando quasi tutti i principali mezzi di produzione, le risorse, i trasporti, le finanze e il commercio. La proprietà privata rimase confinata al settore agricolo, all'artigianato e ad alcuni servizi. La produzione industriale divenne l'attività economica dominante, seguita dall'agricoltura e dall'edilizia. A partire dalla fine degli anni Settanta la Polonia incontrò gravi difficoltà economiche causate da una serie di scarsi raccolti, agitazioni in seno alla classe lavoratrice, tecniche arretrate, crescente inflazione ed elevato debito estero.

Nel dicembre del 1989 il governo varò un programma di riforme atto a promuovere nel paese lo sviluppo di un'economia di libero mercato. La conseguente privatizzazione di molte aziende statali, la rimozione del controllo sui prezzi e la drastica riduzione dei finanziamenti alle imprese di stato portarono a un aumento della disoccupazione e a un forzato abbassamento del tenore di vita. Dopo la crisi iniziale, l'economia polacca registrò una graduale ripresa: alla fine del 1993 circa il 40% della forza lavoro era impiegato nel settore privato e il prodotto nazionale lordo era di 87,4 miliardi di dollari USA, corrispondenti a 2270 dollari procapite.

Agricoltura

Nonostante la Polonia sia una delle nazioni leader in Europa per la produzione agricola, il settore rimane insufficiente a soddisfare il fabbisogno interno alimentare. Le condizioni climatiche limitano la gamma dei prodotti coltivabili e le siccità periodiche causano fluttuazioni nell'entità dei raccolti. Nelle zone maggiormente coltivate del paese, corrispondenti alle vaste pianure centrali, si producono principalmente cereali (segale, frumento, orzo, avena), barbabietole da zucchero, patate e tabacco, oltre a frutta quali mele, fragole e ribes.

L'allevamento rappresenta una risorsa economica importante: volatili da cortile, bovini, suini e ovini alimentano una fiorente industria della carne e lattiero-casearia. Nel paese si allevano inoltre cavalli impiegati essenzialmente come animali da traino.

Silvicoltura e pesca

Nei primi anni Novanta il quantitativo di legname ricavato dal patrimonio forestale era di circa 20,6 milioni di metri cubi, impiegati nell'industria delle costruzioni e cartaria, oltre che come materiale combustibile.

La pesca è praticata soprattutto nel mare di Ohotsk, dal quale proviene il 75% della quantità di pescato annuo; principali prodotti sono aringhe, calamari e merluzzi. I principali porti pescherecci sono Swinoujßcie e Stettino.

Industria

L'industria mineraria impiega circa il 2% della forza lavoro polacca. L'estrazione del carbone è il settore più importante e la Polonia è uno dei primi produttori mondiali di antracite e zolfo. Il paese produce inoltre grandi quantità di lignite, rame, piombo, zinco e magnesio. Agli inizi degli anni Novanta l'estrazione annua di petrolio era di 1,3 milioni di barili, quella di gas naturale di 4 miliardi di metri cubi.

Prima della seconda guerra mondiale, la base dell'industria manifatturiera polacca era costituita dai settori tessile, siderurgico, chimico, alimentare e dei componenti meccanici. Nel dopoguerra lo sviluppo industriale interessò inoltre i settori petrolchimico, delle macchine utensili, dei componenti elettronici, l'industria navale e quella dei fertilizzanti. Gli investimenti industriali rimangono concentrati nei vecchi centri dell'Alta Slesia e a Varsavia, Lódz e Cracovia.

Flussi monetari e commercio

L'unità monetaria polacca è il nuovo zloty, emesso dalla Banca Nazionale Polacca fondata nel 1945. In un importante passo verso l'apertura dell'economia polacca al libero mercato, nel maggio 1995 il nuovo zloty venne introdotto nel mercato valutario internazionale. Numerose banche straniere hanno già iniziato a operare nel paese.

Nel 1993 le importazioni annue totalizzarono circa 15,6 miliardi di dollari; i principali prodotti importati sono componenti e apparecchi meccanici, petrolio greggio e raffinato, energia elettrica, prodotti chimici, beni di consumo e prodotti agricoli. Il mercato delle esportazioni è basato su componenti meccanici, metalli di base, prodotti chimici, tessili e abbigliamento. Durante il periodo comunista la Polonia intrattenne scambi commerciali soprattutto con altri paesi comunisti e specialmente con l'URSS, la Germania orientale e la Cecoslovacchia. Gli attuali partner commerciali comprendono la Germania, la Russia, l'Olanda, l'Italia e la Gran Bretagna. Nel 1993 la Polonia registrò un debito estero di 47 miliardi di dollari; il paese è riuscito a ottenere il condono o la rinegoziazione del debito da parte di molti suoi creditori.

Trasporti

In Polonia è presente una fitta rete di strade per uno sviluppo di circa 370.000 km, di cui il 61% circa è asfaltato, mentre il sistema ferroviario si estende per circa 23.500 km. Il paese possiede circa 4000 km di idrovie navigabili che necessitano di un consistente sforzo di modernizzazione prima che questo sistema possa essere pienamente sfruttato a livello commerciale. I maggiori porti interni sono quelli di Gliwice, di Wroclaw e di Varsavia. I grandi porti marini di Stettino e Danzica smaltiscono la quasi totalità del commercio via mare.

La compagnia aerea di bandiera, la Polskie Linie Lotnicze (LOT), provvede ai voli nazionali e internazionali; l'aeroporto principale del paese ha sede a Varsavia.

torna su

Ordinamento dello stato

La Polonia è governata in base a una Costituzione adottata nel 1952 e successivamente modificata. Con le riforme varate nel 1989 fu abolito il monopolio di potere del Partito comunista e furono introdotte regole e principi democratici.

Il potere legislativo è affidato a un corpo bicamerale che consiste in una Camera bassa, o Sejm, di 460 membri eletti con mandato quadriennale, e di una Camera alta o Senat di 100 membri, anch'essi eletti per quattro anni. Nelle elezioni generali del giugno 1989, il 65% dei seggi della Camera bassa fu riservato al Partito comunista e ai suoi alleati, lasciando il 35% all'opposizione, guidata dal sindacato di Solidarnoßç; non vi furono invece limiti imposti di questo tipo in occasione delle elezioni parlamentari dell'ottobre 1991. Le elezioni del 1993 introdussero soglie minime di consenso per i partiti che aspiravano a essere rappresentati in parlamento.

