Home page



IN CORPU ANCÖI IN CORPU DUMAN… FIN A CANDU

Risate e colpi di scena con l’igienista razzista

UN’ORIGINALE FIGURA MANIACALE PER PREVENIRE L’IPOCONDRIA MOLIERIANA

Che cosa può capitare se convergono in una sola persona superstizione, fobia di contrarre infezioni ossessivamente annidate dovunque e una dose di sano razzismo? Non può che scaturirne un personaggio dalla comicità esplosiva. La commedia In corpu ancöi, in corpu duman… fin a candu… di Antonio Pignatta, anche regista e protagonista, ha aperto la stagione del Teatro Carignano il 27 ottobre, con repliche il 3 e 4 novembre. Camillo, idraulico armato di mascherina e bomboletta spray disinfettante anziché di chiave inglese, sottopone sé e la famiglia a diete e purghe disintossicanti, ripetute docce giornaliere, disinfestazioni casalinghe che toccano anche ai visitatori (e ai gatti, specie se neri, dei vicini). Qualche corteggiatore per le figlie? Occorrono accertamenti di sana e robusta costituzione e indagini sull’albero genealogico: le malattie infettive, infatti, vengono tutte da Napoli! Non manca un ricco arsenale anti-malocchio, su cui Camillo aggiorna Irina, maestra di musica e suo cruccio economico, perché, da buon ligure, è anche taccagno. Ma un giorno batte la testa, procurandosi un’amnesia: la moglie Carolina, finalmente libera dalle manie e dalla spilorceria del coniuge, spera che non riacquisti la memoria, tanto più che si prospetta la riscossione di un’ingente cifra dall’assicurazione. Ma i "colpi di testa" –fisici e non- di Camillo non sono finiti… Il classico salotto da commedia è costellato di corna (e da un’intera testa di camoscio); scoppiettanti le trovate sceniche, dal sale sparso a profusione all’uscita di potenziali iettatori (la vedova, l’avvocato figlio di un "beccamorto"), alle impennate della sedia a dondolo di Camillo convalescente quando si parla di risarcimenti, all’irresistibile mimica di Pignatta, che culmina nel gesto di passarsi la mano sul volto per mutare la maschera da rinsavito in quella da abelinou. Lo spettacolo, allestito dalla Compagnia Stabile di Bordighera in dialetto bordigotto, consente una sortita nel teatro dialettale del Ponente Ligure. Spiccano nel cast l’energica zia Angiolina, campagnola con aspirazioni da scignöa (Silvana Bruzzone), la bellicosa Carolina (Manuela Bonelli), la gorgheggiante Irina( Anna Pignatta) e la vedova Guendalina (Franca Cecchinel), la cui evocazione del marito buonanima e il lugubre abito a lutto contrastano comicamente con cornetti, ammennicoli portafortuna di Camillo.

di Irene Liconte