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AL TEATRO CARIGNANO BATTIBECCHI E NOSTALGIA IN LIGÛRIA TRA GOVI E MÛXICA

"Piccon, dagghe cianin" implora il poeta, perché "fra i muìn de Piccapria che fan stramûo u ghe n’è da casa donde son nasciûo": la nostalgia per una Genova in inesorabile cambiamento, negli anni ’50 come ora, ha riempito delle sue note il Teatro Carignano, dove, giovedì 8 novembre ha debuttato la compagnia A campanassa di Savona con Ligûria tra Govi e mûxica, spettacolo composto dai due atti unici In Pretûa e Lïti de cunduminio e da 11 canzoni dialettali. Repliche il 17 e 18 novembre (la domenica matinée). In Pretûa di Giuseppe Ottolenghi appartiene al repertorio goviano: Beppin Cauterio ha rubato delle pesche a un besagnino e, ben lungi dall’ammettere il furto, lo "stundäio" –l’intrattabile burbero della commedia ligure- si lamenta della pessima qualità dei frutti e confuta testimonianze a suo dire imprecise. In Lïti de cunduminio di Olga Giusto lo scenario si sposta in un Forum (dalla nota trasmissione di ReteQuattro), dove il Santi Licheri di turno deve dirimere un vasto campionario di beghe condominiali: c’è l’inquilino rassegnato a raccogliere la cartaccia gettata dai vicini, "Ma almeno cacciamæla cü salame drentu", chiede, per consolarsi con uno spuntino, e c’è il condomino che consuma i suoi incontri amorosi al ritmo trionfale della marcia Radetzky. Il pubblico viene coinvolto nella rappresentazione: è zittito dall’usciere come se fosse una platea che bisbiglia durante una causa in pretura; vede sfilare tra le poltrone testimoni ed imputati. Ma l’apice si raggiunge con le canzoni dialettali, interpretate dalla potente voce di Elmo Bazzano: canzoni "sceneggiate" con vivaci scorci e scenette: in Maria di gatti si rievoca un’anziana gattara particolarmente amata a Savona, nel Canto de l’imbriægo viene mimata l’accoglienza riservata dalla moglie al marito che rincasa ubriaco. Originale è San-a a New York di Bazzano, rivisitazione delle imprese di Cristoforo Colombo sulla melodia di New York New York. Chiusura in grande stile con Ma se ghe penso, dove il ritornello è intonato dal coro degli spettatori. Nel cast spiccano, oltre a Elmo Bazzano, Olga Giusto, dalla recitazione sorniona e pacata, Silvia Bazzano nelle sue vivaci caratterizzazioni e il piccolo Gabriele Tocchi, con la sua föa in Savonese: quale migliore simbolo della vitalità della cultura dialettale ligure?

Irene Liconte