La giustizia è amministrata dalla Corte Suprema, dai tribunali dei voivodati (tribunali provinciali), dai tribunali distrettuali e dai tribunali speciali. La Corte Suprema è la più alta e sovrintende al lavoro di tutti i tribunali inferiori. Il Tribunale di Stato e la Corte Costituzionale sono garanti della costituzione contro le eventuali violazioni da parte dei poteri esecutivo e legislativo.

La Polonia è suddivisa in 49 voivodati (province), che prendono il nome dalla città che ne ospita le sedi operative. Le province sono divise in città e comuni. I membri dei consigli comunali vengono eletti liberamente.

Partiti politici

I maggiori partiti, rappresentati nella legislatura uscita dalle elezioni del 1993, comprendono l'Alleanza della sinistra democratica, che alle elezioni del 1993 ha ottenuto il maggior numero dei voti, il Partito dei contadini, l'Unione democratica, l'Unione del lavoro, la Confederazione per una Polonia Indipendente e il Blocco apartitico per il sostegno alle riforme (il partito di Lech Walesa).

Organizzazioni internazionali

La Polonia è membro delle Nazioni Unite e delle sue agenzie specializzate, così come dell'Organizzazione mondiale per il commercio. In seguito alle elezioni libere del 1991, la Polonia entrò a far parte del Consiglio d'Europa. Le fu accordato lo status di socio della Comunità Europea (attuale Unione Europea) nel 1992, con la promessa di diventarne membro a tutti gli effetti entro l'anno 2002. All'inizio del 1994 la Polonia annunciò il suo ingresso a pieno titolo nell'Organizzazione del Patto del Nord Atlantico (NATO), ratificato nel 1997.

torna su

Storia

Attorno all'840 d.C., alcune tribù slave si unirono sotto il governo di un re chiamato Piasti; le prime notizie storiche riguardano però il regno di Mieszko (962-992) che convertì al cristianesimo le sue tribù per meglio fronteggiare l'ostilità delle popolazioni germaniche vicine.

La dinastia Piasti

Suo figlio Boleslao I (992-1025), lottando contro l'imperatore Enrico II, allargò considerevolmente i confini della Polonia, elevata a regno nel 1025, oltre i monti Carpazi e i fiumi Odra e Dnestr.

Boleslao III (1102-1138) conquistò la Pomerania sconfiggendo i prussiani e difese con successo la Slesia contro le pretese dell'imperatore Enrico V, ma alla sua morte la Polonia si suddivise in numerosi piccoli principati indipendenti. Seguirono (1240-1241) le invasioni dei mongoli e il dominio dei Cavalieri dell'Ordine Teutonico cui pose fine il re Ladislao I Piasti il Breve. La riunificazione del regno favorì l'aprirsi di una nuova fase di prosperità e potenza, culminata nel regno di Casimiro III (1333-1370), ultimo della dinastia Piasti.

La dinastia degli Jagelloni

Nel 1386 Jagellone, granduca di Lituania, sposò Jadviga, regina di Polonia, pronipote di Casimiro III, e ascese al trono polacco con il nome di Ladislao II, convertendosi al cristianesimo. Nel 1410 le sue armate sconfissero i cavalieri dell'Ordine Teutonico a Tannenberg, dando al paese indipendenza, potenza, prosperità e magnificenza culturale. Nel 1466 Casimiro IV (1447-1492) pose fine al lungo conflitto con i Cavalieri Teutonici e si assicurò il controllo della Pomerania e di altri territori.

Alla morte di Sigismondo II Augusto, ultimo degli Jagelloni (1572), la nobiltà polacca impose un regime di re eletti ove il potere elettivo era conferito al Sejm, corpo bicamerale suddiviso tra la bassa e l'alta nobiltà, sistema che con il libero veto permetteva anche a un solo membro del Sejm di impedire l'approvazione di una determinata legge.

Declino della Polonia

Per due secoli la Polonia subì un progressivo declino. Guerre disastrose con la Svezia e la Russia e contro i cosacchi ucraini, il Brandeburgo e i turchi ottomani portarono alla perdita di importanti territori e alla devastazione di gran parte della Polonia. Nel 1683 Giovanni III Sobieski sgominò un esercito turco alle porte di Vienna; la sua vittoria, tuttavia, non riuscì ad arrestare il declino della Polonia. Dal XVIII secolo, coadiuvando la forza militare con la corruzione e l'intrigo, i russi riuscirono gradualmente a ridurre il paese all'impotenza. Con l'aiuto di una fazione del Sejm e dell'intervento armato della Russia, Federico Augusto II, elettore di Sassonia, salì al trono polacco nel 1733 con il nome di Augusto III. Questi eventi portarono al conflitto conosciuto storicamente come la guerra di Successione polacca (1733-1735). Nel 1764 le truppe russe invasero la Polonia e imposero l'incoronazione al trono di Stanislao II Augusto, amante di Caterina II, imperatrice di Russia.

Spartizioni della Polonia

L'espansionismo russo generò profondo allarme tra le altre potenze europee. L'impero ottomano dichiarò immediatamente guerra alla Russia. La Prussia e l'Austria, temendo un conflitto generalizzato in Europa e avide di annettersi parti del territorio polacco, presentarono al governo russo una proposta di spartizione del paese.

Il governo russo accettò la proposta, e nel 1772 fu firmato il trattato di spartizione a San Pietroburgo. In base agli accordi del trattato, la Russia, l'Austria e la Prussia acquisivano circa un quarto dell'intera superficie del paese, che venne denominato ufficialmente Confederazione Polacca. La ratifica del trattato da parte del Sejm fu ottenuta in gran parte con la corruzione.

Nonostante ciò, nel decennio che seguì alla spartizione, le strutture educative nazionali furono secolarizzate e modernizzate. In questo periodo si sviluppò anche un movimento per le riforme costituzionali: dal 1788 il Sejm lavorò a una nuova Costituzione la cui bozza, che proclamava la Polonia una monarchia ereditaria e tendeva a rafforzare e liberalizzare le istituzioni, fu adottata il 3 maggio 1791.

