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Ruolo dell'Anidride carbonica
Gli esseri umani emettono
anidride carbonica con la respirazione in misura proporzionale al livello del proprio
metabolismo (vedi tabella).
La presenza di anidride carbonica non è avvertibile sensorialmente a
bassa concentrazione, ma è un ottimo indicatore della
concentrazione complessiva dei bioeffluenti (non può comunque essere indice della
qualità dell'aria percepita, ma solo del livello di affollamento).
Esiste una correlazione tra la percentuale di insoddisfatti e la
concentrazione di CO2 in ambiente, considerando gli occupanti sedentari come
un'unica fonte di inquinamento possibile. Assumendo quest'ultima condizione come vera, è
possibile individuare il livello di CO2 corrispondente alle tre categorie di
qualità A, B e C (rispettivamente 460 ppm, 660 ppm e 1190 ppm)
individuate dal prestandard TC 156.
Poiché l'anidride carbonica
è rilevabile in modo relativamente semplice per mezzo di appositi sensori, è possibile
concepire un impianto automatico di ventilazione, dotato di sonde e serrande motorizzate,
capace di mantenere l'accettabilità dell'aria entro i limiti della categoria prescelta. |
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Su questa tecnica si basano
i moderni impianti di condizionamento on-demand, che
immettono aria esterna di ricambio in misura proporzionale alla concentrazione di CO2.
Pertanto, la portata di aria esterna può essere fatta variare in modo
da mantenere la concentrazione di CO2 al di sotto di un valore prestabilito,
es. 1000 ppm, con una buona sicurezza di ottenere livelli accettabili di qualità
dell'aria in ambiente. In diversi periodi della giornata ciò può consentire di ridurre
la portata d'aria esterna immesso rispetto a quanto non sarebbe necessario rispetto al
funzionamento con valori unitari fissi, ottenendo un certo risparmio energetico. |
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