Teatro, di tutto, di più

EZRA POUND E LE TRACHINIE DI SOFOCLE



"Non io ho scelto il silenzio/ è il silenzio che mi ha invaso" recitano alcuni versi di Ezra Pound. E così, torvamente muto, egli apparve sulla soglia della sua casa di S. Ambrogio, caratteristico paesino ligure sopra Rapallo, a Lisetta Carmi, nota fotografa genovese. Un'apparizione fugace, non una parola: "l'ombra di un poeta", racconta la Carmi nel foyer del teatro della Tosse, dove è stata allestita la mostra delle foto allora scattate e dove si è svolta la conferenza su Pound, relatori il professor Massimo Bacigalupo e il regista Nicholas Brandon.
Era il 1966: il silenzio in cui si barricava Pound era l'esito di una vita contrastata, la preclusione dell'insegnamento, il fallimento del sogno di una società non più dominata dal Denaro, la militanza fascista, l'internamento in un ospedale psichiatrico dal '45 al '59: "Ho perso il mio centro/ a combattere il mondo". Ma era anche reazione agli attacchi di studiosi scandalizzati dal suo approccio poetico più che filologico, ai classici antichi. Sensibile al suono, al ritmo delle parole, talvolta più che al loro significato, Pound non elaborò traduzioni, ma versioni. Ne è un esempio la tragedia Le Trachinie, da Sofocle. Deianira, moglie di Eracle, ne causa involontariamente la morte, inviandogli come magico richiamo amoroso una veste intrisa del sangue letale del centauro Nesso, ucciso dall'eroe. Nella sua versione Pound trasla in Inglese parole greche per il loro potere evocativo; Deianira viene ribattezzata Daysair (Day's air, aria del giorno), nome etereo, che, per contrasto, rimarca il lato oscuro di lei: il patto segreto con il centauro, l'inquietudine che sempre la pervade, la rievocazione delle creature mostruose che la insidiarono. Pound trova in Eracle la sconfitta della dimensione eroica in cui immedesimare il crollo della propria utopia sociale: dopo tante imprese gloriose, Eracle muore in un atroce agonia per mano di un morto, la profetizzata fine degli affanni si scopre essere la morte, in una scena ricca di pathos e di ironia spesso presenti nella poesia di Pound.
Talvolta la suggestione dei versi è enfatizzata dal contesto storico: nei Canti Pisani-sezione del poema Cantos-, scritti nel campo di concentramento americano presso Pisa, brillano i fuochi sinistri che nell'Agamennone di Eschilo annunciano la fine della guerra di Troia. E se all'inizio del poema, in passi lirici tratti dall'Odissea, Ulisse offre sangue sacrificale ai morti perché riacquistino una parvenza di vita, il poeta non trasfonde forse se stesso nella creazione artistica?

Irene Liconte