Seconda e terza spartizione

La nobiltà, scontenta di questi sviluppi, organizzò la Cospirazione di Targowica nel maggio del 1792, con l'ausilio delle truppe russe. L'esercito polacco, guidato dal principe Poniatowski, resistette per più di tre mesi, ma il governo, abbandonato dalla Prussia e di fronte alla prospettiva di una schiacciante sconfitta, capitolò. Le armate russe occuparono la Polonia orientale e, poco dopo, all'inizio del 1793, i prussiani occuparono la parte occidentale del paese. Queste occupazioni furono sancite formalmente in una seconda spartizione, ratificata nel settembre del 1793.

Nel 1794 le armate polacche, guidate da Tadeusz Koßciuszko che aveva combattuto nella guerra d'Indipendenza americana, vinsero diverse battaglie contro i russi che subirono un'umiliante sconfitta a Varsavia. Tuttavia, una serie di circostanze, tra cui l'intervento austriaco e prussiano, tolse ogni speranza alla causa polacca. Nell'ottobre 1794 i russi vinsero una battaglia decisiva a Maciejowice e, al comando del maresciallo Aleksandr Suvorov, riconquistarono Varsavia: ciò che rimaneva delle armate rivoluzionarie capitolò nel giro di poche settimane. Le tre potenze vittoriose tra il 1795 e il 1797 realizzarono la terza spartizione della Polonia. Con questi eventi, la Polonia scompariva dalla carta dell'Europa.

Un lungo dominio straniero

Il popolo polacco rimase sotto il giogo della dominazione straniera per quasi 125 anni dopo la terza spartizione. Napoleone, che aveva promesso di ricostituire la nazione, ottenne un aiuto importante da parte dei polacchi che combatterono a migliaia nelle sue armate. Nel 1807, in base alla pace di Tilsit, egli creò il ducato di Varsavia che consisteva nel territorio occupato dalla Prussia nel 1793 e nel 1795. Due anni più tardi Napoleone obbligò l'Austria a cedere al ducato la Galizia Occidentale.

Nel 1815 il Congresso di Vienna creò il regno di Polonia che aveva come re l'imperatore russo; diede a Cracovia lo stato di città libera e spartì i rimanenti territori polacchi tra Russia, Austria e Prussia. Alessandro I di Russia concesse al nuovo regno una Costituzione liberale, ma i nazionalisti polacchi diedero vita a un movimento per l'indipendenza che il 29 novembre 1830 culminò nella rivolta armata. I polacchi espulsero le autorità imperiali e nel gennaio del 1831 proclamarono la loro indipendenza. I russi, tuttavia, entrarono a Varsavia l'8 settembre di quell'anno. La Costituzione, il Sejm e l'esercito polacco furono aboliti; i polacchi furono privati delle libertà civili, il paese fu depredato dei tesori artistici e furono prese misure rigorose per la russificazione di istituzioni pubbliche e governo. Altri tentativi di insurrezioni nazionaliste si ebbero negli anni 1846, 1848, 1861 e, soprattutto, nel 1863. L'impero russo, allora, introdusse lo studio obbligatorio del russo nelle scuole, pose restrizioni all'uso del polacco e iniziò a ostacolare le attività della Chiesa cattolica. I polacchi della zona annessa alla Prussia furono sottoposti a una politica di germanizzazione non altrettanto rigorosa, mentre l'Austria si rivelò meno vessatoria.

Dopo la caduta dell'impero russo nel marzo del 1917, si creò a Parigi un governo polacco provvisorio. Il crollo degli imperi centrali nell'autunno del 1918 consentì la nascita della repubblica di Polonia.

Gli anni fra le due guerre mondiali

Il trattato di Versailles (giugno 1919) concedeva alla Polonia, tra l'altro, una stretta striscia di territorio (il cosiddetto corridoio polacco) che si stendeva lungo il fiume Vistola fino al mar Baltico. Il trattato conferiva inoltre alla Polonia importanti diritti economici sulla città libera di Danzica. Nei due decenni che seguirono alla guerra, la politica estera della Polonia fu fortemente influenzata dalla minaccia rappresentata dalla Germania e dalla Russia: nel 1921 fu sottoscritto un trattato di alleanza difensiva con la Francia e altre alleanze furono contratte in seguito con la Romania, la Cecoslovacchia, la Iugoslavia, la Lettonia, l'Estonia e la Finlandia. Nel 1932 la Polonia strinse un patto di non-aggressione con la Russia. Un patto analogo, della durata di dieci anni, fu concluso con la Germania nel 1934. Entrambi i trattati garantivano i confini della Polonia.

All'interno, incessante fu la lotta politica tra le fazioni conservatrice e progressista. Altre agitazioni furono provocate dal disimpegno della nuova nazione riguardo i diritti economici e politici delle numerose minoranze etniche: ebrei, ucraini, tedeschi e bielorussi.

La dittatura e la minaccia tedesca

La Polonia attraversò una grave crisi finanziaria e conseguenti costanti crisi di governo. A seguito del colpo di stato di Jozef Pilsudski nel 1926, Ignazio Moscicki fu insediato come presidente; Pilsudski acquisì gradualmente un controllo dittatoriale sul governo. Nel 1935 fu adottata una nuova Costituzione che istituzionalizzava formalmente il suo regime autoritario. Pilsudski morì meno di un mese dopo l'inaugurazione del nuovo sistema, e fu sostituito dal generale Edward Smigly-Rydz.

Il trionfo del nazionalsocialismo in Germania e la politica espansionista di Adolf Hitler minacciarono la sicurezza polacca. Dopo il patto di Monaco e la fine della nazione cecoslovacca, la Polonia, cui erano comunque toccati 1036 km2 di territorio cecoslovacco, divenne il bersaglio tedesco. Il rifiuto polacco di acconsentire alla cessione di Danzica alla Germania fu seguito, il 31 marzo, dall'impegno di aiuto anglo-francese in caso di aggressione tedesca. Il 28 aprile Hitler rinnegò il trattato di non aggressione polacco-tedesco, e il 1° settembre 1939 la Germania attaccò la Polonia, provocando lo scoppio della seconda guerra mondiale.

La seconda guerra mondiale

Le armate tedesche dilagarono in Polonia, mentre truppe sovietiche invasero da est il paese, che fu diviso fra gli invasori. Membri del governo e dell'esercito riuscirono a fuggire dalla Polonia: circa 100.000 persone poterono raggiungere la Francia dove organizzarono un governo in esilio che, alla caduta della Francia nel 1940, stabilì la sua sede a Londra.

