NAPOLI
CAPPELLA SANSEVERO
L'invito al viaggio fantastico formulato dalle forme arcane e dalla leggenda stessa fiorite in seno alla Cappella Sansevero, ha ispirato in molti autori (Alessandro Coletti, Lamberto Lambertini ecc.) una rivisitazione ora in chiave romanzesca, ora nella suggestione visionaria dei mezzi del cinema.
Giuseppe Sammartino,
IL CRISTO VELATO
Ma quali immagini del ricco
universo della Cappella nascondono il vero segreto del Principe-alchimista?
Il soggetto da noi proposto porta il titolo:
LA FAVOLA ALCHEMICA DI RAIMONDO DI SANGRO.
Nella Napoli del 500 quasi tutte le più illustri casate avevano la loro dimora nella zona compresa tra piazza del Gesù Nuovo, via S. Biagio dei Librai, piazza S. Domenico Maggiore e via dei Tribunali. Il palazzo dei duchi de Sangro, principi di San Severo, era ubicato in piazza San Domenico Maggiore.
Narrano le cronache dellepoca, come testimonia Cesare dEngenio nella "Napoli Sacra" del 1624, che verso la fine del XVI secolo si trovò a passare per quei luoghi un uomo ammanettato che veniva condotto alle carceri, sebbene in cuor suo sapesse di essere innocente. Al suo passaggio, parte del muro che circondava il giardino crollò, scoprendo, tra le macerie, un dipinto raffigurante la Madonna nellatto della deposizione.
Antonio Corradini
IL DISINGANNO
Fu così che, intorno al 1590, iniziarono i lavori per la costruzione del sacello che fu edificato esattamente nel luogo ove avvenne il miracoloso ritrovamento del dipinto e che prese la sua denominazione dallimmagine che i fedeli avevano chiamata "S. Maria della Pietà" o "Pietatella".
È soltanto nel 1700 che la Cappella, ad Opera del VI principe di San Severo, Raimondo de Sangro, raggiunge 1attuale splendore con 1aggiunta tra 1altro, di numerose opere di pregio artistico da lui volute in commemorazione della famiglia.
La fama della Cappella ben presto si legò al nome del suo mecenate, tanto da mutarne, nel tempo, la denominazione da quella di "Santa Maria della Pietà" a quella di "Cappella San Severo".
Antonio Corradini
IL DISINGANNO
(particolare)
Il soggetto proposto dal nostro liceo si ambienta appunto, nella scenografia settecentesca della famosa Cappella napoletana, proponendo in chiave di documentario una lettura delle opere dei maggiori esponenti della scultura di questo secolo da A. Corradini a G. Sammartino a F. Queirolo, rispettosa del complesso simbolismo ermetico in esse gelosamente riposto il nostro Principe-alchimista.
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