Le armate tedesche perseguirono una politica di sterminio sistematico del popolo polacco, particolarmente degli ebrei, molti dei quali perirono nei campi di sterminio di Auschwitz, Treblinka, Majdenek, Sobibor e altre località sparse in tutto il paese. Alla fine delle ostilità le vittime civili furono stimate in più di cinque milioni: la maggior parte fu uccisa dai tedeschi. Nell'aprile del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia insorsero, pur senza speranza. I tedeschi spensero la rivolta di Varsavia dopo tre settimane di intenso combattimento.

La liberazione

La liberazione della Polonia dalla dominazione tedesca iniziò poco dopo l'invasione Alleata della Francia nel giugno 1944. Prima di settembre l'esercito sovietico iniziò le operazioni sul suolo polacco. In agosto le forze della resistenza polacca presero il controllo di Varsavia, ma i tedeschi, rioccupata la città in ottobre, ne furono cacciati dall'esercito sovietico nelle prime settimane del 1945. Un Comitato polacco di liberazione nazionale, organismo dominato dai comunisti, si autoproclamò governo provvisorio della Polonia nel dicembre 1944. Nel giugno 1945, dopo la cacciata dei tedeschi, una coalizione stabilì il Governo Polacco di Unità Nazionale. Questo governo venne ufficialmente riconosciuto dai governi inglese e americano il mese seguente, dopo l'ottenimento della promessa sovietica di garantire le elezioni libere, alla conferenza di Jalta.

Il primo dopoguerra

Nel corso della conferenza di Potsdam vennero stabiliti i nuovi confini della Polonia che perse molti territori a favore dell'Unione Sovietica, occupando invece a occidente aree della Slesia, del Brandeburgo, della Pomerania e della Prussia orientale.

La forza della componente comunista nel governo continuò a rafforzarsi nel corso del 1946 e del 1947. Nelle elezioni parlamentari del 1947, denunciate dagli Stati Uniti come "non libere e spontanee", la coalizione social-comunista ottenne più dell'85% dei voti.

La presa di potere dello stalinismo

A partire dal settembre 1948 il Partito comunista polacco iniziò l'epurazione dei cosiddetti comunisti nazionalisti che venivano accusati di approvare la sfida Iugoslava all'Unione Sovietica. Tra gli imprigionati a seguito dell'epurazione ci fu Wladyslaw Gomulka, segretario generale del partito e vice-primo ministro. In dicembre socialisti e comunisti si fusero per formare il Partito dei lavoratori polacchi uniti, dominato dai comunisti staliniani. Il sovietico Konstantin Rokossovsky fu nominato capo delle forze armate polacche nel 1949. Da allora la Polonia divenne uno dei più fedeli satelliti dell'Unione Sovietica.

Governi polacchi fissarono da allora obbiettivi di sviluppo industriale ed economico in linea con il sistema economico e sociale dell'Unione Sovietica. Il problema più grande fu posto dalla collettivizzazione dell'agricoltura, che non ebbe mai successo e venne in seguito abbandonata.

Conflitto fra chiesa e stato

Dopo che il Vaticano proclamò la scomunica per tutti i comunisti nel 1949, il governo polacco confiscò molte proprietà della chiesa e ordinò la chiusura delle scuole cattoliche. Il governo si assunse la supervisione della nomina dei sacerdoti, richiedendo a ciascuno di essi un giuramento di fedeltà. Il cardinale Stefan Wyszynski, arcivescovo di Varsavia e primate della Polonia, si oppose a questa misura e fu sospeso dall'ufficio e costretto a ritirarsi in un monastero; solo nel 1956 poté ritornare a svolgere il ruolo di primate di Polonia.

Il ritorno di Gomulka

Nel 1952 la Polonia adottò una Costituzione che, a differenza di quella sovietica, riconosceva esplicitamente certi diritti di proprietà privata.

Dopo la morte di Stalin nel 1953, i polacchi avanzarono richieste di riforme istituzionali e di maggiore autonomia dai sovietici. Nel giugno 1956 i lavoratori organizzarono una manifestazione a Poznan la repressione della protesta lasciò 53 morti e diverse centinaia di feriti. Ai capi della manifestazione furono comminate pene relativamente leggere. In ottobre Gomulka, che era stato riammesso nel partito, fu nominato primo segretario, mentre alti funzionari staliniani furono allontanati. In occasione delle elezioni del 1957 furono introdotte moderate riforme politiche.

Lo scontento popolare scoppiò nuovamente nella primavera del 1968, quando alle richieste volte a ottenere maggiore libertà di espressione il governo rispose con la repressione. Le dimostrazioni studentesche, iniziate a Varsavia, si estesero subito alle università di Poznan, Lublino e Cracovia. Gli studenti richiedevano riforme liberali simili a quelle introdotte in Cecoslovacchia in quegli anni. Nel 1968, durante le conferenze di Varsavia in giugno e di Bratislava in agosto, la Polonia si unì alle altre potenze del Patto di Varsavia nella condanna del programma di riforme cecoslovacco, e il 20 agosto partecipò all'occupazione della Cecoslovacchia, inviando un contigente di circa 45.000 truppe.

La riconciliazione con la Repubblica federale tedesca

Agli inizi del 1970 i problemi economici spinsero il governo a mutare radicalmente politica estera. Nella speranza di ricevere aiuti economici e tecnologici i polacchi aprirono negoziati politici con la Repubblica federale tedesca, il cui governo sottoscrisse formalmente la perdita postbellica di 103.600 km2 di territorio a favore della Polonia e lo stabilimento della linea Oder-Nisa come confine. In cambio, Bonn ricevette l'assicurazione informale che ai residenti polacchi di nazionalità tedesca (che si pensava fossero diverse decine di migliaia) sarebbe stato permesso di emigrare dalla Polonia.

Il regime di Gierek

La crisi economica assunse proporzioni molto gravi negli anni Settanta. L'industria non era riuscita a rispettare gli obiettivi pianificati. In aggiunta, i prezzi del carbone, del cibo e dell'abbigliamento subirono un forte rialzo. Esasperati dagli aumenti, i lavoratori organizzarono dimostrazioni che portarono a rivolte soppresse con la forza.

Gomulka e altri dirigenti di partito furono estromessi dal Politburo. Edward Gierek divenne segretario del partito. I prezzi vennero congelati ai loro livelli precedenti, e nel 1972 il congelamento venne esteso indefinitamente.

Il miglioramento delle relazioni con l'Occidente fu reso evidente dalle visite in Polonia dei presidenti americani Richard Nixon nel 1972, Gerald Ford nel 1975 e Jimmy Carter nel 1977. La Polonia diede avvio al rimpatrio in Germania Occidentale di circa 125.000 tedeschi nel 1975.

Il cardinale di Cracovia, Karol Wojtyla, fu eletto papa nel 1978 con il nome di Giovanni Paolo II. Nel frattempo, la qualità di vita peggiorò e nell'estate del 1980 centinaia di migliaia di lavoratori polacchi risposero al rincaro dei prezzi degli alimentari con uno sciopero. Il paese rimase paralizzato quando i lavoratori di Gdansk e di altre località portuali del Baltico occuparono i porti per tre settimane e iniziarono a esporre le loro richieste politiche. Alla fine di agosto, le autorità comuniste furono obbligate a fare concessioni senza precedenti. Tra queste, il diritto di sciopero, aumenti salariali, il rilascio dei prigionieri politici e la drastica riduzione della censura. Il riconoscimento del diritto di organizzare sindacati indipendenti portò alla fondazione di Solidarnoßç. A Gierek, malato e screditato, succedette Stanislaw Kania.

Il trionfo di Solidarnosc

Il confronto politico tra il sindacato Solidarnoßç e il Partito comunista ebbe luogo in un periodo di aggravio della crisi economica e del malcontento sociale. Nel febbraio 1981, il generale Wojciech Jaruzelski fu nominato primo ministro, e in ottobre divenne capo del partito. Solidarnoßç fu sospesa e il suo leader, Lech Walesa, e migliaia di suoi aderenti furono arrestati o internati. Ogni opposizione politica fu bandita e soppressa. Le autorità mantennero molti dei poteri eccezionali di emergenza anche dopo la revoca della legge marziale nel 1983. Solidarnoßç sopravvisse come movimento d'opposizione clandestino, con un seguito popolare sufficiente a obbligare il regime a continue e graduali concessioni. Ricevette inoltre il sostegno della Chiesa, che era stata rafforzata dalle visite papali del 1983 e 1987. Jaruzelski cercò gradualmente di introdurre riforme che non riuscirono a raccogliere un sostegno popolare sufficiente e non vennero mai completate.

Lo stallo politico fu interrotto dalla glasnost e dalla perestrojka di Michail Gorbaciov. I comunisti riformatori di Jaruzelski e il Comitato civico di Walesa negoziarono i termini di un accordo nei primi mesi del 1989. Furono concesse libertà politiche e civili, Solidarnoßç fu nuovamente legalizzata, e fu insediato un senato eletto liberamente. Jaruzelski fu eletto presidente con l'appoggio di Solidarnosc che, nelle elezioni del 1989, vinse 99 dei 100 seggi del Senat e il 35% dei seggi del Sejm (Camera bassa). In agosto Tadeusz Mazowiecki, vicino a Walesa, formò un governo di coalizione in cui i comunisti controllavano i ministeri degli interni e della difesa. Mazowiecki, il primo capo di governo non comunista, dopo quasi mezzo secolo smantellò il sistema comunista per via costituzionale, consolidando il passaggio alla democrazia. Il ministro delle finanze, Leszek Balcerowicz, combatté la galoppante inflazione e avviò una rapida transizione verso il libero-mercato.

La Polonia democratica

Nel 1990, alle elezioni presidenziali, Walesa vinse al secondo turno contro Stanislaw Tyminski. La Polonia post-comunista si trovò però a imboccare la strada di un processo politico confuso, instabile e conflittuale. La legge elettorale proporzionale adottata per le elezioni del 1991 produsse un Sejm composto da 29 partiti politici diversi. I governi successivi si dimostrarono generalmente inefficaci.

La Polonia stabilì o rinnovò i rapporti diplomatici con la Comunità Europea con le repubbliche della ex Unione Sovietica, con il Vaticano e con Israele. Furono firmati trattati di cooperazione con la Germania riunificata, così come con molti altri stati confinanti. La Polonia entrò a far parte del Consiglio Europeo e aprì i negoziati per la sua ammissione a membro-associato dell'Unione Europea, con la promessa di diventarne membro a pieno titolo entro il 2002. Si associò inoltre al programma di Unione per la Pace della NATO, come atto preliminare all'ammissione e membro dell'organizzazione. La completa indipendenza nazionale fu riconquistata con il ritiro della maggior parte delle guarnigioni russe nel 1992, processo completato nel 1993.

Le elezioni del 1993 semplificarono, il panorama politico, escludendo dalla rappresentanza parlamentare quei partiti che non avessero raggiunto la soglia minima del 5% dei consensi. I partiti eredi del comunismo, tra cui l'Alleanza della sinistra democratica (ASD) e il Partito dei contadini (PSL), beneficiarono dell'insoddisfazione popolare per i costi socioeconomici della transizione, e conquistarono una forte maggioranza. Waldemar Pawlak, il leader del PSL, divenne primo ministro, ma il suo governo fu bersaglio di continui attacchi da parte del presidente Walesa che nel 1995 minacciò di sciogliere il parlamento se il governo Pawlak non fosse stato sostituito. In questa atmosfera tesa, Pawlak si dimise dall'incarico di primo ministro, cedendo il posto nel febbraio del 1995 a Józef Olesky. In aprile Walesa annunciò ufficialmente la sua candidatura alle elezioni presidenziali di autunno; il risultato vide Walesa sconfitto dal candidato dell'ASD, Aleksander Kwaßniewski.

torna su

Letteratura Polacca

Insieme delle opere letterarie scritte principalmente in lingua polacca. Prima dell'anno 1000, i poemi epici, fedele quadro di una società ancora pagana, erano trasmessi oralmente, come pure le poesie liriche, le favole morali, le leggende religiose e i racconti storici.

Il periodo medievale

Nel 966 la cristianizzazione della Polonia portò a una sistematica soppressione della cultura pagana, e lingua latina e letteratura latina si imposero presso le classi colte. La letteratura umanistica fiorì sino a tutto il XV secolo, ma furono anche prodotte le prime opere in lingua polacca. Si tratta soprattutto di testi liturgici, come l'antichissimo inno religioso Madre di Dio, che, utilizzato come canto di battaglia col nome di Carmen patrium, divenne l'inno nazionale della Polonia; le Prediche di Santa Croce, frammenti di sermoni in prosa scritti alla fine del XIII secolo o all'inizio del XIV, e le Prediche di Gniezno del XV secolo; nonché alcune traduzioni bibliche, come il Salterio della regina Edvige o Salterio di san Floriano, composto alla fine del XIV secolo o all'inizio del XV, e la Bibbia della regina Zofia del XV secolo. Accanto alla letteratura religiosa, si sviluppò una poesia secolare, il cui esempio più significativo è il Colloquio del maestro con la morte, del XV secolo, che contiene elementi di satira sociale.

Il Rinascimento

Alla fine del XV secolo la tradizione degli storici medievali continuò in molte importanti opere latine e nelle cronache in polacco di Marcin Bielski e Maciej Stryjkowski. Ma nei primi anni del Rinascimento fu la poesia ad avere nuovo e straordinario sviluppo: scrissero in latino Pawel di Krosno, Andrzej Krzycki, Jan Dantyszek, Mikolaj Hussowski e soprattutto Klemens Janicki, considerato l'autore delle opere in versi più originali di questo periodo. Mikolaj Rej scrisse in polacco, sia in prosa sia in versi, dialoghi drammatici e opere moralistiche e didattiche, come Fedele immagine dell'uomo onesto (1558), Specchio (1567-68) e Bestiario (1562). Tuttavia il poeta più significativo, soprattutto nell'ambito della poesia lirica, fu Jan Kochanowski, che scrisse una parafrasi in versi dei Salmi di David (1578) e compose canzoni, epigrammi e i pregevoli Lamenti (1580), un ciclo di poesie nelle quali l'autore piange la perdita della figlia. Scrittore eclettico, in grado di misurarsi con vari generi, dalla poesia satirica alla tragedia classica, Kochanowski compose anche la famosa opera teatrale Il rinvio dei messi greci (1578), basata su motivi classici; è con la sua opera che la lingua polacca si impose nell'uso letterario. Sebastian Fabian Klonowic compose due testi in polacco: Navigazione (1595) e Il sacco di Giuda (1600). Szymon Szymonowic fu autore di una raccolta di idilli in vernacolo, genere poetico che rimase in uso fino al XIX secolo. Mikolaj Sëp Szarzynski scrisse una raccolta di poesie liriche, Ritmi (1601), in stile barocco.

Il XVII secolo

Nel XVII secolo la produzione letteraria si fece estremamente varia. La tumultuosa storia politica e militare di questo periodo trovò espressione in numerosi diari, soprattutto nelle colorite e vivaci Memorie (1690-1695) di Jan Chryzostom Pasek, e in molti componimenti poetici, come Ozi di chi non ozia (1674) di Wespazjan Kochowski, ispirati agli eventi del tempo come anche la Salmodia polacca (1695), un'opera in prosa che ricalca lo stile biblico, e gli Annales (1683), una storia in latino. L'epica patriottica La guerra di Chocim (1670) di Waclaw Potocki, che prende a modello Torquato Tasso, celebra la vittoria sui turchi nel 1621 (vedi Guerre turco-polacche), mentre Il giardino (1690-91) rappresenta la vita della nobiltà di campagna nella Polonia di quel tempo. Samuel Twardowski scrisse due lunghe cronache in rima, Wladyslaw IV (1649) e Guerra civile coi cosacchi e i tartari (1681), e l'idillio drammatico Daphne (1638). Un altro poeta, Maciej Kazimierz Sarbiewski, scrisse liriche latine che gli valsero l'epiteto di "Orazio sarmatico", mentre sono in polacco gli idilli erotici di Szymon Zimorowic e le poesie liriche di Jan Andrzej Morsztyn, un maestro della forma poetica, che compose le due raccolte di versi La canicola (1647) e Il liuto (1661).

La letteratura polacca del XVII secolo fu caratterizzata anche dalla produzione di commedie, come quelle di Stanislaw Herakliusz Lubomirski, e di un numero cospicuo di satire mordaci sulla realtà sociale e politica, un genere nel quale si distinsero Krzysztof e Lukasz Opalinski.

L'illuminismo

Gli elementi che contrassegnarono la letteratura polacca dal 1764 circa al 1795 furono il razionalismo, l'empirismo e la diffusione di programmi di riforma politica e sociale. I problemi educativi, ad esempio, suscitarono l'interesse di molti pensatori, e in particolare di Hugo Kollátaj e Stanislaw Staszic. Favole, satire e commedie di costume furono i generi più in voga, prodotti da quasi tutti gli scrittori più importanti di quel periodo. Franciszek Bohomolec scrisse commedie basate sui modelli francesi; Franciszek Zablocki compose opere teatrali sui costumi sociali coevi, come Il bellimbusto innamorato (1781) e Sarmatyzm (Sarmatismo, 1785); Julian Ursyn Niemcewicz è autore della commedia Il ritorno dell'ambasciatore (1790), mentre a Wojciech Boguslawski si deve l'opera comica I cracoviani e i montanari (1794).

Adam Naruszewicz e Ignacy Krasicki scrissero favole ispirate ai modelli classici e francesi, ma anche satire che, assieme a quelle di Tomasz Kajetan Wëgierski, sono fra le più memorabili di quel periodo. Krasicki, autore molto versatile, espresse la sua critica nei confronti dei mali sociali nei due poemi eroicomici La guerra dei topi in dieci canti (1775) e Monacomachia ovvero la guerra dei monaci (1778): scrisse anche i primi due romanzi moderni polacchi, nei quali presentò i suoi programmi di riforma sociale influenzati da Swift e da Rousseau: Le avventure di Nicola Doßwiadczynski (1776) e Il signor Vicescalco (1778).

Il romanticismo

Il periodo che va dal 1795 al 1831 riflette i due orientamenti predominanti nelle lettere europee del tempo: il classicismo e il romanticismo. Alla maniera classica si rifanno le opere di Alojzy Felinski, autore della tragedia in versi Barbara Radziwillowna (1820) sulla storia del XVI secolo, e gli scritti di Kajetan Kozmian, che compose odi e poemi descrittivi. In questo periodo furono prodotti vari romanzi di avventure, canzoni e idilli di natura sentimentale; particolarmente popolare fu l'idillio Wieslaw (1820) di Kazimierz Brodzinski.

La letteratura romantica fu influenzata dagli scrittori tedeschi e dai poeti inglesi, soprattutto Byron. Il romanticismo polacco raggiunse il pieno sviluppo nel periodo fra il 1831 e il 1864, ed ebbe il maggiore esponente nel poeta Adam Mickiewicz, la cui opera ha un posto di rilievo nella letteratura mondiale: Ballate e romanze (1822) si rifanno a motivi della cultura popolare; Sonetti di Crimea (1826) descrivono scene esotiche; Gli avi (1823-1832) cantano temi patriottici e folcloristici. Mickiewicz concorse a creare un'epica nazionale polacca con Il signor Taddeo (1834). A Juliusz Slowacki, influenzato da Shakespeare e da Calderón de la Barca, si devono il poema mistico e storico Il Re-Spirito (1847) e il poema Beniowski (1841); compose anche drammi storici e simbolici, come Mazeppa (1840), Maria Stuart (1830) e Kordian (1834). Il terzo poeta romantico polacco in ordine di importanza fu Zygmunt Krasinski, che deve la sua fama ai drammi poetici La non-divina commedia (1835), nella quale sono trattati i problemi della rivoluzione sociale, e Irydion (1836), ambientato nella tarda antichità classica. Mickiewicz, Slowacki e Krasinski scrissero le loro opere in esilio: Mickiewicz in Russia dal 1824 per le attività rivoluzionarie che aveva svolto da studente, Slowacki e Krasinski in Francia dopo la repressione dell'insurrezione del 1830.

Tra gli altri poeti romantici ricordiamo Bohdan Zaleski, autore di Lo spirito della steppa (1841); Seweryn Goszczynski, che scrisse Il castello di Kaniow (1828), un'opera sulla ribellione contadina, e Antoni Malczewski, al quale si deve il racconto in versi Maria (1825). Cyprian Kamil Norwid, un poeta del tardo romanticismo, con il ciclo lirico Vade-Mecum (1865-66) si pose all'avanguardia per contenuto filosofico e tecnica artistica. Il periodo romantico segnò la nascita di molti generi letterari. Il romanzo storico trovò un autore straordinariamente prolifico in Józef Ignacy Krazewski, che scrisse Favola antica (1876), La contessa Cosel (1874) e Brühl (1875). Aleksander Fredro scrisse opere dallo spirito più classico, come le commedie I voti delle fanciulle (1833), La vendetta (1834) e Il signor Jowialski (1832).

Il positivismo polacco

La seconda metà del XIX secolo, la cosiddetta era del positivismo polacco, fu caratterizzata da una produzione in prosa che esprimeva un realismo critico e una preoccupazione per i problemi sociali e patriottici di quel periodo. Tendenze naturalistiche emersero nelle ultime due decadi del secolo. Boleslaw Prus fu autore di romanzi e racconti, tra i quali La vendetta (1886), La bambola (1890), Le emancipate (1893) e Il faraone (1897). Di Eliza Orzeszkowa si ricordano Meir Ezofowicz (1878) e l'epica Sul Niemen (1888). Maria Konopnicka compose liriche, racconti di protesta contro le ingiustizie sociali e Il signor Balcer in Brasile (1910), poema epico sugli emigranti polacchi. Il romanzo storico trovò la sua migliore espressione nelle opere di Henryk Sienkiewicz, che fu il primo scrittore polacco a ricevere il premio Nobel (1905). Egli è ricordato soprattutto per la trilogia ambientata nel XVII secolo, costituita da Col ferro e col fuoco (1884), Il diluvio (1886) e Il signor Wolodyjowski (1887-88). Scrisse inoltre I cavalieri della croce (1900), sui rapporti fra la Polonia e l'ordine teutonico dei templari nel XV secolo, e il famoso Quo Vadis (1896), ambientato nella Roma di Nerone.

La giovane Polonia

Nella storia della letteratura polacca gli anni tra il 1890 e il 1918 sono definiti il periodo della Giovane Polonia, movimento che coinvolse vari gruppi molto diversi fra loro, ma accomunati dall'opposizione al positivismo. Fu un periodo contraddistinto da una crisi intellettuale e da una profonda disillusione che pervasero la cultura di fine secolo. Miriam (pseudonimo di Zenon Przesmycki) – traduttore, critico e direttore del periodico "Chimera" – svolse un ruolo fondamentale nella diffusione di slogan artistici e ideologici, assieme al romanziere e drammaturgo Stanislaw Przybyszewski, il quale scrisse sia in tedesco sia in polacco.

Wladyslaw Stanislaw Reymont (premio Nobel per la letteratura nel 1924) è autore del romanzo Terra promessa (1899) e di Chlopi (1902-1909), una vasta epica che rappresenta un anno della vita di un villaggio polacco. Stefan Zeromski scrisse Ceneri (1904), romanzo storico sulle guerre napoleoniche, e Fiume fedele (1913). Il drammaturgo più significativo del periodo fu Stanislaw Wyspianski, autore di opere che presentano un'analisi penetrante della situazione sociale coeva, come Varsaviana (1898), Liberazione (1903), La notte di novembre (1904) e Le nozze, rappresentata per la prima volta nel 1901.

La letteratura contemporanea

Dopo la prima guerra mondiale, la Polonia, il cui territorio era stato diviso tra Prussia, Russia e Austria fin dal XVIII secolo, riottenne sovranità e indipendenza. Poesia e prosa ebbero crescenti contatti con le altre letterature europee. Dopo la seconda guerra mondiale, l'attività letteraria ebbe rapida ripresa alla fine degli anni Cinquanta.

Uno degli scrittori più significativi fu Leopold Staff, poeta-filosofo che cominciò a scrivere nel periodo della Giovane Polonia, e successivamente produsse varie raccolte di versi ispirati a uno spirito classico; fra le sue opere più significative vi sono I sorrisi delle ore (1910) e Alberi alti (1931). L'interesse per i fenomeni linguistici domina la poesia lirica di Julian Tuwim, autore di Imboscata a Dio (1918), Socrate danzante (1920) e del poema Fiori polacchi (1949). Konstanty Ildefons Galczynski, autore di un poema centrato su motivi classici (Niobe, 1951), compose molte opere liriche ironiche e grottesche. Jan Lechon scrisse Poema cremisi (1920), una meditazione sulla prima guerra mondiale. Continuarono la tradizione della poesia rivoluzionaria le raccolte di versi Cuore triste e canto (1932) ed Estremo grido (1938) di Wladislaw Broniewski. Tra i poeti della generazione più giovane si segnalano il poeta e drammaturgo moralista Tadeusz Rózewicz, noto per le sue proteste contro le crudeltà della guerra, e Zbigniew Herbert, le cui opere analizzano i problemi della civiltà e della storia moderne.

Czeslaw Milosz, che vive oggi negli Stati Uniti, nel 1980 ricevette il premio Nobel per i suoi versi eruditi e provocatori, che riflettono il dolore spirituale dell'esilio; fra le sue raccolte ricordiamo Città senza nome (1959) e Dove sorge e dove tramonta il sole (1974); La valle di Issa (1955) è un romanzo in parte autobiografico, evocazione poetica e mitica dell'infanzia dell'autore in Lituania. Anche papa Giovanni Paolo II (Karol Josef Wojtyla) è autore di rilievo nella sua lingua madre; fra le numerose opere pubblicate vi sono raccolte poetiche, come Poesie di Karol Wojtyla da leggere e ascoltare (1979), e alcune opere teatrali. Fra i prosatori polacchi più significativi si ricordano Maria Dábrowska, autrice di Notti e giorni (1932-1934), vasta cronaca di famiglia sugli anni che precedettero la prima guerra mondiale; Zofia Nalkowska, autrice di romanzi su temi sociali e psicologici, come La frontiera (1935) e Medaglioni (1946), sull'occupazione nazista della Polonia; Jerzy Andrzejewski, autore di Cenere e diamanti (1948) un romanzo che rappresenta la realtà polacca dopo la seconda guerra mondiale e dal quale, nel 1958, Andrzej Wajda trasse l'omonimo film. Fra gli altri scrittori significativi ricordiamo Jaroslaw Iwaszkiewicz, autore del romanzo autobiografico La gloria e la fama (1956-1962), e Kazimierz Brandys, che scrisse il ciclo di romanzi psicologici Tra le guerre (1947-1951) sull'intellighenzia polacca e un romanzo in forma di diario, Lettere alla signora Z (1958-1960). Parodia, comicità dell'assurdo e gusto per il grottesco sono alcuni dei fenomeni che contraddistinguono la letteratura polacca contemporanea, in particolare l'opera diStanislaw Ignacy Witkiewicz, autore di molti romanzi e pièce a carattere sperimentale – come la parabola politica I calzolai (1948) – e di Witold Gombrowicz, che indagò gli stereotipi ideologici in romanzi come Ferdydurke (1937) e Cosmo (1965), per il quale vinse il Premio internazionale per la letteratura nel 1967.

Un altro genere popolare nella Polonia contemporanea è la narrativa di fantascienza, che trova la sua migliore espressione nelle opere di Stanislaw Lem, basate su una solida formazione scientifica e filosofica. Tra i suoi romanzi pubblicati in traduzione, il più noto è Solaris (1961), dal quale nel 1972 trasse un famoso film Andrej Tarkowskij. Riscuotono un notevole successo anche una serie di componimenti letterari brevi, come la favola, la parabola filosofica, il saggio e l'aforisma, un genere, quest'ultimo, prediletto da Stanislaw Jerzy Lec, brillante autore del quale si è pubblicata in Italia un'antologia delle opere: Pensieri spettinati (1992).

torna su

Lingua Polacca

Lingua appartenente al gruppo occidentale del ramo slavo delle lingue indoeuropee, e perciò strettamente legata al ceco, allo slovacco e al sorabo attestato in Germania (vedi Lingue slave). È la lingua parlata dalla maggior parte degli abitanti della Polonia e da alcuni milioni di parlanti madrelingua negli Stati Uniti, in Russia e in altri stati appartenenti alla ex Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, in Canada e altrove.

I dialetti polacchi includono il piccolo polacco e il silesiano parlati nel meridione, e il mazoviano e il grande polacco parlati nel Nord. Il casciubo, o cassubo, presente anch'esso al Nord, è spesso considerato un dialetto del polacco, anche se è derivato da una distinta lingua slava occidentale.

Fonetica e grammatica

Il polacco moderno ha sette suoni vocalici e 35 consonantici (vedi Fonetica), espressi in un alfabeto latino adattato. Suoni non rappresentati da un singolo carattere dell'alfabeto sono indicati da digrammi come sz e cz (indicanti suoni simili allo sc di "scena" e alla c di "ciliegia") e da segni diacritici come ! e ß (per suoni simili a j francese), derivati dal ceco. È peculiare del polacco il segno l (indicante un suono simile alla w inglese). Nel corso della sua evoluzione il polacco perdette la distinzione fra vocali brevi e lunghe e l'accento si fissò sulla penultima sillaba. Il polacco è l'unica lingua slava con vocali nasali (ã ed K), le quali derivarono da vocali nasali dell'antico slavo.

Ha conservato il singolare e il plurale, e ha perso, come la maggior parte delle lingue slave, il duale (vedi Parti del discorso). Il singolare ha tre generi, maschile, femminile e neutro; il plurale ha sviluppato una nuova categoria, il maschile personale (per gli uomini), che si distingue da un plurale comune a tutte le altre categorie. Il polacco è una lingua altamente flessiva (vedi Classificazione delle lingue) e conserva il sistema dell'antico slavo: sei casi per nomi, pronomi e aggettivi, più un settimo caso, il vocativo, per nomi e pronomi. I verbi si coniugano per genere, numero e persona, ma le altre forme temporali sono state semplificate eliminando tre delle antiche forme di tempo passato (aoristo, imperfetto e trapassato prossimo). Il cosiddetto perfetto slavo è l'unica forma di tempo passato usato nella lingua comune. L'ordine delle parole nella frase è estremamente libero.

torna su